Ignazio Marino detta le condizioni per votare Roberto Giachetti. “Se Giachetti si presenta con un foglio firmato da Renzi in cui dice che è stata un’azione gravissima deporre il sindaco con un atto notarile, lo voto. Altrimenti, mi dispiace, non posso votarlo” dice in un’intervista alla Stampa. L’ex sindaco di Roma del centrosinistra definisce invece la candidata a sindaco del Movimento Cinque Stelle Virginia Raggi “una persona determinata, non certo inconsapevole delle difficoltà; una donna intelligente, dai tratti caratteriali anche severi, e con una certa durezza”. Marino si toglie sassolini dalle scarpe dopo essere stato esautorato dallo stesso Partito democratico.
E svela che probabilmente i voti di quelli che chiama “suoi elettori” non sono andati al primo turno – come si prevedeva – al candidato di sinistra Stefano Fassina, ma direttamente alla Raggi. “Io al primo turno delle comunali presi 550mila voti, oggi tutta la coalizione ne prende 260mila. Al ballottaggio saranno ancora di più i miei elettori che voteranno per la Raggi. Perché a quelli del primo turno si aggiungeranno anche molti che non avevano votato”. L’ex sindaco racconta che a Ostia suoi “antichi elettori” gli hanno detto “votiamo la Raggi per dare uno choc al Pd”. “Il segretario dei giovani democratici di Ostia mi ha invitato domenica a un dibattito – continua – Io gli ho detto che vado ma di chiederlo a Orfini, gli ho chiesto se sapeva che il Pd dalla defenestrazione mi ha bandito da qualsiasi discussione nei circoli. La verità è che dalle periferie ci ha allontanato il commissario Orfini”.
Secondo Marino sul voto di Roma ha pesato anche la distanza di D’Alema: “Certo. C’erano quartieri di sinistra dove lui era di casa, dove noi prendevamo il 70 per cento e dove oggi il Pd perde disastrosamente”. Alla domanda se voterà Giachetti turandosi il naso, Marino replica: “Voterò sicuramente, ma non voterò turandomi il naso, non sono tipo. Voterò respirando a pieni polmoni. Vorrei due impegni: uno, la promessa scritta che chi vince non farà più debito, quindi la continuità con la mia gestione. Due, l’impegno a non fare più porcherie politiche come quella imposta a me”. La dichiarazione di voto, insomma, appare chiara.