Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti ha chiesto una relazione sugli incarichi di recupero crediti affidati dalla Asl di Civitavecchia a Virginia Raggi, avvocato e candidata sindaco di Roma per il Movimento Cinque Stelle. “Io non ne sapevo nulla – dice Zingaretti – Un presidente della Regione, com’è ovvio, non interviene nelle singole decisioni gestionali che spettano agli apparati amministrativi. Ma di sicuro è mio dovere verificare che queste scelte avvengano nel pieno rispetto dei criteri di legittimità e opportunità”. Secondo l’articolo pubblicato dal Fatto la Raggi ha assunto due incarichi dall’azienda sanitaria per un totale di 13mila euro per recuperare 860mila euro da un nullatenente. Il primo incarico è del 2012, il secondo del 2014 (quando la Raggi era già consigliera da un anno). “Ho appena chiesto alla Asl di Civitavecchia – ha aggiunto Zingaretti – di relazionare sulle ragioni che hanno portato ad affidare l’incarico, il suo oggetto e l’importo e, cosa più importante, i risultati raggiunti dalla Asl grazie al lavoro che avrebbe dovuto essere svolto”.
Per la Raggi “questa è l’ultima goccia di fango prima del ballottaggio. Continuano ad attaccarmi sul mio lavoro perché non hanno argomenti. Noi siamo più forti ed andiamo avanti. Mancano 48 ore e avremo finalmente la possibilità di voltare pagina”. “Nel 2012 non era necessario essere iscritti nell’albo speciale se non ovviamente a quello degli avvocati – spiega la candidata grillina – L’incarico era fiduciario. Il mio mandato era quello di mettere in esecuzione una sentenza della Corte dei conti per far recuperare soldi alla Asl che era stata sostanzialmente truffata“. Non entra nel merito il vicepresidente della Camera e membro del direttorio M5s Luigi Di Maio: “Parlare di cose come quella di oggi dimostra davvero che loro, il Pd, sono su un altro pianeta. Abbiamo iniziato a dipingere un’opera d’arte 15 giorni fa, ora non lasciamola incompiuta: andiamo a votare domenica e poi ricominciamo per cambiare tutto”.
Nel frattempo interviene l’avvocato della Raggi, Paolo Morricone, che spiega che “relativamente all’incarico di recupero credito dell’Asl di Civitavecchia, aveva regolarmente comunicato il detto incarico al Comune di Roma e all’Asl ed entrambi gli enti avevano pubblicato sul proprio sito la notizia di detto incarico”. Il legale ribadisce quanto scritto in una lettera a fine maggio scorso pubblicata sul Fatto Quotidiano, che per primo aveva parlato della vicenda. “Per quanto riguarda l’incarico di circa euro 8.000,00 (del 2012, ndr), l’avvocato Raggi ha emesso fattura nel 2014 per euro 1.878,00 a titolo di acconto, fattura pagata solo nel 2015, ragione per cui – per il noto principio della dichiarazione per cassa per i liberi professionisti – la somma entra nella dichiarazione dei redditi del 2016″.
La questione entra inevitabilmente anche nella polemica politica: “Troppo comodo dire che è fango – interviene il senatore Pd Andrea Marcucci – Virginia Raggi ha omesso di dichiarare al Comune di Roma la consulenza con l’Asl di Civitavecchia, è un fatto. E questa volta non può cavarsela, dicendo che è una dimenticanza”. È quanto dichiara il senatore Pd Andrea Marcucci. Il goffo tentativo di giustificazione della Raggi – dice il collega Stefano Esposito, ex assessore al Campidoglio – è talmente ridicolo che lo affida al suo avvocato e non ha il coraggio neanche di rispondere in prima persona, proprio lei che non perde occasione di ricordarci che è un avvocato. L’incarico della Asl di Civitavecchia è del 2012, ma lei lo comunica al comune di Roma solo tre anni dopo, nel 2015, quando sta per candidarsi a sindaco. Tre anni di silenzio, amnesia improvvisa al confronto tv di Sky: tutto il contrario della trasparenza e della legalità tanto sbandierate. Restano dubbi, mancanze e ricostruzioni inesatte. Ma a chi vuol darla a bere?”.
“La telenovela delle amnesie di Virginia” la chiama la deputata del Pd Alessia Morani. “Non lavorava solo come consigliera? – si chiede – Quanti altri buchi nella sua memoria? La trasparenza e la Raggi non vanno proprio d’accordo”. Lo stesso discorso lo riprende Alessia Rotta, altra parlamentare democratica: “Quando si parla dei guadagni della Raggi ogni volta sembra essere una scoperta – dichiara – Per quale motivo Virginia Raggi si è scordata di menzionare – quando le è stato chiesto, come nel caso dei confronti televisivi e in altre occasioni – l’esistenza di una consulenza da 13mila ricevuta da una Asl di Civitavecchia, Comune a guida a 5 Stelle? Se quanto riportato dai media corrisponde al vero, saremmo di fronte alla terza dimenticanza dopo il praticantato nello studio Previti e il posto nel cda della società di Panzironi, il braccio destro di Alemanno. Ogni giorno scopri qualcosa di nuovo. Raggi può rispondere? Farà finta di nulla? Ci dirà che gliela avevano data a sua insaputa? Sempre meno credibile”. C’è chi, come alcuni renziani, pone anche una potenziale questione di ineleggibilità: “L’amnesia di Virginia Raggi sugli incarichi ricevuti dalla Asl di Civitavecchia rischia di renderla ineleggibile? Potrebbe finire indagata per falsa dichiarazione? C’è una violazione della Legge Severino? Sono le domande che emergono di fronte al fatto che per ben due anni, nel 2013 e nel 2014, nelle dichiarazioni trasparenza previste per legge per i consiglieri comunali la candidata M5s non ha fatto alcuna menzione dell’incarico ricevuto, disattendendo ad una precisa previsione di legge. Perché non ha dichiarato nulla?”. Le stesse domande se le fanno anche i parlamentari Andrea Romano, Pina Maturani e Maria Spilabotte senza tuttavia dare una risposta. Peraltro l’ineleggibilità per la legge Severino è regolata di norma nel caso di una condanna. Insomma, la legge Severino su questa vicenda – salvo sorprese – non c’entra niente.