Per la prima volta un’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso è stata contestata in Friuli-Venezia Giulia: una “locale” di ‘ndrangheta, secondo gli investigatori, è attiva a Monfalcone, provincia di Gorizia. Lo ha rivelato il Messaggero Veneto in un’esclusiva che ricostruisce l’accusa a carico di Giuseppe “Pino” Iona, 51enne, considerato a capo, dal 2008 a oggi, di un’organizzazione strutturata “a immagine e somiglianza di una ‘ndrina”.
Le indagini, condotte dagli uomini della Direzione investigativa antimafia di Trieste, hanno raggiunto un punto di svolta qualche giorno fa, quando Iona si è presentato un invito a comparire che gli era stato notificato pochi giorni prima, insieme a un avviso di garanzia. L’accusato ha risposto alle domande del capo della Direzione distrettuale antimafia, Carlo Mastelloni e del sostituto procuratore Federico Frezza, titolare del fascicolo. I magistrati si sono quindi giocati una carta a sorpresa, l’ingresso nell’aula del gip un collaboratore di giustizia, noto a Iona.
Durante il faccia a faccia, in cui sono emerse radicali divergenze tra i due, il pentito ha ripetuto le accuse definendo Iona un vero e proprio boss, parte di un sodalizio criminale dedito principalmente al traffico di stupefacenti e al traffico illegale di armi provenienti dai paesi dell’est. Secondo gli inquirenti il clan, nel periodo tra il 2007 e il 2011, era capace di muovere fino a un chilo di cocaina alla settimana. Il presunto boss avrebbe avuto a disposizione una rete di affiliati, sui cui nomi vige il segreto istruttorio, che eseguivano prontamente. Per gli inquirenti «la ’ndrina si avvaleva della forza intimidatoria derivante dall’inserimento organico nella malavita organizzata calabrese, che veniva continuamente menzionata alle persone su cui fare pressione», riporta il Messaggero Veneto.
Il collaboratore di giustizia che accusa Iona è stato ritenuto credibile poichè avrebbe a sua volta retto una locale di Rho, in provincia di Milano, e garantito supporto logistico alla “cosca” friulana tramite un accordo stipulato più di vent’anni fa. L’ipotesi degli inquirenti è che Monfalcone versasse a Rho il 5 per cento dei guadagni illeciti. Gli accordi prevedevano inoltre che la ‘ndrangheta non si facesse notare in una terra fino a quel momento ritenuta immune da infiltrazioni mafiose, in modo tale da poter mantenere blandi i controlli delle forze dell’ordine.
Tra le varie accuse formulate nei confronti di Iona, il cui capo di imputazione è ancora in evoluzione, la più grave è quella di essere il mandate dell’omicidio del dj Paolo Grubissa. Una storia risalente al 2005, e passata per un delitto passionale, per cui fu condannato a 20 anni di reclusione Salvatore Allia, datore di lavoro di Grubissa.
Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016, il presidente vicario della Corte d’Appello di Trieste Alberto Da Rin aveva indicato la “It Costruzioni generali” di Monfalcone, di proprietà di Martino e Antonio Iona e di Teresa Antonella, come soggetto monitorato delle forze dell’ordine, definendo esplicitamente la stessa famiglia Iona come “costituente l’omonima associazione a delinquere di stampo mafioso “Ndrina” di Belvedere di Spinello, che è radicata ed opera in provincia Gorizia, nel ramo del trasporto e movimento terra“.
Il capo della Dda di Trieste Carlo Mastelloni già nel 2014 aveva richiamato l’attenzione dei media e della politica sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’estremo nordest, denunciandone i rapporti con le banche e le imprese, rimanendo perlopiù inascoltato. Nel rapporto annuale 2016 della Direzione nazionale antimafia, guidata da Franco Roberti, è riportato il monito di Mastelloni a procedere con una “rifondazione della cultura preventiva e repressiva da volgere verso le mafie e la loro progressiva infiltrazione nel territorio del Friuli-Venezia Giulia. Se non ci sarà questo rinnovamento, si rischia l’occupazione dello stesso territorio da parte della criminalità organizzata”.
“La Regione è pronta a dare il suo contributo nella prevenzione e nella lotta alle infiltrazioni della criminalità organizzata, combattuta in prima linea dalle Forze dell’ordine e dalle Autorità giudiziarie”, è così intervenuta la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani commentando la rivelazione del Messaggero Veneto. “Non si può sottovalutare in alcun modo questo episodio – ha detto il vicesegretario Pd – e anche se il nostro è un tessuto sociale sostanzialmente sano, non c’è territorio che oggi possa considerarsi un’isola felice e immune. Quindi, nell’ambito delle competenze attribuite alla Regione, ci consideriamo schierati“.
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‘Ndrangheta al Nord, prima accusa di 416 bis in Friuli-Vg. “Locale a Monfalcone”
L'accusa di associazione mafiosa, la prima nella regione, al 51enne Giuseppe Iona. Lo rivela il Messaggero Veneto. Nella città in provincia di Gorizia agirebbe da più di 20 anni una "ndrina", frutto di un accordo con un boss operante in Lombardia, attiva sia nel traffico di droga che nel movimento terra. La vicenda svelata da un collaboratore di giustizia. I recenti allarmi del capo della Dda di Trieste Mastelloni: "Si rischia l'occupazione del territorio"
Per la prima volta un’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso è stata contestata in Friuli-Venezia Giulia: una “locale” di ‘ndrangheta, secondo gli investigatori, è attiva a Monfalcone, provincia di Gorizia. Lo ha rivelato il Messaggero Veneto in un’esclusiva che ricostruisce l’accusa a carico di Giuseppe “Pino” Iona, 51enne, considerato a capo, dal 2008 a oggi, di un’organizzazione strutturata “a immagine e somiglianza di una ‘ndrina”.
Le indagini, condotte dagli uomini della Direzione investigativa antimafia di Trieste, hanno raggiunto un punto di svolta qualche giorno fa, quando Iona si è presentato un invito a comparire che gli era stato notificato pochi giorni prima, insieme a un avviso di garanzia. L’accusato ha risposto alle domande del capo della Direzione distrettuale antimafia, Carlo Mastelloni e del sostituto procuratore Federico Frezza, titolare del fascicolo. I magistrati si sono quindi giocati una carta a sorpresa, l’ingresso nell’aula del gip un collaboratore di giustizia, noto a Iona.
Durante il faccia a faccia, in cui sono emerse radicali divergenze tra i due, il pentito ha ripetuto le accuse definendo Iona un vero e proprio boss, parte di un sodalizio criminale dedito principalmente al traffico di stupefacenti e al traffico illegale di armi provenienti dai paesi dell’est. Secondo gli inquirenti il clan, nel periodo tra il 2007 e il 2011, era capace di muovere fino a un chilo di cocaina alla settimana. Il presunto boss avrebbe avuto a disposizione una rete di affiliati, sui cui nomi vige il segreto istruttorio, che eseguivano prontamente. Per gli inquirenti «la ’ndrina si avvaleva della forza intimidatoria derivante dall’inserimento organico nella malavita organizzata calabrese, che veniva continuamente menzionata alle persone su cui fare pressione», riporta il Messaggero Veneto.
Il collaboratore di giustizia che accusa Iona è stato ritenuto credibile poichè avrebbe a sua volta retto una locale di Rho, in provincia di Milano, e garantito supporto logistico alla “cosca” friulana tramite un accordo stipulato più di vent’anni fa. L’ipotesi degli inquirenti è che Monfalcone versasse a Rho il 5 per cento dei guadagni illeciti. Gli accordi prevedevano inoltre che la ‘ndrangheta non si facesse notare in una terra fino a quel momento ritenuta immune da infiltrazioni mafiose, in modo tale da poter mantenere blandi i controlli delle forze dell’ordine.
Tra le varie accuse formulate nei confronti di Iona, il cui capo di imputazione è ancora in evoluzione, la più grave è quella di essere il mandate dell’omicidio del dj Paolo Grubissa. Una storia risalente al 2005, e passata per un delitto passionale, per cui fu condannato a 20 anni di reclusione Salvatore Allia, datore di lavoro di Grubissa.
Durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016, il presidente vicario della Corte d’Appello di Trieste Alberto Da Rin aveva indicato la “It Costruzioni generali” di Monfalcone, di proprietà di Martino e Antonio Iona e di Teresa Antonella, come soggetto monitorato delle forze dell’ordine, definendo esplicitamente la stessa famiglia Iona come “costituente l’omonima associazione a delinquere di stampo mafioso “Ndrina” di Belvedere di Spinello, che è radicata ed opera in provincia Gorizia, nel ramo del trasporto e movimento terra“.
Il capo della Dda di Trieste Carlo Mastelloni già nel 2014 aveva richiamato l’attenzione dei media e della politica sulle infiltrazioni della criminalità organizzata nell’estremo nordest, denunciandone i rapporti con le banche e le imprese, rimanendo perlopiù inascoltato. Nel rapporto annuale 2016 della Direzione nazionale antimafia, guidata da Franco Roberti, è riportato il monito di Mastelloni a procedere con una “rifondazione della cultura preventiva e repressiva da volgere verso le mafie e la loro progressiva infiltrazione nel territorio del Friuli-Venezia Giulia. Se non ci sarà questo rinnovamento, si rischia l’occupazione dello stesso territorio da parte della criminalità organizzata”.
“La Regione è pronta a dare il suo contributo nella prevenzione e nella lotta alle infiltrazioni della criminalità organizzata, combattuta in prima linea dalle Forze dell’ordine e dalle Autorità giudiziarie”, è così intervenuta la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani commentando la rivelazione del Messaggero Veneto. “Non si può sottovalutare in alcun modo questo episodio – ha detto il vicesegretario Pd – e anche se il nostro è un tessuto sociale sostanzialmente sano, non c’è territorio che oggi possa considerarsi un’isola felice e immune. Quindi, nell’ambito delle competenze attribuite alla Regione, ci consideriamo schierati“.
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Caro bollette, a due settimane dagli annunci di Giorgetti il decreto slitta ancora: cdm rinviato a venerdì
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Io sono un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente". Così Simone Cristicchi, ospite a 'Maschio Selvaggio' su Rai Radio 2, risponde alla conduttrice Nunzia De Girolamo quando fa notare al cantautore romano come la canzone sanremese 'Quando sarai piccola' sia piaciuta tanto a Elly Schlein quanto a Giorgia Meloni.
"Si tende sempre a identificare gli artisti politicamente, la musica invece non ha fazioni, non ha colori. Devo dire che tu hai messo insieme la destra e la sinistra", ha detto De Girolamo al cantautore arrivato quinto nella classifica finale. "Questo mi fa sorridere - ha confessato Cristicchi - sono molto contento di questo apprezzamento bipartisan, o anche super partes, che ha generato la mia canzone. Io sono sempre stato un artista libero, non mi sono mai schierato politicamente, proprio perché volevo che la mia musica e la mia arte potesse arrivare a tutti ed è giusto che sia così".
"Ovviamente ho le mie idee, come tutti, non le rinnego e non mi vergogno di esternarle quando è il momento e quando ho voglia, però - ha concluso il cantautore - sono veramente contento di aver fatto questa canzone che sia piaciuta più o meno a tutti".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Il caro bollette è un problema sempre più grave, che non possiamo più far finta di non vedere. Paghiamo le bollette più care d’Europa, che a sua volta paga le bollette più alte tra i competitor internazionali. Siamo i più tartassati tra i tartassati, con un evidente danno alla competitività delle imprese e al potere di acquisto delle famiglie. I lavoratori, in particolare, pagano questi aumenti tre volte: la prima in casa quando arriva la bolletta, la seconda perché le aziende devono metterli in cassa integrazione poiché con l’energia alle stelle perdono produttività, la terza perché l’energia spinge a rialzo l’inflazione e i prodotti nel carrello della spesa costano di più". Lo dice Annalisa Corrado della segreteria del Partito Democratico.
"Agire è possibile e doveroso. Possiamo farlo subito, a partire dalla protezione dei soggetti vulnerabili, oltre 3 milioni e mezzo di utenti, per il quali il governo vuole bandire aste che sarebbero una iattura. Bisogna fermarle immediatamente e riformare piuttosto l’acquirente unico, che al momento gestisce il servizio di tutela della vulnerabilità, perché possa tornare a stipulare i contratti pluriennali di acquisto, agendo come vero e proprio gruppo d’acquisto".
"È necessario inoltre agire ad ogni livello possibile per disaccoppiare il prezzo dell’energia da quello del gas: occorre lavorare ad una riforma europea dei mercati, scenario non immediato, agendo però contemporaneamente ed immediatamente per un “disaccoppiamento di fatto”, come quello che si potrebbe attuare supportando i contratti pluriennali con i produttori di energia da fonti rinnovabili (PPA, Power purchase agreement). Dovremmo prendere esempio dalla Spagna di Sanchez, inoltre, che ha imposto un tetto al prezzo del gas, ottenendo risultati brillanti che hanno trainato la ripresa d’industria ed economia. Dobbiamo fare di più e meglio per la transizione energetica per liberarci dalla dipendenza del gas: oltre ad insistere su sufficienza energetica ed elettrificazione dei consumi, dobbiamo agire ad ogni livello perché la quota di energia da fonti rinnovabili nel nostro mix di produzione cresca: questo è l’unico modo strutturale di far penetrare il beneficio in bolletta del basso costo delle energie pulite".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - “Allarmano e inquietano gli atti violenti rivolti in questi giorni contro le Forze dell’Ordine, a loro va la nostra piena solidarietà”. Lo dichiara la deputata di Italia Viva Maria Elena Boschi dopo gli incendi dolosi che hanno coinvolto questa mattina il commissariato e la Polstrada di Albano Laziale e nei giorni scorsi il comando della Compagnia dei carabinieri di Castel Gandolfo.
“Auguriamo agli agenti intossicati una pronta guarigione. Nell’attesa che sia fatta chiarezza sulle dinamiche e che i responsabili siano consegnati alla giustizia, non possiamo che schierarci senza indugio al fianco di chi ogni giorno si impegna per la sicurezza delle cittadine e dei cittadini”, conclude.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Le bollette energetiche di famiglie e imprese sono alle stelle. Meloni ha fischiettato per mesi, ignorando anche le nostre proposte. E oggi annuncia il rinvio di un Cdm promesso ormai due settimane fa. Non avevano detto di essere 'pronti'?". Lo ha scritto sui social Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - "Tutto quello che ha a che fare con le emergenze vere di cittadini, famiglie, imprese passa in secondo piano nell’agenda del governo Meloni. Così è stato ed è per le liste d’attesa e per il diritto alla salute negato a milioni di concittadini, così è per il caro-bollette che da troppi mesi penalizza le aziende italiane e mette in ginocchio le fasce sociali più disagiate". Così in una nota Marina Sereni, responsabile Salute e Sanità nella segreteria del Partito Democratico.
"Oggi la segretaria del Pd Elly Schlein ha presentato proposte molto chiare e concrete, che raccolgono peraltro l’interesse di imprenditori e associazioni degli utenti. Il Cdm sul problema del caro energia pare invece che slitti a venerdì. La presidente Meloni ne approfitti per raccogliere le nostre proposte sul disaccoppiamento del prezzo dell’energia da quello del gas e sull’Acquirente unico".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - La lotta alle mafie andrebbe portata avanti "in maniera trasversale. Ma non stiamo vedendo disponibilità all'ascolto e al lavoro comune da parte di questa destra". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno. "Noi continueremo a fare da pungolo costante, il messaggio che deve arrivare chiaro alle nuove generazioni è che la mafia è un male, e un freno al nostro Paese. Il Pd oggi più che mai è intenzionato a portare avanti questo lavoro con determinazione, mano nella mano con le realtà che affrontano il problema ogni giorno e ne sanno certamente più di noi".
Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Nel contrasto alle mafie "il ruolo delle forze dell'ordine e della magistratura è fondamentale. Noi riconosciamo e sosteniamo il lavoro quotidiano delle forze dell'ordine. Vanno sostenute le forze dell'ordine, come la magistratura, che invece vediamo attaccata tutti i giorni da chi governa". Lo ha detto Elly Schlein al seminario sulla legalità al Nazareno.