Il Consiglio superiore della magistratura ha aperto un’inchiesta sui magistrati che hanno archiviato le indagini sulla Banca Popolare di VicenzaDopo il suicidio di Antonio Bedin, piccolo socio rovinato in seguito al crollo del valore delle azioni dell’istituto di credito, si apre così uno spiraglio per accertare responsabilità e omissioni sul crac della banca vicentina. Ad annunciarlo sono Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti delle associazioni Adusbef e Federconsumatori, che il 4 giugno hanno presentato un esposto denunciando “l’inerzia collusiva della procura della Repubblica di Vicenza, del governatore di Bankitalia Ignazio Visco, del presidente Consob Giuseppe Vegas“. E si tratta solo dell’ultimo di una serie di oltre 20 esposti inviati alla magistratura dal 2008.

Nel documento, le associazioni dei consumatori ricostruiscono la storia delle indagini aperte nei confronti dei vertici della banca, a partire dall’ex presidente Gianni Zonin, e finite in un cassetto. In particolare, tra i provvedimenti da esaminare si ricorda “l’archiviazione – chiesta dal pm Angela Barbaglio e firmata dal giudice Eloisa Pesenti – della denuncia del 2008 di Adusbef che riteneva eccessivi i 58 euro per azione BpVi”. La richiesta non fu comunicata alle associazioni dei consumatori, che si rivolsero alla Cassazione, la quale a sua volta rimandò gli atti a Vicenza. Ma qui si registrò una nuova archiviazione.

“Qualche anno prima – ricostruiscono Lannutti e Trefiletti – il procuratore Antonio Fojadelli trattenne l’inchiesta e chiese l’archiviazione per Gianni Zonin e il consigliere delegato Glauco Zaniolo per truffa, false comunicazioni sociali e conflitto di interesse. Il non luogo a procedere fu firmato dal giudice Stefano Furlani“. Tuttavia, si sottolinea nell’esposto, i sostituti procuratori generali veneziani Pietro Emilio Pisani e Elio Risicato fecero ricorso. Ma la Corte d’Appello, allora composta da Alessandro Apostoli Cappello, Elisa Mariani e Irene Casol, confermò la decisione di Vicenza.

Il documento cerca di ricostruire anche i legami tra i magistrati coinvolti nelle inchieste e la stessa Banca Popolare di Vicenza. “Nell’esposto – chiariscono le associazioni dei consumatori – si fanno i nomi anche di Paolo Pecori, procuratore reggente a Vicenza per alcuni anni, e di Manuela Romei Pasetti, presidente della corte d’Appello. E si ricorda che alcuni magistrati hanno avuto incarichi collegati a BpVi, come Fojadelli (consigliere di Nord Est Merchant srl) e Romei Pasetti (consigliere di Banca Nuova)”.

Ora il Csm esaminerà gli atti, ma come sottolineano le stesse associazioni di consumatori, “individuare irregolarità, sempre che ne siano state commesse, sarà tutt’altro che agevole”. E si precisa che, nel caso dei magistrati andati in pensione, il Csm non potrà prendere alcun provvedimento. Nell’esposto si chiede di riabilitare il giudice Cecilia Carreri, che – sanzionata per altre vicende dal Csm – aveva ordinato l’imputazione coatta di Zonin.

“Per onorare la memoria di Antonio Bedin, pensionato e piccolo azionista della Banca Popolare di Vicenza, suicidato nella sua abitazione e di tutte le altre vittime delle banche – spiegano Trefiletti e Lannutti – bisogna incriminare gli artefici dei crac scandalosamente ancora a piede libero, che dopo aver ricevuto liquidazioni milionarie come premio per aver bruciato 18,9 miliardi di euro di risparmi di BpVi e Veneto Banca, se la spassano nelle loro dorate ville, o impartiscono lezioni di etica e pubblica moralità dai vertici delle istituzioni”.

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