Dopo settimane di stallo arriva la svolta: via la tendopoli dei profughi dalla stazione di Como. Il prefetto Bruno Corda in una conferenza stampa con il sindaco Mario Lucini ha annunciato che è stata trovata un’area dove sistemare cinquanta “moduli abitativi”. Una struttura che, una volta sistemata, a settembre potrà ospitare in una prima fase 300 dei circa 500 migranti che ora bivaccano alla stazione in attesa di riuscire ad entrare in Svizzera. Una sistemazione comunque temporanea che servirà ad accoglierli per il tempo necessario al loro inserimento nel circuito di accoglienza previsto per i richiedenti asilo. Il prefetto ha ricordato che non è stato semplice decidere dove metterli: ogni ipotesi ventilata era stata scartata, finora. La scelta definitiva è caduta dunque su un’area comunale di 2.500 metri quadrati vicino al cimitero, a circa un chilometro dalla stazione. Un’area che qualche anno fa ospitava un deposito di automobili e ha già gli allacciamenti alla rete fognaria e agli altri servizi. Occorreranno ancora alcune settimane per renderla disponibile.

La zona sarà munita di un presidio sanitario e di un servizio di informazione legale per assistere i migranti per le pratiche che li riguardano. La gestione dell’area sarà affidata alla Croce Rossa attraverso una convenzione con il Ministero dell’Interno.

Il prefetto ha comunque tenuto a precisare che si tratta di una struttura temporanea, diventata necessaria “per rientrare in un sistema di legalità e regolarità, perché non si può più tollerare la situazione attuale, di una tendopoli in un luogo non adatto”. Gli ospiti saranno identificati. “Noi diamo un’ opportunità: quell’opportunità deve essere sfruttata da chi la vuole sfruttare. Coloro i quali non la vogliono sfruttare – ha aggiunto – non potranno fare quello che vorranno per conto proprio”. Il Comune di Como sta anche attivando uno sportello informativo nei pressi della stazione di mediazione culturale e informazione giuridica per i migranti. “Occorre ricondurre tutte le informazioni a un canale di comunicazione serio, competente e unitario. E poi – ha aggiunto il sindaco – occorreranno informazioni sull’opportunità di sfruttare le condizioni di alloggio che saranno offerte. Se si danno informazioni corrette, contiamo che ci possa essere un utilizzo spontaneo di queste strutture

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