A Salerno la De Luca dynasty ora si gioca a carte scoperte. Con il debutto politico del primogenito del governatore della Campania Vincenzo De Luca. Piero, 36 anni, avvocato e già membro dell’assemblea nazionale dem, è ora coordinatore scientifico del comitato per il Sì al referendum costituzionale di ottobre. Il battesimo all’Hotel Mediterraneo di Napoli, dove ha spiegato le ragioni della consultazione, accanto al ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Un ruolo politico chiave per il rampollo che sembrava lavorasse più che altro dietro le quinte rispetto al fratello Roberto, commercialista di 32 anni, prima responsabile del dipartimento Economia della segreteria provinciale del Pd e oggi assessore del Comune di Salerno con delega al Bilancio e allo Sviluppo. Era entrato anche nella rosa dei candidati alla poltrona di sindaco, Roberto, ma poi la corsa è stata affidata all’attuale primo cittadino Enzo Napoli. E se il secondogenito è lanciato verso un ruolo amministrativo, Piero De Luca gioca le sue carte e muove i primi passi su altri campi. Nella politica dei grandi. Secondo voci interne al Pd campano puntando alla candidatura alla Camera dei deputati. Molto dipenderà, a questo punto, proprio dall’esito del referendum. Spacchettato o meno.
IL DEBUTTO DI PIERO: “SALUTO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE” – Un bel passo per uno dei protagonisti della campagna elettorale di Salerno, seguita in rete e con il porta a porta e che ha condotto alla vittoria Enzo Napoli (e De Luca senior) con oltre il 70 per cento delle preferenze. Un mese dopo, ecco l’esordio politico di Piero De Luca nella Napoli di Luigi De Magistris. Accanto a lui, oltre al ministro Boschi, Francesco Nicodemo, consigliere per la comunicazione di Palazzo Chigi e il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto, che ha presentato l’ultima Leopolda. Il primo intervento è stato proprio quello di Piero De Luca che ha salutato le autorità presenti ed aveva già iniziato il suo discorso, quando in sala è arrivato in ritardo di pochi minuti il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Che ha preso posto in prima fila. Padre e figlio si sono guardati. E De Luca jr ha sorriso: “Saluto anche il presidente della giunta regionale”. Ecco fatto, il cerchio è chiuso per chi da tempo ritiene che il vero erede politico del governatore della Campania sia proprio il figlio Piero. Suoi amici alcuni dei componenti dell’attuale giunta di Salerno, tra cui Angelo Caramanno, l’avvocato che ha assistito il governatore quando, nominato viceministro del governo Letta, dovette affrontare la questione dell’incompatibilità.
DAGLI STUDI IN EUROPA ALL’ACCUSA DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA – Ma la rete che Piero De Luca sta tessendo da anni va ben oltre i confini di Salerno. Tant’è che nel suo discorso ha parlato, tra le altre cose, della necessità di “governi stabili”, di “semplificare il processo legislativo” e intervenire contro “l’oscurità delle leggi italiane” frutto della contrattazione all’interno “di maggioranze eterogenee tra i due rami del parlamento”. Avvocato e referendario presso la Corte di giustizia dell’Unione europea, Piero De Luca ha frequentato l’Università a Napoli prima di trasferirsi a Bruxelles. Ha lavorato in Lussemburgo e come avvocato nello studio legale di Roma ‘Clarizia e associati’ del noto amministrativista Angelo Clarizia, salernitano di nascita, finito al centro di una bufera mediatica per i rapporti con le sfere più alte della politica. Non solo rose, però, per il rampollo, indagato per la bancarotta fraudolenta dell’Ifil (società di consulenza coinvolta nell’appalto di piazza della Libertà a Salerno) e accusato dell’utilizzo di circa 23mila euro per l’acquisto dei biglietti per i viaggi con la moglie in Lussemburgo, dove lavorava da avvocato esperto in diritto comunitario.
L’EREDITÀ DELUCHIANA – Se il prossimo obiettivo è la Camera dei deputati, sembrerebbe risolta (almeno per ora) anche la questione dell’eredità deluchiana contesa tra i due figli del governatore, che in questi anni si sono dati da fare entrambi. Roberto avrebbe campo libero sul territorio e con il tempo potrebbe andare ben oltre la città di Salerno, mentre Piero, che ha potuto ampliare il raggio delle sue amicizie, sarebbe sempre più lanciato verso Roma. Ambienti politici confermano una vicinanza anche a Luca Lotti, sottosegretario di Renzi. Che misurerà i suoi candidati (non solo in Campania) anche sulla base di quanto accadrà sul fronte referendum. Imprevedibile, anche per i lungimiranti De Luca, lo scenario in caso della vittoria del No. Ma se vince il Sì la strada per il primogenito del governatore è tutta in discesa.
Politica
De Luca dynasty, dopo Roberto ecco Piero: guida il fronte del Sì al referendum per prenotare la candidatura alla Camera
I due figli del governatore campano si giocano l'eredità (e i voti) del padre: il 32enne Roberto 'controlla' il Comune di Salerno con un assessorato di peso (Bilancio e Sviluppo), il primogenito sabato ha esordito da coordinatore scientifico regionale in favore della Riforma. Secondo fonti interne al Pd salernitano è il primo passaggio ufficiale per un posto blindato alle politiche
A Salerno la De Luca dynasty ora si gioca a carte scoperte. Con il debutto politico del primogenito del governatore della Campania Vincenzo De Luca. Piero, 36 anni, avvocato e già membro dell’assemblea nazionale dem, è ora coordinatore scientifico del comitato per il Sì al referendum costituzionale di ottobre. Il battesimo all’Hotel Mediterraneo di Napoli, dove ha spiegato le ragioni della consultazione, accanto al ministro per le Riforme Maria Elena Boschi. Un ruolo politico chiave per il rampollo che sembrava lavorasse più che altro dietro le quinte rispetto al fratello Roberto, commercialista di 32 anni, prima responsabile del dipartimento Economia della segreteria provinciale del Pd e oggi assessore del Comune di Salerno con delega al Bilancio e allo Sviluppo. Era entrato anche nella rosa dei candidati alla poltrona di sindaco, Roberto, ma poi la corsa è stata affidata all’attuale primo cittadino Enzo Napoli. E se il secondogenito è lanciato verso un ruolo amministrativo, Piero De Luca gioca le sue carte e muove i primi passi su altri campi. Nella politica dei grandi. Secondo voci interne al Pd campano puntando alla candidatura alla Camera dei deputati. Molto dipenderà, a questo punto, proprio dall’esito del referendum. Spacchettato o meno.
IL DEBUTTO DI PIERO: “SALUTO IL PRESIDENTE DELLA REGIONE” – Un bel passo per uno dei protagonisti della campagna elettorale di Salerno, seguita in rete e con il porta a porta e che ha condotto alla vittoria Enzo Napoli (e De Luca senior) con oltre il 70 per cento delle preferenze. Un mese dopo, ecco l’esordio politico di Piero De Luca nella Napoli di Luigi De Magistris. Accanto a lui, oltre al ministro Boschi, Francesco Nicodemo, consigliere per la comunicazione di Palazzo Chigi e il sindaco di Ercolano Ciro Buonajuto, che ha presentato l’ultima Leopolda. Il primo intervento è stato proprio quello di Piero De Luca che ha salutato le autorità presenti ed aveva già iniziato il suo discorso, quando in sala è arrivato in ritardo di pochi minuti il presidente della Regione Vincenzo De Luca. Che ha preso posto in prima fila. Padre e figlio si sono guardati. E De Luca jr ha sorriso: “Saluto anche il presidente della giunta regionale”. Ecco fatto, il cerchio è chiuso per chi da tempo ritiene che il vero erede politico del governatore della Campania sia proprio il figlio Piero. Suoi amici alcuni dei componenti dell’attuale giunta di Salerno, tra cui Angelo Caramanno, l’avvocato che ha assistito il governatore quando, nominato viceministro del governo Letta, dovette affrontare la questione dell’incompatibilità.
DAGLI STUDI IN EUROPA ALL’ACCUSA DI BANCAROTTA FRAUDOLENTA – Ma la rete che Piero De Luca sta tessendo da anni va ben oltre i confini di Salerno. Tant’è che nel suo discorso ha parlato, tra le altre cose, della necessità di “governi stabili”, di “semplificare il processo legislativo” e intervenire contro “l’oscurità delle leggi italiane” frutto della contrattazione all’interno “di maggioranze eterogenee tra i due rami del parlamento”. Avvocato e referendario presso la Corte di giustizia dell’Unione europea, Piero De Luca ha frequentato l’Università a Napoli prima di trasferirsi a Bruxelles. Ha lavorato in Lussemburgo e come avvocato nello studio legale di Roma ‘Clarizia e associati’ del noto amministrativista Angelo Clarizia, salernitano di nascita, finito al centro di una bufera mediatica per i rapporti con le sfere più alte della politica. Non solo rose, però, per il rampollo, indagato per la bancarotta fraudolenta dell’Ifil (società di consulenza coinvolta nell’appalto di piazza della Libertà a Salerno) e accusato dell’utilizzo di circa 23mila euro per l’acquisto dei biglietti per i viaggi con la moglie in Lussemburgo, dove lavorava da avvocato esperto in diritto comunitario.
L’EREDITÀ DELUCHIANA – Se il prossimo obiettivo è la Camera dei deputati, sembrerebbe risolta (almeno per ora) anche la questione dell’eredità deluchiana contesa tra i due figli del governatore, che in questi anni si sono dati da fare entrambi. Roberto avrebbe campo libero sul territorio e con il tempo potrebbe andare ben oltre la città di Salerno, mentre Piero, che ha potuto ampliare il raggio delle sue amicizie, sarebbe sempre più lanciato verso Roma. Ambienti politici confermano una vicinanza anche a Luca Lotti, sottosegretario di Renzi. Che misurerà i suoi candidati (non solo in Campania) anche sulla base di quanto accadrà sul fronte referendum. Imprevedibile, anche per i lungimiranti De Luca, lo scenario in caso della vittoria del No. Ma se vince il Sì la strada per il primogenito del governatore è tutta in discesa.
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Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e di averlo "informato che la prossima settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato".
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"Con l'aiuto di Allah Onnipotente", prosegue la dichiarazione, "le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nella zona di operazioni dichiarata finché gli aiuti e i beni di prima necessità non saranno consegnati alla Striscia di Gaza".
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