Giampaolo Pansa lascia Libero in disaccordo col direttore Vittorio Feltri, tornato alla guida del quotidiano. Motivo: la linea sul referendum costituzionale di ottobre, giudicata troppo tenera nei confronti del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Ma a precedere l’addio di Pansa ci sono altri suoi colleghi. Lunedì si è dimesso anche il vicedirettore vicario Massimo de’ Manzoni mentre si avvia verso l’uscita anche l’inchiestista Giacomo Amadori, stanco che le sue inchieste su Renzi non trovino mai spazio in pagina. Già in fuga, invece, Davide Giacalone, approdato a Il Giornale.
L’accusa per Feltri è sempre la stessa: di essere pro-referendum da mesi e di essere schierato dalla parte del premier. Del resto, lo stesso direttore di Libero in un’intervista al Foglio aveva detto “meglio renziano che figlio di puttana”. In tutto questo Maurizio Belpietro, e cioè chi lo ha preceduto alla guida del giornale di Viale Majno, sta creando il suo quotidiano che – come anticipato da Prima Comunicazione – dovrebbe arrivare nelle edicole a settembre. Target: lettorato conservatore di centrodestra. Il collegamento tra Libero e Renzi passa dall’editore Angelucci, molto vicino a Denis Verdini, il teorico del Partito della Nazione che ha puntellato dove necessario le riforme di Renzi in Senato.