Abdul Aziz, 35 anni, è trascinatore di risciò a Dacca, capitale del Bangladesh. Ha perso tutti i suoi averi per le inondazioni del fiume Meghna. Aziz aveva una bella casa e una grande quantità di terra arabile. L’erosione del fiume gli ha strappato tutto il terreno coltivabile ed è stato costretto a rifugiarsi in una baraccopoli senza servizi e scuole e l’intera sua famiglia non ha di che sostentarsi. Secondo gli scienziati il Bangladesh è uno dei paesi al mondo più vulnerabili ai cambiamenti climatici e all’aumento del livello del mare, che ha già costretto milioni di persone a lasciare villaggi semi sommersi.
Il ciclone Sidr, nel novembre 2007, ha innescato un’ondata di marea alta cinque metri nella fascia costiera e si è portato via 3.500 morti, provocando due milioni di sfollati. Nel maggio 2007, un altro devastante ciclone, Aila, ha colpito la costa uccidendo 193 persone e lasciando un milione di senzatetto. Quasi tutti i migranti non tornano più ai loro luoghi di origine. Da 50.000 a 200.000 persone, ogni anno, lasciano le loro terre là dove sfociano Gange, Brahmaputra e Meghna, con la previsione che, se il livello del mare aumentasse di un metro, come previsto entro il 2060, circa 20 milioni si sposteranno per sempre.
La questione è stata sollevata al vertice mondiale umanitario a Istanbul il 23-24 maggio. Oggi, a seguito delle previsioni realistiche di cambiamento climatico, sono valutati in 130 milioni le persone più vulnerabili in disperato bisogno di assistenza nel mondo, che si aggiungono ai 50 milioni già fuoriusciti fino ad oggi. Il Vertice di Istanbul è il frutto di un lungo processo di consultazione durato tre anni, che ha coinvolto oltre 23.000 soggetti interessati ed ha registrato la presenza di 9.000 partecipanti provenienti da 173 paesi. A dispetto di tutto ciò, i massimi leader dei sette paesi più industrializzati (G7), e dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sono stati tutti a casa: tra questi solo Angela Merkel, dimostrando maggior lungimiranza, è intervenuta. Il nostro premier Renzi si strizzava la cravatta altrove, in una delle sue incessanti conferenze stampa in giro per il mondo dove, a prescindere dall’argomento di partenza, finisce irrimediabilmente per incrociare i guantoni con la minoranza del Pd e tutti quelli che non capiscono che il futuro cambia… se si vota Sì al referendum!
Nonostante il silenzio dei nostri media (ne ha giusto parlato il Papa da piazza San Pietro) il vertice è riuscito a inviare un campanello d’allarme senza precedenti della sofferenza umana: purtroppo non ha raggiunto l’obiettivo di attrarre i fondi massicci necessari per alleviare il dramma umanitario, in quanto nessuno dei leader assenti ha battuto un colpo. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha espresso forte “delusione”, visto che “le risorse necessarie per salvare la vita di decine di milioni di esseri umani rappresentano solo l’1% della spesa militare mondiale totale. Il vertice ha portato alla ribalta dell’attenzione globale la portata delle modifiche richieste, se vogliamo affrontare la grandezza delle sfide davanti a noi. I partecipanti hanno reso enfaticamente chiaro che l’assistenza umanitaria da sola non può né affrontare adeguatamente né ridurre le esigenze di oltre 130 milioni di persone tra le più vulnerabili del mondo”.
Un nuovo e coerente approccio si basa sulle cause profonde, mantenendo le promesse della Cop 21 di Parigi già dimenticate, aumentando la diplomazia politica per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti, e compiendo ogni sforzo di costruzione della pace. L’azione umanitaria non può essere un sostituto dell’azione politica, dato che in realtà, la maggior parte dei flussi di rifugiati del mondo riguardano o “rifugiati climatici” – coloro che fuggono la morte causata da siccità senza precedenti, inondazioni e altri disastri in gran parte causati dai consumi energetici dei paesi più industrializzati – o sono risultati diretti di guerre in cui i paesi del G7 e gli stati permanenti del Consiglio di sicurezza, tranne la Cina, sono coinvolti.
Jan Egelend, che dirige il Norwegian Refugee Council ed è anche il Consigliere speciale di Staffan de Mistura, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, ha detto che la comunità internazionale ha bisogno di una “lista nera” di qualsiasi gruppo o qualsiasi governo che contribuisce all’allargarsi delle guerre fornendo armi, bombe, velivoli. Dopo aver firmato di corsa a New York l’accordo sul clima senza nemmeno un impegno quantitativamente verificato in un dibattito parlamentare, dopo aver partecipato “per motivi umanitari” ad ogni spedizione militare che si fosse delineata all’orizzonte ed aver registrato che nulla ha gettato discredito sull’Europa più del comportamento erratico dei governi nazionali e dell’Ue di fronte al massiccio flusso di immigrati disperati, non sarebbe il caso di uscire dalla retorica e dedicare ai rifugiati e alle ragioni profonde e tragiche delle morti in mare l’articolo 11 della Costituzione – quello sul diritto alla pace – proprio mentre il 2 Giugno si osserva lo sfilare degli eserciti ai Fori Imperiali?
Mario Agostinelli
Ecologista, politico e sindacalista
Ambiente & Veleni - 1 Giugno 2016
2 giugno: clima, guerre e migrazioni. Perché far sfilare gli eserciti?
Abdul Aziz, 35 anni, è trascinatore di risciò a Dacca, capitale del Bangladesh. Ha perso tutti i suoi averi per le inondazioni del fiume Meghna. Aziz aveva una bella casa e una grande quantità di terra arabile. L’erosione del fiume gli ha strappato tutto il terreno coltivabile ed è stato costretto a rifugiarsi in una baraccopoli senza servizi e scuole e l’intera sua famiglia non ha di che sostentarsi. Secondo gli scienziati il Bangladesh è uno dei paesi al mondo più vulnerabili ai cambiamenti climatici e all’aumento del livello del mare, che ha già costretto milioni di persone a lasciare villaggi semi sommersi.
Il ciclone Sidr, nel novembre 2007, ha innescato un’ondata di marea alta cinque metri nella fascia costiera e si è portato via 3.500 morti, provocando due milioni di sfollati. Nel maggio 2007, un altro devastante ciclone, Aila, ha colpito la costa uccidendo 193 persone e lasciando un milione di senzatetto. Quasi tutti i migranti non tornano più ai loro luoghi di origine. Da 50.000 a 200.000 persone, ogni anno, lasciano le loro terre là dove sfociano Gange, Brahmaputra e Meghna, con la previsione che, se il livello del mare aumentasse di un metro, come previsto entro il 2060, circa 20 milioni si sposteranno per sempre.
La questione è stata sollevata al vertice mondiale umanitario a Istanbul il 23-24 maggio. Oggi, a seguito delle previsioni realistiche di cambiamento climatico, sono valutati in 130 milioni le persone più vulnerabili in disperato bisogno di assistenza nel mondo, che si aggiungono ai 50 milioni già fuoriusciti fino ad oggi. Il Vertice di Istanbul è il frutto di un lungo processo di consultazione durato tre anni, che ha coinvolto oltre 23.000 soggetti interessati ed ha registrato la presenza di 9.000 partecipanti provenienti da 173 paesi. A dispetto di tutto ciò, i massimi leader dei sette paesi più industrializzati (G7), e dei cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sono stati tutti a casa: tra questi solo Angela Merkel, dimostrando maggior lungimiranza, è intervenuta. Il nostro premier Renzi si strizzava la cravatta altrove, in una delle sue incessanti conferenze stampa in giro per il mondo dove, a prescindere dall’argomento di partenza, finisce irrimediabilmente per incrociare i guantoni con la minoranza del Pd e tutti quelli che non capiscono che il futuro cambia… se si vota Sì al referendum!
Nonostante il silenzio dei nostri media (ne ha giusto parlato il Papa da piazza San Pietro) il vertice è riuscito a inviare un campanello d’allarme senza precedenti della sofferenza umana: purtroppo non ha raggiunto l’obiettivo di attrarre i fondi massicci necessari per alleviare il dramma umanitario, in quanto nessuno dei leader assenti ha battuto un colpo. Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ha espresso forte “delusione”, visto che “le risorse necessarie per salvare la vita di decine di milioni di esseri umani rappresentano solo l’1% della spesa militare mondiale totale. Il vertice ha portato alla ribalta dell’attenzione globale la portata delle modifiche richieste, se vogliamo affrontare la grandezza delle sfide davanti a noi. I partecipanti hanno reso enfaticamente chiaro che l’assistenza umanitaria da sola non può né affrontare adeguatamente né ridurre le esigenze di oltre 130 milioni di persone tra le più vulnerabili del mondo”.
Un nuovo e coerente approccio si basa sulle cause profonde, mantenendo le promesse della Cop 21 di Parigi già dimenticate, aumentando la diplomazia politica per la prevenzione e la risoluzione dei conflitti, e compiendo ogni sforzo di costruzione della pace. L’azione umanitaria non può essere un sostituto dell’azione politica, dato che in realtà, la maggior parte dei flussi di rifugiati del mondo riguardano o “rifugiati climatici” – coloro che fuggono la morte causata da siccità senza precedenti, inondazioni e altri disastri in gran parte causati dai consumi energetici dei paesi più industrializzati – o sono risultati diretti di guerre in cui i paesi del G7 e gli stati permanenti del Consiglio di sicurezza, tranne la Cina, sono coinvolti.
Jan Egelend, che dirige il Norwegian Refugee Council ed è anche il Consigliere speciale di Staffan de Mistura, l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Siria, ha detto che la comunità internazionale ha bisogno di una “lista nera” di qualsiasi gruppo o qualsiasi governo che contribuisce all’allargarsi delle guerre fornendo armi, bombe, velivoli. Dopo aver firmato di corsa a New York l’accordo sul clima senza nemmeno un impegno quantitativamente verificato in un dibattito parlamentare, dopo aver partecipato “per motivi umanitari” ad ogni spedizione militare che si fosse delineata all’orizzonte ed aver registrato che nulla ha gettato discredito sull’Europa più del comportamento erratico dei governi nazionali e dell’Ue di fronte al massiccio flusso di immigrati disperati, non sarebbe il caso di uscire dalla retorica e dedicare ai rifugiati e alle ragioni profonde e tragiche delle morti in mare l’articolo 11 della Costituzione – quello sul diritto alla pace – proprio mentre il 2 Giugno si osserva lo sfilare degli eserciti ai Fori Imperiali?
Articolo Precedente
Il gorilla, la faida carnivori/vegetariani e la morte a tavola
Articolo Successivo
Inchiesta petrolio in Basilicata, procura dà via libera al dissequestro del centro oli Eni di Viggiano
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Vasti incendi a Los Angeles: 30mila persone evacuate, oltre 200mila senza corrente. I vigili: “Non conteniamo le fiamme” – Le immagini
Giustizia & Impunità
Processo telematico, la “App” di Nordio è un disastro: in tutta Italia i Tribunali costretti a sospenderne l’uso. “Ridateci la carta”: la resa delle toghe in aula a Roma
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
“Chiudilo che cade”: le parole dei carabinieri, l’inseguimento e l’impatto. Poi il commento: “Bene”: i video sulla morte di Ramy Elgaml
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Sulla separazione delle carriere si rischia di fare il bis del premierato". Lo ha detto Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato, a Sky Tg 24.
"Ci siamo trovati un premierato che non era un premierato. Attenzione a non arrivare a un esito simile su un tema così delicato come la separazione delle carriere - ha spiegato -. Anche questa riforma ha una tara di fondo. E’ stata inserita in un pacchetto di maggioranza frutto di un patto leonino: Forza Italia ottiene la separazione delle carriere, la Lega l’autonomia differenziata, Fratelli d’Italia il premierato. Questo algoritmo funziona se tutte le sue componenti vanno avanti".
"Avendo già un problema sul tavolo con l’autonomia differenziata, che è stata scritta malissimo, il rischio è che si sia infilata la separazione delle carriere in un treno che potrebbe deragliare", ha concluso Borghi.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Aspetto gli amici del popolo delle Enews a Firenze, sabato prossimo, 11 gennaio. Ci sono tante cose da festeggiare insieme: i miei 50 anni sono solo la scusa per riunire un po’ di bella gente al Teatro Cartiere Carrara di Firenze (accanto al casello di Firenze Sud). Tra le altre cose potremo aprire una bottiglia anche al proscioglimento di Open, non trovo posto migliore di Firenze per farlo. Ma dovremo parlare soprattutto di futuro". Lo scrive Matteo Renzi nella enews.
"Abbiamo molte idee per questo 2025 che ci aspetta e proveremo a fare un’agenda puntuale. E lanceremo una visione per il futuro dell’Italia: chi ci governa tira a campare senza un sogno per le prossime generazioni. Noi ci proveremo. Inutile dire che non c’è festa se non si mangia: ci aspetta quindi un pranzo tradizionale toscano. Pappa col pomodoro, ragù di cinta senese, il brunelleschiano peposo all’imprunetana, gelato tipico fiorentino. E voi direte: chi paga? Svelerò il nome del nostro finanziatore in diretta sabato. Ma nel frattempo se avremo cibo e vino toscano, vogliamo cantare (anche) napoletano. Ho letto infatti che nella mia città c’è stata una polemica nella notte di Capodanno perché a un giovane beneventano è stato impedito di cantare in napoletano. Proveremo a recuperare saldando il debito di riconoscenza che abbiamo tutti verso la musica napoletana", sottolinea Renzi.
"Ah, inutile dire che compiere 50 anni un po’ mi fa effetto eh… ho iniziato a scrivere le enews che ne avevo 25. Il tempo passa per tutti. E naturalmente tanti sono i pensieri. Penso ai volti degli amici che continuano a camminare insieme per costruire un’Italia più giusta. Ma penso anche ai volti degli amici che non ci sono più perché in questi 25 anni ci hanno lasciato per sempre. Ai loro volti va il primo pensiero commosso e grato. Perché per chi crede alle relazioni umane la politica è comunque una questione di volti prima ancora che di voti".
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - “L’Europa e l’Italia devono andare avanti dal punto di vista tecnologico perché è vero che noi abbiamo inventato la radio con Guglielmo Marconi e dalla radio è iniziato un processo di modernizzazione tecnologica mondiale, ma il mondo va avanti. L’Europa si deve dare una strategia perché se siamo in ritardo, gli altri non si fermeranno. Dobbiamo capire la tecnologia. Il mio telefono è stato fatto in America, ma la società telefonica con la quale sono abbonato compra tecnologie cinesi, che si intromettono nelle comunicazioni e che Trump non voleva che crescessero in Occidente, quelle di Huawei e Zte". Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri, a Coffee Break su La7.
"La Vodafone, che ha il maggior numero di abbonati, è stata comprata da una società ‘extracomunitaria’, la Swisscom che sta in Svizzera quindi in hn Paese che non fa parte dell'Unione Europea. La rete di Tim è stata comprata da una società americana che si chiama Kkr da dove passano tante comunicazioni. Questo per dire che siamo in un mondo molto complicato e l’Europa è in ritardo, e gli altri non ci aspetteranno solo perché siamo quelli di Machiavelli e di Marconi”, conclude.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Incombe sul bilancio delle famiglie anche la Tassa Salvini. Quest’uomo un tempo incappucciava gli autovelox per non farli funzionare, ora fa cassa con le multe. E – cosa drammatica – attacca le associazioni che si occupano di sicurezza stradale da sempre minacciando di portarle in tribunale perché hanno osato contraddire i suoi dati, sbagliati o quantomeno parziali". Lo scrive Matteo Renzi nella enews.
"Se Salvini davvero denuncerà le associazioni che combattono le morti sulle strade noi siamo pronti a fare una raccolta fondi per le spese legali degli avvocati che difenderanno queste associazioni. Affermo che Matteo Salvini è ridicolo e imbarazzante. E sono pronto a un confronto pubblico con lui sulle questioni della sicurezza stradale. Sulla puntualità dei treni, no, mi sentirei in imbarazzo per lui: non sono un maramaldo".
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Siamo alla canna del Gas. Sta aumentando il prezzo in modo preoccupante. E meno male che dieci anni fa prendendoci gli insulti di mezza Puglia abbiamo mandato avanti il progetto Tap salvando l’Italia da una crisi senza precedenti. Il Governo parla di tutto tranne che delle bollette, domandatevi perché… Anno nuovo, bollette nuove, stipendi vecchi". Lo scrive Matteo Renzi nella enews.
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Bloomberg ha scritto che Giorgia Meloni ed Elon Musk stanno chiudendo un accordo per dare al miliardario americano 1.5 miliardi di dollari per un progetto di sicurezza e comunicazioni in Italia. Non entro nel merito. Voglio solo che sia chiaro che in Italia vige ancora la democrazia parlamentare". Lo scrive Matteo Renzi nella enews.
"Se il Governo vuol fare un’operazione del genere (Palazzo Chigi ha smentito di aver firmato, non ha smentito la trattativa) devono venire in Aula il Ministro della Difesa e il Ministro dello Sviluppo economico a spiegarci perché Musk sì ed altri no. E da dove prendono i soldi. Le sorelle Meloni sono abituate a decidere quello che vogliono nei vertici in famiglia premiando i vari amichetti. Ma l’amichettismo non può essere la regola in questo Paese. Se vogliono dare i soldi a Musk, che io considero un genio assoluto e che sono andato volutamente a incontrare da privato cittadino otto anni fa nel quartier generale di Tesla ma che non può disporre dei governi a suo piacimento, Giorgia ci metta la faccia e venga a dire perché in Aula. Sbaglio?".
Roma, 8 gen. (Adnkronos) - "Cecilia Sala deve essere riportata a casa. Subito. Il regime iraniano l’ha presa in ostaggio e in questi casi si fa lo scambio di prigionieri. Anche se è brutto da dirsi, lo scambio va fatto. Ogni giorno che Cecilia passa nel carcere di Evin a Teheran è una sconfitta per il nostro Paese. Qualcuno dovrà pur dirlo chiaramente: liberare una giornalista è un dovere per le Istituzioni di questo Paese, liberare Cecilia Sala è una necessità impellente". Così Matteo Renzi nella enews.