“I paradisi fiscali danneggiano l’economia”. Dopo lo scandalo dei Panama Papers, 300 economisti di 30 Paesi hanno firmato un appello per chiedere, insieme a Oxfam, una maggiore trasparenza sulle operazioni finanziarie offshore. Tra i promotori ci sono anche nomi di fama mondiale come Thomas Piketty, Jeffrey Sachs e Angus Deaton. Il messaggio, sotto forma di lettera ai leader mondiali, è arrivato in vista del Summit Anticorruzione che il 12 maggio riunirà a Londra i rappresentanti di 40 Paesi, della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale.
L’appello, ha sottolineato l’ong inglese, “parte da un dato sostanziale: ad oggi non c’è alcuna reale ragione economica che possa ancora giustificare l’esistenza dei paradisi fiscali”. Gli economisti sono concordi su un punto: le scappatoie dalla tassazione nazionale compromettono le capacità degli Stati di raccogliere gettito fiscale e a rimetterci sono soprattutto i Paesi poveri. Quindi, per contrastare le diffuse pratiche di abuso fiscale i firmatari dell’appello chiedono ai governi di definire nuove regole globali, con l’obiettivo di obbligare le grandi corporation a rendicontare pubblicamente le loro attività in ciascun Paese in cui operano e assicurare la creazione di registri pubblici dei beneficiari effettivi di beni e società.
Nonostante tra i firmatari vi siano “differenti opinioni” su quale sia il livello di tassazione ottimale, vi è però “un’ampia convergenza” nel considerare “i paradisi fiscali distorsivi” del corretto funzionamento dell’economia mondiale. “L’alibi dei super-ricchi per le disuguaglianze crescenti è sempre stato quello che alla fine il denaro sarebbe “sgocciolato” verso il basso – ha sottolineato Leonardo Becchetti, professore di Economia politica all’Università Tor Vergata di Roma, tra i firmatari della lettera – Ma neppure questo accade se i soldi vengono portati nei paradisi fiscali”.
L’appello degli economisti mette in luce inoltre come la Gran Bretagna sia in una posizione di primo piano per porre fine all’era della segretezza offshore. Attraverso i Territori Britannici d’Oltremare, la Gran Bretagna, ha messo in evidenza Oxfam nel diffondere l’appello, “ha infatti sovranità su oltre un terzo dei paradisi fiscali di tutto il mondo. Più della metà delle società create da Mossack Fonseca, lo studio legale al centro del recente scandalo Panama Papers, sono state costituite infatti nei Territori Britannici d’Oltremare come le Isole Vergini”.