“I messaggi non sono sufficienti”. Armando Spataro scrive al governo e chiede più forze per la procura di Torino, una richiesta simile a quella rivolta al ministro della Giustizia dal procuratore generale di Bari e da altri magistrati di punta. “Il presidente del Consiglio dei ministri ha dichiarato ‘Abbiamo fatto le assunzioni nella giustizia’ – ha detto ricordando l’intervento di Matteo Renzi a ‘Che tempo che fa’ -. Con tutto il rispetto, affermazioni così categoriche e sotto forma di messaggio forse non sono sufficienti”. Dal 1998 non viene indetto un concorso per l’assunzione del personale dei palazzi di giustizia e, con i pensionamenti avvenuti, si è arrivati a una situazione critica: “Sono migliaia i posti che mancano in Italia. Bisogna procedere urgentemente a un nuovo concorso”. Tuttavia il fronte dei procuratori italiani, unito negli intenti, procederà singolarmente: “Avevamo pensato di fare un documento collettivo, ma è meglio che ciascun ufficio illustri la sua situazione”.
Per questa ragione ieri Spataro ha inviato la sua lettera al ministro della giustizia Andrea Orlando e al Consiglio superiore della magistratura lamentando la carenza di personale amministrativo, impiegati e dirigenti che permettono ai procuratori (e anche agli avvocati) di gestire meglio una parte del loro lavoro. “Stiamo parlando del funzionamento della giustizia che chiama tutti in ballo, tutti i suoi protagonisti e soprattutto i cittadini che hanno diritto a una giurisdizione efficiente e autorevole”.
Alla procura di Torino l’età media del personale in servizio è di 55 anni e al momento, sulle 244 unità previste nell’organico, ne mancano 38 che nei prossimi mesi saliranno a 46: “Si arriverà a una vacanza al 23 per cento, più di un quinto”. Al lavoro, poi, ci sono 29 persone con contratti part-time e 32 che godono di permessi speciali per assistere familiari con handicap: “Calcolando gli orari è come se mancassero altre dieci persone a tempo pieno”. Oltre alle condizioni di stress dei dipendenti del ministero, il rischio è quello di limitare l’attività degli uffici, rallentando le indagini o limitando i servizi per gli avvocati: “Ora tocca al ministro. Mi rendo conto che non ha la bacchetta magica, ma le assunzioni vanno fatte se no chiudiamo gli uffici o riduciamo gli orari, e poi passerà il messaggio che i magistrati non lavorano”, dice accennando alla battuta di Renzi sui magistrati che devono fare i processi.
Inutili, se non dannose, alcune soluzioni adottate in passato. Nessun rinforzo è arrivato dai trasferimenti di personale dagli altri enti, come avvenuto coi dipendenti delle Province nei tribunali. “In questa procura neanche una persona è arrivata e così anche a Milano, quindi questa misura per noi non esiste”. E l’informatizzazione che dovrebbe agevolare il lavoro? “Non solo non ha risolto i problemi, ma spesso li ha aggravati”. Infine, nessun cambiamento sostanziale è possibile neanche riducendo le ferie, una delle soluzioni volute da Renzi.
Siccome “il funzionamento delle procure è una precondizione perché funzioni la giustizia”, Spataro ha coinvolto nella sua iniziativa anche i rappresentanti degli avvocati, come il presidente dell’ordine forense del Piemonte Mario Napoli e il presidente della Camera penale “Vittorio Chiusano” Roberto Trinchero, che ha sottolineato gli sforzi dei penalisti per sopperire alle difficoltà: “Anche noi contribuiamo all’efficienza facendo da soli le copie degli atti alla chiusura delle inchieste perché il personale amministrativo non ha tempo. E per quelle copie paghiamo i diritti”.
Alla lettera dà una prima risposta Giovanni Legnini, vicepresidente del Csm che “proporrà un atto deliberativo in forma di proposta al ministro per sollecitare misure urgenti su personale e organici”, ha detto Legnini, che vorrebbe “si approvasse oggi pomeriggio un orientamento preciso e netto” con la proposta di “un reclutamento straordinario della magistratura”.