L’Italia è pronta a concedere agli Stati Uniti l’uso delle basi e dello spazio aereo. Lo ha detto il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, in merito ai raid condotti dall’aviazione Usa il 1° e il 2 agosto in Libia, senza tuttavia fare riferimento alla possibilità che la questione possa essere oggetto di un passaggio parlamentare. “Il governo è pronto a valutare positivamente un’eventuale richiesta – ha spiegato il ministro durante il question time alla Camera – se fosse funzionale a una più rapida e efficace conclusione dell’operazione in corso” contro lo Stato Islamico.

“Il governo ritiene che il successo della lotta tesa alla eliminazione delle centrali terroristiche dell’ISIS in Libia sia di fondamentale importanza per la sicurezza non solo di quel Paese, ma anche dell’Europa e dell’Italia – ha affermato Pinotti – per tali ragioni, il governo mantiene aperta una linea di dialogo diretta e assidua sia con la controparte libica sia con gli alleati americani, per verificare lo sviluppo dell’operazione e le eventuali esigenze di supporto indiretto“.

“L’attività condotta dalle forze statunitensi – ha proseguito il ministro, anche in riferimento alle critiche avanzate dal Parlamento di Tobruk e dalla Russia – si sviluppa in piena coerenza con la Risoluzione delle Nazioni Unite n. 2259 del 2015 e in esito a una specifica richiesta di supporto formulata dal legittimo Governo Libico per il contrasto all’Isis nell’area di Sirte”.

“L’azione americana – ha specificato ancora il ministro – sarà limitata nel tempo e nell’area di operazioni, non prevede l’utilizzo di forze a terra ed è circoscritta a consentire alle forze libiche di sconfiggere con successo le forze terroristiche nella zona di Sirte”, ha aggiunto Pinotti, secondo la quale l’operazione condotta dall’aviazione statunitense “non ha finora interessato l’Italia né logisticamente né per il sorvolo del territorio nazionale”. Al Fatto Quotidiano, invece, risulta che alla prima ondata di bombardamenti su Sirte ha preso parte anche un drone Usa Reaper decollato dalla base siciliana di Sigonella.

“Le parole della ministra Pinotti sono state chiare: l’Italia è pronta a concedere le basi e lo spazio aereo per i bombardamenti americani in Libia – commenta il capogruppo di Sinistra Italiana Arturo Scotto – SI chiede al governo un passaggio parlamentare e un voto formale del Parlamento. Il Parlamento è aperto e non può essere scavalcato dalle decisioni del governo”.

Sull’altra sponda del Mediterraneo, intanto, i bombardamenti condotti su Sirte continuano a causare conseguenze di tipo politico. Il Parlamento di Tobruk ha convocato l’ambasciatore Usa affinché sia ascoltato dalla Commissione della Difesa e della Sicurezza nazionale “per chiarire i raid Usa e le violazioni aeree senza permesso”. “Tobruk saluta gli sforzi impiegati nella lotta al terrorismo in Libia – si legge in una nota – a condizione che siano dispiegati nel contesto legittimo e sotto il patrocinio dell’Onu, ma esprime indignazione versi tali interventi individuali che sono stati presi senza il consenso della Camera dei rappresentanti e solo su richiesta del Consiglio presidenziale”, ovvero il governo patrocinato dalle Nazioni Unite e presieduto da Fayez Al Sarraj. “Denunciamo l’atteggiamento americano e stimiamo che si tratti di propaganda politica in vista delle prossime elezioni”, conclude la nota di Tobruk.

“I raid (almeno 7 quelli condotti da lunedì, ndr) proseguiranno fino a quando saranno eliminati i jihadisti nel Paese”, ha fatto sapere Mohammed Al Ghasri, portavoce di Al Bunyan Al-Marsous, la forza fedele al governo di Al Sarraj impegnata nella liberazione di Sirte. “I raid americani contro le basi dell’Is nel centro di Sirte non hanno un limite temporale (gli Stati Uniti hanno parlato invece di una durata di 30 giorni, ndr), ma finiranno quando terminerà tutta la missione di appoggio alle forze militari libiche per eliminare l’Is da Sirte”, ha detto. “Questi raid sono avvenuti dopo che i miliziani dell’Is si sono ritirati in una zona molto ristretta di Sirte, difficile da colpire con le armi tradizionali”, ha precisato Al Ghasri. A questo punto “ci siamo rivolti al Consiglio presidenziale per chiedere un sostegno della comunità internazionale con raid per colpire degli obiettivi precisi, individuati in precedenza dalle nostre forze”. La richiesta, quindi, non è stata rivolta “a un unico Paese, ma all’intera comunità internazionale”.

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