Non solo la corsa di Novak Djokovic verso il Grande Slam che solo Rod Laver è riuscito a compiere. O la caccia di Rafa Nadal alla storia “decima” volta sulla terra parigina. Il Roland Garros 2016 è anche una questione generazione: i ragazzini terribili del tennis mondiale spingono per diventare grandi. Nell’ultima stagione Dominik Thiem, Nick Kyrgios e Alexander Zverev si sono rivelati al circuito. Presto saranno pronti a sfidare i Fab Four e insidiare il regno di Djokovic. Ma quando di preciso? Forse già a Parigi, torneo dove i valori si assottigliano più che altrove, vista la scarsa propensione del serbo alla terra e un tabellone molto incerto.
Sono tutti nati negli Anni Novanta e, in maniera diversa, dotati di un talento clamoroso. Dominik Thiem è il più bello da vedere e forse il più pronto, per alcuni il vero erede di sua maestà Roger Federer. Ammesso che possa nascere un altro tennista come lo svizzero nei prossimi vent’anni. Ma l’austriaco, già numero 13 del mondo, ha colpi incredibili e un rovescio a una mano delizioso. Nick Kyrgios, invece, è più istrionico: fisico da corazziere (un metro e novanta abbondanti), servizio devastante con cui è ormai stabilmente nei primi venti del ranking, anche una lingua spesso imbizzarrita; ne sa qualcosa Wawrinka, apostrofato come “cornuto” dal giovane australiano durante un match a Montreal. Alexander Zverev infine è il più giovane e forse anche il più acerbo della nidiata: è più indietro in classifica (al n. 41) e ancora molto altalenante nelle prestazioni all’interno della singola partita, ma a 19 anni appena compiuti può solo maturare; in compenso, i suoi colpi martellanti da fondo campo ricordano il primo Djokovic.
Il processo di ricambio potrebbe cominciare da un momento all’altro, e gli stessi interessati ne sono consapevoli. Djokovic di recente ha cercato di ricacciarli all’indietro, almeno a parole: “Ci sono tanti giovani talenti. Noi per il momento siamo ancora un passo avanti, ma non durerà per sempre”. Kyrgios, invece, si è già proposto per la successione: “Io erede dei big? Non è un’esagerazione, li ho già battuti”. I numeri danno ragione ad entrambi: a livello di tornei, il dominio dei Fab Four è ancora evidente, spezzato negli Slam soltanto da Wawrinka e Cilic negli ultimi cinque anni. Nella partita singola, però, il divario non è più abissale. La sfida generazione è già andata in scena al Foro Italico: agli ultimi Internazionali di Roma, Thiem si è sbarazzato rapidamente di Federer, frenato dai guai alla schiena, in un match condizionato dai problemi fisici del serbo ma fotografia del processo in atto. L’austriaco è addirittura avanti 2-1 nei confronti diretti con Nadal (0-2 con Djokovic, però). Il “bad boy” Kyrgios ha già battuto Federer e lo spagnolo, attende la prima sfida a Djokovic (però è sotto 0-4 con Murray, evidentemente indigesto per il gioco dell’australiano).
Adesso viene il Roland Garros. Il primo Slam in cui la new generation si presenta ai nastri di partenza con ambizioni concrete, anche perché l’unico dove Djokovic appare vulnerabile. E con Nadal ancora convalescente e Federer assente, tutto può succedere. Kyrgios (che ha già battuto al primo turno l’azzurro Cecchinato è dalla parte di tabellone di Murray, con cui potrebbe scontrarsi nei quarti di finale. Thiem e Zverev, invece, sono dal lato di Nadal prima (negli eventuali quarti) e Djokovic poi (in semifinale). Parigi dirà se il futuro è già presente.
Twitter: @lVendemiale
Tennis
Roland Garros 2016, Thiem, Kyrgios e Zverev: la nuova generazione pronta a sfidare Djokovic e i big – Foto
Nell'ultima stagione Dominik Thiem, Nick Kyrgios e Alexander Zverev si sono rivelati al circuito. A Parigi i tre si presentano con ambizioni concrete, anche perché unico Slam dove il numero 1 del mondo appare vulnerabile. E con Nadal ancora convalescente e Federer assente, tutto può succedere
Non solo la corsa di Novak Djokovic verso il Grande Slam che solo Rod Laver è riuscito a compiere. O la caccia di Rafa Nadal alla storia “decima” volta sulla terra parigina. Il Roland Garros 2016 è anche una questione generazione: i ragazzini terribili del tennis mondiale spingono per diventare grandi. Nell’ultima stagione Dominik Thiem, Nick Kyrgios e Alexander Zverev si sono rivelati al circuito. Presto saranno pronti a sfidare i Fab Four e insidiare il regno di Djokovic. Ma quando di preciso? Forse già a Parigi, torneo dove i valori si assottigliano più che altrove, vista la scarsa propensione del serbo alla terra e un tabellone molto incerto.
Sono tutti nati negli Anni Novanta e, in maniera diversa, dotati di un talento clamoroso. Dominik Thiem è il più bello da vedere e forse il più pronto, per alcuni il vero erede di sua maestà Roger Federer. Ammesso che possa nascere un altro tennista come lo svizzero nei prossimi vent’anni. Ma l’austriaco, già numero 13 del mondo, ha colpi incredibili e un rovescio a una mano delizioso. Nick Kyrgios, invece, è più istrionico: fisico da corazziere (un metro e novanta abbondanti), servizio devastante con cui è ormai stabilmente nei primi venti del ranking, anche una lingua spesso imbizzarrita; ne sa qualcosa Wawrinka, apostrofato come “cornuto” dal giovane australiano durante un match a Montreal. Alexander Zverev infine è il più giovane e forse anche il più acerbo della nidiata: è più indietro in classifica (al n. 41) e ancora molto altalenante nelle prestazioni all’interno della singola partita, ma a 19 anni appena compiuti può solo maturare; in compenso, i suoi colpi martellanti da fondo campo ricordano il primo Djokovic.
Il processo di ricambio potrebbe cominciare da un momento all’altro, e gli stessi interessati ne sono consapevoli. Djokovic di recente ha cercato di ricacciarli all’indietro, almeno a parole: “Ci sono tanti giovani talenti. Noi per il momento siamo ancora un passo avanti, ma non durerà per sempre”. Kyrgios, invece, si è già proposto per la successione: “Io erede dei big? Non è un’esagerazione, li ho già battuti”. I numeri danno ragione ad entrambi: a livello di tornei, il dominio dei Fab Four è ancora evidente, spezzato negli Slam soltanto da Wawrinka e Cilic negli ultimi cinque anni. Nella partita singola, però, il divario non è più abissale. La sfida generazione è già andata in scena al Foro Italico: agli ultimi Internazionali di Roma, Thiem si è sbarazzato rapidamente di Federer, frenato dai guai alla schiena, in un match condizionato dai problemi fisici del serbo ma fotografia del processo in atto. L’austriaco è addirittura avanti 2-1 nei confronti diretti con Nadal (0-2 con Djokovic, però). Il “bad boy” Kyrgios ha già battuto Federer e lo spagnolo, attende la prima sfida a Djokovic (però è sotto 0-4 con Murray, evidentemente indigesto per il gioco dell’australiano).
Adesso viene il Roland Garros. Il primo Slam in cui la new generation si presenta ai nastri di partenza con ambizioni concrete, anche perché l’unico dove Djokovic appare vulnerabile. E con Nadal ancora convalescente e Federer assente, tutto può succedere. Kyrgios (che ha già battuto al primo turno l’azzurro Cecchinato è dalla parte di tabellone di Murray, con cui potrebbe scontrarsi nei quarti di finale. Thiem e Zverev, invece, sono dal lato di Nadal prima (negli eventuali quarti) e Djokovic poi (in semifinale). Parigi dirà se il futuro è già presente.
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Morto Radisa Ilic, è caduto da un balcone al quarto piano: calcio serbo in lutto per la scomparsa dell’ex portiere 47enne
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.