Carlo Conti fa sul serio. Quando qualche settimana fa è uscita la notizia che al presentatore fiorentino era stato dato l’incarico di direttore artistico delle quattro radio di casa Rai, Radio 1, Radio 2, Radio 3 e Isoradio, in molti avevano storto il naso, non vedendo il Conti la statura professionale per un simile incarico. Molti altri avevano legittimamente pensato che si trattasse di un semplice incarico di facciata, un premio dato alla carriera di chi, per anni, aveva portato l’acqua al Mulino di Mamma Rai. Del resto, per ragionare come l’uomo della strada, quello per cui, si suppone, Carlo Conti è un mito assoluto, chi è stato il direttore artistico delle radio Rai prima di lui?
Invece Carlo Conti fa proprio sul serio. Neanche il tempo di insediarsi che già ha chiarito la poetica della sua direzione artistica e ha iniziato a mettere pesantemente mano ai palinsesti.
Messo ben in chiaro che Radio 1 rimane la radio dei TGR, e Radio 3 quella della cultura, il lavoro di Conti si è concentrato su Radio 2 e su Isoradio. Come? Dando spazio a tanta, tantissima musica, e togliendo la parola a chi parlava (cioè lasciando sostanzialmente che a svolgere questo compito in radio sia principalmente il network radiofonico più forte in questo, Rtl 102,5, la radio della very normal people). Ma questo non basta, nel decidere che la musica tornerà sovrana su Radio 2 e Isoradio, Carlo Conti da una parte taglia programmi prestigiosi come Babylon di Carlo Pastore, che proprio in questo fine settimana è uscito di scena, Mu di Matteo Bordone, e Sei Uno Zero di Lillo e Greg e Alex Braga (qui sembra esserci stato un ripensamento: la rete ha fatto un passo indietro e il programma tornerà in una “nuova versione”) relega Caterpillar, vero cavallo di razza, alle 20, cioè quando la gente in genere non ascolta la radio, toglie i live a Luca Barbarossa dal suo Radio 2 Social Club, un programma che sul live è principalmente basato, non si sa che farà di Rock’n’roll Circus e altri programmi parlati della rete. E chissà che altro avrà in serbo.
Lui, il presentatore toscano che per decenni ce l’ha menata con il suo essere nato come dj radiofonico, col suo aver mosso i primi passi con Panariello e Pieraccioni, con cui per altro porterà in giro un tour nazionale a fine estate, lui, Carlo Conti ha preso il suo ruolo di direttore artistico delle radio Rai molto sul serio. E non poteva che essere così. Che Carlo Conti non sia estraneo a certi meccanismi musicali lo si era capito da tempo. Arrivando al Festival, infatti, aveva subito dichiarato di voler fare un festival radiofonico, chiamando, in sostanza, Lorenzo Suraci al proprio fianco, anche fisicamente oltre che spiritualmente, a decidere il cast. Lorenzo Suraci patron di Rtl 102,5 e di Radio Zeta L’italiana, ricordiamolo. Nel mentre il suo sodalizio con Friends and Partners di Ferdinando Salzano, produttore di quegli Wind Awards da lui condotto su Rai 1 e che gli era anche valso un incarico da testimonial della compagnia telefonica, incarico da poco rientrato come avrete notato quando lo storytelling degli spot della Wind ha bruscamente subito uno stop, con Panariello tornato a vestire i panni di Jack Sparrow.
Nel mentre, si diceva, il sodalizio con Salzano e la sua Friends and Partners prosegue alla grande, al punto che è lo stesso Salzano a produrre lo spettacolo teatrale con Panariello e Pieraccioni cui si accennava poc’anzi. Dell’amicizia con Maria De Filippi, madrina di Amici e fino a oggi partner non solo di Salzano, con lei dietro al Coca Cola Summer Festival, ma anche di Suraci, media partner di Amici come del Coca Cola Summer Festival stesso, si è già detto in passato, quando Conti andò ospite ad Amici proprio nel giorno in cui Milly Carlucci conduceva l’ultima puntata di Ballando con le stelle. Insomma, che Carlo Conti sia vicino a quella che tutti chiamano la Triade, cioè Maria De Filippi, Ferdinando Salzano e Lorenzo Suraci, vere e proprie eminenze grigie della musica italiana è noto. Normale, quindi, che proprio nel momento in cui il sodalizio tra Suraci e gli altri due sembra incrinarsi un minimo, causa pesanti investimenti di Mediaset nel mondo delle radio, la Triade abbia cercato nuovi sfoghi per i propri artisti, finendo a bussare proprio in casa di Carlo Conti, neodirettore artistico delle quattro radio Rai. E Carlo Conti che fa? Apre la porta e fa accomodare chi con tanta solerzia ha bussato.
A vedere come si sta muovendo viene da chiedersi: chissà se qualcuno avrà già pensato di creare la pagina Carlo Conti Malvagio. Avete presente, no? Quando il fenomeno facebookiano di Gianni Morandi è esploso in tutto il suo fragore, a suon di “vi abbraccio”, “autoscatto” e altre banalità quotidiane, sul social network di Mark Zuckerberg è spuntata la pagina Gianni Morandi Malviagio. Una pagina fake, in cui il cantante di Monghidoro diventava crudele e perfido, scorretto e quasi delinquenziale, giusto contraltare a quello anche troppo normale della sua pagina ufficiale. Una pagina, quella del Gianni Morandi Malvagio che ha subito avuto successo, diventando il negativo dell’altra.
Ecco, guardando alla parabola, non social ma reale, di Carlo Conti ci viene da pensare che un Carlo Conti Malvagio ci starebbe alla perfezione. Pensateci, entrambi sono famosissimi e sono famosissimi anche per il loro apparire così comune, uomini della porta accanto. Entrambi sono simpatici, affabili, ben educati, mai sopra le righe, mai volgari, nessun doppio senso o caduta di stile. Entrambi sono nazionalpopolari, e entrambi hanno perennemente il sorriso sulle labbra (in passato Morandi ha anche ironizzato, in una sua canzone, su questo fatto di sorridere sempre). Carlo Conti addirittura fa battute, non divertentissime, va detto, e ne ride compiaciuto, come a voler condividere con gli altri il frutto della battuta stessa. Insomma, un Carlo Conti Malvagio sarebbe il giusto contraltare al Carlo Conti che tutti conosciamo, l’aziendalista ormai assurto a Re Mida della televisione.
Prepariamoci, quindi, a una nuova stagione a base di Tale e Quale Show, dove avrà asilo Bianca Atzei, nostra signora degli imbucati, di Migliori anni della nostra vita, di un nuovo Sanremo da super-record, condotto e diretto da par suo, c’è da scommetterci, e di direzione artistica delle Radio Rai condotta con avvilente accanimento. Non gli rimane che partire per la conquista di altri Universi e avrà davvero fatto tutto quello che potrebbe fare un umano. Mai come in questo caso il motto “una risata vi seppellirà” suona impietosamente realistico. Sì, una sua risata ci sta seppellendo.