Un esercito di 90mila persone per la sicurezza di Euro 2016. Scudi anti-droni sugli stadi, agenti anti-terrorismo per le squadre, una cellula di analisi dei rischi attiva 24 ore su 24 per tutta la durata del torneo: la Francia si prepara con uno spiegamento di forze massiccio ad ospitare quello che può essere considerato a tutti gli effetti il terzo evento sportivo più importante al mondo, dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio. Parigi e le altre otto città (Lille, Lens, Lione, Saint-Etienne, Bordeaux, Tolosa, Marsiglia e Nizza) accoglieranno dal 10 giugno al 10 luglio 24 nazionali, almeno 2,5 milioni di spettatori nei dieci stadi selezionati, decine di milioni di tifosi nelle fan-zone. Ma dopo gli attentati del 13 novembre scorso non potrà essere solo una grande festa di pallone: il dispositivo di sicurezza predisposto dal Ministero dell’Interno transalpino di fatto militarizzerà il Paese per un mese. Preparandosi al peggio ma sperando di pervenirlo.
L’ESERCITO DEI 90MILA – A 15 giorni dalla partita inaugurale del torneo (Francia-Romania il 10 giugno allo Stade de France di Saint-Denis), il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve ha presentato ufficialmente il dispositivo di sicurezza di Euro 2016. “Il nostro obiettivo è essere pronti a tutte le evenienze: dall’attacco chimico alla presa di ostaggi, passando dal movimento di folla determinato dal panico”, ha spiegato. Prospettive apocalittiche: la speranza, ovviamente, è che tutto fili per il verso giusto. La Francia, però, non può farsi trovare impreparata. Così dal prossimo 10 luglio è previsto uno spiegamento di forze che non ha precedenti nella storia degli Europei: in totale saranno circa 90mila gli agenti di ogni genere impiegati. Circa 42mila poliziotti, di cui 5mila schierati alle frontiere (dove torneranno i controlli, con la sospensione provvisoria di Schengen); poi 30mila gendarmi, 5.200 uomini della protezione civile (2.500 pompieri), 10mila militari. A cui vanno aggiunti 13mila agenti privati. Praticamente un esercito.
DUE AGENTI ANTI-TERRORISMO PER SQUADRA – Una delle novità illustrate dal ministro Cazeneuve è la presenza di almeno due agenti speciali del Raid (l’unità anti-terrorismo della Polizia francese) per ogni nazionale impegnata nel torneo. A loro si aggiungerà un ufficiale di coordinamento della sicurezza: a lui spetterà il compito di vigilare sul soggiorno nei ritiri, organizzare le trasferte verso e di ritorno dagli stadi. Il responsabile delle nazionali per tutta la durata della loro permanenza in Francia. E queste sono solo le misure minime: per le squadre ritenute “più a rischio” verrà adottato un dispositivo ad hoc di livello superiore. Per il momento il capo del comitato di Euro 2016, Jacques Lambert, si è rifiutato di specificare quali possano essere. Ma tra loro non dovrebbe figurare l’Italia, a quanto appreso dall’agenzia Ansa da fonti ministeriali.
POLIZIA PRONTA A INTERVENIRE NEGLI STADI – In generale, resterà valida la ripartizione di competenza che è sempre stata adottata nelle manifestazioni internazionali: l’ordine all’interno degli impianti e durante le partite sarà della compagnia Euro Sas (e quindi della Uefa, proprietaria della joint-venture insieme alla Federazione francese); la sicurezza nazionale spetterà alle forze dell’ordine e alla polizia, mentre la responsabilità delle fans-zone sarà degli enti locali e delle città ospitanti. Vista l’eccezionalità della situazione, il Ministero però non esclude degli “sconfinamenti” di campo: ad esempio, in casi particolari, poliziotti e gendarmi potranno entrare negli stadi per delle “missioni di securizzazione”. Anche perché l’ultimo test in vista dell’Europeo, la finale di Coppa di Francia tra Psg e Marsiglia di sabato scorso, non è andato come avrebbe dovuto, evidenziando grandi limiti nella gestione degli accessi e nella perquisizione dei tifosi. Le fan-zone – per la grande folla di persone attese e la difficoltà di controllo – restano poi gli spazi più a rischio: presidiate dagli agenti locali, saranno sorvegliate all’esterno anche dalle forze dell’ordine.
CELLULA DI ANALISI E SCUDI ANTI-DRONI – Complessivamente sono state effettuate oltre 30 esercitazioni sul territorio nazionale. Impossibile, però, prevedere tutto: per questo per tutta la durata del torneo sarà attiva 7 giorni su 7, 24 ore su 24, una cellula di esperti specializzati nell’analisi del rischio, per fornire in tempo reale al Ministero e alle istituzioni informazioni sullo stato delle minacce nei luoghi delle partite e in tutte le città ospitanti. A questo si aggiungeranno controlli stretti agli aeroporti, alle stazioni e alle frontiere. Per terra (con l'”Operation sentinelle“), mare (previsto l’apporto della marina) e cielo (con l’impiego di elicotteri e di uno scudo anti-droni su tutti gli stadi). “Funzionerà?”, è la domanda che si poneva oggi il quotidiano L’Equipe.Il ministero e tutta la Francia sperano di sì.
Twitter: @lVendemiale
Europei di Calcio Francia 2016
Europei 2016, misure di sicurezza anti terrorismo: la Francia si prepara con una task-force mai vista prima – (FOTO)
A quindici giorni dalla partita inaugurale del torneo (Francia-Romania il 10 giugno allo Stade de France di Saint-Denis), il ministro dell'Interno Bernard Cazeneuve ha presentato ufficialmente il piano d'intervento: una cellula d'analisi rischi sempre attiva, 90mila agenti impiegati, scudi anti-droni e polizia pronta a intervenire negli stadi. L'ultimo test per la finale di Coppa di Francia ha evidenziato gravi limiti di gestione degli accessi e perquisizione dei tifosi
Un esercito di 90mila persone per la sicurezza di Euro 2016. Scudi anti-droni sugli stadi, agenti anti-terrorismo per le squadre, una cellula di analisi dei rischi attiva 24 ore su 24 per tutta la durata del torneo: la Francia si prepara con uno spiegamento di forze massiccio ad ospitare quello che può essere considerato a tutti gli effetti il terzo evento sportivo più importante al mondo, dopo Olimpiadi e Mondiali di calcio. Parigi e le altre otto città (Lille, Lens, Lione, Saint-Etienne, Bordeaux, Tolosa, Marsiglia e Nizza) accoglieranno dal 10 giugno al 10 luglio 24 nazionali, almeno 2,5 milioni di spettatori nei dieci stadi selezionati, decine di milioni di tifosi nelle fan-zone. Ma dopo gli attentati del 13 novembre scorso non potrà essere solo una grande festa di pallone: il dispositivo di sicurezza predisposto dal Ministero dell’Interno transalpino di fatto militarizzerà il Paese per un mese. Preparandosi al peggio ma sperando di pervenirlo.
L’ESERCITO DEI 90MILA – A 15 giorni dalla partita inaugurale del torneo (Francia-Romania il 10 giugno allo Stade de France di Saint-Denis), il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve ha presentato ufficialmente il dispositivo di sicurezza di Euro 2016. “Il nostro obiettivo è essere pronti a tutte le evenienze: dall’attacco chimico alla presa di ostaggi, passando dal movimento di folla determinato dal panico”, ha spiegato. Prospettive apocalittiche: la speranza, ovviamente, è che tutto fili per il verso giusto. La Francia, però, non può farsi trovare impreparata. Così dal prossimo 10 luglio è previsto uno spiegamento di forze che non ha precedenti nella storia degli Europei: in totale saranno circa 90mila gli agenti di ogni genere impiegati. Circa 42mila poliziotti, di cui 5mila schierati alle frontiere (dove torneranno i controlli, con la sospensione provvisoria di Schengen); poi 30mila gendarmi, 5.200 uomini della protezione civile (2.500 pompieri), 10mila militari. A cui vanno aggiunti 13mila agenti privati. Praticamente un esercito.
DUE AGENTI ANTI-TERRORISMO PER SQUADRA – Una delle novità illustrate dal ministro Cazeneuve è la presenza di almeno due agenti speciali del Raid (l’unità anti-terrorismo della Polizia francese) per ogni nazionale impegnata nel torneo. A loro si aggiungerà un ufficiale di coordinamento della sicurezza: a lui spetterà il compito di vigilare sul soggiorno nei ritiri, organizzare le trasferte verso e di ritorno dagli stadi. Il responsabile delle nazionali per tutta la durata della loro permanenza in Francia. E queste sono solo le misure minime: per le squadre ritenute “più a rischio” verrà adottato un dispositivo ad hoc di livello superiore. Per il momento il capo del comitato di Euro 2016, Jacques Lambert, si è rifiutato di specificare quali possano essere. Ma tra loro non dovrebbe figurare l’Italia, a quanto appreso dall’agenzia Ansa da fonti ministeriali.
POLIZIA PRONTA A INTERVENIRE NEGLI STADI – In generale, resterà valida la ripartizione di competenza che è sempre stata adottata nelle manifestazioni internazionali: l’ordine all’interno degli impianti e durante le partite sarà della compagnia Euro Sas (e quindi della Uefa, proprietaria della joint-venture insieme alla Federazione francese); la sicurezza nazionale spetterà alle forze dell’ordine e alla polizia, mentre la responsabilità delle fans-zone sarà degli enti locali e delle città ospitanti. Vista l’eccezionalità della situazione, il Ministero però non esclude degli “sconfinamenti” di campo: ad esempio, in casi particolari, poliziotti e gendarmi potranno entrare negli stadi per delle “missioni di securizzazione”. Anche perché l’ultimo test in vista dell’Europeo, la finale di Coppa di Francia tra Psg e Marsiglia di sabato scorso, non è andato come avrebbe dovuto, evidenziando grandi limiti nella gestione degli accessi e nella perquisizione dei tifosi. Le fan-zone – per la grande folla di persone attese e la difficoltà di controllo – restano poi gli spazi più a rischio: presidiate dagli agenti locali, saranno sorvegliate all’esterno anche dalle forze dell’ordine.
CELLULA DI ANALISI E SCUDI ANTI-DRONI – Complessivamente sono state effettuate oltre 30 esercitazioni sul territorio nazionale. Impossibile, però, prevedere tutto: per questo per tutta la durata del torneo sarà attiva 7 giorni su 7, 24 ore su 24, una cellula di esperti specializzati nell’analisi del rischio, per fornire in tempo reale al Ministero e alle istituzioni informazioni sullo stato delle minacce nei luoghi delle partite e in tutte le città ospitanti. A questo si aggiungeranno controlli stretti agli aeroporti, alle stazioni e alle frontiere. Per terra (con l'”Operation sentinelle“), mare (previsto l’apporto della marina) e cielo (con l’impiego di elicotteri e di uno scudo anti-droni su tutti gli stadi). “Funzionerà?”, è la domanda che si poneva oggi il quotidiano L’Equipe.Il ministero e tutta la Francia sperano di sì.
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Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Le scelte nello stile di vita possono avere un impatto significativo anche nella gestione della fibrillazione atriale, un disturbo del ritmo cardiaco che rischia di sviluppare 1 over 40 su 4 e che rappresenta una delle principali cause di ictus che colpisce milioni di donne e uomini in tutta Europa. Alcuni alimenti come alcol, caffeina o cibi piccanti possono scatenare un episodio di questa condizione cronica che spesso può passare inosservata: molti non ne sono consapevoli e non ricevono una diagnosi. Per aiutare le persone a comprendere meglio il legame tra alimentazione e fibrillazione atriale - riporta una nota - Daiichi Sankyo Europe ha ospitato a Milano oggi 'Beats and Bites', che gioca sul suono dei termini inglesi 'battiti e morsi'. All'evento, esperti di malattie cardiovascolari insieme alla European Nutrition for Health Alliance e Alice (Associazione per la lotta all'ictus cerebrale) Lombardia hanno affrontato le preoccupazioni comuni ed evidenziato le strategie di riduzione del rischio con la partecipazione dello chef italiano Ruben Bondì, che ha creato un menù di ricette semplici, gustose e salutari per il cuore.
"Gli operatori sanitari oggi devono fornire ai pazienti le giuste informazioni per comprendere il loro rischio di fibrillazione atriale e adottare misure proattive di prevenzione - spiega Daniele Andreini, direttore della Divisione di Cardiologia universitaria e Imaging cardiaco dell'Irccs ospedale Galeazzi Sant'Ambrogio di Milano - I cambiamenti nello stile di vita, come il movimento regolare e l'alimentazione equilibrata, svolgono un ruolo cruciale nel migliorare la salute del cuore". Tra le strategie alimentari da adottare, gli esperti consigliano: consumare 2 porzioni di pesce ricco di omega-3 alla settimana per gli adulti e ridurre il sale a meno di 5 g al giorno; fare attenzione alle dimensioni delle porzioni e gestire i livelli di stress e di sonno, che potrebbero portare all'obesità e complicare i problemi cardiovascolari se non gestiti correttamente. Infine, fare circa 2 ore di esercizio fisico di intensità moderata alla settimana - passeggiare, fare le scale o ballare - oltre ad un allenamento di resistenza, 2 giorni alla settimana.
"Eventi come 'Beats and Bites' forniscono un utile supporto, offrendo consigli pratici e mostrando l'impatto che semplici cambiamenti nella dieta e nel movimento possono avere nel ridurre il rischio di fibrillazione atriale - rimarca Giacomo Falzi, vicepresidente Alice Lombardia - E' incoraggiante vedere al centro dell'attenzione il benessere dei pazienti, con esperti e sostenitori che si uniscono per dare a individui e famiglie la possibilità di assumere il controllo della propria salute cardiovascolare".
Le lacune nella conoscenza e nella gestione della fibrillazione atriale lasciano molti pazienti senza le informazioni e il supporto di cui hanno bisogno. "Daiichi Sankyo Europa aspira ad arricchire la qualità della vita delle persone in tutto il mondo - afferma Ilaria Leggeri, direttore del Patient Engagement della farmaceutica - Per questo è necessario andare oltre la malattia, guardare alle persone che convivono con la patologia, alla loro qualità della vita, alle loro scelte di vita e ai risultati che contano per loro". L'evento 'Beats and Bites' fa parte della più ampia iniziativa dell'azienda 'Il tuo cuore, nelle tue mani: fibrillazione atriale', dedicata all'educazione e alla responsabilizzazione delle persone, affinché diano priorità alla loro salute cardiovascolare.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - In occasione della Giornata dell'Unità nazionale e del Tricolore, che ricorre lunedì prossimo, 17 marzo, sulla facciata di Montecitorio verrà proiettata la bandiera nazionale, dalla mezzanotte e nelle successive ore serali e notturne.
Roma, 14 mar. (Adnkronos) - "Per il loro concreto e costante sostegno nel percorso di avvicinamento delle comunità di Gorizia e Nova Gorica soprattutto nel contesto di Go 2025", il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e quello emerito della Slovenia, Borut Pahor, verranno insigniti domani, con una cerimonia in programma alle 11.30 al Teatro comunale Giuseppe Verdi, del Premio 'Santi Ilario e Taziano-Città di Gorizia'. Un nuovo riconoscimento per i due statisti ai quali nell'aprile scorso fu attribuita la laurea honoris causa in Giurisprudenza dall'Università di Trieste, a conferma di un impegno comune per rimarginare le ferite della storia e mantenere vivi un'amicizia e un legame tra due i popoli, saldando un rapporto anche sul piano personale.
Numerose le occasioni di incontro e i gesti simbolici. A partire dal 26 ottobre 2016, quando i due presidenti parteciparono alla cerimonia sul tema "L'Europa luogo di superamento dei conflitti", nel centenario dell'unione di Gorizia all'Italia. Fu quella l'occasione per la deposizione di due corone d'alloro sul monumento dedicato ai soldati sloveni caduti sul fronte dell'Isonzo 1915-1917 a Doberdò del Lago, mentre in precedenza il Capo dello Stato italiano, al Parco della Rimembranza di Gorizia, aveva reso omaggio al monumento ai caduti della Prima guerra mondiale e al lapidario che ricorda i deportati goriziani.
Ma fu soprattutto il bilaterale a Trieste il 13 luglio 2020 particolarmente denso di significati. Mattarella e Pahor resero omaggio, mano nella mano, alla Foiba di Basovizza e al Monumento ai caduti sloveni antifascisti Ferdo Bidovec, Fran Marusic, Zvonimir Milos e Alojzij Valencic, condannati a morte nel 1930. Quindi i due presidenti conferirono a Boris Pahor, scrittore sloveno naturalizzato italiano, rispettivamente l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al merito della Repubblica italiana e l’Ordine per Meriti eccezionali. Fu quindi firmato il protocollo di restituzione del Narodni Dom, l'edificio che ospitava le associazioni culturali slovene distrutto dalla violenza nazionalista dello squadrismo fascista nel 1920.
"La storia –disse Mattarella in quella occasione- non si cancella e le esperienze dolorose, sofferte dalle popolazioni di queste terre, non si dimenticano. Proprio per questa ragione il tempo presente e l’avvenire chiamano al senso di responsabilità, a compiere una scelta tra fare di quelle sofferenze patite, da una parte e dall’altra, l’unico oggetto dei nostri pensieri, coltivando risentimento e rancore, oppure, al contrario, farne patrimonio comune, nel ricordo e nel rispetto, sviluppando collaborazione, amicizia, condivisione del futuro".
"Al di qua e al di là della frontiera -il cui significato di separazione è ormai, per fortuna, superato per effetto della comune scelta di integrazione nell’Unione europea -sloveni e italiani sono decisamente per la seconda strada, rivolta al futuro, in nome dei valori oggi comuni: libertà, democrazia, pace. Oggi, qui a Trieste -con la presenza dell’amico presidente Borut Pahor- segniamo una tappa importante nel dialogo tra le culture che contrassegnano queste aree di confine e che rendono queste aree di confine preziose per la vita dell’Europa". Concetti ribaditi nell’incontro del 21 ottobre 2021, per celebrare la designazione congiunta di Gorizia e Nova Gorica 'Capitale europea della Cultura 2025 con il progetto 'Go! Borderless'. “Un meraviglioso esempio della costruzione di un futuro comune nell’Unione europea".
L'avvicendamento alla guida della Slovenia, con l'elezione della presidente Nataša Pirc Musar, ha visto proseguire le iniziative di collaborazione e dialogo tra i vertici istituzionali dei due Paesi. Mattarella nell'aprile dello scorso anno partecipò alle celebrazioni per il ventennale dell'adesione della Slovenia all'Ue e con l'omologa Pirc Musar ha inaugurato a febbraio di quest'anno Go 2025, Prima Capitale europea della cultura transfrontaliera.
Roma, 14 mar. (Adnkronos Salute) - Il lupus eritematoso sistemico (Les) è una malattia autoimmune che può colpire vari organi e apparati del nostro organismo. Da qui la difficoltà nella diagnosi e nel trattamento. "Negli ultimi 10 anni, per la malattia, è cambiato il paradigma terapeutico" ed è possibile "raggiungere la remissione, spegnere una delle sue complicanze, quale la nefrite lupica, e ridurre al minimo", fino "anche a sospendere, il cortisone". Protagonisti di questa rivoluzione sono, "in particolare, i Jak inibitori, famiglia di nuovi farmaci già disponibili in Italia da dicembre 2017 per l'artrite reumatoide". Così Fabrizio Conti, professore di Reumatologia Università Sapienza e direttore della Uoc di Reumatologia del Policlinico Umberto I di Roma, riassume all'Adnkronos Salute l'evoluzione nella gestione di questa patologia cronica che è caratterizzata da manifestazioni eritematose cutanee e mucose con sensibilità alla luce del sole, ma che può coinvolgere altri organi come rene, articolazioni e sistema nervoso centrale.
"Il Les si presenta in modo variabile da persona a persona", sottolinea Rosa Pelissero, presidente Gruppo Les Odv, ma colpisce "soprattutto donne giovani in età fertile". Il rapporto di incidenza tra femmine e maschi è di 9 a 1. "Dopo la diagnosi ci si trova da un giorno all'altro malati di una malattia cronica. Si deve imparare a convivere con una nuova normalità. La ricerca è importante: 40-50 anni fa l'obiettivo era la sopravvivenza. C'era solo il cortisone ad alti dosaggi", come cura. "L'avvento di nuovi farmaci - chiarisce - apre alla possibilità di sospenderlo e quindi anche di ridurre gli effetti collaterali e i danni" del farmaco. "La gravidanza", allora, era "assolutamente" inimmaginabile. "Oggi invece, grazie ai progressi fatti, le donne affette da lupus sanno di poter affrontare un gravidanza. La nostra aspettativa è sempre di avere nuovi farmaci, il più efficaci possibili, con meno effetti collaterali e che possano essere somministrati su larga scala".
Il decorso della patologia, spesso, "è di tipo relapsing-remitting in cui, a fasi di attività di malattia, si alternano fasi di quiescenza - spiega Gian Domenico Sebastiani, direttore Uoc di Reumatologia dell'Azienda ospedaliera San Camillo-Forlanini di Roma - I Jak inibitori, piccole molecole sintetizzate chimicamente, assunte per via orale, inibiscono l'attività di diverse citochine, che sono molecole pro infiammatorie. I Jak inibitori differiscono dai farmaci usati fino ad oggi perché - precisa - vanno a colpire meccanismi mirati della patologia", ma anche perché, essendo orali, hanno più "facilità di somministrazione", cosa importante per "l'aderenza" al trattamento. Inoltre, "per la rapidità di azione", se devono essere sospesi "smettono velocemente di agire".
Questa "nuova classe di immunomodulatori per via orale bloccano uno specifico enzima", janus chinasi, "che attiva diversi recettori cellulari - rimarca Gianluca Moroncini, professore di Medicina interna, direttore Dipartimento Scienze cliniche e molecolari, Università Politecnica delle Marche e direttore Clinica medica, Aou delle Marche - Pur riconoscendo un bersaglio molecolare specifico, in realtà, sono antinfiammatori modulatori ad ampio spettro. Il mio centro è impegnato in un trial clinico multicentrico per verificare se abbiano, nel Lupus eritematoso sistemico, un'efficacia pari a quella che hanno già dimostrato in altre malattie per le quali sono autorizzate, come l'artrite reumatoide o l'artrite psoriasica. Attendiamo con ansia l'esito delle sperimentazioni".
Roma, 14 mar (Adnkronos) - "Ho apprezzato molto la posizione di Elly Schlein quando ha detto no al piano di riarmo. Una buona premessa per impostare un progetto di alternativa a questo governo". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
"Se ci dobbiamo ritrovare con una alternativa che segue la Meloni e sottoscrive la politica estera disastrosa della Meloni è un disastro, che alternativa puoi presentare agli italiani se ti trovi a votare con la Meloni per l'escalation militare? Per non parlare di Gaza", ha spiegato il leader del M5s.
Roma, 14 mar (Adnkronos) - "Il problema è che il Pd ha dimostrato di essere un partito troppo plurale, lo dico con una battuta. Ci sono dei momenti di sintesi e quando il tuo leader prende una posizione così chiara, qualche chiarimento adesso andrebbe operato. Ma il problema non riguarda me ma un'altra forza politica". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
Roma, 14 mag (Adnkronos) - "Oggi scopriamo che ci sono i proprietari delle reti che vogliono dettare le condizioni, vogliono utilizzare gli algoritmi per condizionare il dibattito, usare gli algoritmi per condizionare le elezioni. Ci dobbiamo svegliare". Lo ha detto Giuseppe Conte alla Stampa estera.
"Il problema vero è che sono monopolisti, come Starlink per i satelliti a bassa quota. Che garanzia di sicurezza abbiamo che domani, come per l'Ucraina, Musk non si svegli e dica chiudo l'interruttore? L'Europa è l'unico contesto sovranazionale che cerca di dettare regole su questo fronte. E' un problema serio da affrontare", ha spiegato il leader del M5s.