E’ morto dopo aver lottato contro la malattia e dopo aver portato avanti la sua battaglia per la legge sul fine vita. Massimo “Max” Fanelli, affetto dalla sclerosi laterale amiotrofica (Sla), aveva 56 anni. Si è spento all’ospedale di Senigallia dove era ricoverato da alcuni giorni per via dell’aggravarsi delle sue condizioni. Attraverso i social network aveva fatto sapere che la malattia stava aggredendo nuovamente l’occhio destro, l’unico contatto con il mondo.
A giugno Max, che era malato in fase terminale, aveva diffuso un video appello su Youtube con un messaggio rivolto ai parlamentari delle Commissioni Giustizia e Affari sociali della Camera per sollecitare la ripresa della discussione della legge sul fine vita. Nel video, che lo ritrae collegato al respiratore, una voce ‘sintetica’ ripercorre le tappe della malattia dell’uomo, sofferente di Sla dal 2013: “Sopravvivo grazie al respiratore automatico e mi alimento via Peg, un buco nello stomaco. Sono completamente paralizzato e mi è rimasto solo un occhio con il quale riesco a comunicare grazie ad un pc oculare”. Fanelli, sostenuto nella sua battaglia dal comitato #iostoconmax, era riuscito a registrare il suo testamento biologico. Senigallia è uno dei primi Comuni d’Italia ad avere istituito il registro per le Dat, la Dichiarazione anticipata di trattamento.
A ottobre 2015 aveva risposto a una lettera inviatagli dalla presidente della Camera Laura Boldrini che lo aveva invitato a ricominciare le cure autosospese per protesta contro l’immobilismo dei partiti parlamentari sul tema del “fine vita“: “Non riprenderò le cure per la Sla e sono pronto anche a interrompere l’alimentazione forzata, se ce ne fosse bisogno”. ”Non ho fiducia nella grande maggioranza dei capigruppo parlamentari che, da venticinque mesi, hanno dimostrato completa indifferenza a tematiche che riguardano il fine vita, un argomento che dovrebbe essere trattato con rispetto laico e con sensibilità verso coloro che soffrono una condizione disumana“, aveva scritto Fanelli. La sua campagna di denuncia aveva raccolto l’adesione di oltre 200 parlamentari.
Alcuni di loro oggi l’hanno voluto salutare per l’ultima volta. “Morte #MaxFanelli ci addolora. Perché abbiamo conosciuto il suo coraggio. Nel suo nome porteremo avanti la battaglia per il #finevita”, scrive su Twitter il capogruppo dei deputati di Sinistra Italiana Arturo Scotto. “La morte di Max Fanelli, l’operatore umanitario colpito da Sclerosi Laterale Amiotrofica che si è battuto in modo eroico per una legge sul fine vita rispettosa della libertà e dei diritti degli individui, deve indurci a moltiplicare sforzi ed impegno” dichiara invece il sottosegretario Ivan Scalfarotto, che aveva incontrato Fanelli nello scorso mese di maggio.
“Il destino ha avuto per Max la pietà che i suoi simili e le istituzioni democratiche in cui credeva gli hanno negato”, aggiunge il sottosegretario. “Egli stesso si è negato la possibilità di porre fine alle sue sofferenze recandosi all’estero perché, come mi disse, aggirare le leggi ingiuste significa contribuire all’imbarbarimento della società. E’ nostro compito e nostro dovere tenere vivo il suo esempio per fare dell’Italia, anche in questo campo, un Paese più civile e più giusto”. “Esprimo a Monica, sua moglie e suo sostegno prezioso ed insostituibile, la mia vicinanza e il mio cordoglio”, conclude Scalfarotto.