Non più 84 chilometri di linee nuove, ma 25. E un risparmio di 2,6 miliardi di euro rispetto al progetto preliminare del 2011. La linea Tav Torino-Lione cambia e a dirlo è il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio illustrando la revisione del piano per la realizzazione dell’Alta Velocità. “Useremo gran parte della linea esistente – dice Delrio – Non sono arretramenti, sono adeguamenti, e sono un’intelligente rivisitazione dei progetti per fare le opere nei tempi giusti, con i costi minori e che siano davvero utili”. Stesso concetto varrà per Firenze, perché l’orientamento del governo “vale a tutte le latitudini”. Ma le novità sulle importanti opere pubbliche che collegano Piemonte e Alvernia-Rodano-Alpi e Toscana e Emilia suscitano sospetto tra gli attivisti No Tav e le polemiche del M5s che accusano il Pd di rincorrerlo e imitarlo. “Sono contentini. Propaganda per imitarci. O non la fanno o niente” dice Luigi Di Maio alla Stampa.
La project review “è il risultato di un anno di lavoro con Rfi e il ministero dei Trasporti – spiega Paolo Foietta, presidente dell’Osservatorio della Torino-Lione -, condiviso con tutti i sindaci che fanno parte dell’Osservatorio”. Gli interventi termineranno entro il 2030. “Cerchiamo di impattare sulla Val di Susa il meno possibile – assicura Delrio – per questo faremo solo 14 chilometri di galleria tra Buttigliera e Orbassano e quindi i costi per il progetto delle tratte di adduzione potrebbero ridursi da 4,3 a 1,7 miliardi di euro”.
Ma l’accusa di fare l’occhiolino a una parte di elettorato non c’entra, dice il ministro: “La nuova giunta di Torino non c’entra nulla, semmai la vecchia”. Delle tratte si parla “non da oggi ma da più di un anno, insomma da prima che fosse eletta la sindaca Chiara Appendino, per la quale nutro profondo rispetto, sia ben chiaro”. Il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti conferma: “Con l’avanzare del tempo ci sono soluzioni tecniche nuove che permettono anche una revisione dei progetti”.
E’ diviso tra ironici e critici il popolo No Tav, sui social. Tra i sostenitori del movimento che si oppone alla realizzazione della nuova linea ferroviaria ad Alta Velocità, in particolare, c’è chi si chiede come mai i promotori dell’opera non abbiano pensato prima al nuovo tracciato. “I No Tav sono anni che dicono di usare la ferrovia esistente. Ce la potete fare…”, dice uno degli oppositori al supertreno. “Ma quindi, ‘sti sovversivi No Tav, in fondo in fondo?”, aggiunge un altro. “Delrio, bastava chiedere a noi No Tav. Ti facevamo una consulenza”, è un altro commento. “Comunque la Tav in Valsusa non va ridotta, modernizzata, rivalutata ed economicizzata. Va fermata”, è invece un commento dall’ala dura del movimento. “Il governo dà ragione ai No Tav. Tracciato ridotto di 59 km. Altri 25 maledetti km da togliere”, sostiene un altro oppositore dell’opera, a cui dà man forte un altro ancora: “Da 25 a 0 il passo è breve. Ora e sempre No Tav”.
Intanto M5s e Pd continuano a litigare. Silvia Fregolent, renziana e torinese, replica a Di Maio: “Parla di cose che non conosce, si informi prima di dire cose insensate”. “Se avessimo imitato i 5 Stelle – aggiunge – non avremmo partecipato ad anni di duro lavoro per ridefinire il progetto, avremmo rinunciato direttamente all’opera e all’intero investimento strategico per il nostro Paese”. Alla democratica controribatte il senatore M5s Marco Scibona, piemontese e attivista No Tav: “Delrio come il suo compare Renzi è il solito baro che gioca alle tre carte” perché “da una parte i proponenti di quest’opera inutile e costosissima, danno ragione al Movimento No Tav perché ammettono che la linea storica non è satura e che quest’ultima potrebbe essere utilizzata a pieno”, mentre “dall’altra non cambia la sostanza” perché il governo “con questa scelta non è ancora entrato nel merito dell’analisi tra costi e benefici dell’opera e quindi dell’utilità stessa del Tav Torino-Lione”.