E’ il giorno dei musulmani in chiesa insieme ai cattolici per una preghiera comune. Imam e semplici fedeli islamici sono stati invitati a partecipare alla messa della domenica in diverse città italiane e francesi, e in tutto il mondo, per diffondere un messaggio di pace e fratellanza. L’appello, lanciato in Francia dal Centro per il culto musulmano francese in segno di solidarietà dopo il brutale assassinio di padre Jacques Hamel, è stato accolto dalla Coreis, la Comunità religiosa islamica italiana, e apprezzato dalla Cei, che attraverso il suo portavoce Ivan Maffeis ha parlato di “un gesto enorme”.
L’invito è stato accolto dai musulmani in molte città italiane, e da Torino a Bari sono in corso diverse iniziative e celebrazioni per un momento di conciliazione tra le due fedi. Più di 23mila, a livello nazionale, i musulmani che si sono recati in Chiesa, secondo quanto dichiarato da Foad Aodi, presidente delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), che ha partecipato in mattinata alla messa nella chiesa di San Giuseppe a Cesenatico. “E’ stato emozionante vedere la chiesa gremita – ha detto Aodi – La gente ha apprezzato il gesto di coraggio dei musulmani”. “Non bastano più messaggi di solidarietà, note di condanna, parole di biasimo. Oggi entreremo in Chiesa per compiere un gesto semplice e concreto: diremo ai nostri fratelli offesi dalla violenza che noi ci siamo, e vogliamo dar loro un abbraccio”, ha affermato invece in un’intervista al Mattino l’imam Yahia Pallavicini, presidente della Coreis.
“A Rouen – osserva l’imam italiano – è stato varcato quel confine intangibile che assicura al fedele pace e protezione. In Chiesa trovava rifugio chi fuggiva dai nazisti. Nessuno può trovarvi la morte”. “L’Isis uccide in nome di un Islam falso, che si avvale della religione per perseguire obiettivi barbari che i veri musulmani hanno in totale spregio. Non sarà certo il gesto di oggi a porre fine al terrorismo. Ma – sottolinea – a partire da questo gesto, vogliamo dare, insieme alla Francia, il segnale che l’Islam europeo è presente e intende dare una risposta culturale forte contro l’estremismo”. Pallavicini ritiene “condivisibile” lo stop ai cosiddetti “imam-fai-da-te”: si tratta, dice, di una proposta che “la Coreis sollecita ormai da tempo”, la comunità euromediterranea deve “marcare distanze profonde da certe derive panarabiste e jihadiste che tentano di inquinare l’Islam alla radice”
video di Chiara Proietti D’Ambra
Bagnasco: “Creare isolamento attorno a fanatici omicidi” – “Siamo molto grati per questa risposta pronta, tempestiva e chiara”, ha commentato il presidente della Cei Angelo Bagnasco, “se continuano su questa strada si potrà creare un vero isolamento attorno a questi fanatici omicidi”. “Non sempre abbiamo sentito una reazione corale, ora questo invece si sta creando” ha detto il cardinale da Cracovia, dove ha partecipato assieme ai giovani italiani alla Giornata mondiale della gioventù conclusasi oggi. E’ vero – ha osservato Bagnasco in dichiarazioni riportate da Famiglia Cristiana – che “il mondo musulmano è abbastanza frammentato per motivazioni di carattere teologico, che non ci competono, ma su questo punto fondamentale di condanna netta della barbarie si può essere tutti d’accordo. E ora mi pare che si vada in questa direzione. La religione vera porta sempre all’amore, alla pace, illumina la vita, tutto ciò che invece si tinge di morte può dirsi religioso ma non lo è, mai”. L’arcivescovo di Genova ha anche spiegato che “non si possono militarizzare le chiese“, messaggio condiviso dal ministro della Difesa Roberta Pinotti. Proprio per questo motivo gli agenti dispiegati nei luoghi di culto durante le celebrazioni di oggi saranno in borghese. “Grazie a tutti quegli italiani di religione islamica che indicano alle loro comunità la via del coraggio contro il fondamentalismo” ha scritto invece su Twitter il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
Tre imam in Santa Maria in Trastevere: “Qui siamo a casa” – Nella capitale tre imam hanno partecipato alla messa a Santa Maria in Trastevere per portare solidarietà alla Comunità di Sant’Egidio. Seduti in prima fila, davanti all’altare, tra gli altri, l’imam delle Moschea di via dei Frassini di Centocelle e rappresentante dell’Ucoii, Mohammed ben Mohammed, l’imam della sala di preghiera di Magliana, Sami Salem, e l’imam della sala di preghiera di via Candia, Mohammed Hassan Abdelghaffar. “Qui siamo a casa” hanno dichiarato. “Oggi la nostra presenza è simbolica per mandare un messaggio ma la collaborazione esiste da tanto tempo”. “Tutte le religioni sono religioni di pace, fratellanza e uguaglianza”. “Dobbiamo avere coraggio noi imam per affrontare il terrorismo. Voi persone di fede siete pronte a collaborare con noi per evitare questa maledizione”.“Siamo qui per testimoniare solidarietà dopo l’attentato di Rouen – ha detto Mohammed ben Mohammed prima di entrare in chiesa – per esprimere vicinanza e unità. Nel discorso di venerdì ho invitato i fedeli a denunciare chiunque sia intenzionato a fare un danno alla società. Tra i fedeli sono sicuro che c’è chi è pronto a denunciare. Le moschee non sono luoghi in cui i fanatici si radicalizzano, le Moschee fanno il contrario del progetto di terrorismo: diffondono pace e dialogo”. Pochi i distinguo, tra cui però quello del portavoce della Grande Moschea di Roma in disaccordo con l’iniziativa perché ne teme “il tono spettacolare”.
Abdullah Cozzolino: “Dialogo più intenso” – A Napoli i rappresentanti della Confederazione islamica campana hanno partecipato alla messa del mattino nella Cappella del Tesoro di San Gennaro in Duomo. Presente il segretario generale Abdullah Cozzolino che ha dichiarato che “il nostro dialogo con la comunità e i nostri fratelli cattolici proseguirà, ma da oggi deve proseguire in modo più intenso. C’è bisogno di più dialogo, di più affermazione di valori comuni che sono i valori di pace, di solidarietà, di amore, per rispetto del nostro unico Dio, misericordioso e compassionevole”.
Le altre città. A Bari Corano in chiesa – A Torino i rappresentanti delle moschee dell’Associazione islamica delle Alpi partecipano alla Messa nella chiesa della Consolata, il santuario nel centro del capoluogo. A Milano la Coreis sarà presente con una delegazione, guidata dall’imam Muhyiddin Bottiglioni, alla messa nella parrocchia di Santa Maria in Caravaggio, “un segno di profondo rispetto verso la sacralità della vita, dei luoghi e dei ministri del culto” ha dichiarato il religioso. A Bari musulmani e cattolici leggeranno insieme la Bibbia e il Corano (prima in italiano poi in arabo), nella cattedrale di San Sabino. “Il terrorismo che sta sconvolgendo il mondo non è l’Islam, tutto ciò che è violenza ‘is not in my name’, perché l’Islam è una religione di pace che ci unisce alle altre fedi”. E’ il messaggio dell’imam di Trieste, Nader Akkad, che questa mattina ha partecipato a un incontro con la comunità islamica nella chiesa di Notre Dame de Sion, organizzato dal presidente di Studium Fidei, don Ettore Malnati. A Firenze l’incontro è avvenuto nel Duomo di Santa Maria del Fiore, dove è giunta la visita dell’imam e presidente dell’Ucoii Izzedin Elzir, accompagnato dalla sua famiglia. L’imam Ahmad Abd al-Majid Macaluso ha invece partecipato alle 11 alla messa nella cattedrale di Palermo. Kamel Layacki, imam per la comunità islamica veneta, ha partecipato, assieme a un gruppo di fedeli musulmani, alla messa in duomo a Padova.
Imam bresciano: “Non temo ritorsioni” – “Non ho paura. Come me la pensano gli altri Imam con i quali sono in contatto” ha raccontato Ahmed El Balazi, imam di Vobarno, nel Bresciano, che ha fortemente preso le distanze dai terroristi definendoli “criminali e falliti”. L’imam ha poi aggiunto: “Questa gente sporca troppo la nostra religione ed è brutto sapere che tanta gente considera tutti i musulmani terroristi, non è così”. “Una cosa è la religione, un altro il comportamento di musulmani che non ci rappresentano”.
“Non sanno neppure cos’è l’Islam” – I “terroristi che sporcano la fede islamica, con attentati che colpiscono non solo in Europa ma prima di tutti altri musulmani, sono bestie e non sanno neppure cos’è l’Islam: un vero musulmano non tocca neppure una gallina”. E’ quanto ha affermato parlando nella basilica di San Guadenzio, a Novara, Abbane Al Milud, presidente del Centro culturale islamico di Novara. “Dobbiamo proporre gli insegnamenti dei dottori, che spiegano cos’è la vera religione – ha aggiunto – contro questi terroristi che sfruttano l’ignoranza dei giovani indottrinati su Internet”. “Noi iniziamo la giornata ‘In nome di Dio clemente e misericordioso’, ma non credo che gli assassini di padre Jacques abbiano pronunciato queste parole prima di uccidere il sacerdote – ha aggiunto Abn Al Gaffour, presidente del Coreis per l’Italia. “Quell’ ‘Allah u Akbar’ che pronunciano sempre – ha proseguito – mi ricorda tanto il ‘Gott mit uns’ dei nazisti, ma non si uccide in nome di Dio”.
Rettore moschea Parigi: “Un atto fondamentale” – La partecipazione di alcuni musulmani alla messa in omaggio a padre Jacques Hamel, ucciso a Saint-Etienne, è “un atto fondamentale nella storia delle nostre due religioni in Francia”: così il Grande rettore della Moschea di Parigi, e presidente della Consiglio francese del Culto Musulmano, Dalil Boubakeur, dopo la messa a Notre-Dame-de-Paris. “Non abbiamo mai avuto un legame così forte”, ha aggiunto, spiegando che “oggi la situazione è molto grave. E’ arrivato il momento di cambiare i nostri comportamenti, di non dividerci. Dobbiamo essere il Paese dell’unità e della fraternità”.
Valls: “Urgente un patto con la seconda religione di Francia” – Il premier francese Manuel Valls, ha commentato l’iniziativa in un intervento sul settimanale Le Journal du Dimanche: “L’islam ha trovato il suo posto nella Repubblica, nonostante i ripetuti attacchi populisti, della destra e dell’estrema destra. Questo rifiuto insopportabile dell’Islam e dei musulmani, queste parole, questi atti, come le parole e gli atti antisemiti, anti-cristiani, devono essere combattuti con estrema forza”. “E’ urgente un vero patto”, ha proseguito “con la seconda religione in Francia, per aiutarla a sbarazzarsi di coloro che la minano dall’interno”. “Bisognerà rivedere alcune regole per arginare i finanziamenti dall’esterno” e “compensare aumentando le possibilità di raccogliere fondi”.
Salvini: “Chi è felice per islamici a messa è un povero illuso” – Intervento polemico del segretario della Lega Nord Matteo Salvini nella giornata in cui musulmani e cattolici hanno pregato insieme in chiesa. “Qualcuno è felice perché qualche islamico oggi va a Messa. Poveri illusi – scrive su Facebook il leader del Carroccio -. Si vadano a leggere la Dichiarazione Islamica dei diritti dell’uomo del 1981 o la Dichiarazione del Cairo dei diritti umani dell’Islam del 1990. La “legge islamica” prevale su tutto e tutti, il resto sono palle. Oggi l’Islam non è compatibile con le nostre libertà e i nostri diritti. Chi non lo capisce o è illuso, o è ignorante, o è complice”.
Cronaca
Rouen, dopo l’attentato musulmani e cattolici pregano insieme. “Nessuno può morire in Chiesa” – foto
Più di 23mila islamici hanno partecipato alle messe in diverse città italiane, da Roma a Torino, a Bari. "E' stato varcato quel confine intangibile che assicura al fedele pace e protezione. In Chiesa trovava rifugio chi fuggiva dai nazisti" ha dichiarato l’imam Yahia Pallavicini. E quello di Napoli Abdullah Cozzolino spiega:"Il nostro dialogo con la comunità e i nostri fratelli cattolici proseguirà, ma da oggi deve proseguire in modo più intenso". Per la Cei si tratta di "un gesto enorme"
E’ il giorno dei musulmani in chiesa insieme ai cattolici per una preghiera comune. Imam e semplici fedeli islamici sono stati invitati a partecipare alla messa della domenica in diverse città italiane e francesi, e in tutto il mondo, per diffondere un messaggio di pace e fratellanza. L’appello, lanciato in Francia dal Centro per il culto musulmano francese in segno di solidarietà dopo il brutale assassinio di padre Jacques Hamel, è stato accolto dalla Coreis, la Comunità religiosa islamica italiana, e apprezzato dalla Cei, che attraverso il suo portavoce Ivan Maffeis ha parlato di “un gesto enorme”.
L’invito è stato accolto dai musulmani in molte città italiane, e da Torino a Bari sono in corso diverse iniziative e celebrazioni per un momento di conciliazione tra le due fedi. Più di 23mila, a livello nazionale, i musulmani che si sono recati in Chiesa, secondo quanto dichiarato da Foad Aodi, presidente delle Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), che ha partecipato in mattinata alla messa nella chiesa di San Giuseppe a Cesenatico. “E’ stato emozionante vedere la chiesa gremita – ha detto Aodi – La gente ha apprezzato il gesto di coraggio dei musulmani”. “Non bastano più messaggi di solidarietà, note di condanna, parole di biasimo. Oggi entreremo in Chiesa per compiere un gesto semplice e concreto: diremo ai nostri fratelli offesi dalla violenza che noi ci siamo, e vogliamo dar loro un abbraccio”, ha affermato invece in un’intervista al Mattino l’imam Yahia Pallavicini, presidente della Coreis.
“A Rouen – osserva l’imam italiano – è stato varcato quel confine intangibile che assicura al fedele pace e protezione. In Chiesa trovava rifugio chi fuggiva dai nazisti. Nessuno può trovarvi la morte”. “L’Isis uccide in nome di un Islam falso, che si avvale della religione per perseguire obiettivi barbari che i veri musulmani hanno in totale spregio. Non sarà certo il gesto di oggi a porre fine al terrorismo. Ma – sottolinea – a partire da questo gesto, vogliamo dare, insieme alla Francia, il segnale che l’Islam europeo è presente e intende dare una risposta culturale forte contro l’estremismo”. Pallavicini ritiene “condivisibile” lo stop ai cosiddetti “imam-fai-da-te”: si tratta, dice, di una proposta che “la Coreis sollecita ormai da tempo”, la comunità euromediterranea deve “marcare distanze profonde da certe derive panarabiste e jihadiste che tentano di inquinare l’Islam alla radice”
Bagnasco: “Creare isolamento attorno a fanatici omicidi” – “Siamo molto grati per questa risposta pronta, tempestiva e chiara”, ha commentato il presidente della Cei Angelo Bagnasco, “se continuano su questa strada si potrà creare un vero isolamento attorno a questi fanatici omicidi”. “Non sempre abbiamo sentito una reazione corale, ora questo invece si sta creando” ha detto il cardinale da Cracovia, dove ha partecipato assieme ai giovani italiani alla Giornata mondiale della gioventù conclusasi oggi. E’ vero – ha osservato Bagnasco in dichiarazioni riportate da Famiglia Cristiana – che “il mondo musulmano è abbastanza frammentato per motivazioni di carattere teologico, che non ci competono, ma su questo punto fondamentale di condanna netta della barbarie si può essere tutti d’accordo. E ora mi pare che si vada in questa direzione. La religione vera porta sempre all’amore, alla pace, illumina la vita, tutto ciò che invece si tinge di morte può dirsi religioso ma non lo è, mai”. L’arcivescovo di Genova ha anche spiegato che “non si possono militarizzare le chiese“, messaggio condiviso dal ministro della Difesa Roberta Pinotti. Proprio per questo motivo gli agenti dispiegati nei luoghi di culto durante le celebrazioni di oggi saranno in borghese. “Grazie a tutti quegli italiani di religione islamica che indicano alle loro comunità la via del coraggio contro il fondamentalismo” ha scritto invece su Twitter il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni.
Tre imam in Santa Maria in Trastevere: “Qui siamo a casa” – Nella capitale tre imam hanno partecipato alla messa a Santa Maria in Trastevere per portare solidarietà alla Comunità di Sant’Egidio. Seduti in prima fila, davanti all’altare, tra gli altri, l’imam delle Moschea di via dei Frassini di Centocelle e rappresentante dell’Ucoii, Mohammed ben Mohammed, l’imam della sala di preghiera di Magliana, Sami Salem, e l’imam della sala di preghiera di via Candia, Mohammed Hassan Abdelghaffar. “Qui siamo a casa” hanno dichiarato. “Oggi la nostra presenza è simbolica per mandare un messaggio ma la collaborazione esiste da tanto tempo”. “Tutte le religioni sono religioni di pace, fratellanza e uguaglianza”. “Dobbiamo avere coraggio noi imam per affrontare il terrorismo. Voi persone di fede siete pronte a collaborare con noi per evitare questa maledizione”.“Siamo qui per testimoniare solidarietà dopo l’attentato di Rouen – ha detto Mohammed ben Mohammed prima di entrare in chiesa – per esprimere vicinanza e unità. Nel discorso di venerdì ho invitato i fedeli a denunciare chiunque sia intenzionato a fare un danno alla società. Tra i fedeli sono sicuro che c’è chi è pronto a denunciare. Le moschee non sono luoghi in cui i fanatici si radicalizzano, le Moschee fanno il contrario del progetto di terrorismo: diffondono pace e dialogo”. Pochi i distinguo, tra cui però quello del portavoce della Grande Moschea di Roma in disaccordo con l’iniziativa perché ne teme “il tono spettacolare”.
Abdullah Cozzolino: “Dialogo più intenso” – A Napoli i rappresentanti della Confederazione islamica campana hanno partecipato alla messa del mattino nella Cappella del Tesoro di San Gennaro in Duomo. Presente il segretario generale Abdullah Cozzolino che ha dichiarato che “il nostro dialogo con la comunità e i nostri fratelli cattolici proseguirà, ma da oggi deve proseguire in modo più intenso. C’è bisogno di più dialogo, di più affermazione di valori comuni che sono i valori di pace, di solidarietà, di amore, per rispetto del nostro unico Dio, misericordioso e compassionevole”.
Le altre città. A Bari Corano in chiesa – A Torino i rappresentanti delle moschee dell’Associazione islamica delle Alpi partecipano alla Messa nella chiesa della Consolata, il santuario nel centro del capoluogo. A Milano la Coreis sarà presente con una delegazione, guidata dall’imam Muhyiddin Bottiglioni, alla messa nella parrocchia di Santa Maria in Caravaggio, “un segno di profondo rispetto verso la sacralità della vita, dei luoghi e dei ministri del culto” ha dichiarato il religioso. A Bari musulmani e cattolici leggeranno insieme la Bibbia e il Corano (prima in italiano poi in arabo), nella cattedrale di San Sabino. “Il terrorismo che sta sconvolgendo il mondo non è l’Islam, tutto ciò che è violenza ‘is not in my name’, perché l’Islam è una religione di pace che ci unisce alle altre fedi”. E’ il messaggio dell’imam di Trieste, Nader Akkad, che questa mattina ha partecipato a un incontro con la comunità islamica nella chiesa di Notre Dame de Sion, organizzato dal presidente di Studium Fidei, don Ettore Malnati. A Firenze l’incontro è avvenuto nel Duomo di Santa Maria del Fiore, dove è giunta la visita dell’imam e presidente dell’Ucoii Izzedin Elzir, accompagnato dalla sua famiglia. L’imam Ahmad Abd al-Majid Macaluso ha invece partecipato alle 11 alla messa nella cattedrale di Palermo. Kamel Layacki, imam per la comunità islamica veneta, ha partecipato, assieme a un gruppo di fedeli musulmani, alla messa in duomo a Padova.
Imam bresciano: “Non temo ritorsioni” – “Non ho paura. Come me la pensano gli altri Imam con i quali sono in contatto” ha raccontato Ahmed El Balazi, imam di Vobarno, nel Bresciano, che ha fortemente preso le distanze dai terroristi definendoli “criminali e falliti”. L’imam ha poi aggiunto: “Questa gente sporca troppo la nostra religione ed è brutto sapere che tanta gente considera tutti i musulmani terroristi, non è così”. “Una cosa è la religione, un altro il comportamento di musulmani che non ci rappresentano”.
“Non sanno neppure cos’è l’Islam” – I “terroristi che sporcano la fede islamica, con attentati che colpiscono non solo in Europa ma prima di tutti altri musulmani, sono bestie e non sanno neppure cos’è l’Islam: un vero musulmano non tocca neppure una gallina”. E’ quanto ha affermato parlando nella basilica di San Guadenzio, a Novara, Abbane Al Milud, presidente del Centro culturale islamico di Novara. “Dobbiamo proporre gli insegnamenti dei dottori, che spiegano cos’è la vera religione – ha aggiunto – contro questi terroristi che sfruttano l’ignoranza dei giovani indottrinati su Internet”. “Noi iniziamo la giornata ‘In nome di Dio clemente e misericordioso’, ma non credo che gli assassini di padre Jacques abbiano pronunciato queste parole prima di uccidere il sacerdote – ha aggiunto Abn Al Gaffour, presidente del Coreis per l’Italia. “Quell’ ‘Allah u Akbar’ che pronunciano sempre – ha proseguito – mi ricorda tanto il ‘Gott mit uns’ dei nazisti, ma non si uccide in nome di Dio”.
Rettore moschea Parigi: “Un atto fondamentale” – La partecipazione di alcuni musulmani alla messa in omaggio a padre Jacques Hamel, ucciso a Saint-Etienne, è “un atto fondamentale nella storia delle nostre due religioni in Francia”: così il Grande rettore della Moschea di Parigi, e presidente della Consiglio francese del Culto Musulmano, Dalil Boubakeur, dopo la messa a Notre-Dame-de-Paris. “Non abbiamo mai avuto un legame così forte”, ha aggiunto, spiegando che “oggi la situazione è molto grave. E’ arrivato il momento di cambiare i nostri comportamenti, di non dividerci. Dobbiamo essere il Paese dell’unità e della fraternità”.
Valls: “Urgente un patto con la seconda religione di Francia” – Il premier francese Manuel Valls, ha commentato l’iniziativa in un intervento sul settimanale Le Journal du Dimanche: “L’islam ha trovato il suo posto nella Repubblica, nonostante i ripetuti attacchi populisti, della destra e dell’estrema destra. Questo rifiuto insopportabile dell’Islam e dei musulmani, queste parole, questi atti, come le parole e gli atti antisemiti, anti-cristiani, devono essere combattuti con estrema forza”. “E’ urgente un vero patto”, ha proseguito “con la seconda religione in Francia, per aiutarla a sbarazzarsi di coloro che la minano dall’interno”. “Bisognerà rivedere alcune regole per arginare i finanziamenti dall’esterno” e “compensare aumentando le possibilità di raccogliere fondi”.
Salvini: “Chi è felice per islamici a messa è un povero illuso” – Intervento polemico del segretario della Lega Nord Matteo Salvini nella giornata in cui musulmani e cattolici hanno pregato insieme in chiesa. “Qualcuno è felice perché qualche islamico oggi va a Messa. Poveri illusi – scrive su Facebook il leader del Carroccio -. Si vadano a leggere la Dichiarazione Islamica dei diritti dell’uomo del 1981 o la Dichiarazione del Cairo dei diritti umani dell’Islam del 1990. La “legge islamica” prevale su tutto e tutti, il resto sono palle. Oggi l’Islam non è compatibile con le nostre libertà e i nostri diritti. Chi non lo capisce o è illuso, o è ignorante, o è complice”.
LA PROFEZIA DEL DON
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Sankt Moritz, 13 mar. -(Adnkronos) - La prima tappa della Coppa delle Alpi by 1000 Miglia 2025, partita da Brescia alle 9:00 di stamattina, è in conclusione. La classifica aggiornata alla Prova di Media sul Passo Eira vede Francesco e Giuseppe di Petra in testa a bordo della loro Fiat 508C del 1938, seguiti da Belotti-Plebani sulla Bugatti T 37 A del 1927 e da un’altra 508C ma del 1937, quella di Aliverti-Polini. Conclusa la sosta per il pranzo a Tirano, gli equipaggi hanno iniziato a risalire la Valtellina toccando prima Grosio, con la vista del Castello Vecchio di San Faustino sullo sfondo, e poi Bormio, che ha ospitato un controllo timbro in pieno centro storico. Una volta lasciata alle spalle la cittadina, hanno iniziato a profilarsi i primi scorci imbiancati. Ben presto, gli equipaggi si sono visti immersi in un panorama completamente innevato, reso ancor più bello dalla luce del sole del pomeriggio.
Sul Passo Eira, ad un’altitudine di 2000 metri, si è tenuta la prima Prova di Media della manifestazione, dopodiché il convoglio è giunto a Livigno, che ha accolto i piloti per un coffee break nella Piazza del Comune. Il benvenuto del centro cittadino è stato caloroso, con una folla entusiasta che si è riunita nei pressi dell’arco all’arrivo nella cittadina, partner della Coppa delle Alpi 2025. Costeggiando il lago di Livigno, ghiacciato dalle rigide temperature invernali, gli equipaggi sono entrati in Svizzera passando dal tunnel Munt la Schera. Le vetture sono infine giunte a St. Moritz, primo traguardo di tappa della Coppa delle Alpi 2025.
Lasciandosi alle spalle la Torre Pendente di San Maurizio, hanno effettuato le ultime prove di giornata e, dopo aver costeggiato il lago di St. Moritz, sono finalmente giunte al Controllo Orario finale nella centralissima via Serlas sotto una consistente nevicata.
Verona, 13 mar. - (Adnkronos) - "Abbiamo voluto e portato all’interno di una manifestazione fieristica un progetto di natura sociale, per la prima volta in assoluto, in quanto non era mai accaduto che si dedicasse un intero padiglione alla fiera del sociale. Lo abbiamo fatto per la prima volta in occasione del primo evento di LetExpo, e ora siamo alla quarta edizione. Siamo partiti con tre organizzazioni tra fondazioni e associazioni: Fondazione Grimaldi, la Comunità Lautari e l’ospedale pediatrico Santobono Pausilipon, con la sua Fondazione. Oggi sono più di 50 organizzazioni, c’è stata una crescita esponenziale. Sono felice di aver condiviso tutte queste annate con il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, che ha condiviso con noi questi momenti”. Lo ha detto Eugenio Grimaldi, executive manager del Gruppo Grimaldi e presidente di Alis per il Sociale alla quarta edizione di LetExpo, la fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, in programma a Verona fino al 14 marzo. La fiera è promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere, LetExpo rappresenta l’evento nazionale e internazionale di riferimento della filiera, con un focus sulle attuali dinamiche geopolitiche e sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale.
“Il ministro Locatelli ha ascoltato le istanze di queste fondazioni e organizzazioni, ci ha invitato a Palazzo Chigi, dove abbiamo avuto modo di parlare delle loro criticità e ascoltandole credo che nei nuovi decreti abbiano potuto portare e sollevare delle linee guida presenti oggi in questi nuovi decreti. Quindi, rappresenta un risultato tangibile che ci dà grande soddisfazione - afferma Grimaldi - Ho avuto la percezione anche di una crescita per i prossimi anni e questo dà sicuramente grande soddisfazione e ancora più voglia di lavorare”.
“E’ stato un momento di grande soddisfazione aver avuto momenti di condivisione con i gruppi del ministero della Difesa, come l’esercizio, che hanno partecipato in senso attivo non solo nel padiglione, dove c'è l'organizzazione del Ministero della Difesa, ma si sono avvicinati al padiglione 1, dedicato al sociale - spiega - Già abbiamo condiviso che l'anno prossimo avremo una partecipazione anche all’interno dell’organizzazione da parte loro. Abbiamo avuto anche l'Aeronautica militare, che con la Fanfara ha aperto il padiglione nella giornata inaugurale”. “Voglio ringraziare tutte le imprese, che rappresentano il senso di questo evento e le aziende che hanno già portato a termine alcuni progetti con la Comunità Lautari e con la Fondazione Grimaldi, ma soprattutto che hanno portato a compimento già con la Fondazione Santobono. C'è un senso pratico e tangibile del lavoro espresso in questo padiglione e in questa fiera, che porta sicuramente dei risultati nel terzo settore, dove ci sono i più fragili”, conclude Grimaldi.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Cresce la consapevolezza degli italiani verso la sostenibilità alimentare. A testimoniarlo è la recente indagine 'Le scelte alimentari degli italiani tra sostenibilità e consumo: percezioni e preferenze verso i prodotti certificati' commissionata a Consumerismo No Profit da Findus e presentata oggi durante un incontro svoltosi presso l’Acquario Civico di Milano.
Secondo il sondaggio, quasi 7 consumatori su 10 (il 68% degli intervistati) considera la sostenibilità un fattore importante, con quasi il 20% che la ritiene un driver fondamentale nella scelta dei prodotti alimentari da acquistare. Inoltre, l’indagine evidenzia come le abitudini d’acquisto stiano cambiando: rispetto a 10 anni fa, il 66% degli intervistati dichiara di aver aumentato la propria attenzione nei confronti di prodotti certificati sostenibili e 2 italiani su 10 li cercano attivamente al supermercato. Quasi la metà degli intervistati (46%) dichiara di leggere spesso le etichette per verificare la provenienza e la filiera dei prodotti alimentari, il 26% lo fa sempre.
Per quanto riguarda i prodotti certificati sostenibili, 1 italiano su 10 (12%) li sceglie sempre, mentre il 71% li acquista occasionalmente, approfittando di offerte e promozioni, dimostrando una predisposizione selettiva che spesso dipende dal prezzo. Quando si tratta di prodotti ittici, la qualità e la freschezza rimangono il principale fattore di scelta per il 64% degli intervistati, seguiti dalla provenienza del pesce (59%) e dal prezzo (51%). Ma è da segnalare anche che 1 consumatore su 4 (26%) indica le certificazioni di sostenibilità come un criterio determinante nella scelta dei prodotti ittici, un dato che suggerisce come le certificazioni stiano entrando tra i criteri di scelta, seppure ci sia da continuare a lavorare.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Cresce la consapevolezza degli italiani verso la sostenibilità alimentare. A testimoniarlo è la recente indagine 'Le scelte alimentari degli italiani tra sostenibilità e consumo: percezioni e preferenze verso i prodotti certificati' commissionata a Consumerismo No Profit da Findus e presentata oggi durante un incontro svoltosi presso l’Acquario Civico di Milano.
Secondo il sondaggio, quasi 7 consumatori su 10 (il 68% degli intervistati) considera la sostenibilità un fattore importante, con quasi il 20% che la ritiene un driver fondamentale nella scelta dei prodotti alimentari da acquistare. Inoltre, l’indagine evidenzia come le abitudini d’acquisto stiano cambiando: rispetto a 10 anni fa, il 66% degli intervistati dichiara di aver aumentato la propria attenzione nei confronti di prodotti certificati sostenibili e 2 italiani su 10 li cercano attivamente al supermercato. Quasi la metà degli intervistati (46%) dichiara di leggere spesso le etichette per verificare la provenienza e la filiera dei prodotti alimentari, il 26% lo fa sempre.
Per quanto riguarda i prodotti certificati sostenibili, 1 italiano su 10 (12%) li sceglie sempre, mentre il 71% li acquista occasionalmente, approfittando di offerte e promozioni, dimostrando una predisposizione selettiva che spesso dipende dal prezzo. Quando si tratta di prodotti ittici, la qualità e la freschezza rimangono il principale fattore di scelta per il 64% degli intervistati, seguiti dalla provenienza del pesce (59%) e dal prezzo (51%). Ma è da segnalare anche che 1 consumatore su 4 (26%) indica le certificazioni di sostenibilità come un criterio determinante nella scelta dei prodotti ittici, un dato che suggerisce come le certificazioni stiano entrando tra i criteri di scelta, seppure ci sia da continuare a lavorare.
Roma, 13 mar. - (Adnkronos) - Il Gruppo Webuild ha chiuso il 2024 con risultati record, superando gli impegnativi obiettivi previsti per l’anno grazie a una crescita a doppia cifra, con ricavi pari a 12 miliardi (+20% sul 2023) mentre l'Ebitda ammonta a 967 milioni (+18%, rispetto a una guidance fissata sopra i 900 milioni), corrispondente a un margine del’8,1%. Il gruppo sottolinea come la struttura finanziaria si è rafforzata ulteriormente mantenendo per il quarto anno consecutivo una posizione di cassa netta, che si attesta a 1.445 milioni nel 2024 (ben superiore agli oltre 400 milioni fissati nella guidance) mentre la leva finanziaria si è ridotta a 2,9x, attestandosi ad un livello migliore rispetto ai principali player internazionali di settore.
La crescita - si sottolinea - è trainata dallo sviluppo delle attività in Italia (Alta Velocità/Alta Capacità ferroviaria MilanoGenova e Verona-Padova, Alta Velocità ferroviaria Napoli-Bari e Palermo-Catania-Messina), in Australia (Snowy Hydro 2.0, SSTOM Sydney Metro, Perdaman e North East Link di Melbourne) e in Arabia Saudita (Trojena Dams e Connector South).
Il Gruppo ha continuato a consolidare la propria leadership in Italia e nei principali mercati internazionali, tra cui Europa, Australia, Stati Uniti e Medio Oriente, che nel 2024 hanno contribuito per oltre il 90% ai ricavi, a conferma del proseguimento dell’impegno nella politica di de-risking.
A fine 2024 il portafoglio ordini totale di Weibuld risultava pari a 63,2 miliardi di euro, di cui 54,3 miliardi relativi a construction e 8,9 miliardi riferiti a concessions e operation & maintenance. Il backlog construction - si sottolinea in una nota - "si conferma tra i più alti rispetto ai principali peers europei nel segmento construction". Peraltro, ricorda Webuild, circa il 90% del backlog construction del Gruppo è relativo a progetti legati all’avanzamento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite. In termini di geografie il portafoglio ordini risulta prevalentemente distribuito tra Italia, paesi dell’Europa Centrale e del Nord, Stati Uniti, Medio Oriente ed Australia - principalmente in segmenti legati alla mobilità sostenibile quali l’alta velocità, il settore ferroviario e il settore stradale - portando i progetti in queste geografie a quasi il 90% del backlog construction.
Alla luce dei risultati record raggiunti nel 2024, ma anche "del consolidato posizionamento in un mercato in forte espansione e della robusta piattaforma costruita nel tempo", Webuild ha rivisto al rialzo i target 2025, definiti nel piano "Roadmap al 2025 – The Future is Now", che già prevedevano obiettivi ambiziosi. La nuova guidance prevede per il 2025 ricavi superiori a 12,5 miliardi (il target precedente era di 10,5-11 miliardi), un Ebitda maggiore di 1,1 miliardi, rispetto ad un precedente target di €990-1.050 milioni, e una solida cassa netta superiore a 700 milioni, rispetto all’indicazione di una cassa netta positiva.
Webuild ha chiuso il 2024 con un utile netto attribuibile ai Soci della Controllante adjusted di 247 milioni di euro contro i 236 milioni del 2023.Il risultato prima delle imposte adjusted si attesta a 434 milioni con un aumento del 10% rispetto all’esercizio precedente mentre le Imposte sul reddito adjusted ammontano a 181 milioni. La Posizione finanziaria netta delle attività continuative al 31 dicembre 2024 era positiva per 1.445 (€1.431 milioni al 31 dicembre 2023), registrando un risultato superiore alle attese. Questo risultato - si sottolinea in una nota - "conferma l’efficacia delle strategie adottate per ottimizzare la gestione del capitale circolante e riflette i successi commerciali conseguiti dal Gruppo anche nel 2024, assumendo ancora maggiore rilevanza alla luce degli investimenti in dotazioni tecniche e beni in leasing (970 milioni) per l’avvio dei grandi progetti in corso".
A fine esercizio l’indebitamento lordo, al netto dell’effetto temporaneo di incremento del debito legato all’operazione di liability management di ottobre 2024, si attesta a 2,765 miliardi (2,609 miliardi nel 2023), con un rapporto Indebitamento lordo/EBITDA di 2,9x, in riduzione rispetto al dato di 3,2x al 31 dicembre 2023. Alla luce dei risultati nell'assemblea che sarà convocata per il 16 aprile sarà proposto un dividendo di 0,081 euro per azione ordinaria (+14%) e di 0,26 euro per ciascuna azione di risparmio.
Napoli, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - In una Campania in crescita, ma ancora segnata dal fenomeno della fuga di talenti, il legame tra formazione universitaria e sviluppo economico diventa cruciale. Se ne è discusso presso la Sala D’Amato dell’Unione Industriale Napoli, durante l’evento 'Muoversi nelle professioni e sul territorio', promosso dalla Luiss e dedicato alle lauree magistrali dell’Ateneo.
“La Luiss lavora in prima linea per costruire corsi di laurea magistrale strettamente legati alle necessità del mercato del lavoro. Pur avendo sede a Roma, dedichiamo particolare attenzione alla Campania, seconda regione di provenienza dei nostri studenti e territorio ricco di opportunità nei settori chiave come turismo, agroalimentare e aerospazio. Il nostro obiettivo è collaborare con le imprese campane affinché i nostri studenti possano realizzarsi professionalmente all’interno di esse, raggiungendo posizioni apicali”, ha spiegato Enzo Peruffo, Dean della Graduate School Luiss e responsabile dello sviluppo dei percorsi magistrali dell’Ateneo.
Durante l’incontro sono state illustrate anche le caratteristiche dell’offerta formativa Luiss: “E' importante farsi guidare dalle proprie passioni e dai propri interessi, ma anche essere pronti a sviluppare nuove competenze trasversali, saper dialogare con l’intelligenza artificiale con solide competenze verticali e lavorare sulle life skills, le cosiddette competenze della vita. Solo così si potranno affrontare le trasformazioni attuali e future. Per noi è fondamentale interagire con tutte le realtà del territorio, da cui traiamo spunto per disegnare un’offerta formativa sempre più aderente alle esigenze del mercato del lavoro. Il nostro obiettivo è formare studenti altamente preparati, motivati e appassionati, in grado non solo di entrare nel mondo del lavoro, ma di costruire percorsi di carriera soddisfacenti e di successo”.
Roma, 13 mar. (Adnkronos/Labitalia) - Si è conclusa oggi la terza edizione del Welfare day evento di riferimento per il mondo del welfare aziendale, organizzato da Comunicazione Italiana in collaborazione con Pluxee Italia, player globale leader nei benefit aziendali e nell’employee engagement. La giornata, ospitata presso Palazzo dell’Informazione in Roma e trasmessa in diretta su www.comunicazioneitaliana.tv, ha offerto spunti concreti su come le imprese possano integrare il welfare nelle proprie strategie, favorendo sostenibilità, engagement dei dipendenti e innovazione.
L'evento si è aperto con il Keynote Speech di Pluxee Italia, in cui Anna Maria Mazzini e Tommaso Palermo - rispettivamente Chief Growth Officer e Managing Director di Pluxee Italia - hanno evidenziato come il welfare aziendale stia evolvendo in una strategia collettiva, guidata dalla digitalizzazione e dalla crescente personalizzazione dei servizi. Attraverso dati e case study, è emerso come la tecnologia stia rivoluzionando la gestione del benessere dei dipendenti, rendendolo più accessibile ed efficace. Durante l’evento Pluxee ha presentato anche la nuova piattaforma welfare: un’innovazione che amplia l’offerta dei servizi offerti, basata su flessibilità, accessibilità e ampiezza del network.
Nel corso delle tre sessioni talk show, con la partecipazione di Chro, welfare manager e altre figure hr chiave di aziende del Paese, sono stati affrontati alcuni dei temi più rilevanti per il futuro del welfare. Nel primo, 'Welfare strategico: l’alleanza tra hr e business e la creazione di valore sostenibile', con la conduzione di Esther Intile di Enel Group, è stato approfondito il legame tra il welfare aziendale e la sostenibilità delle imprese. Tra i punti emersi, la necessità di un approccio integrato tra hr e business per massimizzare l’impatto positivo del welfare sulla produttività e sulla retention dei talenti.
Nel secondo panel, “Il ruolo dei benefit aziendali all'interno della strategia di welfare”, si è discusso di come i benefit siano passati da strumenti standardizzati a soluzioni sempre più personalizzate, grazie all’ascolto attivo delle esigenze dei dipendenti e all’uso di piattaforme digitali. Relatori e relatrici hanno sottolineato l'importanza di costruire un ecosistema aziendale basato sulla flessibilità e sull’inclusione, ma hanno anche posto l’accento su una criticità diffusa: troppi dipendenti non conoscono o non sfruttano i benefit a loro disposizione. Servono quindi strategie di comunicazione più efficaci per favorire un reale engagement.
Il terzo e ultimo talk show, “La centralità del welfare nelle strategie di attraction e retention”, ha posto l’attenzione sulla crescente importanza del welfare come strumento di attrazione e fidelizzazione dei talenti. Tra le best practice emerse, il rafforzamento di benefit legati alla salute, al sostegno alla genitorialità e al benessere psicologico, aspetti ormai fondamentali per le nuove generazioni di lavoratori.
La sfida è coniugare ascolto e personalizzazione, superando l’approccio one-size-fits-all e costruendo soluzioni di welfare sempre più dinamiche, scalabili e in linea con le nuove esigenze del mondo del lavoro. Un welfare aziendale davvero efficace non solo migliora il benessere di lavoratori e lavoratrici, ma genera un impatto positivo sull'intera organizzazione, contribuendo alla sostenibilità e alla crescita nel lungo periodo. Durante l’evento hanno condiviso la loro esperienza le seguenti aziende: Altergon Italia, Atac, Eidosmedia, Fater, Fedegroup, Fendi, Hewlett Packard Enterprise, Philip Morris International, Procter & Gamble, Rheinmetall Italia, Ria Money Transfer e Tim. L’evento potrà a breve essere riascoltato su www.comunicazione.tv. L’appuntamento con il Welfare day si rinnova per il 2026, con l’obiettivo di continuare a tracciare il futuro del welfare aziendale in Italia.