Non è bastata l’approvazione alla Camera per placare le polemiche sul reddito di inclusione previsto dal ddl povertà. Il provvedimento è passato a Montecitorio con i 221 sì della maggioranza, i 22 no di Sinistra italiana e i 63 astenuti tra M5s, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Ora dovrà transitare al Senato. Il disegno di legge, che secondo il presidente Inps Tito Boeri “ha perso pezzi” nel passaggio in Parlamento, è stato salutato con favore dal governo, che ha parlato della “prima misura organica contro la povertà”. Ma le opposizioni sono passate all’attacco, con Beppe Grillo in testa, sostenendo che “il Pd ci imita come una scimmia ammaestrata“.
Il primo a plaudire al voto della Camera è il premier Matteo Renzi. “La prima misura organica della storia repubblicana contro la povertà approvata oggi in prima lettura: 1,6 miliardi in due anni#lavoltabuona”, ha commentato su Twitter. Gli ha fatto eco il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: “Oggi si compie un passo importante verso il traguardo di una misura universale di contrasto alla povertà, un reddito di inclusione destinato a tutti i cittadini che si trovano in condizioni di difficoltà, per assicurare un sostegno economico immediato e l’attivazione di servizi personalizzati, incentrati sull’azione delle comunità locali, che li aiutino a superare la loro condizione”.
Ma il Movimento 5 Stelle attacca a testa bassa. Nei giorni scorsi, i grillini avevano contestato la scelta di chiamare il sostegno previsto dal provvedimento “reddito minimo di inclusione”, spiegando come in realtà non si trattasse di reddito minimo. Nel giorno dell’approvazione in Aula, la maggioranza ha cambiato ancora nome all’intervento, definendolo semplicemente “reddito di inclusione”. Ma questo non è bastato per evitare l’attacco frontale di Beppe Grillo. “Il Pd non copia le proposte 5 Stelle, le imita come farebbe una scimmia poco ammaestrata, e il risultato è all’altezza degli sforzi. Provoca grasse risate e compatimento – ha scritto il comico genovese sul suo blog – L’ultimo esilarante tentativo d’imitazione riguarda il reddito di cittadinanza. Il Pd ha proposto il reddito minimo di inclusione e l’ha fatto con un emendamento in cui cambia il nome alla Social card che risale al 2012″.
Anche Sinistra italiana ha bocciato il reddito di inclusione. “Ma quale reddito minimo. Il Pd e la maggioranza hanno approvato un assegno di povertà – ha spiegato la deputata Maria Nicchi – Una misura in linea con l’idea di welfare residuale e caritatevole che coltivano da tempo e che hanno ribattezzato reddito di inclusione. Una mistificazione inqualificabile che spaccia un’elemosina per pochi per una cosa seria”.
Politica
Ddl povertà, via libera della Camera. E’ polemica sul reddito di inclusione
Ora il testo passerà al Senato: M5s e centro-destra si sono astenuto, Sinistra italiana contraria. Renzi: "Prima misura organica contro l'indigenza". Grillo: "Il Pd non ci copia, coi imita come una scimmia ammaestrata". Maria Nicchi (Si): "E' un'elemosina per pochi"
Non è bastata l’approvazione alla Camera per placare le polemiche sul reddito di inclusione previsto dal ddl povertà. Il provvedimento è passato a Montecitorio con i 221 sì della maggioranza, i 22 no di Sinistra italiana e i 63 astenuti tra M5s, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Ora dovrà transitare al Senato. Il disegno di legge, che secondo il presidente Inps Tito Boeri “ha perso pezzi” nel passaggio in Parlamento, è stato salutato con favore dal governo, che ha parlato della “prima misura organica contro la povertà”. Ma le opposizioni sono passate all’attacco, con Beppe Grillo in testa, sostenendo che “il Pd ci imita come una scimmia ammaestrata“.
Il primo a plaudire al voto della Camera è il premier Matteo Renzi. “La prima misura organica della storia repubblicana contro la povertà approvata oggi in prima lettura: 1,6 miliardi in due anni#lavoltabuona”, ha commentato su Twitter. Gli ha fatto eco il ministro del Lavoro Giuliano Poletti: “Oggi si compie un passo importante verso il traguardo di una misura universale di contrasto alla povertà, un reddito di inclusione destinato a tutti i cittadini che si trovano in condizioni di difficoltà, per assicurare un sostegno economico immediato e l’attivazione di servizi personalizzati, incentrati sull’azione delle comunità locali, che li aiutino a superare la loro condizione”.
Ma il Movimento 5 Stelle attacca a testa bassa. Nei giorni scorsi, i grillini avevano contestato la scelta di chiamare il sostegno previsto dal provvedimento “reddito minimo di inclusione”, spiegando come in realtà non si trattasse di reddito minimo. Nel giorno dell’approvazione in Aula, la maggioranza ha cambiato ancora nome all’intervento, definendolo semplicemente “reddito di inclusione”. Ma questo non è bastato per evitare l’attacco frontale di Beppe Grillo. “Il Pd non copia le proposte 5 Stelle, le imita come farebbe una scimmia poco ammaestrata, e il risultato è all’altezza degli sforzi. Provoca grasse risate e compatimento – ha scritto il comico genovese sul suo blog – L’ultimo esilarante tentativo d’imitazione riguarda il reddito di cittadinanza. Il Pd ha proposto il reddito minimo di inclusione e l’ha fatto con un emendamento in cui cambia il nome alla Social card che risale al 2012″.
Anche Sinistra italiana ha bocciato il reddito di inclusione. “Ma quale reddito minimo. Il Pd e la maggioranza hanno approvato un assegno di povertà – ha spiegato la deputata Maria Nicchi – Una misura in linea con l’idea di welfare residuale e caritatevole che coltivano da tempo e che hanno ribattezzato reddito di inclusione. Una mistificazione inqualificabile che spaccia un’elemosina per pochi per una cosa seria”.
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Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua intenzione di licenziare il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, e di averlo "informato che la prossima settimana presenterà una proposta al governo per porre fine al suo mandato".
In una dichiarazione successiva, Netanyahu ha spiegato: “In ogni momento, ma soprattutto durante una guerra esistenziale come quella che stiamo affrontando, deve esserci piena fiducia tra il primo ministro e il capo dello Shin Bet. "Ma sfortunatamente, la situazione è l'opposto: non ho questa fiducia. Nutro una sfiducia continua nel capo dello Shin Bet, una sfiducia che è solo cresciuta nel tempo".
(Adnkronos) - "Il nemico americano ha lanciato un'aggressione palese contro il nostro Paese nelle ultime ore con oltre 47 attacchi aerei", si legge nella dichiarazione. In risposta, "le Forze Armate hanno condotto un'operazione militare specifica prendendo di mira la portaerei americana USS Harry S. Truman e le sue navi da guerra nel Mar Rosso settentrionale con 18 missili balistici e da crociera e un drone".
"Con l'aiuto di Allah Onnipotente", prosegue la dichiarazione, "le forze armate yemenite continueranno a imporre un blocco navale al nemico israeliano e a vietare alle sue navi di entrare nella zona di operazioni dichiarata finché gli aiuti e i beni di prima necessità non saranno consegnati alla Striscia di Gaza".
Sana'a, 16 mar. (Adnkronos) - Gli Houthi hanno risposto ai bombardamenti americani sullo Yemen attaccando la USS Harry S. Truman nel Mar Rosso con missili balistici e un drone. Lo rivendica il portavoce del gruppo yemenita.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - La polizia israeliana ha aperto un'indagine sull'ex capo dell'agenzia di sicurezza Shin Bet, Nadav Argaman, dopo che venerdì il primo ministro Benjamin Netanyahu ha presentato una denuncia.
Il premier israeliano ha accusato Argaman di ricatto e reati legati alla legge che riguarda lo Shin Bet, che proibisce ai dipendenti dell'organizzazione di divulgare informazioni ottenute nell'ambito del loro lavoro.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un abitante di Gaza, che stava "tentando di piazzare ordigni esplosivi" nei pressi del corridoio di Netzarim, è stato ucciso. Lo riferisce l'esercito israeliano.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Un team negoziale israeliano sta attualmente discutendo la questione degli ostaggi con i mediatori egiziani in Egitto. Lo ha reso noto l'ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in una dichiarazione.
Skopje, 16 mar. (Adnkronos/Afp) - Le autorità della Macedonia del Nord stanno indagando su un possibile caso di "corruzione" in relazione all'incendio che ha ucciso almeno 59 persone in una discoteca. Lo ha riferito il ministro degli Interni Pance Toskovsky.
"Questa azienda non ha una licenza legale per lavorare. Questa licenza, come molte altre cose in Macedonia nel passato, è legata alla corruzione", ha detto Toskovsky durante una conferenza stampa a Kocani, una piccola città nell'est del paese balcanico dove è avvenuta la tragedia durante un concerto nella notte tra sabato e domenica.