Un milione e mezzo di euro. È questa la cifra a cui ammontano complessivamente le richieste di risarcimento per danni all’immagine avanzate oggi, davanti ai giudici della X sezione penale di Milano, da Regione Lombardia e da Ilspa a carico dell’ex dg di Infrastrutture Lombarde spa Antonio Rognoni, imputato per corruzione, turbativa d’asta e rivelazione di segreto d’ufficio (arrestato il 20 marzo del 2014) nell’ultimo filone, l’unico andato a dibattimento, dell’inchiesta sulla cosiddetta cupola degli appalti per l’Expo. Indagine che ha portato già a una serie di patteggiamenti, tra cui quelli dell’ex Dc Gianstefano Frigerio, dell’ex Pci Primo Greganti e dell’ex senatore del Pdl Luigi Grillo.
I giudici hanno anche riconosciuto a Rognoni le attenuanti generiche e hanno disposto per lui l’interdizione dai pubblici uffici e l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per la durata della pena inflitta. Il Tribunale, poi, ha anche condannato l’ex top manager a risarcire i danni d’immagine a Regione Lombardia (30mila euro) e alla stessa Ilspa (70mila euro), entrambi parti civili. I danni patrimoniali, invece, dovranno essere quantificati in sede civile.
Nella scorsa udienza, il 22 giugno, il pm di Milano Eugenio Fusco ha chiesto una condanna a 5 anni di carcere per Rognoni, accusato di turbativa d’asta per la gara per le cosiddette architetture di servizì per l’Esposizione Universale e ancora di turbativa d’asta, corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio per la gara, non andata in porto nel 2014, per la realizzazione della Città della Salute a Sesto San Giovanni. Questa mattina hanno preso la parola i legali delle parti civili. Nel corso della requisitoria il pm ha sostenuto che l’imputato ha mostrato tutta la sua “disponibilita’” nei confronti di quel “sodalizio”, che “qualcuno ha definito anche ‘la cupola dei vecchietti’, ma che in realtà era fatta da personaggi che si muovevano con dinamismo su nomine e importanti commesse, applicando anche una sorta di ‘manuale Cencelli’ negli appalti”.
L’avvocato Antonella Forloni, che rappresenta l’amministrazione regionale (Ilspa è una società partecipata dalla Regione Lombardia), richiamandosi alla “gravità dei fatti contestati e alla qualità personale dell’imputato che va condannato per le responsabilità penali accertate”, ha chiesto ai giudici di rinviare in sede civile la quantificazione del risarcimento per i danni patrimoniali. Mentre ha indicato una provvisionale di risarcimento di mezzo milione di euro per quelli non patrimoniali. Successivamente, il legale di Ilspa, l’avvocato Federico Papa, ha chiesto che Rognoni venga condannato a risarcire con un milione di euro la società di cui era top manager (con una provvisionale immediatamente esecutiva di 500 mila euro) per danni all’immagine, “anche per la risonanza mediatica della vicenda, perché ed esempio se si digita Ilspa su Google escono solo riferimenti a questa e ad un’altra indagine che coinvolge Rognoni”. Sul danno patrimoniale anche l’avvocato Papa ha chiesto che la quantificazione venga stabilita dal giudice civile.
La Regione Lombardia dovrebbe dire un grande “grazie” all’ingegnere Rognoni per quello che ha fatto e basta vedere lo stato delle infrastrutture lombarde” ha invece replicato l’avvocato Francesco Centonze. Il difensore di Rognoni, che al termine del suo intervento ha chiesto l’assoluzione “con la formula più ampiamente liberatoria” ha sostenuto che “è stato costruito un teorema accusatorio senza prove”.
E se per la Procura la ‘cupola’, con a capo l’ex parlamentare Dc Gianstefano Frigerio , voleva piazzarlo ai vertici di Anas, per la difesa “Rognoni non aveva interesse a un posto là e non l’ha mai chiesto, anche perché in quel periodo aveva già avviato trattative con il suo nuovo datore di lavoro Davide Bizzi”. Nella prossima udienza, fissata per il 19 luglio, si terranno le repliche della parti e poi i giudici andranno in camera di consiglio per il verdetto.