La Procura nazionale antimafia e antiterrorismo si rinforza. Nei giorni più caldi dell’emergenza terrorismo internazionale il Consiglio superiore della magistratura ha scelto i due vice che affiancheranno Franco Roberti al vertice della Pna. I profili individuati, che verranno sottoposti al plenum di domani, sono quelli di Giovanni Russo e Maurizio Romanelli. Che hanno prevalso su una serie di altri candidati al ruolo di aggiunto che attendeva di essere coperto già da un anno. Escluso preliminarmente dalla corsa Nino Di Matteo. La sua domanda è stata giudicata inammissibile dal Consiglio giudiziario di competenza “non avendo egli allegato l’attestazione dell’avvenuta richiesta del parere attitudinale”. Il pm del processo Stato-Mafia – secondo quanto si evince dalla valutazione delle domande giunte al Csm – avrebbe inoltre “redatto l’autorelazione senza avvalersi del modulo prescritto dal nuovo Testo Unico sulla dirigenza”.

Con la nomina di Russo e Romanelli si completa la nuova pianta organica della Procura nazionale come ridisegnata nel 2015. Quando si decise a seguito della strage di Charlie Hebdo di assegnare al Procuratore Nazionale Antimafia anche compiti di coordinamento in materia di antiterrorismo. La struttura oggi affidata a Franco Roberti, affiancato dai due aggiunti, si compone inoltre di venti sostituti.

Ma chi sono i due nuovi vice di Franco Roberti? Per Giovanni Russo si tratta di una promozione dal momento che è già in forze, da tempo, alla Procura nazionale con il ruolo di sostituto. Il magistrato – secondo quanto si evince dalla valutazione del Csm – può vantare una lunga esperienza sul campo maturata nell’ambito del contrasto alla camorra, al contrabbando internazionale e alla criminalità economica e finanziaria. Esperienze che lo hanno portato, a partire dal 2002, a diventare consulente di punta della commissione parlamentare Antimafia. Una volta rientrato in servizio è stato trasferito alla Direzione nazionale antimafia e fino al 2014 è stato incaricato degli affari inerenti la mafia di origine albanese e della trattazione delle attività della macroarea Balcani (comprese Albania e Grecia). Attualmente è responsabile presso la Procura nazionale del servizio risorse tecnologiche, gestione flussi, sicurezza e banche dati nell’ambito del quale gli sono delegate le funzioni di coordinamento in materia di informatica e telecomunicazioni.

Maurizio Romanelli è a capo del pool antiterrorismo della procura di Milano. Oltre al contrasto alla criminalità organizzata nel tessuto lombardo, nel suo curriculum spiccano diverse indagini di cooperazione giudiziaria internazionale con Spagna, Belgio e Francia ma anche Germania, Olanda e Stati Uniti. “Peraltro – si legge nella valutazione del Csm – , le specifiche competenze negli ambiti della prevenzione e del contrasto del terrorismo, sono state recentemente e positivamente sperimentate a Milano nelle complesse attività connesse all’inaugurazione e alla gestione dell’Expo 2015”. Al di là delle indagini sull’area antagonista e anarchico insurrezionalista, nei mesi scorsi Romanelli ha coordinato una serie inchieste su foreign fighters intenzionati a tornare in Italia per immolarsi.

Community - Condividi gli articoli ed ottieni crediti
Articolo Precedente

Confusioni governative: sul decreto banche c’è un errore nel comunicato, ma Palazzo Chigi non lo rettifica

next
Articolo Successivo

Intercettazioni, le linee guida del Csm: “Spetta a pm la scelta di trascrivere quelle casuali dei parlamentari”

next