Un ombrello proteggerà per tre anni Mr. Amazon dal conflitto d’interessi. Lo ha aperto una manina, aggiungendo interi paragrafi al decreto che attua la riforma del Codice dell’amministrazione digitale che spianano la strada alla nomina del futuro commissario Diego Piacentini, già vicepresidente di Amazon, il cui incarico a Palazzo Chigi dovrebbe diventare operativo il prossimo 17 agosto. Lo riferisce Public Policy, precisando che in uno dei decreti attuativi della riforma Madia, prima dell’ultimo passaggio in Consiglio dei ministri, l’articolo 63 è stato cambiato nella forma e nella sostanza (leggi il documento).
E’ quello che fissa le regole per la nomina del futuro commissario straordinario da parte del premier, ossia del numero due di Amazon, già annunciata a febbraio scorso. Nel testo, osserva l’agenzia, non viene fatto riferimento alla normale procedura di nomina prevista nella legge 400 del 1988 (articolo 11), ma viene riscritto interamente l’iter per l’assegnazione dell’incarico. Come era in quello precedentemente pubblicato sul sito del governo. Il mancato riferimento normativo, riferiscono fonti parlamentari, lascia dedurre che il nuovo commissario potrebbe essere svincolato dalle norme sul conflitto di interessi. La legge 215 del 2004, che lo regola, fa esplicito riferimento ai commissari di nomina governativa “di cui alla legge 400 del 1988”. Essendo però stata prevista una procedura a sé stante, all’interno del nuovo Cad, le regole sul conflitto potrebbero non trovare applicazione. La norma, riferisce una fonte, “è stata scritta direttamente da Palazzo Chigi”. Non solo, se l’interpretazione normativa è corretta, a Piacentini non si applicherà neppure il comma 4 dell’articolo 2 della legge sul conflitto: l’incompatibilità temporanea (12 mesi) ad assumere incarichi al termine del mandato governativo; per cui per un anno non potrebbe esercitare la sua professione. La modifica fa salvi quindi i desiderata di Palazzo Chigi.
Stando all’ultima versione del testo, il premier nominerà “per un periodo non superiore a tre anni un commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale”. L’incarico dovrà essere svolto gratuitamente, precisa l’articolo 63 del dlgs Madia. Il futuro commissario potrà coordinare diversi soggetti pubblici, “anche in forma societaria operanti nel settore delle tecnologie dell’informatica”, come la Sogei, la società controllata dal Tesoro che svolge servizi informatici per la Pubblica amministrazione, controllata. Non solo, il coordinamento dovrà coinvolgere anche l’Agenzia per l’Italia digitale e le amministrazioni pubbliche. Inoltre, il premier sceglierà “uno o più progetti” di rilevanza nazionale di cui si dovrà occupare personalmente il commissario. Quest’ultimo potrà utilizzare i poteri sostitutivi nei confronti delle amministrazioni inerti o inadempienti.
Inoltre, la “norma Piacentini” prevede che il commissario possa “adottare nei confronti degli stessi soggetti e nei confronti delle Pa, regole tecniche e linee guida, nonché richiedere dati, documenti e informazioni strumentali all’esercizio della propria attività e dei propri poteri”. Il commissario rappresenterà il presidente del Consiglio nelle “sedi istituzionali internazionali” nelle quali si discute di innovazione tecnologica, agenda digitale europea e governance di internet e parteciperà, in ambito internazionale, “agli incontri preparatori dei vertici istituzionali al fine di supportare il presidente del Consiglio nelle azioni strategiche in materia di innovazione tecnologica”. Il decreto che sarà emanato da premier definirà “la struttura di supporto e le modalità operative, anche sul piano contabile, per la gestione dei progetti. Il commissario opererà quale funzionario delegato in regime di contabilità ordinaria”.
Politica
Palazzo Chigi, leggina ad personam per Mr. Amazon. Per tre anni niente conflitto d’interessi sul commissario Piacentini
L'ultima versione del decreto che attua la riforma del Codice dell'amministrazione digitale annulla ogni riferimento alla legge 215 del 2004 spianando così la strada al numero due del colosso Usa atteso a Roma tra una settimana nei panni del commissario straordinario per la Presidenza del Consiglio
Un ombrello proteggerà per tre anni Mr. Amazon dal conflitto d’interessi. Lo ha aperto una manina, aggiungendo interi paragrafi al decreto che attua la riforma del Codice dell’amministrazione digitale che spianano la strada alla nomina del futuro commissario Diego Piacentini, già vicepresidente di Amazon, il cui incarico a Palazzo Chigi dovrebbe diventare operativo il prossimo 17 agosto. Lo riferisce Public Policy, precisando che in uno dei decreti attuativi della riforma Madia, prima dell’ultimo passaggio in Consiglio dei ministri, l’articolo 63 è stato cambiato nella forma e nella sostanza (leggi il documento).
E’ quello che fissa le regole per la nomina del futuro commissario straordinario da parte del premier, ossia del numero due di Amazon, già annunciata a febbraio scorso. Nel testo, osserva l’agenzia, non viene fatto riferimento alla normale procedura di nomina prevista nella legge 400 del 1988 (articolo 11), ma viene riscritto interamente l’iter per l’assegnazione dell’incarico. Come era in quello precedentemente pubblicato sul sito del governo. Il mancato riferimento normativo, riferiscono fonti parlamentari, lascia dedurre che il nuovo commissario potrebbe essere svincolato dalle norme sul conflitto di interessi. La legge 215 del 2004, che lo regola, fa esplicito riferimento ai commissari di nomina governativa “di cui alla legge 400 del 1988”. Essendo però stata prevista una procedura a sé stante, all’interno del nuovo Cad, le regole sul conflitto potrebbero non trovare applicazione. La norma, riferisce una fonte, “è stata scritta direttamente da Palazzo Chigi”. Non solo, se l’interpretazione normativa è corretta, a Piacentini non si applicherà neppure il comma 4 dell’articolo 2 della legge sul conflitto: l’incompatibilità temporanea (12 mesi) ad assumere incarichi al termine del mandato governativo; per cui per un anno non potrebbe esercitare la sua professione. La modifica fa salvi quindi i desiderata di Palazzo Chigi.
Stando all’ultima versione del testo, il premier nominerà “per un periodo non superiore a tre anni un commissario straordinario per l’attuazione dell’Agenda digitale”. L’incarico dovrà essere svolto gratuitamente, precisa l’articolo 63 del dlgs Madia. Il futuro commissario potrà coordinare diversi soggetti pubblici, “anche in forma societaria operanti nel settore delle tecnologie dell’informatica”, come la Sogei, la società controllata dal Tesoro che svolge servizi informatici per la Pubblica amministrazione, controllata. Non solo, il coordinamento dovrà coinvolgere anche l’Agenzia per l’Italia digitale e le amministrazioni pubbliche. Inoltre, il premier sceglierà “uno o più progetti” di rilevanza nazionale di cui si dovrà occupare personalmente il commissario. Quest’ultimo potrà utilizzare i poteri sostitutivi nei confronti delle amministrazioni inerti o inadempienti.
Inoltre, la “norma Piacentini” prevede che il commissario possa “adottare nei confronti degli stessi soggetti e nei confronti delle Pa, regole tecniche e linee guida, nonché richiedere dati, documenti e informazioni strumentali all’esercizio della propria attività e dei propri poteri”. Il commissario rappresenterà il presidente del Consiglio nelle “sedi istituzionali internazionali” nelle quali si discute di innovazione tecnologica, agenda digitale europea e governance di internet e parteciperà, in ambito internazionale, “agli incontri preparatori dei vertici istituzionali al fine di supportare il presidente del Consiglio nelle azioni strategiche in materia di innovazione tecnologica”. Il decreto che sarà emanato da premier definirà “la struttura di supporto e le modalità operative, anche sul piano contabile, per la gestione dei progetti. Il commissario opererà quale funzionario delegato in regime di contabilità ordinaria”.
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Politica
Tajani: “L’Italia non userà fondi di coesione per comprare armi”. Si spacca il Pd: chi sta con Schlein
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "I fondi di coesione sono fondamentali per ridurre i divari e le disuguaglianze nel nostro paese e in tutta Europa, non possono e non devono essere usati per spese militari. Il Pd oggi ha difeso questa impostazione. Un’Europa forte e sicura e’ innanzitutto un’Europa più coesa. Elly Schlein e Giuseppe Provenzano hanno detto anche questo oggi al vertice socialista a Bruxelles. Dobbiamo essere tutti uniti per la tutela di questo strumento necessario a garantire protezione sociale e opportunità per una crescita giusta". Così in una nota Marco Sarracino, responsabile Coesione territoriale, Sud e aree interne nella segreteria nazionale del Pd.
Roma, 6 mar (Adnkronos) - "Un episodio grave e inaccettabile che deve essere condannato con forza e determinazione: la sofferenza del popolo palestinese non può e non deve essere strumentalizzata da delinquenti intenzionati a spargere nelle nostre città odio antisemita profanando un luogo nato per coltivare la memoria dell’orrore della Shoah". Lo dice all'Adnkronos il deputato del Pd Andrea Casu a proposito della vicenda del museo della Shoah di Roma.
Milano, 6 mar. (Adnkronos) - La Procura di Milano ha chiesto al Comune - nell'ambito dell'inchiesta sull'urbanistica - la consegna delle dichiarazioni e delle comunicazioni (previste per legge) concernenti "l'assenza di conflitti di interesse, anche potenziali", sottoscritte da Giovanni Oggioni (arrestato ieri per corruzione), sia riguardo l'incarico di direttore del Sportello unico per l'edilizia (Sue), che per quello di componente della Commissione per il paesaggio; dell'ex dirigente Franco Zinna; degli indagati Andrea Viaroli e Carla Carbone e "di tutti i membri delle Commissioni per il paesaggio, a partire almeno dal 2015 in poi", ossia delle quattro commissioni (compresa l'attuale) che si sono succedute nel corso degli ultimi dieci anni.
Per la procura, si legge nel provvedimento, è "altrettanto necessario completare (aggiornandole sino alla data odierna) le acquisizioni dei 'verbali delle riunioni cosiddette di staff', nonché i verbali della Commissione attuazione nuovo Pgt e la relativa determina del 23 luglio 2020, nonché del 'Gruppo di lavoro' istituito in seno all'Area Rigenerazione Urbana", a partire dal primo giugno 2024 a oggi.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "In un mutato e minaccioso quadro internazionale, il piano Ue per la difesa è per i Socialisti e Democratici europei un primo importante passo per assicurare il necessario sostegno all’Ucraina e la sicurezza dei nostri cittadini. A Bruxelles siamo al lavoro perché dal Parlamento venga una spinta forte nella direzione della condivisione e del coordinamento degli investimenti, verso una vera difesa comune europea". Lo scrive sui social l'eurodeputato Pd, Giorgio Gori.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "La linea del Partito Socialista Europeo è chiara, netta ed inequivocabile: il ReArm Europe è un atto iniziale importante per la creazione di una difesa comune europea". Lo scrive la vicepresidente del Parlamento Ue, Pina Picierno del Pd, sui social.
"Non c’è nessuna rincorsa bellicista, nessuna distruzione del welfare e di quanto con fatica abbiamo costruito dopo la pandemia ma solo la necessità di rendere più sicuro il nostro continente e le nostre democrazie. Cosi come fu per il NextGenerationEu siamo davanti ad una svolta storica per l’Unione Europea che punterà su indipendenza strategica, acquisti comuni e innovazione".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - “Per la difesa europea servono investimenti comuni in sicurezza, una sola politica estera, economia forte e società coesa, serve un vero salto di qualità verso gli Stati Uniti d’Europa. Di fronte alle minacce che si profilano bisogna sostenere le nostre capacità di difesa nel modo più credibile, senza frammentare le spese tra gli Stati e neanche dando ancora soldi all’America come vorrebbe Trump. Il punto di vista portato dalla segretaria Schlein al vertice del Pse è stato ascoltato ed è positivo l’accordo dei socialisti europei sui fondi di coesione. Il Pd indica una strada di fermezza, consapevolezza e responsabilità sociale, senza farsi distrarre da alcun richiamo”. Lo dichiara Debora Serracchiani, componente della segreteria nazionale del Partito democratico.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Decidere maggiori investimenti per rendere più sicuro e protetto il nostro continente è una scelta non più rinviabile. La difesa europea è un pilastro fondamentale della nostra autonomia strategica. Non possiamo avere tentennamenti su questo obiettivo. La discussione non è sul se, ma sul come arrivarci". Così Alessandro Alfieri, capogruppo Pd in commissione Esteri e Difesa a Palazzo Madama.
"In questi giorni i nostri a Bruxelles stanno facendo un lavoro prezioso per evitare che si utilizzino i fondi di coesione per finanziare spese militari e per incentivare, attraverso gli strumenti europei vecchi e nuovi, le collaborazioni industriali e gli acquisti comuni fra Paesi Europei, l’interoperabilità dei sistemi e i programmi sugli abilitanti strategici (spazio, cyber, difesa aerea, trasporto strategico). In questo quadro, va salutato positivamente che dopo il Next Generation si consolidi l’idea di emettere debito comune per finanziare un bene pubblico europeo come la difesa".
"Anche perché sarà per noi meno complicato continuare la nostra battaglia per estenderlo agli altri pilastri dell’autonomia strategica, a partire dalle politiche per accompagnare la transizione ecologica e digitale. Un passo importante quindi, come sottolineato dal nostro gruppo a Bruxelles, a cui certamente ne dovranno seguire altri se si vuole davvero rafforzare la nostra difesa comune”.