Ancora nessuna certezza sulle cause che hanno provocato la caduta del volo Airbus Parigi-Il Cairo inabissatosi nel mare Mediterraneo nella notte fra mercoledì e giovedì scorso.
Anche il ritrovamento della scatola nera, l’unico dispositivo in grado ricostruire esattamente gli ultimi minuti di volo, è stato smentito dalle autorità egiziane. Così come niente si sa della lista passeggeri, prima annunciata e poi smentita dalla compagnia di bandiera nordafricana.
Fatto sta che l’ipotesi terrorismo sta perdendo consistenza in favore di una avaria a bordo. Non si sa ancora se provocata da un guasto meccanico al velivolo o frutto di un tentativo di sabotaggio. L’ora x sono le 2 e 26: dopo pochi minuti il volo si inabisserà al largo delle isole della Grecia. In quell’arco di tempo si registrano numerosi problemi: si parla di anomalie ai segnali d’allarme di bordo, di fumo in una delle toelette e sotto la cabina di pilotaggio, ma anche di un motore che avrebbe preso fuoco.
Solo indiscrezioni per il momento. Come l’improvvisa virata a destra del pilota, sintomo, secondo gli esperti, di una manovra d’emergenza. Sì, ma provocata da cosa? La polizia cairota indaga sulla presenza di un piccolo ordigno a bordo la cui deflagrazione avrebbe potuto provocare una reazione a catena andando in primo luogo a colpire i dispositivi elettronici dell’apparecchio. Ma potrebbe essere stato un evento casuale o provocato dall’imperizia di qualche passeggero.
Intanto, come se ce ne fosse bisogno, fonti anonime di Egyptair riferiscono che il mezzo era stato oggetto di un atto di vandalismo due anni fa. Ignoti avrebbero scritto sulla carlinga dell’Airbus “tireremo già questo aereo” mentre si trovava in un hangar nello scalo della capitale egiziana. Un particolare inquietante che, se confermato, diventerebbe una coincidenza sinistra anche se, almeno per il momento, non è arrivata nessuna rivendicazione dai gruppi armati del fondamentalismo islamico.