Mentre sugli aumenti delle bollette della luce scattati a luglio va in scena una guerra a colpi carte bollate, l’Autorità per l’energia elettrica, il gas e il sistema idrico (Aeegsi) ha annunciato l’avvio di un regime transitorio che dovrebbe rendere meno traumatico per i consumatori il passaggio obbligatorio al mercato libero nel 2018. L’offerta, battezzata Tutela Simile, entrerà in vigore a gennaio 2017 e consentirà agli italiani di “sperimentare per un anno una forma di offerta più vicina a quelle del mercato libero, in condizioni di trasparenza, semplicità e in un contesto di fornitura sorvegliata dall’Autorità stessa”. I gestori dovranno, infatti, offrire tariffe competitive rispettando alcuni requisiti minimi, mentre i clienti che attualmente si trovano sotto tutela (sono circa due clienti su tre, cioè il 64,5% su 31 milioni totali) avranno un po’ più di tempo a disposizione per scegliere un nuovo fornitore scegliendo tra tantissime offerte diverse, spesso molto difficili da valutare e da comparare.

Cos’è e come funziona – Tutela Simile è un regime sperimentale monitorato da Aeegsi, con la differenza che gli operatori di energia potranno applicare offerte aggiuntive rispetto ai requisiti minimi obbligatori. L’adesione alla Tutela Simile sarà volontaria e l’offerta potrà essere proposta dai venditori del mercato libero ammessi al meccanismo, cioè in possesso di specifici requisiti di solidità economica e finanziaria, di onorabilità e di natura operativa. Potranno sottoscrivere il contratto, di durata annuale, tutti i consumatori ancora in Maggior Tutela, o quelli che ne avrebbero diritto in caso di attivazione di una nuova fornitura o richiesta di voltura. I gestori dovranno garantire uno sconto sulla prima fattura.

La procedura – I clienti potranno accedere alla Tutela Simile solo online – attraverso il sito dell’Acquirente Unico nell’ambito del Sistema Informativo Integrato, che raccoglierà le offerte, mettendo il cliente in contatto diretto con il potenziale venditore, senza costi di intermediazione o di vendita a distanza. Inoltre, il contratto standard, redatto rispettando le condizioni minime definite dall’Autorità, potrà riguardare solo la fornitura di energia elettrica, senza ulteriori servizi. Senza correre, quindi, il rischio di trovarsi un gestore diverso anche per il gas, come accade tutt’oggi a centinaia di ignari clienti. Le associazioni di consumatori potranno anche agire da “facilitatori“, informando i propri associati e dando vita – se lo vorranno – a gruppi di acquisto.

Se sarà una vittoria di Pirro per i consumatori è presto per dirlo, dal momento che le offerte dei gestori ancora non sono state pubblicate. Si può solo ipotizzare che venga proposto un contratto con tariffe orarie agevolate (ad esempio quella serale per chi è fuori casa tutto il giorno) o sconti per chi non supera una soglia massima indicata. Ma di certo si tratta di una buona notizia visto che l’addio al mercato tutelato dell’energia elettrica è dietro l’angolo: dal primo gennaio 2018 finirà, infatti, la protezione dell’autorità di settore che stabilisce le tariffe calmierate, fissate ogni tre mesi, che tutelano le famiglie da impennate di prezzi ed eventuali comportamenti collusivi fra gli operatori. E, nonostante vada avanti da anni la querelle tra le associazioni dei consumatori e i big della luce sul reale risparmio che si può ottenere su un mercato totalmente libero, per ora regna la confusione. Attratti dalla promessa di alcuni operatori del mercato libero (tramite decine di chiamate dai call center) di una bolletta della luce più leggera, anziani e non si ritrovano subito dopo a pentirsene sia sul fronte della spesa che su quello delle grane che non mancano mai, tra difficoltà nel cambio del gestore e maxi conguagli dopo un anno dalla stipula del nuovo contratto.

“Le tariffe della luce sono molto complicate da comprendere. Inoltre, la componente dell’energia è solo il 40% della cifra da pagare ogni mese, il resto sono oneri e tasse varie”, spiega Confconsumatori. Che aggiunge: “Ci sono diverse fasce orarie, diversi tipi di consumo e non è semplice capire, al telefono, se davvero c’è un risparmio”. Tant’è che nonostante il mercato dell’energia sia stato liberalizzato nel 2007, da allora le nuove società hanno applicato tariffe pressoché allineate a quelle del mercato tutelato, con la sola eccezione di un forte sconto iniziale (per massimo 12 mesi) che, allo scadere della promozione, ha portato poi le famiglie a spendere di più. L’ha dimostrato il report preparato per il governo dall’Autorità per l’energia con i dati che si riferiscono agli anni 2012 e 2013: è emerso chiaramente che passare al mercato libero può arrivare a costare fino al 20% per cento in più. Dato che, di fatto, è riuscito a far slittare il passaggio al mercato libero dal 2017 al 2018, concedendo quindi un anno in più a famiglie e operatori per adeguarsi.

In attesa di capire le sorti del ddl Concorrenza, che prevede appunto il passaggio obbligatorio al mercato libero ma dopo l’approvazione da parte della Camera è ancora arenato al Senato, cosa può fare un consumatore? Vale sempre la regola aurea della comparazione: chiamare il proprio operatore per capire quale tariffa viene applicata e confrontarla con quelle presenti sul mercato. Una buona base di partenza è il “Trova Offerte” dell’Autorità per l’energia: è un servizio gratuito che consente di confrontare diverse offerte in relazione ai consumi.

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