Nel primo trimestre del 2016 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente e dell’1,0% nei confronti del primo trimestre del 2015. Lo rende noto l’Istat in base alle stime preliminari, nello stesso giorno in cui rivede al ribasso le stime sulla deflazione ad aprile, che si attesta a -0,5%. Il dato sul prodotto interno lordo registra una lieve accelerazione rispetto al quarto trimestre 2015, chiusosi a +0,2% (dato rivisto al rialzo con la stima odierna). Il dato migliora rispetto alle stime pubblicate a marzo, quando lo stesso istituto di statistica prevedeva una crescita congiunturale del Pil lievemente positiva (+0,1%), con una forchetta compresa tra -0,1% e +0,3%.
La variazione acquisita per il 2016 del Pil italiano è pari a +0,6%: il valore indica la crescita annuale che si otterrebbe in presenza di una variazione congiunturale nulla nei restanti trimestri dell’anno. La previsione del governo, contenuta del Documento di economia e finanza (Def), è pari al +1,2% a fine anno.
La crescita italiana viaggia comunque a un passo ridotto rispetto ai partner europei. Il Pil è salito dello 0,5% sia nella zona euro che nella Ue-28, secondo la stima flash di Eurostat, mentre nel trimestre precedente era salito rispettivamente di 0,3% e 0,4%. Su base annuale la crescita è stata di +1,5% e +1,7%. In particolare, la Germania ha mostrato nel primo trimestre dell’anno una crescita dello 0,7% rispetto al periodo precedente e un aumento dell’1,3% su base annuale.
L’aumento del Pil nel primo trimestre è la sintesi di un aumento del valore aggiunto nei settori dell’industria e dei servizi presi nel loro complesso e di un calo in quello dell’agricoltura. Lo precisa l’Istat, precisando che, dal lato della domanda, vi è un contributo positivo della componente nazionale (al lordo delle scorte) e uno negativo della componente estera netta.
Intanto, l’istituto di statistica ha rivisto al ribasso le stime sulla deflazione. Ad aprile 2016, il dato registra una diminuzione su base annua pari a -0,5% (la stima preliminare era -0,4%), più ampia di tre decimi di punto percentuale rispetto a quella registrata a marzo (-0,2%). Su base mensile, invece, la flessione è pari allo 0,1%. La maggiore contrazione su base annua dell’indice generale è principalmente da attribuire all’accentuarsi del calo dei prezzi degli energetici regolamentati (-6,4%), cui contribuiscono sia il gas naturale sia l’energia elettrica.