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Monte dei Paschi, da azionisti richieste di danni per 283 milioni per falsità nei prospetti. Tesoro diventa primo socio

Il gruppo Coop Centro Italia ha citato Rocca Salimbeni reclamando danni sia per le ricapitalizzazioni fatte durante la gestione Mussari-Vigni sia per quella del 2014, quando al vertice c'era già l'attuale amministratore delegato Fabrizio Viola. Riscossione Sicilia vuole 106,8 milioni per le perdite di Monte Paschi Serit, fusa nel 2012 con la controllata della Regione
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Il Monte dei Paschi di Siena ha ricevuto richieste di danni per 283 milioni complessivi da diversi azionisti, in buona parte per presunte falsità nei prospetti informativi degli aumenti di capitale realizzati a partire dal 2008. È quanto si legge nella relazione semestrale dell’istituto senese, diffusa nel giorno in cui dalle comunicazioni Consob emerge che il Tesoro con il suo 4,02% è diventato il primo azionista della banca visto che Fintech ha ridotto la propria partecipazione dal 4,5 al 2,24%.

Per quanto riguarda le richieste di risarcimento, in prima fila c’è il gruppo Coop Centro Italia, che sia attraverso la società capofila sia attraverso Coofin srl ha citato in giudizio nel mese di luglio Rocca Salimbeni reclamando danni per complessivi 137,1 milioni. Questo “assumendo essenzialmente la falsità dei prospetti informativi” relativi agli aumenti di capitale 2008, 2011 (gestione Mussari-Vigni) e 2014, durante la gestione dell’allora presidente Alessandro Profumo e di Fabrizio Viola, tuttora in carica come amministratore delegato, che si appresta ora a chiedere al mercato altri 5 miliardi. L’udienza è fissata per il 20 gennaio 2017 e l’atto di citazione riguarda sia Mps sia Consob.

Nella documentazione sui conti semestrali compare anche la citazione in giudizio da parte dell’azionista Arnaldo Marangoni, che ha acquistato titoli tra il 2008 e il 2013 e a cui si sono uniti altri 124 soci e investitori che hanno sottoscritto azioni sia sul mercato sia in occasione degli aumenti 2008 e 2011: l’azione quantifica i danni in 97 milioni complessivi, lamentando “informazioni asseritamente non corrette contenute nei prospetti informativi, nei bilanci e in tutte le comunicazioni price sensitive diffuse dalla capogruppo che avrebbero avuto l’effetto di trarre in inganno ed indurre in errore” i risparmiatori.

A queste si aggiungono altre dodici cause pendenti promosse da azionisti, sempre relativamente alle informazioni fornite per gli aumenti di capitale 2008-11-14, per una richiesta complessiva alla banca di 49 milioni. Non basta: nella relazione la banca sottolinea che “le azioni promosse dagli investitori potrebbero aumentare, anche significativamente, dal punto di vista del numero e delle richieste risarcitorie, rispetto a quelle avviate sino alla data di riferimento della presente relazione finanziaria semestrale”, anche a seguito delle risultanze del procedimento penale del 2014 pendente presso il Tribunale di Milano che vede coinvolto Mps e, ove, ad oggi si sono costituiti parti civili 353 soggetti.

Tra gli altri, ha chiesto risarcimenti a Mps anche Riscossione Sicilia, la società controllata dalla Regione che si occupa della riscossione dei tributi nell’isola. L’azienda ha chiesto la condanna del Monte al pagamento di 106,8 milioni di euro nell’ambito dei rapporti che traggono origine dalla cessione a Riscossione Sicilia della partecipazione già detenuta dalla banca in Monte Paschi Serit spa (poi Serit Sicilia spa). “In particolare Riscossione Sicilia”, spiega la banca, “in relazione alle previsioni contrattuali inerenti alla suddetta cessione, chiede ora la condanna della Banca a titolo di responsabilità contrattuale per asserite sopravvenienze passive di Monte Paschi Serit spa/Serit Sicilia spa”.

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