Lo spettacolo della cerimonia inaugurale, la musica di David Guetta, il volo delle frecce tricolori sullo Stade de France. Tutto è grandeur nella partita d’esordio di Euro 2016. E anche la Francia fa la sua parte: vince all’esordio, supera 2-1 la Romania. Ma che fatica. Non basta l’aiutino dell’arbitro e una mezza papera del portiere Tatarusanu, che in coppia regalano il vantaggio a Giroud. Evra sbaglia e Stancu pareggia su rigore. Ci vuole un eurogol allo scadere di Payet per piegare la resistenza degli avversari, far esplodere lo Stade de France. E sfatare la maledizione che da cinque edizioni vedeva la nazione ospitante fermata al debutto.
Euro 2000, Belgio-Svezia 2-1: da allora solo pareggi (Polonia-Grecia 1-1 nel 2012) o addirittura sconfitte, anche abbastanza clamorose (Svizzera-Repubblica Ceca 0-1 nel 2008 e Portogallo-Grecia 1-2 nel 2004), per la nazionale del Paese organizzatore. Un vero e proprio tabù, a dimostrazione che giocare in casa non è sempre un vantaggio, specie all’inizio quando la pressione ti schiaccia invece di spingerti. Anche la Francia ci è andata molto vicino. Dopo appena tre minuti, Stancu quasi strozza in gola l’urlo della marsigliese agli 80mila di Saint Denis, costringendo Lloris al miracolo in mischia da angolo. Pericolo scampato, ma è molto più che una semplice occasione: il brivido immediato traumatizza i padroni di casa, che non riescono ad impattare il match come nei piani di Deschamps.
Il merito è anche del collega Iordanescu, che stravince la partita a scacchi fra ct: l’allenatore romeno con coraggio sceglie di pressare alto gli avversari, letali dalla metà campo in su, ma molto impacciati in fase di impostazione con i due centrali e senza un vero regista (Kanté ha altre caratteristiche). La mossa paga per il gran lavoro dei tre davanti: Popa, Stancu e Andone sono come tre zanzare, piccoli e fastidiosi. Specie per i lenti difensori transalpini. Anche i ritmi sono molto diversi: vertiginosi per tutti i 90 minuti quelli degli ospiti, per nulla intimoriti dal clima di celebrazione dell’esordio. La Romania non è venuta a fare da sparring partner. E forse il vero errore è di chi lo aveva pensato: questa è l’unica squadra uscita imbattuta dalla fase di qualificazione, in cui ha subito appena due reti. Al di là della sconfitta maturata nel finale, potrà dire la sua anche in Francia.
Il match è tutto un botta e risposta. Dopo Stancu, anche Griezmann alla prima azione di Sagna sulla destra colpisce il palo a botta sicura. E lo sfiora di nuovo alla mezz’ora, su assist quasi in fotocopia di Payet. Due grandi occasioni, per un grosso spavento. Comunque troppo poco per i padroni di casa. La ripresa si apre sullo stesso copione: meglio gli ospiti all’inizio, che confezionano la miglior occasione sull’asse Stanciu-Stancu, mezza rovesciata fuori di poco. La Francia risponde di nervi e di classe, con una serpentina di Payet e botta al volo di Pogba (unico acuto di una prestazione anonima), ben respinta da Tatarusanu. Il gol è nell’aria, anche se ci vuole un episodio per sbloccare il punteggio: in particolare un cross avvelenato del solito Payet, su cui il portiere della Fiorentina esce troppo molle, e viene anticipato da Giroud (che si aiuta col gomito). Per l’arbitro Kassai non è fallo e la Francia finalmente è in vantaggio. Il più sembra fatto, ma non lo è. Dopo pochi minuti Evra travolge in area Stanciu su una palla vagante e il direttore di gara è quasi costretto a fischiare il rigore: Stancu non sbaglia, tutto da rifare.
Deschamps si gioca anche le carte Coman e Martial, sostituendo un deludente Pogba. Ma i padroni di casa non hanno più energie fisiche e mentali, la gara si avvia verso il pareggio. Il risultato più giusto, che premierebbe l’intensità dei romeni. Invece al 90′ arriva il capolavoro di Dimitri Payet, l’eroe della notte di Saint-Denis col suo sinistro a giro sotto l’incrocio. Lui, arrivato tardi al grande calcio, piange di emozione. Lo Stade de France esplode di gioia. Un Paese intero è in festa: Euro 2016 è cominciato nel migliore dei modi. O forse no, per chi ha visto davvero tutta la partita.