È nata a Brunico, ma vive ad Anzio. La salsedine appiccicata alle finestre e il tennis nel sangue. Le montagne di casa sono lontane, frutto di una scelta fatta tempo fa. Perché gli sci, nonostante andasse forte, Karin Knapp li ha tolti a 15 anni. La prima gara l’aveva vinta da bambina, papà tifava per scarponi e racchette e la mamma invece spingeva per la racchetta. Meno rischi e meno infortuni, diceva. È andata diversamente, nonostante poco meno che adolescente la tennista altoatesina abbia chiuso con le discese iniziando a risalire il ranking WTA. La sua carriera assomiglia però a un tortuoso percorso di montagna, lungo il quale Karin è scivolata più volte prima di risalire in fretta e cascare di nuovo.
Perché gli infortuni che sua madre temeva potessero danneggiarla sugli sci, alla fine sono arrivati tra terra rossa e cemento. Tre volte il ginocchio, poi un problema ben più serio al cuore. Superato anche quello. A quasi 29 anni, la bionda bolzanina si sta riprendendo tutto con gli interessi a Parigi. Bravura e fortuna le hanno permesso di superare al primo turno Viktoria Azarenka, numero 5 al mondo. Una posizione che lei ha visto solo da lontano, anche quando nel 2015 ha migliorato il suo best ranking arrampicandosi fino alla 34 dopo la semifinale di Baku.
Davanti alle colleghe forti-forti come la bielorussa, Knapp si era sempre inchinata. Mai una vittoria in carriera contro una Top Ten. Poi lo scorso martedì, la svolta. Vika non sta bene, Karin ne approfitta. La martella, soffre nel secondo set, domina nel terzo fino al ritiro in lacrime della sua avversaria sul 4-0. Giovedì concede il bis in un match senza sbavature raggiungendo per la terza volta il terzo turno al Roland Garros. Era accaduto già nel 2007 e 2008. In uno Slam ha fatto meglio solo a Wimbeldon, dove nel 2013 approdò agli ottavi prima di arrendersi a Marion Bartoli. Sembrava una rinascita dopo quel fastidio al cuore che cinque anni prima ne aveva fermato l’ascesa. Per due stagioni ha dovuto rallentare la sua attività, crollando in classifica. È ripartita dai tornei del circuito ITF, montepremi piccoli e soddisfazioni minime.
Ora una nuova giovinezza. L’amore e il lavoro che si mescolano nella figura del suo fidanzato-coach Francesco Piccari. La segue dal box, la incita, non le fa ombra. Compagno anche nella vita in quella casetta di Anzio, litorale romano, dove Karin ha ritrovato la forza di lottare e scalare la classifica. Sabato affronta la Putintseva, n. 60 al mondo. Se riuscirà a superarla, come già accaduto lo scorso anno a Norimberga, Karin scollinerà la prima settimana del Roland Garros. La seconda è quella per i grandi, la più prestigiosa. Una cima che non ha mai raggiunto. Sarebbe l’unica italiana a godersi il panorama. La sua vetta più alta. Se le è rimasto qualcosa da altoatesina nel dna, a quel punto non soffrirà di vertigini contro Suarez Navarro o Cibulkova. Prima di tornare a passeggiare davanti al Tirreno, il buon ritiro preferito di Karin la montanara.
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Roland Garros 2016, Karin Knapp è l’unica italiana ancora in corsa. E la tennista altoatesina sogna il record personale
Tre volte infortunata al ginocchio, poi un problema ben più serio al cuore. Superato anche quello. A quasi 29 anni, la bionda bolzanina si sta riprendendo tutto con gli interessi a Parigi. Per lei amore e lavoro si mescolano nella figura del suo fidanzato-coach Piccari. Sabato affronta la Putintseva, n. 60 nel mondo
È nata a Brunico, ma vive ad Anzio. La salsedine appiccicata alle finestre e il tennis nel sangue. Le montagne di casa sono lontane, frutto di una scelta fatta tempo fa. Perché gli sci, nonostante andasse forte, Karin Knapp li ha tolti a 15 anni. La prima gara l’aveva vinta da bambina, papà tifava per scarponi e racchette e la mamma invece spingeva per la racchetta. Meno rischi e meno infortuni, diceva. È andata diversamente, nonostante poco meno che adolescente la tennista altoatesina abbia chiuso con le discese iniziando a risalire il ranking WTA. La sua carriera assomiglia però a un tortuoso percorso di montagna, lungo il quale Karin è scivolata più volte prima di risalire in fretta e cascare di nuovo.
Perché gli infortuni che sua madre temeva potessero danneggiarla sugli sci, alla fine sono arrivati tra terra rossa e cemento. Tre volte il ginocchio, poi un problema ben più serio al cuore. Superato anche quello. A quasi 29 anni, la bionda bolzanina si sta riprendendo tutto con gli interessi a Parigi. Bravura e fortuna le hanno permesso di superare al primo turno Viktoria Azarenka, numero 5 al mondo. Una posizione che lei ha visto solo da lontano, anche quando nel 2015 ha migliorato il suo best ranking arrampicandosi fino alla 34 dopo la semifinale di Baku.
Davanti alle colleghe forti-forti come la bielorussa, Knapp si era sempre inchinata. Mai una vittoria in carriera contro una Top Ten. Poi lo scorso martedì, la svolta. Vika non sta bene, Karin ne approfitta. La martella, soffre nel secondo set, domina nel terzo fino al ritiro in lacrime della sua avversaria sul 4-0. Giovedì concede il bis in un match senza sbavature raggiungendo per la terza volta il terzo turno al Roland Garros. Era accaduto già nel 2007 e 2008. In uno Slam ha fatto meglio solo a Wimbeldon, dove nel 2013 approdò agli ottavi prima di arrendersi a Marion Bartoli. Sembrava una rinascita dopo quel fastidio al cuore che cinque anni prima ne aveva fermato l’ascesa. Per due stagioni ha dovuto rallentare la sua attività, crollando in classifica. È ripartita dai tornei del circuito ITF, montepremi piccoli e soddisfazioni minime.
Ora una nuova giovinezza. L’amore e il lavoro che si mescolano nella figura del suo fidanzato-coach Francesco Piccari. La segue dal box, la incita, non le fa ombra. Compagno anche nella vita in quella casetta di Anzio, litorale romano, dove Karin ha ritrovato la forza di lottare e scalare la classifica. Sabato affronta la Putintseva, n. 60 al mondo. Se riuscirà a superarla, come già accaduto lo scorso anno a Norimberga, Karin scollinerà la prima settimana del Roland Garros. La seconda è quella per i grandi, la più prestigiosa. Una cima che non ha mai raggiunto. Sarebbe l’unica italiana a godersi il panorama. La sua vetta più alta. Se le è rimasto qualcosa da altoatesina nel dna, a quel punto non soffrirà di vertigini contro Suarez Navarro o Cibulkova. Prima di tornare a passeggiare davanti al Tirreno, il buon ritiro preferito di Karin la montanara.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.