E’ l’uomo delle maratone televisive più amate di sempre: dirette fiume approntate per seguire appuntamenti elettorali o importanti fatti di attualità, veri e propri happening del tubo catodico che lo consacrano ogni volta come Re di Twitter. Giornalista amato e seguito, Enrico Mentana ha da poco ripreso a utilizzare con costanza i social network dopo aver abbandonato Twitter, nel 2013, in aperta polemica. In tempi recenti il Nostro ci ha ripensato e con il suo account Facebook ha ripreso a commentare fatti e notizie con uno stile, e non poteva essere che così, inconfondibile. Mentana ribalta ‘l’approccio Morandi”: laddove il cantante di Monghidoro non perde occasione per rispondere con valanghe di affetto e buoni sentimenti anche ai commenti più strampalati e cattivi, Chicco no, lui non ci sta: scrivi una castroneria sotto un suo status? Lui te lo fa notare in modo caustico e tranchant, tanto che le sue risposte ai commenti sono un vero e proprio cult.
“Segnalo che da mercoledì il premier della Gran Bretagna sarà una donna, Theresa May. Tra poche settimane il capo dell’opposizione laburista sarà Angela Eagle, ed è già in carica la first minister scozzese, Nicola Sturgeon. A novembre gli Stati Uniti potrebbero eleggere Hillary Clinton alla loro guida. E un summit anglo-tedesco-americano May-Merkel-Clinton sarebbe un tornante storico. Italia non pervenuta. Ps: a Londra in effetti anche il capo dello stato è donna, da sessant’anni”: questo un suo post dell’11 luglio. Puntuale arriva un commento critico: “Ah, certo, allora siccome vanno di moda le donne premier destituiamo il nostro per mettere una donna…che discorso populista”, scrive un utente facebook. E il Mitraglia non si fa pregare: “Non è obbligatorio rispondere ai post, specie quando non li si capisce”. Mai offensivo ma sempre diretto e senza tanti fronzoli, Mentana usa il social senza voler sfoggiare simpatia e benevolenza a tutti i costi. Il direttore del TgLa7 è uno che sa il fatto suo e il suo rapporto con i social resta travagliato, amore e odio: li usa perché ne conosce le potenzialità ma allo stesso tempo ne prende le distanze: “Narra uno dei più sfruttati aneddoti del ‘900 che il generale De Gaulle, a un suo interlocutore che gli aveva urlato il motto “Mort aux cons!”, abbia risposto beffardo: “Vaste programme…”. E non poteva neppure immaginare cosa ci avrebbero disvelato i social network”, ha scritto il 19 luglio proprio su Facebook.