“Chi accumula ricchezze con sfruttamento, lavoro in nero, contratti ingiusti, è una sanguisuga che rende schiava la gente”. Papa Francesco è tornato con forza a condannare il “lavoro sporco” nell’omelia della messa celebrata come ogni mattina nella cappella della sua residenza di Casa Santa Marta. “Il sangue di chi è sfruttato nel lavoro – ha affermato Bergoglio – è un grido di giustizia al Signore. Lo sfruttamento del lavoro, nuova schiavitù, è un peccato mortale. Le ricchezze in se stesse sono buone, ma sono relative. Vanno messe al giusto posto. Non si può vivere per le ricchezze. È più importante un bicchier d’acqua nel nome di Gesù che tutte le ricchezze accumulate con lo sfruttamento della gente”.
Il tema del lavoro è da sempre al centro del pontificato di Francesco. A Cagliari, nel suo secondo viaggio in Italia dopo l’elezione, incontrando i tanti disoccupati e cassa integrati Bergoglio condannò “il lavoro disumano, il lavoro schiavo, il lavoro senza la giusta sicurezza”, sottolineando che “non portare il pane a casa vuol dire non avere dignità”. Più volte Francesco ha denunciato che ci sono “milioni di uomini e donne e addirittura bambini schiavi del lavoro. Questo è contro Dio e contro la dignità della persona umana”. Nei suoi moniti contro lo sfruttamento delle persone, il Papa ha sempre avuto una particolare attenzione per le donne “troppe volte licenziate perché incinte” e vittime di una “scandalosa disparità di retribuzione”.
Sulla ricchezza concentrata nelle mani di molti a discapito di tanta miseria presente nel mondo, il Papa si era espresso nella catechesi dell’udienza generale del mercoledì commentando la parabola del ricco Epulone e del povero Lazzaro. Quest’ultimo, per Francesco, “rappresenta bene il grido silenzioso dei poveri di tutti i tempi e la contraddizione di un mondo in cui immense ricchezze e risorse sono nelle mani di pochi. Gesù dice che un giorno quell’uomo ricco morì: i poveri e i ricchi muoiono, hanno lo stesso destino, come tutti noi, non ci sono eccezioni a questo”. Bergoglio ha sottolineato che “ignorare il povero è disprezzare Dio! Questo dobbiamo impararlo bene: ignorare il povero è disprezzare Dio. Quante volte tanta gente fa finta di non vedere i poveri! Per loro i poveri non esistono”.
Sempre durante l’omelia della messa a Casa Santa Marta, Francesco ha affermato che “i soldi e il potere distruggono la Chiesa”. Sottolineando che “nessuno può sentirti una persona santa e pulita” perché questa “tentazione dell’arrampicarsi” si verifica in ogni istituzione della Chiesa: parrocchie, collegi, anche nei vescovadi”.