Peggio del previsto. La prima giornata degli Internazionali di Roma è un disastro per l’Italia. Degli otto azzurri impegnati sui campi del Foro Italico, solo uno Andreas Seppi, è riuscito a raggiungere il secondo turno. Subito fuori la veterana Schiavone, Sara Errani finalista nel 2014 e Karin Knapp tra le donne. Soprattutto, eliminato tra i fischi e gli ululati del suo pubblico Fabio Fognini, unica vera speranza italiana, strapazzato in due set dall’anonimo Garcia Lopez. Le uniche note liete di giornata sono le splendide prestazioni dei giovani Cecchinato e Sonego, che hanno sfiorato l’impresa contro Raonic e Sousa e fanno ben sperare per il futuro. Tanti applausi e cori di incoraggiamento, ma pur sempre di sconfitte si tratta.
Fischi per Fognini
Il culmine della giornataccia azzurra è la debacle di Fabio Fognini, che in un centrale colmo più di aspettative che di spettatori (tanti spazi vuoti, nonostante la bella giornata) cede in due set a Garcia-Lopez, il solito spagnolo terraiolo che ha buon gioco soprattutto per i demeriti del ligure. Il primo set è quasi imbarazzante: 1-6 in una manciata di minuti. L’italiano va sotto di un break anche nel secondo, poi finalmente si sveglia dopo un’ora passata: non sembra troppo tardi, anche perché l’avversario non è irresistibile e sbaglia se sotto pressione sul rovescio. Quando la rimonta pare fatta, però, lui si perde di nuovo: spreca due set point, regala il tie-break con un erroraccio sotto rete. E poi crolla, come gli è accaduto spesso: finisce 6-1 7-6, tra i fischi e persino qualche insulto dalle tribune. Non è la prima volta che succede al Foro Italico, dove Fognini ci ha ormai abituato alle delusioni. Peccato, perché in mattinata si era anche ritirato Tsonga, una delle poche teste di serie di quella parte del tabellone.
Fuori le donne, si salva solo Seppi
Prima avevano perso anche Francesca Schiavone, 6-3 6-2 contro la Safarova, finalista del Roland Garros 2015; Karin Knapp (doppio 6-2 con la Strycova) e soprattutto Sara Errani. La finalista dell’edizione 2014 degli Internazionali solo stamattina aveva spiegato di sentirsi forte sulla terra della Capitale. Il campo ha detto qualcos’altro: sconfitta in tre set dalla modesta britannica Watson, n. 55 del ranking, con un 0-6 al terzo set che non ammette repliche. Si salva solo Andreas Seppi, bravo a regolare Pospisil con due tiebreak: si era detto alla vigilia che l’altoatesino aveva avuto il sorteggio probabilmente più favorevole (il canadese è uomo da superfici veloci), lui non ha sprecato l’occasione e ora se la vedrà col talentuoso ma incostante Gasquet al secondo turno: altro match non impossibile.
Applausi per Sonego e Cecchinato
Paradossalmente le prestazioni più belle di giornate sono arrivate dai due nomi meno attesi. Marco Cecchinato e Lorenzo Sonego hanno perso solo nel punteggio, uscendo a testa altissima dal campo dopo le maratone contro Milos Raonic e Joao Sousa. Non due avversari qualsiasi: il primo è un Top Ten, già semifinalista all’Australian Open e a Wimbledon. Il secondo è un terraiolo navigato, che la settimana scorsa a Madrid ha fatto soffrire e strappato un set a Rafa Nadal. Gli azzurrini sono stati all’altezza, dimostrando “di poter giocare a quei livelli”, come ha detto alla fine Cecchinato. Ma se il tennista palermitano è già entrato nei primi cento del mondo ed è arrivato in nazionale di Davis, fa ancor più sorpresa la prestazione di Sonego: 20 anni, arrivato dalle prequalificazioni senza aver mai giocato un match Atp, n. 333 del ranking, per tre ore ha entusiasmato tutto il Foro Italico come non succedeva da anni.
C’è stato un momento – sul 5-4 nel terzo set, dopo l’ennesima rimonta – in cui anche il pubblico del Grand Stand ha girato le spalle al suo match per sostenere l’azzurro. Purtroppo l’impresa è rimasta incompiuta: 6-7 6-3 7-5 il finale. Come per Cecchinato (6-4 4-6 6-4) che dopo aver portato al terzo set il fortissimo Raonic ha avuto anche tre palle per il contro break che avrebbe prolungato la sfida verso chissà quale esito. Hanno vinto i più forti, ma poco importa: ci riproveranno l’anno prossimo. Entrambi oggi hanno fatto il loro dovere e molto di più. Qualcun altro no.