Qualche giorno fa ho avuto modo di incontrare Sara e Daniele, i due fondatori della Social street NoLo, meglio definita come NoLo Social district. Si è arrivati a creare una social street di quartiere partendo dall’unione di diverse realtà sul territorio, come la social street di Via Padova che stentava a decollare. Il termine NoLo (nord Loreto) è stato coniato precedentemente alla nascita della Social street da alcuni ragazzi che inventarono questo nome per gioco. Quando Daniele si trasferisce nella zona, non conoscendo nessuno, a gennaio del 2016 crea il suo gruppo Facebook.
Poi viene a conoscenza di altri gruppi locali di aggregazione fra vicini, come gli amici di Pasteur e la stessa Via Padova Social street. A questo punto Daniele e Sara, che già conoscevano l’esperienza Social street nata a Bologna, provano ad unire queste realtà sul territorio fondendole in un unico gruppo, sotto il nome NoLo. Si sono assicurati inoltre che i principi della socialità a costo zero, gratuità, inclusività fossero condivisi. Il gruppo NoLo Social district ha subito un boom di iscritti, oggi oltre 1100.
Anche Sara, giovane architetto che viveva nella zona da diverso tempo, racconta che la conoscenza con il vicinato era quasi inesistente, zero interazioni. Poi conosce Daniele, si appassiona all’idea della Social street ed insieme, oggi, gestiscono il gruppo cercando di mantenere lo spirito social. Ad esempio, sono molto attenti al fatto che il gruppo non diventi troppo commerciale, che non ci sia autopromozione, che non diventi una bacheca di vendita annunci (per questo stanno pensando di realizzare una app separata per mantenere la pagina del gruppo “pulita”).
Daniele è contento nel rilevare l’entusiasmo dei vicini: c’è chi ha proposto il corso di giardinaggio, chi un corso di yoga (tutto rigorosamente gratuito), la biciclettata in notturna insieme ai vicini, pedalando in quelle zone che di solito la sera si cerca di evitare, le colazioni in strada insieme ai vicini ogni sabato mattina, ognuno portando qualcosa (chi il tavolo, chi la sedia e chi qualcosa da condividere), insomma, una riappropriazione degli spazi con fini sociali a costo zero. In cantiere hanno anche il Cine NoLo, il cinema in cortile, organizzato in uno spazio conteso fra due condomini che è sempre rimasto inutilizzato e che finalmente adesso riprenderà vita.
Daniele ci tiene a sottolineare che l’idea della social street deve servire a creare un contenitore sociale che stimoli le relazioni salvaguardando i principi fondamentali. Ed ecco che, a seguito di frequenti richieste di ricerca di informazioni per i neo arrivati in zona, due vicini (esperti informatici) hanno iniziato a collaborare “online” alla creazione di una mappa Google interattiva. Il fatto curioso è che queste due persone si sono conosciute in uno scambio di informazioni nel gruppo, iniziano a collaborare solo online e poi si conoscono realmente ad uno degli incontri organizzati: “Dal virtuale al reale al virtuoso”, come recita lo slogan Social street.
Come ogni Social street, anche per loro, gestire la pagina richiede tempo ed energia e quello che si augurano è che il loro ruolo di “gestori” vada a ridursi, autoresponsabilizzando i vicini a portare avanti in prima persona i progetti; sono ottimisti perché stanno creando una rete di persone che condividono gli stessi principi. Mentre pranziamo in uno dei locali della zona diventato punto di ritrovo per il gruppo, passano varie persone, si fermano, salutano. Sara e Daniele, entusiasti, mi dicono: “non possiamo camminare per strada e parlare al telefono come prima perché adesso tutti ti fermano e vogliono fare due chiacchiere”. Ecco, in questa frase si avverte l’essenza della Social street.