C’è chi si è visto trattenere la somma “indebitamente percepita” perché ha un reddito troppo basso a causa della perdita del lavoro. O addirittura chi l’ha dovuta restituire perché la sua azienda non l’ha pagato e quindi ha perso il diritto al bonus perché ha guadagnato troppo poco. Sono almeno 341mila gli italiani che hanno dovuto restituire il bonus da 80 euro non perché il loro reddito è cresciuto, ma perché è crollato. Come rivelato domenica da ilfattoquotidiano.it, nel 2015 si sono contati 1,4 milioni di contribuenti in questa situazione. Il beneficio, infatti, è riservato a chi ha avuto un reddito compreso tra gli 8mila e i 26mila euro lordi. Se nel corso dell’anno si va al di sopra o al di sotto di queste soglie, si perde il diritto agli 80 euro. E bisogna ridarli all’Agenzia delle Entrate, stavolta in un’unica soluzione. Ma secondo il presidente del Consiglio Matteo Renzi, è una falsità dire che il governo ha “dato 80 euro per poi farseli restituire indietro”. Semplicemente, ha detto, “chi ha guadagnato di più (oltre 26mila euro, ndr) deve restituire gli 80 euro perché se non sei dentro le soglie previste per legge quei soldi non ti spettano”. Dimenticandosi, però, che tra gli italiani costretti a ridare il bonus ci sono anche coloro che hanno guadagnato troppo poco. In particolare, hanno dovuto ridare la somma 341mila persone con un reddito sotto i 7.500 euro. Ecco le storie di quanti hanno scritto a ilfattoquotidiano.it.
Claudia: “L’azienda non mi pagava gli stipendi. E poi ho anche rimborsato il bonus” – In questo esercito di contribuenti beffati c’è Claudia di Pistoia, beffata prima dalla sua azienda e poi dal modulo 730. “Nella dichiarazione redditi 2015 mi hanno chiesto indietro ben 640 euro relativi al famoso bonus. Il mio reddito risultava di 5.618 euro perché la ditta dove lavoravo non mi ha pagato le ultime otto mensilità. Risultato: ho lavorato 12 mesi nel 2014, ne ho riscossi quattro ricavandone oltre al danno anche la beffa. Praticamente delle quattro mensilità ricevute su 12, una è andata a coprire la restituzione del bonus. Lavorare 12 mesi, riscuoterne tre: grazie Stato“.
Alessandro: “Sono disoccupato, cornuto me mazziato” – Paradossale anche la situazione di Alessandro, 60 anni, senza un lavoro. “Non so se ridere o piangere – racconta – Sono andato al Caf per fare la dichiarazione dei redditi e, alla fine, il saldo è stato a mio favore per 221 euro: 355 euro sono stati trattenuti perché indebitamente percepiti, riferendosi al bonus di 80 euro che non mi spetta perché ho dichiarato un reddito inferiore agli 8mila euro”. Conclusione: “Sembra quasi che far parte di quell’11,5 % di disoccupati sia una colpa perché in giro il lavoro abbonda. Mi sono sentito, come plasticamente dicono a Napoli, cornuto e mazziato“.
Diana: “Mi hanno tagliato due stipendi, non capivo perché” – Diana, invece, insegna in un istituto di Torino da circa sei mesi. “A gennaio ho ricevuto il mio primo stipendio normale, il mese successivo vedo che lo stipendio si è ridotto drasticamente – racconta la docente – Con ansia attendo lo stipendio successivo ossia quello di marzo e anche quello lo trovo ridotto, insomma in tutto su due mensilità trovo che mancano 400 euro“. La spiegazione? L’anno scorso ha lavorato come supplente, per periodi intermittenti, e le è stato riconosciuto il bonus anche se ha guadagnato meno di 8mila euro. Ora glielo stanno trattenendo dalla busta paga.
Aldo: “Sono invalido, mia moglie ha restituito 416 euro. E ne guadagna meno di 8mila” – “Ci siamo visti costretti a restituire il bonus ricevuto per un ammontare di 416 euro – spiega invece Aldo, invalido civile, con la moglie che lavora in un’impresa di pulizie e nel 2014 ha portato a casa meno di 8mila euro. – Ma questi ci sono o ci fanno? Però come sono bravi e capaci quando vanno in televisione“.
Antonella: “Mia figlia beffata. E’ immorale umiliare i giovani” – Anche tanti giovani sono stati vittime della beffa. Antonella racconta la storia di sua figlia: “Vedendo il suo 730 precompilato mi sono accorta che ha percepito nel 2015 euro 5.700 con un bonus pari a 652 euro che deve restituire entro il 16 giugno. Trovo immorale aver dato questi soldi a persone che cercano di affacciarsi nel mondo del lavoro, vengono pagati pochissimo, e si trovano di fronte a norme che li umiliano. Sarebbe opportuno modificare questa ingiusta norma o evitare di propagandarla come aiuto ai più deboli“.
Dino: “Mi sento come Fantozzi davanti a Robin Hood” – Dino, infine, ha perso il lavoro e si è trovato in mobilità, arrangiandosi con lavori saltuari. Al momento del 730 si aspetta un rimborso perché, dice, “devo scalare un bel po’ di spese, diverse centinaia di euro”. Ma poi scopre di avere un saldo di soli 15 euro. “Trasecolo – racconta il signore – Come 15 euro? Ho un mutuo e delle spese fisse che ogni anno, quando lavoravo, mi venivano rimborsate in soldoni e ora che sono in mobilità prendo solo 15 euro?”. Insomma, “mi sembra quella scena di Superfantozzi, dove Paolo Villaggio si dispera perché è povero. Viene Robin Hood e gli porta un sacchetto di soldi. E Fantozzi: ‘Pina, Pina, siamo ricchi!’. Immediatamente arriva Robin Hood che gli frega di nuovo i soldi: ‘Sono Robin Hood, rubo ai ricchi per dare ai poveri'”.
Stefano: “Ho superato il limite di 1 euro” – Ma a restituire il bonus non è stato solo chi è andato sotto la soglia minima. C’è anche chi ha superato i 26mila euro annui di reddito. Anche di pochissimo, come Stefano, insegnante di Verona. “Ho uno stipendio netto di 1.530 euro al mese – dice il professore – Devo restituire il bonus per avere superato i limiti del governo di un euro“.
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