Viaggi

Guatemala, cosa vedere e quando andare nel Paese dove ne succedono di tutti i colori

Rosso come la lava, blu come il lago, arlecchino sgargiante come i bus pubblici, gli abiti tradizionali, i mercati e i tappeti di segatura e petali. Un viaggio di fuoco e acqua, di diavoli e santi, in una terra senza mezze misure dove ogni giorno la gente mette in scena esuberanti spettacoli

Testo di Lucio Valetti, Foto di Lucio Valetti
Guatemala, cosa vedere e quando andare nel Paese dove ne succedono di tutti i colori

Un misto di colori sgargianti. Giallo, rosso, verde, blu, senza sfumature, che messi insieme diventano un’armonia arcobaleno. Colori dappertutto. Gli scialli e gli abiti delle donne, i mercati, le facciate delle case, le chiese, i costumi nelle processioni religiose e anche i bus extraurbani, le camionetas o chicken bus. Sono i vecchi school bus statunitensi gialli, quelli col muso, riciclati. Su negli Usa li considerano troppo vecchi per circolare, così finiscono qui. Vengono decorati, ornati, pitturati con la fantasia ardita che solo un centroamericano può avere. Trasmettono gioia, allegria. E nascondono la ruggine. È colorata la gente, i cimiteri persino. Come quello di Chichicastenango. Come se le tinte accese dovessero cancellare i guai della vita. È così il Guatemala, un aspetto gioioso e una realtà spesso complicata. In meno di 109.000 chilometri quadrati, cioè un terzo dell’Italia, risiede una popolazione (stimata al 2014) di quasi 16 milioni di abitanti, di cui 3 milioni e mezzo stanno nel dipartimento della capitale, Città del Guatemala. La maggior parte vive in zone rurali, in un territorio difficile e spettacolare, occupato per due terzi da montagne. Secondo i dati ufficiali, la maggioranza, cioè quasi il 60 per cento, arranca sotto la soglia della povertà.

Il Paese si attraversa quasi interamente con la Carretera Panamericana, un orgoglio da queste parti. Misura, tutta, oltre 25mila chilometri, dall’Alaska fino a Quellón, in Cile. È un po’ sbrindellata, la stanno rifacendo, a pezzi. Ci sono tratti nuovi e lisci, altri una voragine via l’altra. Unica costante, in Guatemala, il traffico. Confuso, rumoroso, quasi divertente, un po’ pericoloso. Un traffico scalcinato, con i pick-up carichi di chissà quante persone, in piedi, con i camion che non si capisce come possano non sfasciarsi alla prima buca, e poi le camionetas. E certo, anche una dose di violenza, soprattutto nelle città e nelle zone di confine. Capita che i bus vengano assaltati e magari il conducente fatto fuori al volante. Nel sito www.viaggiaresicuri.it della Farnesina si avverte di non usare i mezzi pubblici “a causa dei ricorrenti assalti armati”. Ma in fondo è un po’ come sconsigliare di percorrere l’autostrada in Italia a causa dei ricorrenti incidenti mortali. Usate qualche accortezza, ma prendete pure la vostra camioneta colorata perché sopra c’è un’umanità sorprendente.

Sarà perché vedi tutti questi colori addosso alla gente che in fondo il paesaggio ti sembra quasi inadeguato, perfino triste in alcuni tratti. La strada vaga fra colline, montagne scure e pianure polverose. Lo show, in fondo, è la gente. Per esempio a Totonicapán, quando c’è il mercato. E a Chichicastenango, ancora più esagerato. La si raggiunge con un lungo, faticoso (eh, la strada…), ma affascinante trasferimento. Se arrivi il giorno prima hai anche il tempo di vedere l’allestimento delle bancarelle, che è già uno spettacolo in sé. In attesa di quel complicato, inarrestabile fiume umano che si riverserà per le vie, la chiesa gremita di santoni maya con turiboli fumanti intenti ai soliti riti ibridi, un po’ cristiani e un po’ maya. Una grande festa. On the road si va a Santiago, sul lago Atitlán, e ti aspetti colori andini, ma stanno bruciando le canne di zucchero, quel che resta dopo il raccolto. C’è un fumo leggero che copre tutto, quasi una nebbiolina. Scorgi solo i rettangoli luminosi dei campi coltivati, mentre dall’alto di una strada di montagna cali verso il lago, l’acqua di un azzurro pallido, quasi grigio. È spettacolare e cupa anche l’immancabile gita al vulcano Pacaya, uno di quelli attivi. Si fa a piedi o a cavallo. Un’ora o due di duro cammino, su sentieri di lava fredda che sfiorano torrenti di lava incandescente. Un paesaggio spettrale, fumi che avvolgono te e il cavallo, da non vedere quello che ti precede. Odore di zolfo.

Poi la capitale. Città pericolosa, la capitale, dicono le guide, ma è la “solita” città dell’America Latina. Traffico da formicaio attaccato da un formichiere, quartieri che è meglio evitare, specie di notte, appassionati della caccia al borsellino del turista sprovveduto sguinzagliati un po’ ovunque. Gli scontri fra bande giovanili sono poi un fenomeno sempre più grave. Qualche assalto anche ai bus urbani. Li chiamano tomates asesinos, i bus urbani, i “pomodori assassini”, perché sono rossi e assassini: corrono come pazzi, carichi all’inverosimile. Difficile dire se sia meglio starci sopra o incrociare la loro strada. Da qualche anno circolano nuovi mezzi di un più tranquillizzante colore blu. Oltre a quelli verdi della Transmetro, cinque linee di transito rapido. Ma sono solo poche centinaia. Una minoranza rispetto ai “diavoli rossi”, che nelle intenzioni sono destinati al pensionamento definitivo e invece continuano a scorrazzare, privi di assicurazione e arrugginiti al punto da sgretolarsi. Anche qui vale lo stesso consiglio: prendete le dovute precauzioni, buone per tutte le metropoli, latinoamericane o no, e perlustratela, la capitale, per leggere la storia di un Paese tormentato, uscito vent’anni fa da decenni di guerra civile, fra colpi di Stato e dittature, e da secoli di violenze, a partire dalla conquista spagnola, che avrebbero sfiancato qualunque popolo. Per scoprire la sua voglia di vita, l’allegria e la spensieratezza di una festa di studenti in cui ti imbatti per caso, con mascherate di massa, cortei goliardici e tribune improvvisate per le vie del centro.

Comunque, 45 chilometri a est di Ciudad de Guatemala c’è Antigua. Antigua è un’altra cosa. È una magnifica città coloniale, linda e pulita, così perfetta da sembrare rifatta. E in gran parte davvero lo è, visto che i terremoti provocati dai tre maestosi e tremendi vulcani che la circondano, Agua, Fuego e Acatenango, ogni tanto ancora oggi buttano giù un quartiere, una chiesa, qualche vecchio palazzo. Il Guatemala è una pentola che bolle, anche se la maggior parte dei vulcani che tappezzano il territorio da nord a sud è per il momento inattiva. Nel 1773, l’Agua, il Fuego e l’Acatenango si diedero da fare seriamente e demolirono praticamente tutta Antigua. L’hanno rimessa in piedi con grande attenzione. Perfino i cavi elettrici sono nascosti. Datevi un’occhiata intorno, nessun palo della luce o del telefono, tutto interrato, che neanche le nostre città più moderne. E poi caffè, ristoranti, locali che sembra di essere a Miami, case, giardini, un via vai di auto moderne. Ma se capiti nella Semana Santa ecco che ripiomba nella spettacolare sacralità guatemalteca, confusa tra un cristianesimo avventuroso e antichi riti maya. Le strade vengono decorate con tappeti di segatura colorata a comporre figure degne dei migliori artisti di strada. Migliaia di persone del circondario affrontano ore e ore di viaggio in piedi sui pick-up per perdersi nel rito collettivo delle processioni. Processioni esagerate, come sanno fare i latini, con andas procesionales, i fercoli, lunghi come un tir, trasportati a spalle da cento uomini. Così la Antigua regno incontrastato del turista, per una settimana mette in scena il più grande e autentico show popolare del Guatemala.

Restano da vedere le testimonianze di una civiltà raffinata, quella dei Maya, che aveva elaborato complessi sistemi matematici, astronomici e di scrittura. (continua)

 

 

Info: http://visitguatemala.com
Con idee di viaggio, indicazioni di itinerari (http://paseoguatemala.com/home), selezione di alberghi e operatori turistici.

 

Il film: La camioneta – The journey of one american school bus, 2013 (www.lacamionetafilm.com)

 

IL GUATEMALA IN PILLOLE

Clima: la maggior parte del Paese ha giornate calde e notti miti per tutto l’anno, per via dell’altitudine (Città del Guatemala, Antigua e il lago Atitlán sono sopra i 1.500 metri). Oltre i 1.600 metri di quota, come a Chicicastenango (che sfiora i 2.000), il clima è più fresco e le notti fra dicembre e febbraio sono fredde. Invece nel basso dipartimento di Petén (dove si trova il sito maya di Tikal) l’umidità è alta per gran parte dell’anno, così come sul mare (quello dei Caraibi a est e il Pacifico a Ovest), dove però le brezze mitigano caldo l’afa. La stagione delle piogge va da maggio a ottobre (generalmente si tratta di brevi scrosci d’acqua nel tardo pomeriggio). I periodi più turistici sono quelli fra dicembre e marzo, luglio e agosto.

Documenti: basta il passaporto con almeno sei mesi di validità residua al momento dell’ingresso nel Paese.

Moneta: quetzal (1 GTQ = 0,12 euro). In Italia è difficile reperirli; conviene munirsi di dollari americani, più facili da cambiare in Guatemala.

Fuso orario con l’Italia: – 7 ore (- 8 ore quando in Italia c’è l’ora legale)

Elettricità: 110 volt

 

COME VOLARE IN GUATEMALA

Non esistono voli diretti dall’Italia. Alcune compagnie effettuano i collegamenti con un solo scalo, come Iberia (via Madrid, da Milano, Roma, Torino, Venezia e Bologna; www.iberia.com/it) e American Airlines (via Miami da Milano Malpensa; www.americanairlines.it), con prezzi compresi fra 900 e 1.000 euro (in luglio). La capitale guatemalteca può essere raggiunta anche con altri vettori, facendo 2 o più scali.

 

SPOSTARSI NEL PAESE

Tutti gli spostamenti e le escursioni possono essere tranquillamente organizzati da soli sul posto, rivolgendosi agli operatori turistici locali e alle compagnie di bus. In circolazione non ci sono solo le camionetas, ma anche mezzi di prima classe, come quelli della Fuente del Norte (http://grupofuentedelnorte.com).

 

TREKKING

Fra i diversi operatori che propongono escursioni a piedi di qualche ora o più giorni, e di diversa difficoltà, segnaliamo i Quetzal Trekkers (www.quetzaltrekkers.com), un’associazione no-profit di camminatori volontari che raccolgono fondi per i bambini di strada di Quetzltenango. Le loro proposte vanno dalla mezza giornata per il Santiaguito Mirador (300 GTQ=35 euro, con trasporti, colazione, pranzo e snack) ai tre giorni da Xela al lago Atitlan (750 GTQ=87 euro, con 2 pernottamenti e tutti i pasti), fino ai sei giorni da Nebaj a Todos Santos (1.300 GTQ=150 euro, con 5 pernottamenti, tutti i pasti, i trasporti e 2 temescals, la tradizionale sauna maya).

 

CITTÀ DEL GUATEMALA

www.muniguate.com

Zona 1: Plaza Mayor de la Constitución con Palacio Nacional (http://mcd.gob.gt/palacio-nacional-de-la-cultura) e Catedral metropolitana (http://catedralbicentenaria.org); Mercado central, Museo Fray Francisco Vázquez, Museo Nacional de Historia

Zona 2: Parque Minerva (con un modello in rilievo del Guatemala)

Zona 4: Museo Ixchel del Traje indígena (www.museoixchel.org), Museo Popol Vuh (www.popolvuh.ufm.edu)

Zona 7: parco archeologico maya Kaminaljuyú (la maggior parte delle sculture e delle ceramiche ritrovate è al Museo nacional de arqueología y etnología in zona 13, http://munae.gob.gt, e al Museo Miraflores in zona 11)

Per un elenco dei musei (con info): http://mcd.gob.gt/museos-de-guatemala

 

DALLE PIANTAGIONI DI CAFFÈ AL MARE

Oltre alle località citate nel servizio (l’itinerario Ciudad de Guatemala-Chichicastenango-Totonicapán- Santiago Atitlán e il lago-vulcano Pacaya-Antigua Guatemala-Ciudad de Guatemala è lungo 550 chilometri) e ai siti maya, su tutti quello di Tikal, ci sono diversi altri luoghi che meritano un viaggio. Eccone alcuni.

Il “triangolo” del popolo Ixil
Santa María Nebaj, San Gaspar Chajul e San Juan Cotzal, sui monti Cuchumatanes, nel nord del dipartimento di Quiché, un centinaio di chilometri a nord di Chichicastenango.

Todos Santos Cuchumatán
È uno dei villaggi dove la cultura maya si è meglio preservata, lingua Mam e calendario sacro (Tzolkin) di 260 giorni compresi (e pure qualche sacrificio animale): grande mercato del sabato e spettacolare festa nel giorno di Ognissanti, l’1 novembre, con corse di cavalli e musica marimba (niente foto senza chiedere il permesso).

Cobán e la regione del caffè
Tour delle piantagioni, per esempio quelli organizzati dalla cooperativa agricola Chicoj, composta da piccoli produttori di etnia Q’eqchi’ (www.coffeetourchicoj.com). A Cobán c’è la Finca Margarita (3a Calle 4-12, Zona 2).

Semuc Champey
Dichiarata monumento naturale, è un’area calcarea con piscine e grotte nella giungla. Faticosa da raggiungere e adrenalinico (oltre a camminare e a nuotare, si possono praticare caving, rope swing e tubing). Il centro abitato più vicino è Lanquín, dove si può dormire a El Retiro (http://elretirolanquin.com), in bungalow con bagni in comune (150 GTQ-17,50 euro a notte per due persone), in doppie con o senza bagno privato (rispettivamente 200 e 150 GTQ a notte per due, cioè 23-17 euro circa), in suite con bagno privato (250 GTQ-29 euro a notte per due senza aria condizionata, 350 GTQ-40,80 euro con aria condizionata), in dormitori da 10 (50 GTQ a notte per persona, meno di 6 euro) o anche in tenda (30 GTQ per persona a notte, 3,50 euro). Vicinissimo al parco c’è l’eco hostal El Portal de Champey (www.elportaldechampey.com), con dormitorio e camere doppie, triple e quadruple con o senza bagno privato (prezzi da 6 euro in dormitorio a 35 per una quadrupla con bagno privato). Un pochino più lontano l’Utopía, che propone anche corsi di spagnolo (www.utopiaecohotel.com), dove la sistemazione più cara (bungalow vista fiume con bagno privato e acqua calda) costa 400-425 GTQ a notte (46-49 euro). Tutti hanno un ristorante e organizzano tour e attività nel parco.

Río Dulce
46 chilometri fra il lago Izabal e Lívingston (paese di pescatori garifuna sul mar dei Caraibi, www.livingston.com.gt), che si può solcare, in un verso o nell’altro, a bordo di una lancia (anche collettiva, alcune hanno orari fissi, altre partono quando sono piene). Si può dormire in uno degli alloggi sulle sponde del lago, raggiungibili con le lance pubbliche, a richiesta. Segnaliamo il Backpackers Hotel (www.hotelbackpackers.com), “braccio economico” dell’orfanotrofio Casa Guatemala, dove si può anche fare una vacanza di volontariato, di breve o lunga durata (www.casa-guatemala.org), e l’Hotelito Perdido, in mezzo alla foresta fluviale sul piccolo Río Lampara, collegato con il Dulce (www.hotelitoperdido.com). A Lívingston si può mangiare bene da Buga Mama (www.bugamama.org), sostenendo anche l’associazione indigena Ak’ Tenamit (www.aktenamit.org)

 

QUANDO ESSERE A…

Cobán
Festival folclórico Rabin Ajaw, fine luglio
Nell’occasione viene eletta la Rabín Ajaw, la “figlia del Re”, massima rappresentante della donna indigena guatemalteca. Anche per lei si terrà il Paabanc, una festa tradizionale per i maya Q’eqchi’ di Alta Verapaz.

Santiago Sacatepéquez
Festival de barriletes gigantes, 1 novembre
A Ognissanti si può andare a Todos Santos Cuchumatán oppure venire qui, una trentina di chilometri a ovest di Città del Guatemala, dove si fanno volare spettacolari, coloratissimi aquiloni giganti (www.barriletesgigantes.org). Il giorno dopo si fa visita alle (neanche a dirlo) coloratissime tombe dei morti.

Antigua
Quema del Diablo, 7 dicembre
Festività magico-religiosa: alle 18 una scultura raffigurante il diavolo viene bruciata. Dopo è importante lavare le case con una scopa di paglia e bagnarle con acqua benedetta, per assicurarsi che il demonio sia cacciato all’inferno. Deve arrivare il giorno della Madonna…

Chichicastenango
Fiesta de Santo Tomás, 13-21 dicembre
Il paese festeggia il suo patrono con una settimana di parate, danze e fuochi d’artificio; il 21, giorno dell’apostolo Tommaso, davanti alla chiesa intitolata al santo si montano pali alti 30 metri e comincia il rito de los voladores, appesi a testa in giù.

Santiago Atitlán
Semana Santa, Pasqua
Si è detto delle celebrazioni ad Antigua (www.semanasanta.gt), dove conviene prenotare con molto anticipo se si vuole assistere all’evento. A Santiago, dove la festa è altrettanto sentita, ha un ruolo di grande rilievo Maximón, un san Simón mischiato con Max (tabacco in lingua maya). Il simulacro di legno del santo/diavolo fumatore di sigaro, non riconosciuto dalla Chiesa, ha il suo tempio nella cittadina sul lago: la casa in cui viene custodito e venerato giorno e notte cambia di anno in anno. Nessuno avrà difficoltà a indicare il luogo giusto e, con una giusta offerta, sarà possibile fargli visita (www.santiagoatitlan.com/Religion/Maximon/maximon.html).

 

DALL’ITALIA

Chi preferisce affidarsi a un tour operator italiano per un viaggio organizzato di gruppo o individuale, con o senza guida, solo Guatemala o in combinazione con altri Paesi (Honduras, Belize e/o Messico) ha a disposizione un’ampia scelta. Fra gli altri:

Earth Viaggi, www.earthviaggi.it/viaggi/guatemala

Kel 12, www.kel12.com/risultati.aspx?o=i&n=41

Konrad Travel, www.konradtravel.com/centro-america/guatemala/1

Oltremare Viaggi, www.oltremareviaggi.com/?page_id=108

Press Tours, www.presstours.it/vacanze/messico-e-centro-america/guatemala

Tucano Viaggi, www.tucanoviaggi.com/index.php?option=com_zoo&task=item&item_id=553

Vuela con noi, www.vuela.it/Tour/TOUR_GUATEMALA-538.htm

Vivitravels (portare internazionale per viaggi su misura che mette in contatto viaggiatori e operatori locali), vivitravels.com/it/guatemala/esperienze-viaggio

 

 

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