“BreBeMi non è più strategica”. E gli azionisti se ne vanno. Il Comune di Brescia, la Provincia di Bergamo e la Città Metropolitana di Milano, nonostante le resistenze del gruppo, saranno presto fuori da Autostrade Lombarde, che ha il 78,9% della A35. Mentre Intesa Sanpaolo intende uscire entro il 2017. Così l’autostrada annunciata come la prima grande infrastruttura realizzata “senza un euro pubblico”, ma che in realtà lo scorso anno ha ricevuto 320 milioni di euro da Stato e Regione, dovrà cercare nuovi soci. Questo mentre sulla società pende la spada di Damocle della riduzione del capitale per perdite: il bilancio 2015 si è infatti chiuso con un rosso di 68,9 milioni, cosa che ha diminuito il capitale di oltre un terzo. Il passivo andrà ridotto a meno di un terzo entro questo esercizio, pena la riduzione del capitale per ripianare il buco.
Bergamo: “Dobbiamo vendere le partecipazioni non strategiche ma il bando è andato deserto” – “Da un punto di vista tecnico siamo obbligati a dismettere le partecipazioni che consideriamo non strategiche“, spiega il presidente della provincia di Bergamo Matteo Rossi. “Per noi aveva senso esserci nella fase di start-up ma ora l’opera deve sostenersi da sé”. E continua: “La Legge 147/2013 (la legge di Stabilità per il 2014, ndr) ci imponeva di mettere a bando le quote per l’alienazione. Noi, come altri enti, lo abbiamo fatto. Purtroppo il bando è andato deserto. Quindi abbiamo proceduto richiedendo alla società di farsene carico, come previsto dalla normativa”. Autostrade Lombarde, come si legge nella relazione allegata all’ultimo bilancio, ha negato la liquidazione in denaro delle partecipazioni e la questione è finita al centro di una vertenza: “Non vogliono liquidarci – spiega Rossi – ma noi non ci riteniamo più soci, non andiamo più alle assemblee. A ottobre ci saranno i primi pronunciamenti, ma la legge lascia poco spazio all’immaginazione”.
“Assurdo bloccare risorse utilizzabili per strade e scuole” – Le argomentazioni tecniche potrebbero bastare per arrivare ad una liquidazione delle quote, ma Rossi ne aggiunge una politica: “Mi sembra assurdo che enti locali che oggi hanno bisogno come l’aria di quelle risorse debbano penare così tanto per ottenerle. Nel nostro caso si tratta di una cifra importante, superiore ai 5 milioni di euro. E’ il piano opere pubbliche di un anno con cui noi potremmo sistemare strade o edifici scolastici”. Il presidente della provincia di Bergamo non si sbilancia invece sull’insuccesso dell’infrastruttura, che a due anni dall’apertura registra un traffico molto al di sotto delle attese perché automobilisti e autotrasportatori continuano ad affollare la vecchia e più economica A4, nonostante i tempi di percorrenza siano maggiori. “Noi rimaniamo su un tema normativo e su un tema di bilancio, lasciamo ad altri queste valutazioni”. Autostrade Lombarde Spa (primo azionista di Brebemi) precisa che l’ipotesi della cessazione “da parte di taluni soggetti era stata già ampiamente preventivata e, pur dovendo seguire il suo naturale percorso, riguarda partecipazioni assolutamente minoritarie detenute da Enti pubblici, non anche da soggetti privati. Gli stessi Enti, pur avendo ampiamente partecipato alla fase di promozione della progettazione e realizzazione dell’infrastruttura, al fine di migliorare la viabilità del territorio, ritengono infatti di non avere interesse alla relativa fase di gestione”.
Anche Intesa Sanpaolo vuole uscire – In effetti le quote detenute dagli enti citati sono poca cosa rispetto al totale (1,1396% la Provincia di Bergamo, 0,6087% la Città metropolitana di Milano e lo 0,2031% il comune di Brescia), ma da tempo c’è un certo fermento rispetto alla scelta di un altro socio, ben più rilevante in termini di quote, di dismettere le partecipazioni. Si tratta di Intesa Sanpaolo, che con il 42,4461% di Autostrade Lombarde è di gran lunga il soggetto più importante. Nel piano d’impresa 2014-2017 c’era un’indicazione chiara: “Cessione entro il 2017 dell’intero portafoglio di partecipazioni non-core”, comprese dunque le quote di Autostrade Lombarde Spa. Un’indicazione che continua ad essere valida anche se, al momento, non sembrano esserci movimenti che possano fare pensare a un’imminente uscita. E l’orizzonte del 2017 potrebbe non essere rispettato. L’operazione è complessa, considerato il rosso di Brebemi che ha indotto l’istituto a svalutare la sua quota di 36 milioni, a 143.
Poco più di 23mila auto al giorno contro le 40mila attese – Intanto il traffico sulla Brebemi resta inferiore alle attese. Stando all’ultimo bilancio, nel 2015 si sono registrati 8,53 milioni di veicoli, pari a circa 23.375 al giorno. Un dato ancora distante dall’obiettivo dichiarato di 60mila transiti quotidiani. A detta di Brebemi ora sarebbe salito a 40mila per effetto dell’apertura dell’interconnessione con la A58 Teem (Tangenziale Est Esterna di Milano), che già nell’ultimo trimestre dello scorso anno aveva portato i transiti giornalieri alla soglia dei 30mila. Il gruppo dal canto suo rivendica “un aumento costante del proprio traffico”, “ottima salute e prospettive di crescita”. Le speranze di un decisivo aumento di transiti che possa scongiurare l’ennesima chiusura in rosso sono legate all’apertura dell’interconnessione tra la A35 e la A4 all’altezza di Brescia, approvata dal Cipe nel 2015: “L’entrata in esercizio dell’interconnessione – spiegano da Brebemi -, dovrebbe garantire il raggiungimento degli obiettivi prefissati”.