Lo spauracchio dell’ingovernabilità e dell’inciucio, una citazione di Enrico Berlinguer a uso e consumo della sinistra del suo partito. E poi la rivendicazione della personalizzazione del tema. Così Matteo Renzi, parlando al Teatro sociale di Bergamo, ha lanciato la campagna per il sì al referendum sulla riforma costituzionale a cui ha legato il suo destino politico (“se perdo vado a casa“).
“Se le riforme non passano sarà il paradiso terrestre degli inciuci. Il Paese va nell’ingovernabilità. Ci sarà un sistema per cui nessuno avrà la maggioranza” dalle urne, per cui “il potere passa nelle mani degli inciucisti. Io ne sono la dimostrazione. Io sono diventato presidente del Consiglio sulla base di un accordo parlamentare. Se non c’è una maggioranza, ci vuole per forza l’accordo in Parlamento. Così diventa ‘Votate per chi vi pare, tanto poi l’inciucio lo fanno a Roma’”, ha esordito Renzi, parlando davanti allo slogan “L’Italia che dice sì” con sfondo tricolore. E agli autorevoli costituzionalisti che fanno campagna per il no ha mandato a dire che “la sinistra è stata sempre per superare il bicameralismo” e “Enrico Berlinguer parlava direttamente di monocameralismo“. Anche nel caso la riforma passasse, però, né la prima né la seconda ipotesi si concretizzerebbero, visto che il Senato non verrà abolito ma rimarrà come organo non elettivo formato da 100 consiglieri regionali. Quel che verrà superato è solo il bicameralismo perfetto, perché solo la Camera voterà la fiducia al governo e nell’ambito dell’iter legislativo i senatori potranno solo proporre modifiche alle leggi, ma il loro parere non sarà vincolante. Il riferimento al più amato dei leader Pci è chiaramente tutto a beneficio della sinistra Pd, che su quella consultazione si è divisa. Il discorso arriva mentre sul web impazza il video in cui uno studente di Catania interviene alla conferenza della ministra Boschi elencandole tutte le forzature democratiche della nuova legge, che motivano i sostenitori del no.
“Non ci toglierete il buonumore“, ha reagito il premier, quando un contestatore lo ha interrotto urlando “Basta con la politica spettacolo” all’inizio del suo intervento. In cui, nonostante manchino due settimane alle elezioni amministrative, ha evitato qualunque riferimento alle urne del 5 giugno. “Faremo una campagna con il sorriso. Cercheranno provocazioni, scontri, critiche. Noi siamo pronti a dialogare, faremo una campagna con il sorriso e l’entusiasmo”, con l’obiettivo di “arrivare a 10mila comitati del Sì”.
Prima del sorriso, però, c’è stato spazio per la descrizione dello scenario che, secondo il segretario Pd, si aprirebbe in caso di vittoria del no. “Non è un caso che per il No ci siano tutti e il contrario di tutti, è normale che Grillo e Salvini siano sulle stesse posizioni. Si danno botte incredibili e poi si rialzano sempre perfetti. L’immagine che mi viene in mente è quella del wrestling. Sono uniti da una proposta? No, solo dall’esigenza di dire no, non si cambia”, ha sostenuto Renzi. Ribadendo che “ci sono troppi politici e questa riforma riduce il numero dei politici”. Negli Stati Uniti ci sono poco più di 500 politici, noi 945. La prima regola da 30 anni che la politica dice di voler attuare è ridurre il numero dei parlamentari”.
“Le Regioni non si devono occupare di energia, pensino a non sprecare fondi Ue” – Le Regioni non si devono occupare di energia ma invece dovrebbero occuparsi “bene di trasporto pubblico e sanità“. E soprattutto “si mettano in moto per smettere lo scandalo dello spreco dei fondi europei“, ha provocato Renzi con un chiaro riferimento al referendum sulle trivelle del 17 aprile, ricordando che la riforma costituzionale interviene anche sulle competenze dei governatori. “Le Regioni – ha aggiunto – devono fare l’abc, cioè quello che è fondamentale: pragmatismo ed efficienza”. Perché “l’antipolitica”, ha sostenuto, “è quando ci sono presidenti di Regioni che prendono più del presidenti degli Usa” o quando “con i soldi dei rimborsi (il riferimento è alla vicenda piemontese, ndr) vengono comprate le mutande verdi“. Con la riforma costituzionale, inevitabile chiosa, “non accadrà mai più”.
La visita alla Brembo e la lode della globalizzazione – La giornata di Renzi era iniziata con il premier impegnato a tessere lodi della globalizzazione, annunciare un vertice con la cancelliera Angela Merkel “a Maranello nella sede della Ferrari” e auspicare che finisca “l’epoca dell’invidia e della rassegnazione“. “È il dovere del presidente di una delle potenze industriali, perché continuiamo a esserlo anche se talvolta a nostra insaputa, rendere omaggio a realtà come questa che ci rendono orgogliosi nel mondo. È un fatto etico e politico”, ha rivendicato visitando la sede della Brembo a Stezzano, nel Kilometro Rosso.
“Dal 1995 in poi l’Italia è cresciuta poco, mentre il resto del mondo di più. Noi ci impegneremo, ma è il mondo a chiedere prodotti di alta qualità che l’Italia può dare. Finora la visione è stata leggermente miope e si è pensato che il mondo esterno fosse una minaccia, invece la globalizzazione è il migliore asset che potremmo chiedere”, ha continuato Renzi parlando davanti al fondatore e presidente del gruppo Alberto Bombassei . E ancora: “Adesso basta con l’era dell’invidia. Non ne posso più di chi dice che la rassegnazione è la nostra unica speranza. Ora dobbiamo puntare sulla innovazione, investendo come ha fatto questa azienda durante la crisi. Il successo non deriva da colpi di fortuna, anche se è benvenuta, ma se qualcuno ce la fa, come qui, è perché c’è chi lavora sodo e ci prova. L’Italia – ha aggiunto Renzi – deve essere consapevole delle proprie capacità, ma questa consapevolezza è purtroppo mancata spesso. Diceva un pilota negli anni settanta che ‘quando hai tutto sotto controllo vuol dire che stai andando troppo piano’. Noi dobbiamo accelerare per guardare al futuro e costruire un paese per i nostri giovani, smettendola di piangersi addosso“.
L’incontro con i lavoratori Italcementi. Dove i tedeschi hanno annunciato 400 esuberi – Poi l’incontro con una delegazione di lavoratori della Italcementi, che in nome della globalizzazione è stata venduta dalla famiglia Pesenti ai tedeschi di Heidelberg Cement che hanno annunciato un pesante piano di esuberi. Nella notte tra giovedì e venerdì i sindacati hanno raggiunto un accordo con l’azienda sull’incentivo all’esodo e la “dote assunzioni” e tra una decina di giorni, dopo l’assemblea dei lavoratori che saranno chiamati a votare l’intesa, è previsto un incontro al ministero dello Sviluppo.