È un evento raro e visibile solo ai raggi X. Per questo osservare per la prima volta il risveglio di un buco nero deve essere stato emozionante. A vederlo sono stati i ricercatori guidati da Erin Kara, dell’università del Maryland che hanno pubblicato lo studio su Nature.
Gli scienziati hanno potuto assistere in diretta ai “fuochi d’artificio” creati dal fenomeno. Circa il 90% dei grandi buchi neri che popolano l’universo sono detti dormienti perché il quel momento si trovano a dieta, ossia non hanno materiali (nubi di gas o stelle) sufficientemente vicini da essere risucchiati al loro interno.
Infatti, nonostante la grande forza attorno ai buchi neri si creano dei vasti dischi di materiali in ‘equilibrio’, qualcosa di simile a quello che raggiungono i pianeti in orbita attorno a una stella. Si ipotizza che quando si rompono questi equilibri parte dei materiali cadono all’interno del buco nero, risvegliandolo, e che le enormi velocità di caduta producano potenti radiazioni, in particolare di raggi X.
Osservare questi fenomeni, che avvengono su scale di tempo enormi rispetto alla vita umana, è molto difficile ma i dati arrivati dai tre telescopi spaziali a raggi X, tra cui Xmm Newton dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), ne sono una delle primissime testimonianze. Già nel 2011 un fenomeno di questo tipo era stato osservato ma si trattava della parte finale, ora i ricercatori hanno documentato per la prima volta l’intera fase di risveglio, ossia i primi momenti in cui i materiali sono stati catturati dalla forza gravitazionale del buco nero. Cadendo, i materiali strappati alla stella hanno prodotto delle radiazioni che sono rimbalzate all’interno dell’intero disco di polveri che circonda il buco nero permettendo di vedere per la prima volta la composizione delle nubi che circondano un buco nero.