“Non c’è più l’ultrà vecchio tipo. I gruppi pensano soltanto ai soldi. È un business appetibile, soprattutto quando riguarda la campionessa d’Italia che fa sold out ogni domenica”. Così un investigatore della polizia di Torino, esperto di tifoserie, spiega gli interessi criminali nella gestione dei biglietti e degli accessi dello Juventus Stadium. Qui è avvenuto quello che è già successo a Milano, dove i gruppi di irriducibili, spesso legati alla destra, hanno lasciato il posto a persone provenienti dalla criminalità. Bagarinaggio e merchandising per arrotondare i proventi dei traffici di droga e altre attività illecite, ma anche un modo per estendere il proprio potere. Lo rivelano alcune indagini della Direzione distrettuale antimafia di Torino svolte negli ultimi anni. Oltre all’inchiesta “Alto Piemonte” con gli arresti di venerdì 1 luglio, almeno altre tre operazioni degli ultimi anni.
“Bravi ragazzi”
Il 25 novembre 2014 i carabinieri di Torino e Agrigento, nel corso di un’indagine del sostituto procuratore Paolo Toso, arrestano una banda di narcotrafficanti che spostano droga dall’Albania e dalla Sicilia verso il Piemonte. Il capo si chiama Andrea Puntorno, 39enne originario di Agrigento, da anni residente nella periferia di Torino, e dietro di lui c’è il suo luogotenente, Davide Moscatiello, nell’ottobre 2015 condannato insieme ad altri ultras a tre anni di carcere per istigazione all’odio razziale (urlava “Bruciamoli tutti” mentre guidava una spedizione punitiva per bruciare il rogo al campo rom della Continassa, vicino allo Juventus Stadium, la sera del 10 dicembre 2011).
Puntorno e Moscatiello sono già noti come capi dei “Bravi ragazzi”, un gruppo di ultras della curva sud Gaetano Scirea, anello secondo, quello dei Drughi, il gruppo più numeroso, il cui leader indiscusso è ancora Dino Mocciola, nonostante i quasi 19 anni in carcere per concorso in omicidio, ora sottoposto a Daspo per gli scontri tra ultras bianconeri e tifosi dell’Atalanta a Bergamo nel maggio 2013. Dalle intercettazioni di quell’inchiesta sul narcotraffico era emerso che Puntorno non gestiva soltanto traffici di eroina, hashish e marijuana, ma anche il bagarinaggio. Gli investigatori avevano anche filmato degli incontri sia sotto casa sua, nel quartiere Vallette, sia nel suo appartamento, con esponenti della ‘ndrangheta: persone già condannate – di cui non viene rivelata l’identità – e persone contigue ai gruppi criminali calabresi.
Molti di loro avevano affidato denaro al leader dei “Bravi ragazzi” per investirli nell’acquisto di biglietti e di abbonamenti intestati a prestanome per far entrare alcuni spettatori dietro il pagamento di una quota. Una parte di questa vicenda è emersa pochi mesi dopo, il 9 giugno 2015, quando i carabinieri di Torino hanno arrestato Salvatore Boncore, 59enne originario di Riesi (in provincia di Caltanissetta), e Vincenzo Maccione, foggiano di 57 anni, accusati di estorsione e tentata estorsione. Secondo gli investigatori nel gennaio 2015, dopo l’arresto di Puntorno, Maccione e Boncore avevano lanciato due molotov contro la palestra di pugilato di Puntorno e avevano incendiato il furgone della moglie, Patrizia Fiorillo, alla quale avevano anche recapitato un bigliettino col nome di una figlia. Dalle intercettazioni emergeva che i due uomini volevano il denaro proveniente dal bagarinaggio gestito da Puntorno con alcuni abbonamenti acquistati col denaro dei due.
I “Templari” alleati
Puntorno e i “Bravi ragazzi”, composti da poche centinaia di tifosi, avevano anche bisogno di alleati per non essere sopraffatti dai “Drughi” di Mocciola (quasi mille persone) con cui condividono il secondo anello (il primo è per i “milanesi” legati ai Viking di Loris Giuliano Grancini, vicino a mafia, ‘ndrangheta e destra; i Tradizione dei fratelli Toia e il Nucleo). Ne aveva bisogno specialmente nell’estate del 2011 quando stava per essere inaugurato lo Juventus Stadium e bisognava spartirsi, anche violentemente, gli spazi, come successo a Bardonecchia in quel periodo. Così si rivolgono ad alcuni criminali rumeni e li fanno accomodare nel loro settore. È emerso in un’altra indagine della Dda di Torino, quello sulla Brigada di Oarza, un gruppo criminale rumeno dedito allo sfruttamento della prostituzione, al racket dei locali dei loro connazionali a Torino e altre attività illecite. Tra queste i capi avevano “fiutato” anche quella dei biglietti della Juventus. Stando al racconto reso da un collaboratore di giustizia agli inquirenti, è questa la ragione che ha portato alla formazione del gruppo ultras denominato “Templari”, il cui simbolo, la croce di Malta, è lo stesso che gli appartenenti alla Brigada si tatuavano sull’avambraccio. Sempre secondo quanto rivelato dal pentito, per poter esporre lo striscione col loro nome e ottenere pacchetti di biglietti da rivendere a prezzo maggiorato, i rumeni sono dovuti andare in Calabria a chiedere l’autorizzazione.
L’arrivo dei “Gobbi”
Con i leader dei “Bravi ragazzi” in carcere, la Digos della questura di Torino ha proposto al questore di ritirare dalla curva il loro striscione per evitare pubblicità a un gruppo criminale. Il gruppo, quindi, non è più ufficialmente nello stadio. Al loro posto, però, hanno trovato spazio altri. Saverio Dominello e il figlio Rocco (accusati di associazione mafiosa come esponenti della cosca Pesce-Bellocco) avevano creato il gruppo “Gobbi” per poter gestire biglietti e gadget. In quest’ottica nell’aprile 2013 organizzano un incontro: “Il fine della riunione era quello di imporre le proprie strategie economico/criminali sdoganando il nuovo gruppo denominato Gobbi a scapito del gruppo ultras Bravi ragazzi”, si legge nell’ordinanza. All’incontro partecipa come responsabile del gruppo anche Domenico Lo Surdo, fratello di Giacomo, ex capo degli Arditi condannato per associazione mafiosa nei processi Minotauro e San Michele. Com’è emerso in quest’ultimo procedimento, Giacomo e gli “Arditi” avevano assaltato gli ingressi dello Stadio Delle Alpi in occasione di un concerto di Vasco Rossi nel 2007.
Col processo San Michele si è anche scoperto l’arrivo di boss della ‘ndrangheta dalla Calabria a Torino per le partite del club bianconero. Lo ha raccontato il pentito Domenico Bumbaca: “Ricordo che Francesco Russelli disse a Mario Audia (condannato in abbreviato, ndr) di doversi recare presso un club Draghi o Drughi di ultras juventini – ha raccontato ai pm -. Giunti sul posto fummo accolti da un ragazzo, originario della provincia di Reggio Calabria, che consegnò i biglietti per la partita a Francesco Russelli dentro una busta”. La partita in questione è Juventus-Arsenal del 5 aprile 2006. Poi ha aggiunto: “Non pagammo i biglietti per l’ingresso allo stadio e preciso che il ragazzo che ci consegnò i biglietti si vantava di poter disporre ogni settimana di biglietti per l’ingresso allo stadio e di somme di denaro che percepiva dai giocatori della Juve”. Secondo la polizia giudiziaria, la descrizione combacia con il club degli Arditi capeggiati da Lo Surdo.
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Juve, dall’estorsione al narcotraffico: ecco gli interessi criminali nella gestione dei biglietti dello Stadium
Dal gruppo Bravi ragazzi, i cui leader sono stati arrestati per narcotraffico, ai Templari, che hanno lo stesso simbolo di un gruppo criminale rumeno dedito allo sfruttamento della prostituzione: ecco chi gestisce il bagarinaggio dei ticket per gli incontri della società bianconera. “Non c’è più il tifoso vecchio tipo, adesso pensano soltanto ai soldi", spiegano gli investigatori
“Non c’è più l’ultrà vecchio tipo. I gruppi pensano soltanto ai soldi. È un business appetibile, soprattutto quando riguarda la campionessa d’Italia che fa sold out ogni domenica”. Così un investigatore della polizia di Torino, esperto di tifoserie, spiega gli interessi criminali nella gestione dei biglietti e degli accessi dello Juventus Stadium. Qui è avvenuto quello che è già successo a Milano, dove i gruppi di irriducibili, spesso legati alla destra, hanno lasciato il posto a persone provenienti dalla criminalità. Bagarinaggio e merchandising per arrotondare i proventi dei traffici di droga e altre attività illecite, ma anche un modo per estendere il proprio potere. Lo rivelano alcune indagini della Direzione distrettuale antimafia di Torino svolte negli ultimi anni. Oltre all’inchiesta “Alto Piemonte” con gli arresti di venerdì 1 luglio, almeno altre tre operazioni degli ultimi anni.
“Bravi ragazzi”
Il 25 novembre 2014 i carabinieri di Torino e Agrigento, nel corso di un’indagine del sostituto procuratore Paolo Toso, arrestano una banda di narcotrafficanti che spostano droga dall’Albania e dalla Sicilia verso il Piemonte. Il capo si chiama Andrea Puntorno, 39enne originario di Agrigento, da anni residente nella periferia di Torino, e dietro di lui c’è il suo luogotenente, Davide Moscatiello, nell’ottobre 2015 condannato insieme ad altri ultras a tre anni di carcere per istigazione all’odio razziale (urlava “Bruciamoli tutti” mentre guidava una spedizione punitiva per bruciare il rogo al campo rom della Continassa, vicino allo Juventus Stadium, la sera del 10 dicembre 2011).
Puntorno e Moscatiello sono già noti come capi dei “Bravi ragazzi”, un gruppo di ultras della curva sud Gaetano Scirea, anello secondo, quello dei Drughi, il gruppo più numeroso, il cui leader indiscusso è ancora Dino Mocciola, nonostante i quasi 19 anni in carcere per concorso in omicidio, ora sottoposto a Daspo per gli scontri tra ultras bianconeri e tifosi dell’Atalanta a Bergamo nel maggio 2013. Dalle intercettazioni di quell’inchiesta sul narcotraffico era emerso che Puntorno non gestiva soltanto traffici di eroina, hashish e marijuana, ma anche il bagarinaggio. Gli investigatori avevano anche filmato degli incontri sia sotto casa sua, nel quartiere Vallette, sia nel suo appartamento, con esponenti della ‘ndrangheta: persone già condannate – di cui non viene rivelata l’identità – e persone contigue ai gruppi criminali calabresi.
Molti di loro avevano affidato denaro al leader dei “Bravi ragazzi” per investirli nell’acquisto di biglietti e di abbonamenti intestati a prestanome per far entrare alcuni spettatori dietro il pagamento di una quota. Una parte di questa vicenda è emersa pochi mesi dopo, il 9 giugno 2015, quando i carabinieri di Torino hanno arrestato Salvatore Boncore, 59enne originario di Riesi (in provincia di Caltanissetta), e Vincenzo Maccione, foggiano di 57 anni, accusati di estorsione e tentata estorsione. Secondo gli investigatori nel gennaio 2015, dopo l’arresto di Puntorno, Maccione e Boncore avevano lanciato due molotov contro la palestra di pugilato di Puntorno e avevano incendiato il furgone della moglie, Patrizia Fiorillo, alla quale avevano anche recapitato un bigliettino col nome di una figlia. Dalle intercettazioni emergeva che i due uomini volevano il denaro proveniente dal bagarinaggio gestito da Puntorno con alcuni abbonamenti acquistati col denaro dei due.
I “Templari” alleati
Puntorno e i “Bravi ragazzi”, composti da poche centinaia di tifosi, avevano anche bisogno di alleati per non essere sopraffatti dai “Drughi” di Mocciola (quasi mille persone) con cui condividono il secondo anello (il primo è per i “milanesi” legati ai Viking di Loris Giuliano Grancini, vicino a mafia, ‘ndrangheta e destra; i Tradizione dei fratelli Toia e il Nucleo). Ne aveva bisogno specialmente nell’estate del 2011 quando stava per essere inaugurato lo Juventus Stadium e bisognava spartirsi, anche violentemente, gli spazi, come successo a Bardonecchia in quel periodo. Così si rivolgono ad alcuni criminali rumeni e li fanno accomodare nel loro settore. È emerso in un’altra indagine della Dda di Torino, quello sulla Brigada di Oarza, un gruppo criminale rumeno dedito allo sfruttamento della prostituzione, al racket dei locali dei loro connazionali a Torino e altre attività illecite. Tra queste i capi avevano “fiutato” anche quella dei biglietti della Juventus. Stando al racconto reso da un collaboratore di giustizia agli inquirenti, è questa la ragione che ha portato alla formazione del gruppo ultras denominato “Templari”, il cui simbolo, la croce di Malta, è lo stesso che gli appartenenti alla Brigada si tatuavano sull’avambraccio. Sempre secondo quanto rivelato dal pentito, per poter esporre lo striscione col loro nome e ottenere pacchetti di biglietti da rivendere a prezzo maggiorato, i rumeni sono dovuti andare in Calabria a chiedere l’autorizzazione.
L’arrivo dei “Gobbi”
Con i leader dei “Bravi ragazzi” in carcere, la Digos della questura di Torino ha proposto al questore di ritirare dalla curva il loro striscione per evitare pubblicità a un gruppo criminale. Il gruppo, quindi, non è più ufficialmente nello stadio. Al loro posto, però, hanno trovato spazio altri. Saverio Dominello e il figlio Rocco (accusati di associazione mafiosa come esponenti della cosca Pesce-Bellocco) avevano creato il gruppo “Gobbi” per poter gestire biglietti e gadget. In quest’ottica nell’aprile 2013 organizzano un incontro: “Il fine della riunione era quello di imporre le proprie strategie economico/criminali sdoganando il nuovo gruppo denominato Gobbi a scapito del gruppo ultras Bravi ragazzi”, si legge nell’ordinanza. All’incontro partecipa come responsabile del gruppo anche Domenico Lo Surdo, fratello di Giacomo, ex capo degli Arditi condannato per associazione mafiosa nei processi Minotauro e San Michele. Com’è emerso in quest’ultimo procedimento, Giacomo e gli “Arditi” avevano assaltato gli ingressi dello Stadio Delle Alpi in occasione di un concerto di Vasco Rossi nel 2007.
Col processo San Michele si è anche scoperto l’arrivo di boss della ‘ndrangheta dalla Calabria a Torino per le partite del club bianconero. Lo ha raccontato il pentito Domenico Bumbaca: “Ricordo che Francesco Russelli disse a Mario Audia (condannato in abbreviato, ndr) di doversi recare presso un club Draghi o Drughi di ultras juventini – ha raccontato ai pm -. Giunti sul posto fummo accolti da un ragazzo, originario della provincia di Reggio Calabria, che consegnò i biglietti per la partita a Francesco Russelli dentro una busta”. La partita in questione è Juventus-Arsenal del 5 aprile 2006. Poi ha aggiunto: “Non pagammo i biglietti per l’ingresso allo stadio e preciso che il ragazzo che ci consegnò i biglietti si vantava di poter disporre ogni settimana di biglietti per l’ingresso allo stadio e di somme di denaro che percepiva dai giocatori della Juve”. Secondo la polizia giudiziaria, la descrizione combacia con il club degli Arditi capeggiati da Lo Surdo.
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Damasco, 16 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Difesa siriano ha accusato domenica il gruppo libanese Hezbollah di aver rapito e ucciso tre soldati in Libano. Lo hanno riferito i media statali.
"Un gruppo della milizia di Hezbollah... ha rapito tre membri dell'esercito siriano al confine tra Siria e Libano... prima di portarli in territorio libanese ed eliminarli", ha affermato il ministero della Difesa, citato dall'agenzia di stampa Sana.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha dichiarato che un colpo d'arma da fuoco proveniente dal Libano ha colpito un veicolo all'interno di un centro residenziale nel nord di Israele. "Stamattina, uno sparo ha colpito un veicolo parcheggiato nella zona di Avivim. Non sono stati segnalati feriti. Lo sparo è molto probabilmente partito dal territorio libanese", ha affermato l'esercito in una dichiarazione. "Qualsiasi fuoco diretto verso Israele dal territorio libanese costituisce una palese violazione degli accordi tra Israele e Libano", ha aggiunto l'esercito.
Kiev, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sostituito il capo di stato maggiore delle forze armate, con un decreto emesso oggi, mentre le truppe in prima linea di Kiev continuano ad essere in difficoltà. Secondo un comunicato, Anatoliy Bargylevych è stato sostituito da Andriy Gnatov, a cui "è stato affidato il compito di aumentare l'efficienza della gestione".
"È un combattente", ha detto Zelensky parlando di Gnatov. "Il suo compito è quello di apportare maggiore esperienza di combattimento, l'esperienza delle nostre brigate nella pianificazione delle operazioni, difensive e offensive, nonché uno sviluppo più attivo del sistema dei corpi d'armata", ha aggiunto. "Tutto ciò che le nostre brigate hanno imparato dalla guerra dovrebbe essere implementato al cento per cento a livello di pianificazione".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Un uomo di 45 anni è stato dato alle fiamme nel bel mezzo di Times Square, a New York, la scorsa notte. Lo ha riferito la polizia. Le immagini delle telecamere hanno immortalato il momento in cui l'uomo, a torso nudo e gravemente ustionato, è stato trasportato d'urgenza dalle autorità in ambulanza dopo che le fiamme erano state spente.
La polizia afferma che il 45enne è stato soccorso alle 4 del mattino ed è stato portato in un ospedale vicino in condizioni stabili. Il suo aggressore sarebbe fuggito dalla scena ed è ricercato dalle autorità. Non sono state in grado di dire se l'attacco fosse casuale o mirato.
Gli investigatori hanno riferito che l'uomo era stato cosparso con un liquido infiammabile prima che qualcuno appiccasse il fuoco. La vittima, avvolta dalle fiamme, si era messa poi a correre, quando qualcuno è uscito da un'auto e ha spento il fuoco con un estintore a polvere.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos) - La Macedonia del Nord ha dichiarato un periodo di lutto nazionale di sette giorni per l'incendio in una discoteca che ha causato almeno 59 morti e decine di feriti, mentre le autorità hanno arrestato 15 persone per interrogarle e il ministro degli Interni ha affermato che un'ispezione preliminare ha rivelato che il club stava operando senza la licenza necessaria.
Al termine di una giornata in cui il piccolo Paese balcanico è stato alle prese con un disastro mai visto da decenni, il ministro degli Interni Panche Toshkovski ha dichiarato che il club nella città orientale di Kočani, dove si è verificato l'incendio prima dell'alba, sembrava operare illegalmente.
Più di 20 persone sono sotto inchiesta, 15 delle quali sono sotto custodia della polizia, mentre altri sospettati di coinvolgimento si trovano in ospedale, ha aggiunto Toshkovski. La maggior parte delle vittime dell'incendio, che ha devastato il nightclub Pulse durante un concerto hip-hop, erano adolescenti e giovani adulti. Circa 155 sono rimasti feriti, molti in modo grave.
Mosca, 16 mar. (Adnkronos) - Il desiderio della Gran Bretagna di rubare i beni russi è legato alla lunga tradizione inglese della pirateria, diventata un segno distintivo della corona britannica insieme a "rapine e omicidi". Lo ha affermato la portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova.
"Questa è una delle tradizioni inglesi, come bere il tè e le corse di cavalli. Il fatto è che la pirateria è stata legalizzata in Inghilterra", ha scritto la diplomatica sul suo canale Telegram. "Ai pirati era proibito attaccare le navi inglesi, ma era loro permesso derubare le navi dei concorrenti. Moralità immorale".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - I media libanesi riferiscono di un morto in un attacco aereo israeliano nella città meridionale di Aainata. Ulteriori raid sono stati segnalati a Kafr Kila. Non ci sono commenti immediati da parte delle Idf.