Il caso di Abetone, il piccolo comune toscano dove il sindaco ha chiesto alla prefettura l’istituzione di un autobus per soli studenti e vietato ai migranti, è stato tirato in ballo, insieme a Capalbio, dal viceministro Riccardo Nencini come esempio di “quell’Italia divisa su tutto” e incoerente sull’accoglienza dei profughi. “Bus separati, come neri e bianchi cinquant’anni fa in Alabama, prima di Kennedy” aveva accusato il segretario del Nuovo Psi. Giampiero Danti, primo cittadino della località sciistica patria di Zeno Colò, eletto con una lista civica di estrazione politica variegata che ha ricevuto un consenso bulgaro (93%), gli risponde che “allora il problema me lo risolva lui”. “Non sono razzista, anzi cerco di capire la situazione nazionale” spiega il sindaco, a ilfattoquotidiano.it, desideroso di evidenziare quanto il problema sia assillante per la sua comunità, “ma sono troppi, ce ne spetterebbero 3, e ne andrebbero bene anche 20, ma così è insostenibile”.
In un paese di 622 residenti sono, infatti, stati collocati 54 migranti richiedenti asilo, un numero ampiamente superiore a quanti ne spetterebbero nell’ambito del piano nazionale per l’accoglienza dei profughi. Sono ospiti di una struttura, il Residence La Riva, a pochi metri dal centro cittadino. Si tratta 54 uomini adulti, lontani da tutto ma vicinissimi a una comunità montana che vive essenzialmente di turismo. Non serve un antropologo per individuare la presenza un problema di ordine sociale. Lo scorso 4 agosto i profughi hanno occupato la statale 12, sdraiandosi per strada, per protestare contro l’isolamento in cui vivono e pochi giorni prima uno di loro avrebbe scagliato un coltello contro uno dei dipendenti della struttura che li ospita. Il sindaco racconta che “questi signori” si sono macchiati di comportamenti “non consoni” sui pochi autobus che passano in zona, “intimorendo” i ragazzi del paese. Per l’avvio delle lezioni, il prossimo 10 settembre, “le famiglie sono preoccupate e in rivolta” perché “qui abbiamo solo la scuola elementare” e tutti gli altri studenti sono obbligati a prendere il bus per San Marcello o Cutigliano.
Sindaco, ci spiega questa storia dei bus separati per gli studenti e i profughi ospiti del residence La Riva?
Qui non è che ci siano pullman ogni qualche minuto, ci sono tre pullman al giorno, e servono soprattutto agli studenti per andare scuola a San Marcello, a 20 km da qui, oppure a Ragioneria e alle medie di Cutigliano. Noi abbiamo solo le elementari. Questi pullman spesso e volentieri sono sovraffollati: i ragazzi si trovano di fronte queste persone adulte, robuste, con un po’ di arroganza, anzi non poca, e di conseguenza le famiglie sono in rivolta, perché i ragazzi sono intimoriti. Non è più accettabile un discorso del genere. Io non sono razzista, anzi cerco di aiutare e capire tutta la situazione che si sta creando a livello nazionale, però purtroppo qui ne va di mezzo la mia comunità. Sono tutti preoccupati, in particolar modo i genitori, e anche il sottoscritto.
Ci sono stati episodi di violenza denunciati alle autorità?
Ci sono stati episodi, fatti presente, di atti non consoni sul pullman. Qualcuno ci ha fatto anche la pipì, questo almeno è quello che dicono i testimoni. A questo punto non è più tollerabile il discorso: qui o loro se ne stanno dalla loro parte per bene, tranquilli, o… Insomma, arrivano sul pullman, fanno alzare i ragazzini, si siedono al loro posto e i ragazzini rimangono in piedi. Sono 55, se partono tutti insieme ci vuole il pullman solo per loro! Per tanto noi si chiede un pullman, un trasporto che sia solo per gli studenti.
Ma quindi poi ci sarebbe un pullman ad hoc anche per i profughi?
Il pullman di linea che va da Abetone a Pistoia resterebbe, li ci si può salire tutti. Ma il pullman per gli studenti è un servizio obbligatorio per lo studio, chiediamo un percorso per conto nostro. Da ora al 10 di settembre (giorno d’inizio delle lezioni, ndr) chiederemo di attivarlo. Lo abbiamo chiesto alla prefettura, perchè non riteniamo, lo ripeto, che i ragazzi debbano andare con questa gente che spesso e volentieri è anche violenta.
Lei ha contestato in prefettura anche l’elevato numero di migranti dislocati nel suo paese?
Si. Abbiamo contestato l’elevato numero, perché la nostra quota rappresenta il 10% della popolazione. Ci spetterebbe lo 0,5%: noi siamo 600 abitanti e ci toccherebbero 3 persone. Per carità, nessuno chiede solo 3 persone, datecene 10, 15, 20 ma poi basta. E poi siamo un paese turistico, lo dico con rispetto, ma la gente li vede in piazza, sulle panchine, a bivaccare, con i telefonini, e alla gente da noia vedere queste persone sempre attaccate al telefonino, “ma io il telefonino lo pago” dice il cittadino nostro, l’indigeno. “Chi glielo paga il telefono?” si chiedono.
Spesso però il telefonino è l’unica cosa che hanno.
Hanno il wi-fi, hanno tutto quello che vogliono, per l’amor del cielo…
Lei ritiene che una qualche sorta di integrazione sia possibile?
Io la vedo così: l’integrazione si fa se arrivassero con le famiglie, quella sarebbe integrazione, allora si vedrebbe che c’è subito la volontà di arrivare con la famiglia e stabilizzarsi. Ma quando arrivano questi ragazzi, soli, che forse non hanno mai lavorato in vita loro, forse dico e non voglio andare a criminalizzarli, però hanno 30 anni e probabilmente non lavoreranno più nella loro vita. Sono qui da parassiti alle spalle di qualcuno. Questo è preoccupante, e ci ritroveremo a doverli mantenere, e dargli da mangiare. Poi, se mangiano leggermente male, si lamentano! Se io vado al ristorante e mangio male, pago. Questi signori qui fanno la rivoluzione perché mangiano male qualche volta. Non sempre, qualche volta.
Perché restano inattivi? Non lavorano per scelta o non possono per via del loro status?
Noi abbiamo tentato di fare una convenzione con chi li gestisce, i signori della Misericordia della Toscana, però poi qui è diventato un business. Sono i gestori che cercano di tenerli in un certo modo, perché è un business che gli viene un mare di soldi in tasca. C’è un business dietro che fa spavento e questo non è accettabile.
Lei ha idea di come sia stato possibile vincere un appalto per 54 ospiti in una struttura di un comune così piccolo?
Inizialmente ci era stato promesso che c’era questo carico e poi sarebbe subito stato ridotto. Perché, dicevano, c’erano altre strutture non ancora pronte. Invece tutte balle. Ma come, l’organo superiore al sindaco, che è la prefettura, mi racconta anche delle bugie? Io non lo accetto. La prefettura poi non ha detto più niente, perché ha fatto l’accordo direttamente con chi gestisce la struttura. Ha scavalcato completamente l’ente locale. Il Sindaco e il Comune sono i primi che dovrebbero sapere. E poi i migranti mi chiedono anche la residenza? Ma stiamo scherzando? E dopo la residenza, il giorno dopo, mi chiederanno la casa e poi anche il lavoro?
Tutti i 54 migranti hanno chiesto la residenza?
Sì, ci è arrivato l’elenco e richiedono la residenza. Dico, avevamo chiesto l’allontanamento almeno di quelle persone che sono entrate in Comune urlando. Mi è toccato pure chiamare i carabinieri. Dalla prefettura mi hanno promesso di intervenire e poi non è avvenuto nulla. E allora, dico, a che gioco si gioca? Si gioca a raccontarci delle balle?
Cosa risponde al viceministro Nencini che l’accusa di aver preso una misura che ricorda l’Alabama prima di Kennedy?
Ma Nencini lo conosco anche… allora mi risolva lui il problema. Dove li metto i nostri ragazzi? Sul tetto dell’autobus, se questi qui sono violenti in una maniera spaventosa? Hanno fisici eccezionali, urlano, sbraitano. Non c’è un comportamento civile da parte di questi signori. Io poi non voglio i posti separati sugli autobus come gli americani, ma ho solo chiesto una linea ad hoc per gli studenti, perché me la chiedono i genitori.
Cronaca
Abetone, il sindaco che vuole un bus per studenti vietato ai migranti: “Non sono razzista, ma 54 sono troppi”
Giampiero Danti, primo cittadino del piccolo comune toscano (622 abitanti), risponde alle accuse del viceministro Nencini, che aveva accomunato la sua decisione al caso di Capalbio, come esempio di "un'Italia divisa su tutto" e ipocrita sulla questione accoglienza. "Dove li metto i nostri ragazzi se questi signori sono violenti? Allora il problema me lo risolva lui"
Il caso di Abetone, il piccolo comune toscano dove il sindaco ha chiesto alla prefettura l’istituzione di un autobus per soli studenti e vietato ai migranti, è stato tirato in ballo, insieme a Capalbio, dal viceministro Riccardo Nencini come esempio di “quell’Italia divisa su tutto” e incoerente sull’accoglienza dei profughi. “Bus separati, come neri e bianchi cinquant’anni fa in Alabama, prima di Kennedy” aveva accusato il segretario del Nuovo Psi. Giampiero Danti, primo cittadino della località sciistica patria di Zeno Colò, eletto con una lista civica di estrazione politica variegata che ha ricevuto un consenso bulgaro (93%), gli risponde che “allora il problema me lo risolva lui”. “Non sono razzista, anzi cerco di capire la situazione nazionale” spiega il sindaco, a ilfattoquotidiano.it, desideroso di evidenziare quanto il problema sia assillante per la sua comunità, “ma sono troppi, ce ne spetterebbero 3, e ne andrebbero bene anche 20, ma così è insostenibile”.
In un paese di 622 residenti sono, infatti, stati collocati 54 migranti richiedenti asilo, un numero ampiamente superiore a quanti ne spetterebbero nell’ambito del piano nazionale per l’accoglienza dei profughi. Sono ospiti di una struttura, il Residence La Riva, a pochi metri dal centro cittadino. Si tratta 54 uomini adulti, lontani da tutto ma vicinissimi a una comunità montana che vive essenzialmente di turismo. Non serve un antropologo per individuare la presenza un problema di ordine sociale. Lo scorso 4 agosto i profughi hanno occupato la statale 12, sdraiandosi per strada, per protestare contro l’isolamento in cui vivono e pochi giorni prima uno di loro avrebbe scagliato un coltello contro uno dei dipendenti della struttura che li ospita. Il sindaco racconta che “questi signori” si sono macchiati di comportamenti “non consoni” sui pochi autobus che passano in zona, “intimorendo” i ragazzi del paese. Per l’avvio delle lezioni, il prossimo 10 settembre, “le famiglie sono preoccupate e in rivolta” perché “qui abbiamo solo la scuola elementare” e tutti gli altri studenti sono obbligati a prendere il bus per San Marcello o Cutigliano.
Sindaco, ci spiega questa storia dei bus separati per gli studenti e i profughi ospiti del residence La Riva?
Qui non è che ci siano pullman ogni qualche minuto, ci sono tre pullman al giorno, e servono soprattutto agli studenti per andare scuola a San Marcello, a 20 km da qui, oppure a Ragioneria e alle medie di Cutigliano. Noi abbiamo solo le elementari. Questi pullman spesso e volentieri sono sovraffollati: i ragazzi si trovano di fronte queste persone adulte, robuste, con un po’ di arroganza, anzi non poca, e di conseguenza le famiglie sono in rivolta, perché i ragazzi sono intimoriti. Non è più accettabile un discorso del genere. Io non sono razzista, anzi cerco di aiutare e capire tutta la situazione che si sta creando a livello nazionale, però purtroppo qui ne va di mezzo la mia comunità. Sono tutti preoccupati, in particolar modo i genitori, e anche il sottoscritto.
Ci sono stati episodi di violenza denunciati alle autorità?
Ci sono stati episodi, fatti presente, di atti non consoni sul pullman. Qualcuno ci ha fatto anche la pipì, questo almeno è quello che dicono i testimoni. A questo punto non è più tollerabile il discorso: qui o loro se ne stanno dalla loro parte per bene, tranquilli, o… Insomma, arrivano sul pullman, fanno alzare i ragazzini, si siedono al loro posto e i ragazzini rimangono in piedi. Sono 55, se partono tutti insieme ci vuole il pullman solo per loro! Per tanto noi si chiede un pullman, un trasporto che sia solo per gli studenti.
Ma quindi poi ci sarebbe un pullman ad hoc anche per i profughi?
Il pullman di linea che va da Abetone a Pistoia resterebbe, li ci si può salire tutti. Ma il pullman per gli studenti è un servizio obbligatorio per lo studio, chiediamo un percorso per conto nostro. Da ora al 10 di settembre (giorno d’inizio delle lezioni, ndr) chiederemo di attivarlo. Lo abbiamo chiesto alla prefettura, perchè non riteniamo, lo ripeto, che i ragazzi debbano andare con questa gente che spesso e volentieri è anche violenta.
Lei ha contestato in prefettura anche l’elevato numero di migranti dislocati nel suo paese?
Si. Abbiamo contestato l’elevato numero, perché la nostra quota rappresenta il 10% della popolazione. Ci spetterebbe lo 0,5%: noi siamo 600 abitanti e ci toccherebbero 3 persone. Per carità, nessuno chiede solo 3 persone, datecene 10, 15, 20 ma poi basta. E poi siamo un paese turistico, lo dico con rispetto, ma la gente li vede in piazza, sulle panchine, a bivaccare, con i telefonini, e alla gente da noia vedere queste persone sempre attaccate al telefonino, “ma io il telefonino lo pago” dice il cittadino nostro, l’indigeno. “Chi glielo paga il telefono?” si chiedono.
Spesso però il telefonino è l’unica cosa che hanno.
Hanno il wi-fi, hanno tutto quello che vogliono, per l’amor del cielo…
Lei ritiene che una qualche sorta di integrazione sia possibile?
Io la vedo così: l’integrazione si fa se arrivassero con le famiglie, quella sarebbe integrazione, allora si vedrebbe che c’è subito la volontà di arrivare con la famiglia e stabilizzarsi. Ma quando arrivano questi ragazzi, soli, che forse non hanno mai lavorato in vita loro, forse dico e non voglio andare a criminalizzarli, però hanno 30 anni e probabilmente non lavoreranno più nella loro vita. Sono qui da parassiti alle spalle di qualcuno. Questo è preoccupante, e ci ritroveremo a doverli mantenere, e dargli da mangiare. Poi, se mangiano leggermente male, si lamentano! Se io vado al ristorante e mangio male, pago. Questi signori qui fanno la rivoluzione perché mangiano male qualche volta. Non sempre, qualche volta.
Perché restano inattivi? Non lavorano per scelta o non possono per via del loro status?
Noi abbiamo tentato di fare una convenzione con chi li gestisce, i signori della Misericordia della Toscana, però poi qui è diventato un business. Sono i gestori che cercano di tenerli in un certo modo, perché è un business che gli viene un mare di soldi in tasca. C’è un business dietro che fa spavento e questo non è accettabile.
Lei ha idea di come sia stato possibile vincere un appalto per 54 ospiti in una struttura di un comune così piccolo?
Inizialmente ci era stato promesso che c’era questo carico e poi sarebbe subito stato ridotto. Perché, dicevano, c’erano altre strutture non ancora pronte. Invece tutte balle. Ma come, l’organo superiore al sindaco, che è la prefettura, mi racconta anche delle bugie? Io non lo accetto. La prefettura poi non ha detto più niente, perché ha fatto l’accordo direttamente con chi gestisce la struttura. Ha scavalcato completamente l’ente locale. Il Sindaco e il Comune sono i primi che dovrebbero sapere. E poi i migranti mi chiedono anche la residenza? Ma stiamo scherzando? E dopo la residenza, il giorno dopo, mi chiederanno la casa e poi anche il lavoro?
Tutti i 54 migranti hanno chiesto la residenza?
Sì, ci è arrivato l’elenco e richiedono la residenza. Dico, avevamo chiesto l’allontanamento almeno di quelle persone che sono entrate in Comune urlando. Mi è toccato pure chiamare i carabinieri. Dalla prefettura mi hanno promesso di intervenire e poi non è avvenuto nulla. E allora, dico, a che gioco si gioca? Si gioca a raccontarci delle balle?
Cosa risponde al viceministro Nencini che l’accusa di aver preso una misura che ricorda l’Alabama prima di Kennedy?
Ma Nencini lo conosco anche… allora mi risolva lui il problema. Dove li metto i nostri ragazzi? Sul tetto dell’autobus, se questi qui sono violenti in una maniera spaventosa? Hanno fisici eccezionali, urlano, sbraitano. Non c’è un comportamento civile da parte di questi signori. Io poi non voglio i posti separati sugli autobus come gli americani, ma ho solo chiesto una linea ad hoc per gli studenti, perché me la chiedono i genitori.
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Zonaeuro
Nuovo scandalo in Ue, in manette lobbisti di Huawei: “Hanno corrotto parlamentari”. Perquisizioni in corso, sigilli agli uffici degli assistenti di Falcone (Fi)
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Mosca: “Tregua frettolosa, rappresenta solo l’approccio di Kiev”. L’inviato Usa “Witkoff vedrà Putin stasera a porte chiuse” – Diretta
La giornata e gli approfondimenti: alle 16 la riunione di redazione de ilFattoQuotidiano.it – DIRETTA
Gaza, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - L'agenzia di protezione civile di Gaza ha riferito di aver riesumato 48 corpi dal cortile dell'ospedale Al-Shifa, un tempo la più grande struttura medica di Gaza, ma ora in gran parte in rovina a causa dei molteplici attacchi israeliani durante la guerra. I soccorritori hanno consegnato 38 corpi dopo che i parenti li hanno identificati, e li hanno portati via per riseppellirli in altri cimiteri, ha riferito il portavoce dell'agenzia, Mahmud Bassal, aggiungendo che "gli altri 10 corpi riesumati sono stati consegnati al dipartimento di medicina legale del Ministero della Salute per l'identificazione".
Bassal ha detto ancora che circa 160 corpi sono ancora sepolti all'interno del complesso ospedaliero e che il processo di esumazione continuerà per diversi giorni.
Verona, 13 mar. (Adnkronos) - “La transizione energetica interessa molto la logistica anche per la questione dei carburanti, e sappiamo qual è la visione europea per il 2035 Sui carburanti. Noi dall'insediamento di questo governo, continuiamo a discutere sul tema della neutralità tecnologica. Per fortuna a livello europeo si è cominciato a ragionare sui biocarburanti, sull'idrogeno, sui carburanti sintetici. Parlando di logistica, questa avversione che c'è sempre stata negli ultimi anni verso il motore endotermico e verso i carburanti fossili, non aiuta. Sappiamo benissimo che un camion con un grande motore, difficilmente potrà funzionare con quintali di batterie, quindi ci vuole anche buon senso e logica. Anche per questo si sta andando verso una modifica di quelli che erano gli obiettivi del 2035”. Ad affermarlo è Massimo Bitonci, sottosegretario alle Imprese e al Made in Italy, durante la conferenza dal titolo “Il ruolo della logistica nella transizione energetica e nella crescita economica” che si è tenuta a Casa Alis all’interno di LetExpo. La fiera di riferimento per i trasporti, la logistica, i servizi alle imprese e la sostenibilità, promossa da Alis in collaborazione con Veronafiere, sarà aperta fino al 14 marzo.
Nella conferenza dedicata alla transizione energetica, che ha visto la presenza degli esponenti di importanti imprese italiane impegnate nella logistica, si è parlato anche delle iniziative attivate dal governo.
"L’anno scorso abbiamo avuto il via libera dall’Europa per fare una rimodulazione dei fondi REPowerEU recuperando 6,3 miliardi di euro che sono stati destinati al Piano Transizione 5.0. Si tratta di una misura di credito di imposta che va dal 35% al 45% ed è rivolta a tutte le imprese, sia piccole che grandi, per accompagnarle verso la transizione ecologica, la transizione digitale, la riduzione dei consumi. I vincoli imposti dall’Europa sono stati molto stringenti, per questo l'iniziativa è partita un po’ lentamente e, almeno fino a un mese fa, erano stati utilizzati solo 500 milioni di euro. Nell’ultimo periodo, però, la somma è quasi raddoppiata con le prenotazioni arrivate", conclude Bitonci.
Doha, 13 mar. (Adnkronos) - In seguito alla visita in Qatar dell'inviato statunitense per il Medio Oriente Steve Witkoff, è sul tavolo una nuova bozza per una proposta aggiornata di cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi. Lo ha riferito al Jerusalem Post una fonte a conoscenza dei dettagli. Come parte dello schema proposto, Hamas rilascerebbe circa cinque ostaggi vivi e i corpi degli ostaggi morti. In cambio, Israele consentirebbe un cessate il fuoco di 50 giorni.
Durante questo periodo di tregua, che si concluderebbe il 20 aprile, si svolgerebbero discussioni in merito alla prosecuzione dell'accordo. La fonte ha dichiarato al Post di essere "ottimista sul fatto che si possa raggiungere un'intesa".
Roma, 13 mar. – (Adnkronos) - L’Intelligenza Artificiale può rivoluzionare il Trasporto Pubblico Locale. E' lo scenario emerso nel primo Workshop Nazionale organizzato da Asstra, l’associazione che riunisce 138 aziende del settore. L’evento ha visto la partecipazione di esperti e istituzioni, con contributi da Londra e San Francisco. Andrea Gibelli, presidente di Asstra, ha sottolineato il ruolo dell’IA nei veicoli autonomi, nella sicurezza stradale e nei servizi di TPL intelligenti: “L’integrazione tra mezzi pubblici e privati è l’obiettivo, ma serve una regolamentazione equilibrata”.
Tra le esperienze presentate, il Catenary Inspection System di FNM, un sistema basato sull'IA che consente di monitorare e anticipare guasti sulle linee elettrificate, riducendo i costi di manutenzione. Illustrati anche il Progetto IACC di Brescia Mobilità che grazie all'uso di chatbot e analisi dati, prevede una riduzione del 20% del carico di lavoro per il customer care , il Progetto Mercurio di Eav per l’analisi predittiva sulle ferrovie e le soluzioni di Amt Genova per l’efficienza delle fermate. Sul fronte della manutenzione, Tper Bologna ha illustrato l’uso dell’IA per ridurre i tempi di fermo dei veicoli, mentre TPL FVG ha mostrato il nuovo sistema CRM per migliorare la gestione delle richieste dei clienti. Focus anche sulla cybersicurezza con AC Transit di San Francisco e sulle implicazioni giuridiche dell’IA con esperti di diritto.
Il workshop si è chiuso con l’impegno di Asstra a tracciare una roadmap chiara per l’innovazione nel Tpl. “L’adozione dell’IA è fondamentale per intercettare il futuro e rispondere ai bisogni emergenti delle persone e delle città. Oggi dobbiamo decidere che aziende vogliamo essere in futuro", ha affermato Gibelli.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Riforestare. Per mitigare l’inquinamento atmosferico e acustico cittadino, incrementare la biodiversità, ridurre i consumi energetici e migliorare il paesaggio urbano e periurbano insieme alla qualità di vita degli abitanti. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), sostenuto da Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas, lancia il progetto 'RiforestAzione', dedicato alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano in 13 città metropolitane d’Italia (Torino, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio di Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) in cui risiedono più di 21 milioni di persone e la cui estensione complessiva è pari a oltre il 15% del territorio nazionale.
L’iniziativa, svelata oggi all’Orto Botanico di Roma alla presenza di istituzioni e partner, rientra nella Missione 'Rivoluzione verde e transizione ecologica' (M2), Componente 'Tutela del territorio e della risorsa idrica' (C4), del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Quest’ultimo si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu).
Nel caso specifico, l’investimento per la 'tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano', dal valore di 210 milioni di euro, si propone di piantare 4,5 milioni di alberi e arbusti, creando 4.500 ettari di nuove foreste e trapiantando almeno 3,5 milioni di alberi nella loro destinazione finale, mediante un ampio programma di interventi, in grado di proteggere i processi ecologici correlati al funzionamento degli ecosistemi. Si tratta di un progetto altamente rilevante e coerente con il piano 'Eu forest strategy for 2030', dedicato al rafforzamento delle foreste continentali e che ambisce ad aggiungere 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Il contributo di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas al progetto del Mase 'RiforestAzione' si declina sotto forma di un supporto diretto alle attività per la sua promozione e comunicazione. Questo impegno si sviluppa attraverso molteplici azioni, a cominciare dalla creazione di una piattaforma digitale con contenuti informativi e di approfondimento sulle azioni di riqualificazione del verde urbano ed extraurbano, curata dalla società urban tech SuperUrbanity.
Oltre alla piattaforma, il progetto prevede la realizzazione di un percorso sul territorio nazionale che andrà a toccare nei prossimi due anni alcune delle città coinvolte nell’iniziativa per farla conoscere alle comunità locali, così come di un percorso didattico, in collaborazione con Fondazione Sylva, che farà tappa nelle scuole per diffondere la cultura ambientale e accrescere le competenze ecologiche dei più giovani.
In più, verrà strutturato un Osservatorio, con durata biennale, che andrà a monitorare l’evoluzione del rapporto tra italiani e verde urbano. A tal proposito, la centralità delle aree verdi è rimarcata dai dati raccolti nella prima ricerca dedicata al progetto 'RiforestAzione' del Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio sulle abitudini sostenibili degli italiani sviluppato insieme a Nielsen IQ, da cui emerge che, per l’83% degli intervistati, l’aumento degli spazi con alberi e arbusti è necessario, mentre, per il 90%, le aree verdi sono fondamentali per il proprio benessere psicofisico, segno di un crescente desiderio di ristabilire un contatto con la natura nei luoghi di vita. Da segnalare anche che, per l’87% degli italiani, gli interventi di riqualificazione costituiscono un fattore che può migliorare la valutazione dell’amministrazione pubblica e la percezione di una città.
"Il progetto 'RiforestAzione' rappresenta un tassello importante della strategia nazionale per la tutela dell’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Il verde urbano ed extraurbano non è solo un elemento estetico, ma una risorsa cruciale per la salute dei cittadini, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità. Con questa iniziativa, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica conferma il proprio impegno concreto nel promuovere una politica ecologica che sia anche una rivoluzione culturale, coinvolgendo istituzioni, imprese e cittadini in un percorso condiviso. Ringraziamo Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas per il supporto a un progetto che guarda al futuro delle nostre comunità, con un impatto tangibile e duraturo sul territorio”, rimarca il sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Claudio Barbaro.
“Le soluzioni nature-based rappresentano un pilastro fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e nella creazione di città più resilienti e vivibili. Il sostegno di Axpo Italia a questo ambizioso progetto di riforestazione urbana ed extraurbana del Mase è una dimostrazione del nostro impegno continuativo per lo sviluppo sostenibile, in cui il verde diventa un alleato strategico per migliorare il benessere delle persone. Cooperare e tutelare la natura significa investire concretamente nel futuro delle prossime generazioni, rafforzando la capacità delle nostre comunità di affrontare le sfide ambientali con soluzioni innovative e durature”, commenta Salvatore Pinto, presidente di Axpo Italia.
“L'espansione delle aree verdi nelle città metropolitane è un investimento sul nostro futuro, sulla nostra salute e sul nostro benessere. È un modo per riconnetterci con la natura, per riscoprire il valore degli alberi, e per costruire città più vivibili e sostenibili. L’obiettivo al 2026 è completare le operazioni di transplanting del materiale di propagazione forestale (semi o piante) per almeno 3.500.000 alberi e arbusti per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane. L’obiettivo è creare una rete di corridoi ecologici che colleghino le aree verdi esistenti, favorendo la mobilità della fauna e la dispersione dei semi. Vogliamo trasformare le nostre città metropolitane in ecosistemi resilienti, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e di offrire servizi ecosistemici essenziali per la collettività", dice Fabrizio Penna, capo Dipartimento Pnrr Mase.
Roma, 13 mar. (Adnkronos) - Riforestare. Per mitigare l’inquinamento atmosferico e acustico cittadino, incrementare la biodiversità, ridurre i consumi energetici e migliorare il paesaggio urbano e periurbano insieme alla qualità di vita degli abitanti. Il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), sostenuto da Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas, lancia il progetto 'RiforestAzione', dedicato alla tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano in 13 città metropolitane d’Italia (Torino, Genova, Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Reggio di Calabria, Palermo, Messina, Catania e Cagliari) in cui risiedono più di 21 milioni di persone e la cui estensione complessiva è pari a oltre il 15% del territorio nazionale.
L’iniziativa, svelata oggi all’Orto Botanico di Roma alla presenza di istituzioni e partner, rientra nella Missione 'Rivoluzione verde e transizione ecologica' (M2), Componente 'Tutela del territorio e della risorsa idrica' (C4), del Piano di Ripresa e Resilienza (Pnrr). Quest’ultimo si inserisce all’interno del programma Next Generation Eu (Ngeu).
Nel caso specifico, l’investimento per la 'tutela e valorizzazione del verde urbano ed extraurbano', dal valore di 210 milioni di euro, si propone di piantare 4,5 milioni di alberi e arbusti, creando 4.500 ettari di nuove foreste e trapiantando almeno 3,5 milioni di alberi nella loro destinazione finale, mediante un ampio programma di interventi, in grado di proteggere i processi ecologici correlati al funzionamento degli ecosistemi. Si tratta di un progetto altamente rilevante e coerente con il piano 'Eu forest strategy for 2030', dedicato al rafforzamento delle foreste continentali e che ambisce ad aggiungere 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Il contributo di Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas al progetto del Mase 'RiforestAzione' si declina sotto forma di un supporto diretto alle attività per la sua promozione e comunicazione. Questo impegno si sviluppa attraverso molteplici azioni, a cominciare dalla creazione di una piattaforma digitale con contenuti informativi e di approfondimento sulle azioni di riqualificazione del verde urbano ed extraurbano, curata dalla società urban tech SuperUrbanity.
Oltre alla piattaforma, il progetto prevede la realizzazione di un percorso sul territorio nazionale che andrà a toccare nei prossimi due anni alcune delle città coinvolte nell’iniziativa per farla conoscere alle comunità locali, così come di un percorso didattico, in collaborazione con Fondazione Sylva, che farà tappa nelle scuole per diffondere la cultura ambientale e accrescere le competenze ecologiche dei più giovani.
In più, verrà strutturato un Osservatorio, con durata biennale, che andrà a monitorare l’evoluzione del rapporto tra italiani e verde urbano. A tal proposito, la centralità delle aree verdi è rimarcata dai dati raccolti nella prima ricerca dedicata al progetto 'RiforestAzione' del Pulsee Luce e Gas Index, osservatorio sulle abitudini sostenibili degli italiani sviluppato insieme a Nielsen IQ, da cui emerge che, per l’83% degli intervistati, l’aumento degli spazi con alberi e arbusti è necessario, mentre, per il 90%, le aree verdi sono fondamentali per il proprio benessere psicofisico, segno di un crescente desiderio di ristabilire un contatto con la natura nei luoghi di vita. Da segnalare anche che, per l’87% degli italiani, gli interventi di riqualificazione costituiscono un fattore che può migliorare la valutazione dell’amministrazione pubblica e la percezione di una città.
"Il progetto 'RiforestAzione' rappresenta un tassello importante della strategia nazionale per la tutela dell’ambiente e la qualità della vita nelle nostre città. Il verde urbano ed extraurbano non è solo un elemento estetico, ma una risorsa cruciale per la salute dei cittadini, la lotta ai cambiamenti climatici e la tutela della biodiversità. Con questa iniziativa, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica conferma il proprio impegno concreto nel promuovere una politica ecologica che sia anche una rivoluzione culturale, coinvolgendo istituzioni, imprese e cittadini in un percorso condiviso. Ringraziamo Axpo Italia e Pulsee Luce e Gas per il supporto a un progetto che guarda al futuro delle nostre comunità, con un impatto tangibile e duraturo sul territorio”, rimarca il sottosegretario di Stato al ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Claudio Barbaro.
“Le soluzioni nature-based rappresentano un pilastro fondamentale nella lotta ai cambiamenti climatici e nella creazione di città più resilienti e vivibili. Il sostegno di Axpo Italia a questo ambizioso progetto di riforestazione urbana ed extraurbana del Mase è una dimostrazione del nostro impegno continuativo per lo sviluppo sostenibile, in cui il verde diventa un alleato strategico per migliorare il benessere delle persone. Cooperare e tutelare la natura significa investire concretamente nel futuro delle prossime generazioni, rafforzando la capacità delle nostre comunità di affrontare le sfide ambientali con soluzioni innovative e durature”, commenta Salvatore Pinto, presidente di Axpo Italia.
“L'espansione delle aree verdi nelle città metropolitane è un investimento sul nostro futuro, sulla nostra salute e sul nostro benessere. È un modo per riconnetterci con la natura, per riscoprire il valore degli alberi, e per costruire città più vivibili e sostenibili. L’obiettivo al 2026 è completare le operazioni di transplanting del materiale di propagazione forestale (semi o piante) per almeno 3.500.000 alberi e arbusti per il rimboschimento delle aree urbane ed extraurbane. L’obiettivo è creare una rete di corridoi ecologici che colleghino le aree verdi esistenti, favorendo la mobilità della fauna e la dispersione dei semi. Vogliamo trasformare le nostre città metropolitane in ecosistemi resilienti, capaci di adattarsi ai cambiamenti climatici e di offrire servizi ecosistemici essenziali per la collettività", dice Fabrizio Penna, capo Dipartimento Pnrr Mase.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - “L’accessibilità del farmaco è un tema centrale per la tutela del diritto alla salute dei cittadini e per la sostenibilità del sistema, e i dati diffusi questa mattina non fanno altro che confermare quanto una più ampia dispensazione dei medicinali sul territorio possa contribuire a realizzare migliori esiti di salute e a ridurre i costi sociali a carico di pazienti e caregiver, con un beneficio tangibile anche in termini di riduzione della spesa farmaceutica. Esprimiamo il nostro più vivo apprezzamento al ministro della Salute Orazio Schillaci e al sottosegretario Marcello Gemmato per gli obiettivi perseguiti con la riforma del sistema distributivo dei farmaci introdotta con la Legge di Bilancio 2024, e per l’attenzione mostrata su un tema che impatta in maniera così rilevante sulla quotidianità di pazienti, in particolar modo delle persone anziane e di coloro che vivono nelle aree più interne. Avvicinare il farmaco al cittadino va nella direzione di rafforzare la prossimità dell’assistenza e della cura per una Sanità più accessibile, equa e aderente ai bisogni delle persone”. Lo ha detto Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti Italiani (Fofi), intervenendo sull'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma', che si è svolto questa mattina ala ministero della Salute.
“La distribuzione del farmaco sul territorio valorizza la prossimità e la professionalità del farmacista e la continuità di servizio dei nostri presìdi per garantire un’assistenza farmaceutica più vicina alle esigenze dei pazienti, ma anche un maggior supporto ai fini della corretta assunzione dei farmaci e dell’aderenza terapeutica, aspetti di fondamentale importanza nella gestione delle malattie croniche nell’ambito di una presa in carico multidisciplinare sul territorio”, ha concluso Mandelli.