Un giorno e mezzo dopo la strage di Nizza c’è la rivendicazione dello Stato Islamico. “Mohamed Lahouaiej Bouhlel è un nostro soldato”, scrive in un comunicato l’agenzia Amaq. Poco dopo gli uomini di Al Baghdadi confermano alla radio: “E’ stata un’operazione perfetta”. L’attentatore che il 14 luglio ha falciato la folla sulla Promenade des Anglais con un tir facendo 84 morti e 121 feriti ricoverati viene definito dal padre come un uomo che aveva “disturbi psichiatrici seri“. Fonti di polizia a Le Figaro hanno specificato che non sono state trovate prove dell’adesione del killer all’Isis. Secondo il Corriere della Sera è stato in Italia e le autorità studiano i suoi movimenti per capire se ha appoggi o complici fuori dalla Francia. Ora il ministro dell’Interno francese Bernard Cazeneuve – forse per rendere coerenti tutte le testimonianze – parla di Lahouaiej-Bouhlel come una persona che si è “radicalizzata velocemente“. Infine si dirada anche la nebbia sulla dinamica dell’attentato del lungomare nizzardo. Innanzitutto il camion ha forzato “in modo violento” un posto di blocco (e qui tramonta l’ipotesi della spiegazione data agli agenti: “Trasporto gelati”). In più, anche se sembra banale, la Regione delle Alpi Marittime specifica che per fermare il tir lanciato a 90 all’ora sarebbe servito “un muro di cemento”.
La radio Rtl ha rintracciato il padre di Lahouaiej-Bouhlel. “Ha passato dei periodi difficili”, ha detto, “l’ho portato da uno psichiatra e ha seguito una cura”. Il medico “ha detto che era affetto da una malattia molto seria“. Il padre ha mostrato la copia di una prescrizione del 2004 che lo psichiatra ha fatto al figlio. Inoltre, ha confidato che suo figlio era molto instabile e a volte violento. Il padre però non ha più avuto frequenti notizie di Mohamed da quando il figlio si stabilì in Francia; qualche colpo di telefono di tanto in tanto, l’ultimo contatto telefonico risale alla scorsa settimana: “Ha salutato tutti e non abbiamo notato nulla di strano, sembrava tutto normale”. Ma che il problema principale di Mohamed fosse la sua testa lo conferma anche la sorella – citata da Le Figaro – che spiega che Lahouaiej-Bouhlel aveva consultato anche diversi specialisti in Tunisia. “Abbiamo dato tutti i documenti” che provano i suoi problemi “alla polizia”, ha aggiunto la donna. Non solo. Secondo quanto hanno raccontato alcuni conoscenti a Repubblica, Bouhlel era noto per essere molto violento. Il giorno della separazione con la moglie ha defecato nell’appartamento in segno di sfregio alla famiglia e squarciato con un pugnale i pupazzi della figlia più piccola. A causa dei suoi scatti di ira era stato condannato a sei mesi con la condizionale dopo un diverbio in strada.
E allora cos’era Mohamed? Un “depresso”, un “imbecille” come lo chiamano i vicini, un mezzo pazzo come lo descrivono i parenti, uno “psicotico” come lo definisce il primo psichiatra che lo ha visitato 12 anni fa in Tunisia? E era davvero un “pessimo” musulmano, donnaiolo e beone? Oppure, come dice il governo francese, aveva accelerato la sua radicalizzazione negli ultimi tempi? Forse la verità è nel mezzo. Il punto di partenza sono le parole di un altro ministro francese, Jean-Yves Le Drian, che guida la Difesa: “L’Isis non organizza”, precisa, ma si limita “ad instillare lo spirito terrorista”. Con le dovute proporzioni è la stessa cosa che ha detto anche lo specialista che visitò Lahouaiej Bouhlel nel 2004: non è stata la sua psicosi a provocare l’attentato, è la diagnosi del medico, ma “un indottrinamento, un delirio di radicalizzazione” che ha trovato terreno fertile in una persona già disturbata.
D’altra parte gli inquirenti, due giorni dopo l’assalto della Promenade, spiegavano di non aver trovato prove concrete per collegare Lahouaiej Bouhlel all’Isis. In ogni caso la Francia per il momento ha rafforzato le misure di sicurezza in tutto il Paese. La strage della Promenade des Anglais ha aperto fronti nuovi del terrore in Francia: da un lato quello della famosa unità nazionale o repubblicana che aveva fin qui tenuto e che stavolta è andata in frantumi solo qualche ora dopo l’attentato. Poi quello di un tipo di attentato “nuovo” – ha ammesso Cazeneuve – commesso da un killer che ha agito da solo, “senza collegamenti, senza armi pesanti e senza essere noto ai servizi come jihadista o radicalizzato”. Le cui mosse, quindi, erano difficilissime o impossibili da prevedere. Ci sono solo alcuni numeri di cellulare, definiti “interessanti”, trovati sul telefono di Lahouaiej Bouhlel.
E naturalmente sullo sfondo, per quello che vale, la politica interna francese. Il presidente della Repubblica François Hollande ha convocato di nuovo all’Eliseo i principali ministri, soprattutto per provare a chiudere le polemiche sulla sicurezza. Al termine dell’incontro sono usciti a parlare i due ministri chiamati in causa, in particolare Cazeneuve, per il quale Marine Le Pen ha chiesto le dimissioni, ma sul quale ha “planato” anche il favorito a essere candidato dell’Eliseo per il centrodestra moderato, Alain Juppé: “La strage di Nizza si sarebbe potuta evitare”. “La polizia era presente, direi molto presente, per mettere in sicurezza la Promenade des Anglais”, ha affermato Cazeneuve, invitando alla “dignità”. E sparando una bordata in risposta a Christian Estrosi, presidente della regione delle Alpi Marittime che ha parlato di dispositivo di polizia “insufficiente”: era tutto preparato “d’intesa con il governo locale. Se le condizioni di sicurezza non c’erano, poteva decidere di annullare le celebrazioni del 14 luglio”.
CRONACA ORA PER ORA
17.55 – In ospedale ancora 121 persone, 26 in condizioni serie
Sono 121 le persone, di cui 26 in condizioni serie, ancora ricoverate a seguito dell’attacco sulla Promenade di Nizza, secondo l’ultimo bilancio diffuso dal ministero della Salute. Tra questi ci sono 30 bambini assistiti dall’ospedale di Lenval. Cinque di loro sono ancora in terapia intensiva. Dal momento dell’attacco, le istituzioni sanitarie a Nizza e nelle città circostanti hanno assistito 303 vittime.
17.52 – Identificazione delle vittime rallentata da procedure
L’identificazione delle vittime dell’attentato di Nizza viene rallentata dalla procedura adottata dalla polizia francese. I corpi che sono custoditi nella morgue dell’ospedale Pasteur non vengono fatti vedere ai parenti prima che siano completati gli esami del dna. Secondo quanto appreso e solo a esame concluso e in caso di parametri assolutamente indiscutibili i parenti possono confermare l’identità del congiunto.
17.12 – Inquirenti: “Sul telefono del killer contatti interessanti”
Sul telefono cellulare trovato nel camion utilizzato da Mohamed Lahouaiej Bouhlel per falciare 84 persone sulla Promenade des Anglais, compaiono tra i contatti alcuni nomi “interessanti”, tra cui quello di Omar Diaby, jihadista di spicco di Nizza ma legato ai qaedisti del fronte Al Nusra, non allo Stato Islamico. Lo rivela Le Monde che cita una fonte vicina all’indagine. “Ci stiamo lavorando su, ma è ancora troppo presto per trarne conclusioni”, precisa tuttavia la fonte, aggiungendo che finora nessun elemento permette di confermare che queste conoscenze non siano casuali.
16.57 – I vicini del killer: “Donnaiolo e incline a bere”
Un uomo instabile, incline al bere e donnaiolo. Così viene descritto dai vicini Mohamed Lahouaiej Bouhlel, il killer di Nizza, secondo quanto riferiscono i media francesi. Originario di Msaken, cittadina situata a una dozzina di chilometri da Sousse, nel Nord-Est della Tunisia, non era noto alle autorità di Tunisi per essere vicino all’islamismo radicale. Anzi, secondo gli abitanti del suo quartiere, a nord di Nizza, più della moschea amava andare in discoteca. “Beveva alcool, dava la caccia alle ragazze e frequentava locali notturni”, dice un vicino, mentre un altro racconta che “il mese scorso aveva iniziato il Ramadan, ma non l’aveva finito”.
16.36 – Fiori e silenzio sulla Promenade des Anglais
Torna alla normalità la Promenade des Anglais dopo l’attentato terroristico di giovedì scorso: oggi pomeriggio turisti e residenti hanno ricominciato ad affollare la celebre passeggiata lungomare di Nizza in un’atmosfera surreale, tra silenzio e lacrime. Della strage rimangono alcuni segni sull’asfalto, macchie di sangue che sono state coperte da mazzi di fiori, candele e biglietti. Inoltre sui pali e sui gazebo sono numerosi i cartelli di persone disperse piazzati da parenti ed amici. Poco più in là, i villeggianti sono tornati ad animare la spiaggia con ombrelloni e teli colorati.
16.34 – Quattro tunisini morti nell’attentato
Quattro tunisini sono morti nell’attentato di Nizza e cinque sono dispersi. Lo riferisce la rete all news i-Telé. Tra le vittime c’è anche il piccolo Kylian, 4 anni, le cui foto erano girate a più riprese nei giorni scorsi sulle pagine dei social network per la ricerca degli scomparsi. Il padre, secondo quanto riferiscono i media locali, ha avuto stamattina la conferma della morte del piccolo. Nei giorni scorsi aveva già appreso il decesso della moglie, e madre di Kylian, Olfa.
16.25 – Il medico di Mohamed: “Soffriva di alterazione della realtà”
L’attentatore di Nizza soffriva di “alterazione della percezione della realtà, quindi di un principio di psicosi“. Lo dichiara L’Express il dottor Chemceddine Hamouda, che aveva incontrato Mohamed Lahouiaej Bouhlel nell’agosto del 2004, quando aveva solo 19 anni. Secondo lo psichiatra l’attentatore aveva sì forti disturbi mentali ma la strage del 14 luglio si inserisce in un processo di “radicalizzazione parallela“. Non è stata la sua psicosi a provocare l’attentato, è la diagnosi del medico, ma “un indottrinamento, un delirio di radicalizzazione” che ha trovato terreno fertile in una persona già disturbata. Al loro primo incontro, Bouhlel era stato accompagnato dal padre dopo che aveva avuto problemi a scuola e in famiglia. Il padre, racconta il medico, “non capiva perché il figlio, fino a quel giorno un ragazzo brillante, fosse divenuto all’improvviso violento nei suoi confronti e svogliato a scuola”. Da quel giorno non ha più visto l’autore del massacro di Nizza.
16.23 – La Le Pen contro il governo: “Cazeneuve si dimetta”
La leader del Front National Marine Le Pen attacca duramente il governo Hollande e in particolare il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve dopo la strage di Nizza.
“In qualsiasi Paese del mondo, un ministro dell’Interno con un bilancio così spaventoso, 250 morti in 18 mesi, si sarebbe dimesso”, ha tuonato in una conferenza stampa nella sede del partito a Nanterre, sottolineando le “gravissime carenze dello Stato nel suo compito principale: la protezione dei suoi cittadini”.
15.55 – Il marito della dispersa: “Non si sa nulla da 36 ore”
“Non ho notizie di mia moglie, non so nulla”. Lo ha detto Piero Massari, marito di Carla Gaveglia una delle persone disperse durante la strage di Nizza. “Sono in reparto con mia figlia (all’ospedale nizzardo Pasteur) – ha detto – che sta relativamente bene. Sono con lei e questo per ora mi basta”.
15.46 – Il console: “31 dispersi? Cifra poco attendibile”
“31 dispersi? La situazione è complessa, la cifra mi sembra poco attendibile, abbiamo vari aggiornamenti con aggiunte in positivo e negativo”. Così il console italiano a Nizza Serena Lippi. “Incrociamo tre liste: Farnesina, ambasciata e nostra. Abbiamo avuto molti ritrovamenti nelle ultime ore, è tutto molto fluido – ha aggiunto – la lista ufficiale delle vittime sarà data nei prossimi giorni per il test del Dna. Il lavoro è difficile, siamo molto rispettosi per il lavoro delle autorità francesi”.
14.07 – La Regione: “Per fermare il tir serviva un muro di cemento”
Il camion che ha compiuto la strage sulla Promenade des Anglais a Nizza ha “polverizzato facilmente il blocco” per entrare nella zona riservata ai pedoni. A riferirlo, dando dettagli sull’attacco ripresi dalle telecamere di sorveglianza è stato il capo gabinetto del presidente della regione Paca Christian Estrosi, Anthony Borré. Per fermare il camion di 19 tonnellate “lanciato a 90 chilometri all’ora sarebbe servito un muro di cemento. Ma il passaggio doveva restare libero per i mezzi di soccorso”. Secondo quanto ricostruito da Borré inoltre sono passati “45 secondi” tra il momento in cui il presunto terrorista è entrato nella zona vietata e il momento in cui è stato ucciso.
14.06 – L’Isis rivendica anche alla radio
Poco dopo l’annuncio attraverso la sua agenzia Amaq, l’autoproclamato Stato Islamico torna a rivendicare la paternità della strage di Nizza, in un comunicato letto dalla sua radio ufficiale al-Bayan. “In risposta agli appelli dello Stato islamico di bersagliare i paesi partecipanti alla coalizione crociata, che stanno combattendo il Califfato, un soldato dei soldati dell’Is, in una nuova operazione di qualità, si è scagliato, utilizzando un grande camion, contro cittadini della Francia crociata, durante la loro celebrazione della Festa Nazionale a Nizza”, ha esordito cosi lo speaker della radio, che diffonde il suo notiziario anche via web. “L’operazione ha causato la morte di quasi un centinaio ed il ferimento di altre decine di persone, in un bilancio destinato ad aumentare a causa della gravità delle lesioni subite”, hanno ribadito i terroristi che poi minacciano “le Nazioni crociate dovranno capire che, qualunque sia il grado di mobilitazione e le misure di sicurezza adottate, non saranno immuni ai colpi dei mujahiddin, che continueranno, Dio piacendo, a bersagliarli nelle loro case”.
14.05 – Hollande fa appello alla coesione del Paese
Il presidente francese, Francois Hollande, ha lanciato un appello alla “coesione del Paese” e all’”unità nazionale” all’indomani della strage di Nizza e delle polemiche che ne sono seguite fra i partiti sulle condizioni della sicurezza sulla Promenade des Anglais. “Il presidente – ha riferito il portavoce del governo Stephane Le Foll al termine di una riunione all’Eliseo – ha ribadito la sua idea della Francia, di un Paese che rispetta valori e principi contro i rischi di una divisione”.
13.52 – Cazeneuve: “No a polemiche alimentate da controverità”
“La volontà in questo momento di dolore e sofferenza, è di mantenere la dignità, rifiutare le polemiche, soprattutto quando sono alimentate da contro-verità”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, parlando all’Eliseo e citato da Le Figaro, a proposito dell’attentato di Nizza e in un apparente riferimento alle accuse dell’opposizione secondo cui il governo non avrebbe fatto abbastanza per impedire la strage.
13.50 – Cazeneuve: “Il killer si è radicalizzato velocemente”
L’attentatore di Nizza “non si era distinto negli ultimi anni per un’adesione all’ideologia islamista radicale”, ma “sembra che si sia radicalizzato molto rapidamente”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve.
13.42 – Cazeneuve: “Il camion ha forzato il blocco”
Il ministro dell’Interno francese, Bernard Cazeneuve, ha smentito che la polizia abbia in qualche modo lasciato passare il camion che ha fatto strage a Nizza, spiegando oggi che “i veicoli blindati rendevano impossibile l’accesso alla Promenade des Anglais”. Il camion guidato da Mohamed Lahouaiej Bouhlel, ha aggiunto Cazeneuve, è passato “salendo in modo molto violento sul marciapiedi”. Media avevano accreditato la versione che il camion fosse stato lasciato passato dopo avere detto che doveva consegnare gelati.
12.57 – I vicini di casa: “Mohamad? Un imbecille”
“Mohamad? Un imbecille”. Questo è il commento dei vicini di casa tunisini che conoscevano Mohammad Bouhlel, l’autore della strage di Nizza. Route de Turin 67, qui lo dipingono tutti nello stesso modo: un pazzo, un imbecille. Soprattutto non un fratello musulmano. “Beveva, si ubriacava, non celebrava il Ramadan”. E adesso nella comunità tunisina c’è tensione: “ci guardano male ora, con sospetto”.
12.00 – Il ferito più piccolo ha sei mesi
La portavoce della Fondazione Lenval, ospedale dei bambini di Nizza, ha detto che il più piccolo dei feriti ha sei mesi. “Siamo abituati”, ha detto Stéphanie Simpson, “ad avere molti bambini, ma qui quello che è difficile da gestire è l’aspetto psicologico. Abbiamo messo in piedi un centro di assistenza psicologica”.
11.30 – Ancora sedici corpi non identificati
Sono sedici i corpi non ancora identificati tra le vittime dell’attacco di Nizza. Lo riferiscono fonti ospedaliere citate dal quotidiano locale Nice Matin.
11.15 – Fonti di polizia a Le Figaro: “Nessuna prova legami con l’Isis”
Secondo fonti vicine alle indagini sull’attacco di Nizza, citate dal quotidiano Le Figaro, gli inquirenti non hanno per ora trovato alcuna prova concreta che l’attentatore abbia dichiarato la sua adesione o giurato fedeltà all’Isis, come di solito fanno i terroristi prima di morire da martiri. Secondo quanto riporta Le Monde, gli inquirenti stanno portando avanti un intenso e minuzioso lavoro su telefoni e computer ritrovati a casa dell’uomo, ma “non è ancora stato rinvenuto alcun elemento relativo a un suo interesse per la jihad”. Sarebbero però emersi, dice sempre il quotidiano citando fonti vicine alle indagini, alcuni nomi “interessanti” e in particolare contatti comuni con Omar Diaby, un jihadista di spicco originario di Nizza, legato però al fronte Al Nusra e non all’Isis. “Ci stiamo lavorando su, ma è ancora troppo presto per trarne conclusioni”, precisa una delle fonti, spiegando che finora nessun elemento permette di confermare che queste conoscenze comuni non siano casuali.
11.00 – Interrogati i parenti dell’ex moglie in Tunisia
Vengono attualmente interrogati nel commissariato di El-Alia, nella città tunisina di Biserta, alcuni parenti della ex moglie dell’attentatore di Nizza. Si tratterebbe in particolare – secondo quanto riferisce il sito di informazioni tunisino Kapitalis – dei cognati della donna, mariti delle sorelle, noti per il loro radicalismo religioso. Condannati sotto Ben Ali, questi avrebbero poi beneficiato dell’amnistia generale nel marzo 2011.
Ore 10.40 – Isis rivendica l’attentato – L’Isis ha rivendicato la strage di Nizza. Lo ha fatto attraverso la sua agenzia Amaq, con un comunicato in cui ha definito il terrorista di Nizza “un soldato”.
.2/ Quoting security source: described him as a soldier of the Islamic State. pic.twitter.com/dGgo8RhJ4o
— Hala Jaber (@HalaJaber) 16 luglio 2016
10.26 – Cerimonia omaggio vittime annullata
La cerimonia di omaggio alle vittime della strage sulla Promenade des Anglais prevista per questa mattina a Nizza è stata annullata dal Prefetto per motivi di sicurezza.
10.10 – Nizza, tre italiani feriti
All’ospedale Pasteur di Nizza sono ricoverati tre italiani a causa delle ferite riportate nell’attentato terroristico di giovedì sera sulla Promenade des Anglais. Lo ha riferito il console generale a Nizza, Serena Lippi. Il più grave è Andrea Avagnina di Mondovì (Cuneo), che si trova in rianimazione per traumi e lesioni interne. Gaetano Moscato, di Chiaverano (Torino) ha subito l’amputazione di una gamba ma le sue condizioni non destano preoccupazione, così come una 14enne di cui non è stata resa nota l’identità, che ha riportato la frattura di un arto inferiore.
10.05 – Trentuno italiani ancora da rintracciare
L’Unità di crisi della Farnesina ha fatto sapere che sono 31 gli italiani ancora da rintracciare. Tre funzionari sono al lavoro per incrociare i nomi delle varie liste di italiani presenti nell’area. Oggi è anche arrivato a Nizza dell’ambasciatore italiano in Francia, Giandomenico Magliano.
10.00 – Fermate 5 persone a Nizza
Sono cinque le persone fermate dopo la strage di Nizza dagli inquirenti che seguono il caso. A riferirne sono i media locali, precisando che resta in stato di fermo la ex moglie dell’attentatore, e che oltre ad una persona fermata ieri tre arresti sono scattati oggi. Un giornalista ha intanto visto circa 40 agenti della polizia speciale fare irruzione in un appartamento non lontano dalla stazione centrale, dove una persona è stata arrestata.
9.30 – Parzialmente riaperta la Promenade des Anglais
E’ stata parzialmente riaperta la Promenade des Anglais a Nizza, fatta eccezione per il luogo della strage delimitata dalla police nationale con i nastri di polizia giudiziaria. Circa 300 metri della passeggiata sono ancora interdetti sia al traffico veicolare che a quello pedonale e restano presidiati dalla polizia. Continua l’afflusso di persone che portano fiori, biglietti e bandiere francesi con scritto ‘je suis Nicois, je suis Francais’.
9.15 – Tre giorni di lutto nazionale in Francia
Inizia oggi in Francia il primo di tre giorni di lutto nazionale proclamati dal presidente dopo l’attentato di Nizza che ha fatto 84 morti. François Hollande riunisce nuovamente questa mattina il Consiglio ristretto di sicurezza e difesa e successivamente riceve i ministri. Alle 12 di lunedì verrà osservato un minuto di silenzio.
8.56 – Ancora dispersa coppia di pensionati italiani
“Non abbiamo ancora notizie di #Angelo D’Agostino# e #Muset Gianna# in ospedale tra i coscienti o con documenti, non ci sono”. Lo ha scritto pochi minuti fa su Twitter la nuora, Roberta Capelli, che ieri aveva lanciato l’allarme per la loro scomparsa nel giorno dell’attentato, postando anche descrizione e foto della coppia di italiani.