Le 20.45, le 3.45 in Italia. Nelle strade degli Stati Uniti sono in corso manifestazioni pacifiche contro la brutalità della polizia dopo l’uccisione di due cittadini afroamericani in Lousiana e Minnesota. A Dallas, la città del Texas che nel 1963 è stata teatro dell’assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy, è l’ora in cui ha inizio un lungo incubo. La marcia contro il razzismo è terminata da poco e il centro della città si trasforma in un campo di battaglia. Cinque poliziotti freddati e sette feriti. Autore della strage è il riservista dell’esercito Micah Xavier Johnson, 25 anni, incensurato veterano dell’Afghanistan e simpatizzante delle Pantere nere: ucciso dalla polizia dopo un lungo conflitto a fuoco e negoziati falliti. Ecco la cronologia del terrore ora dopo ora ricostruita dall’Ansa.
Ore 20.45 – Il primo colpo di arma da fuoco viene ripreso in diretta dalle televisioni americane e da testimoni in live streaming su Facebook. Si vede la folla che si disperde, si sentono le urla. Nell’arco di un quarto d’ora i colpi si susseguono. Fino a quando gli agenti tra la folla urlano “Active shooter!” “Un uomo armato sta sparando!”, il segnale d’allerta più temuto. Ed è il caos. Si parla subito di due agenti raggiunti dai proiettili.
Ore 22.30 – La polizia conferma che una guardia dei trasporti pubblici è stata uccisa e tre sono rimasti feriti. La vittima è Brent Thompson, 43 anni, della authority per i trasporti Dallas Area Rapid Transit.
Ore 22.45 – Il bilancio si aggrava. Si diffondono notizie secondo cui almeno due cecchini hanno sparato contro dieci agenti e che i poliziotti morti sono tre. Ancora poco prima delle 23, viene resa pubblica l’immagine di una persona definita di interesse, ma non sospetta. Verrà poi rilasciata in quanto estranea ai fatti.
Ore 23.05 – Adesso si contano almeno quattro poliziotti morti, i feriti sono almeno sette. Emerge intanto che un sospetto si è barricato in un parcheggio nel centro della città e che la Polizia ha avviato una trattativa, mentre comincia a delinearsi la dinamica dell’attacco, definito una “imboscata”. Quindi il bilancio della vittime sale ad almeno cinque, tutti poliziotti.
Ore 03.06 – Il sospetto viene neutralizzato. E’ morto. Inizialmente si ipotizza un suicidio. Ore dopo la polizia spiegherà la dinamica del blitz in cui viene ucciso il presunto cecchino: Micah Xavier Johnson.
Ore 07.00 – Il capo della polizia David Brown e il sindaco di Dallas Mike Rawlings tengono la prima conferenza stampa. Brown precisa che lo ‘sniper’ non si è suicidato ma è stato ucciso da un robot killer imbottito di esplosivo. E’ la prima volta che la polizia americana usa un dispositivo di questo tipo. Il responsabile della polizia aggiunge che il killer ha agito da solo e che non faceva parte di nessun gruppo organizzato. Pochi i dettagli sulle indagini a parte l’annuncio del fermo di tre persone. Brown spiega che “il sospetto ha detto di essere arrabbiato per le recenti uccisioni da parte della polizia di avercela con i bianchi e di voler uccidere bianchi, specialmente poliziotti bianchi”.
Ore 12.20 – Il cecchino viene identificato: si chiamava Micah Xavier Johnson, aveva 25 anni, era incensurato, e residente nell’area di Dallas. Emergerà più tardi che si tratta di un veterano, un riservista dell’esercito che ha combattuto in Afghanistan. Contrariamente a quanto si pensava all’inizio, sarebbe l’unico cecchino: così scrivono New York Times, Washington Post e New York Daliy News.