Lionel Messi, addio alla Nazionale argentina: “È finita, mi ritiro” – Video

Ha detto ciò che non avrebbero mai detto né Maradona né Pelé. Una frase mai pronunciata neanche da Johan Cruijff, che pure in nazionale, proprio come lui, non ha mai vinto nulla. Soprattutto nessuno lo avrebbe mai detto dopo una aver sbagliato un rigore in una finale, anche se è la quarta persa in carriera. La terza negli ultimi tre anni. Qualcosa che assomiglia a una maledizione e che ha spinto Leo Messi a mettere un punto.
Perché il Lionel con lo sguardo perso mentre passa davanti alla coppa, una sfilata che sta diventando un rito, è l’ultimo triste frame di una competizione che sembrava davvero dover consacrare il fenomeno di Rosario con la Seleccion. Cinque gol, faccia cattiva, anima da leader anche durante i 120 minuti della finale. Avrebbe solo dovuto mettere alle spalle di Bravo quel tiro. Lo ha sparato in tribuna, e fa tutta la differenza del mondo. Una maledizione per lui e per l’Argentina che lo ha spinto a dire “addio”.
Le cinque lettere sono una pietra tombale sui paragoni con Maradona e lo collocano un gradino più in basso rispetto anche ad alcuni altri fenomeni. Pelé ha fatto grande il Brasile, Diego ha vinto a Napoli e ha regalato un mondiale alla sua gente con una Albiceleste tra le più povere di talento di sempre, Zidane e tanti altri hanno fatto da catalizzatori per i propri compagni, Cruijff non ha vinto nulla in maglia arancione ma ha cambiato il modo di intendere il calcio. Non è solo una questione di successi e sconfitte, di finali vinte o chiuse sbagliando un rigore. È l’uscita di scena. Smettere di provarci non si addice agli immortali. Forte, fortissimo, un talento disumano, ma…: se Messi non ci ripenserà verrà ricordato così. E anche se dovesse fare tornare sui suoi passi, resterà sempre il sospetto che ci sia lo zampino dei suoi sponsor milionari.