Il mondo FQ

Terremoto, il post su Facebook: “Nessun amatriciano dirà mai di cacciare gli immigrati dagli alberghi”

"Accoglienza per tutti quelli che ne hanno bisogno, senza 'noi' e 'loro'", scrive un'utente sul social network, rispondendo alle polemiche di questi giorni sui richiedenti asilo nei paesi del sisma. Parole condivise oltre 30mila volte sul social network
Commenti

“La mia casa di Amatrice è inagibile. Non è la mia prima casa quindi un posto dove andare ce l’ho. Ma posso assicurare che a nessun amatriciano sentirete dire che bisogna cacciare gli immigrati dagli alberghi per metterci i terremotati“. Un post su Facebook, quello di Francesca Spada, che vuole smorzare le polemiche sorte in questi giorni intorno ai migranti sui luoghi del sisma. Perché, secondo alcuni, non devono stare in albergo mentre i terremotati finiscono nelle tende, come ha twittato Matteo Salvini riprendendo le parole scritte da don Cesare Donati, parroco nel Savonese. E a proposito di tende, ha detto l’ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso “vanno piantate nella zona colpita sperando che non le abbiano usate tutte per gli extracomunitari”.

Spada prosegue spiegando che, in questa occasione tragica, “uno che scappa dalla guerra lo senti un po’ un tuo simile” e aggiunge che “a Amatrice era ospitato un gruppo di richiedenti asilo, a cui tutti si erano affezionati – sì, si possono percepire gli immigrati come parte della comunità”. E ricorda che “l’altra notte erano anche loro a scavare” e “qualcuno di loro sta sotto le macerie. Quindi – conclude – grazie lo stesso, e accoglienza per tutti quelli che ne hanno bisogno, senza ‘noi’ e ‘loro'”. Finora il post di Francesca è stato condiviso oltre 30mila volte sul social network.

E c’è anche chi risponde agli attacchi verbali ai migranti augurando di venire tratto in salvo proprio da uno di loro, mentre anche Enrico Mentana attacca su Facebook chi li infanga.

In questi giorni diverse decine di richiedenti asilo, provenienti da varie parti d’Italia, hanno deciso di aiutare concretamente chi ha perso tutto, andando a dare una mano nei centri distrutti dal sisma. C’è chi ha prestato soccorso sul posto, come Abdullai, 20 anni, originario del Benin, arrivato in Italia un anno fa. Ad Arquata del Tronto insieme a un gruppo di altri 17 migranti, ha trascorso la giornata a ripulire dalle macerie una zona designata ad ospitare strutture di emergenza. “All’inizio ero molto spaventato, poi ho capito che avevano bisogno di tutto l’aiuto possibile e voglio fare la mia parte”, ha detto. Letizia Bellabarba, responsabile del Gruppo Umana Solidarietà di Ascoli Piceno che gestisce i rifugiati ad Arquata, ha specificato che i migranti “sono venuti di loro iniziativa sostenendo che l’Italia li ha accolti ed aiutati e, per questo, sentivano di dover ricambiare“.

Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione