“L’Unione europea deve cambiare o muore. Ora la parola ai cittadini”. Il Movimento 5 stelle a poche ore dal risultato del referendum sulla Brexit con la vittoria dei No torna a spiegare la sua posizione sul tema. L’Ue è tra gli argomenti più delicati per i grillini: da sempre ribadiscono le necessità di una consultazione pubblica sull’argomento, ma al tempo stesso stanno cercando di accreditarsi come forza istituzionale e di ammorbidire i toni. Nelle scorse ore non sono mancate le polemiche sulle modifiche ad un articolo che spiegava in dieci punti la situazione della Gran Bretagna. Nella prima versione del 20 maggio alla domanda sul cosa pensa il M5s che dovrebbe fare l’Italia si parlava della necessità di un referendum, mentre nella seconda pubblicata il 23 giugno si legge: “Il Movimento 5 Stelle è in Europa e non ha nessuna intenzione di abbandonarla”. La prima stesura della risposta è rimasta nella “memoria di internet” per alcune ore ed è stata recuperata dagli utenti. A rilanciarla anche il deputato ex M5s Walter Rizzetto.
Oggi, dopo l’esito del referendum, il blog di Beppe Grillo torna sulla strada del referendum: “E’ la strada più cara al Movimento 5 stelle, quella di chiedere ai cittadini un parere sugli argomenti decisivi per i popoli. Nessun governo deve aver paura delle espressioni democratiche del proprio popolo, anzi deve considerare il suo volere come il più autorevole dei mandati”. E poi continua: “L’Unione Europea deve cambiare, altrimenti muore. Le istituzioni comunitarie, e in particolare la Troika (FMI, BCE e Commissione Europea) devono iniziare a domandarsi dove hanno sbagliato e come possono risolvere l’enorme problema che hanno generato. Ci sono milioni e milioni di cittadini europei sempre più critici, che non si riconoscono in questa Unione fatta di banche e ricatti economici. Pensiamo al caso greco, un Paese ormai al collasso”.
Proprio i 5 stelle, poco dopo le elezioni Europee del 2014, hanno depositato 200mila firme per chiedere al Parlamento di discutere un ddl di iniziativa popolare che consenta il referendum sulla permanenza dell’Italia nell’Euro. Il processo è comunque molto lungo: non è previsto dalla costituzione italiana la possibilità di chiedere ai cittadini pareri che riguardino i temi di trattati internazionali (come appunto la moneta unica). I grillini da sempre citano il caso del 1989 quando venne approvato un ddl costituzionale che permise un referendum d’indirizzo sull’ingresso nell’Ue. “Il Movimento 5 Stelle”, ribadisce oggi il blog, “ha sempre creduto che a dover decidere sulle questioni decisive debba essere il popolo, infatti abbiamo raccolto le firme per il referendum sull’euro per far decidere gli italiani sulla sovranità monetaria. Il Leave del Regno Unito sancisce il fallimento delle politiche comunitarie volte all’austerità e all’egoismo degli Stati membri, incapaci di essere una comunità”.
Secondo i 5 stelle il problema è stato mettere l’austerità al centro della politica: “L’Unione Europea ha sbagliato nel mettere l’austerità al centro della politica, le banche e la finanza davanti ai cittadini; non ha risolto il problema dell’immigrazione, perché dominata dell’egoismo degli Stati membri; ha creato povertà e disoccupazione dilagante; si è dimostrata a trazione tedesca, Angela Merkel e Martin Shultz si sono comportati come i padroni assoluti e incontrastati; il suo esecutivo è guidato da Jean-Claude Juncker, per anni primo ministro di quel Lussemburgo campione d’elusione fiscale; vuole imporre il Ttip e altri grandi Trattati internazionali, discutendoli a porte chiuse. Basta”.
Il M5s chiede una Europa che sia una “comunità e non un un’unione di banche e lobby” e pone dei dubbi sulle capacità del governo italiano di negoziare condizioni favorevoli per l’Italia: “Siamo uno dei Paesi fondatori dell’Ue, ma abbiamo un governo troppo debole per poter negoziare uno ‘Statuto Speciale’ a tutela delle nostre eccellenze. Renzi continua a propagandare sui media le necessità del Paese e poi, a Bruxelles dimentica tutto. Fa orecchie da mercante rimbalzando tra una lobby e l’altra, incapace di prese di posizione reali. Anche qui, è inutile citare gli esempi dell’olio tunisino, delle arance marocchine e del Ttip, solo per fare qualche esempio”.