Il Gran Premio d’Austria è il punto di non ritorno in casa Mercedes. All’ultimo giro, Nico Rosberg e Lewis Hamilton in lotta per la prima posizione si scontrano in curva. Il tedesco prova a buttar fuori in staccata il compagno più veloce, ma ha la peggio perché rompe l’alettone. Vince Hamilton, ne approfittano anche Verstappen e Raikkonen, che vanno entrambi sul podio. Rosberg chiude quarto e resta leader del Mondiale. Ma solo di 11 punti, con l’incognita di una possibile penalità. E gli strascichi di un incidente che non sarà facile dimenticare.

Il Red Bull Ring di Spielberg consegna alla stagione di Formula 1 il primo vero, attesissimo duello fra i due piloti Mercedes. Fin qui, uno contro l’altro, si erano confrontati solo in qualifica, e scontrati letteralmente alla prima curva in un paio di occasioni. Stavolta la straordinaria rimonta di Rosberg regala un finale emozionante, forse il momento più bello del 2016. Impensabile alla partenza, quando il tedesco scatta solo dalla sesta posizione per il cambio di una componente (era stato secondo al termine delle qualifiche). Forse proprio perché tranquillizzato dal non avere alle calcagna quello che un tempo era il suo scudiero, Hamilton per una volta riesce a muoversi bene al semaforo e mantenere finalmente la pole position: non era mai successo in stagione. Dietro di lui si inserisce un po’ a sorpresa la McLaren di Jenson Button, mentre nelle retrovie Sebastian Vettel (nono al via) fa quasi a sportellate con Bottas e Verstappen.

Sia Button che Hulkenberg sono un po’ degli “intrusi” là davanti, e infatti vengono saltati come birilli. Rosberg comincia subito la sua rimonta, ed è il primo a fermarsi già al 12esimo giro per montare gomma gialla, anticipando tanto l’unica sosta prevista. È la mossa che gli permetterà di tornare in gioco per la vittoria: dopo comincia a martellare giro veloce dopo giro veloce, e quando Hamilton rientra gli finisce alle spalle.

Così intorno al 20esimo giro in testa c’è addirittura Vettel, anche se solo per il gioco delle soste: dei primi otto è l’unico a non essersi fermato. E forse è proprio per questo che la posteriore destra di punto in bianco esplode sul più bello in pieno rettilineo. Detrito, strategia sbagliata con troppi giri su un pneumatico logorato, semplice sfortuna come dice Maurizio Arrivabene? Le analisi del post-gara dovranno dare una risposta. Sta di fatto che Vettel è costretto al ritiro, ed è anche fortunato che non ci siano ulteriori conseguenze. L’inevitabile safety-car (con tanto di passaggio per tutti in pit-lane per ripulire meglio la pista) azzera i distacchi e aiuta lo spettacolo. Hamilton si ritrova attaccato a Rosberg, con le gomme 11 giri più fresche. Tutti aspettano l’uno contro uno.

Stavolta, però, la strategia delle Mercedes non funziona. Troppi 60 giri per andare fino in fondo, forse anche per paura di qualche cedimento dopo l’incidente capitato a Vettel. Entrambi vengono richiamati ai box, dove si scava un altro po’ di gap e si montano gomme diverse: alla fine la gialla di Hamilton si rivelerà quella giusta. I due arrivano davvero a contatto solo all’ultimo giro. E qui succede il fattaccio: Hamilton sceglie la traiettoria esterna, Rosberg per non farlo passare ritarda (troppo) la frenata e prova a buttarlo fuori. Contatto duro e inevitabile: l’inglese è costretto ad allargare sull’erba, ma rientra e sorpassa il tedesco che intanto ha rotto l’ala. Da dietro rimontano anche Verstappen, e pure l’altra Ferrari di Kimi Raikkonen che aveva impiegato quasi tutta la sua gara a riprendere e sorpassare Ricciardo. Il finale gli regala un podio insperato. Almeno quanto il decimo posto di Pascal Wehrlein, che riporta a punti la Manor due anni dopo il compianto Jules Bianchi. “Gli ho lasciato spazio, credo che abbia avuto un problema con i freni”, dice diplomaticamente Hamilton a fine gara, con la tranquillità di chi ha vinto. L’impressione al replay è stata un’altra e infatti i giudici stanno investigando. Qualsiasi sarà il verdetto, dopo il Gp d’Austria in casa Mercedes non ci sono più compagni. Solo rivali.

Twitter: @lVendemiale 

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