Ancora, sempre e solo Mercedes. Il Gran Premio del Belgio è il trionfo di Nico Rosberg, che torna a vincere dopo un digiuno che durava dallo scorso 19 giugno. Ma forse ancor di più di Lewis Hamilton, che da ultimo alla partenza per la sostituzione del motore chiude addirittura terzo e respinge l’assalto del compagno-rivale nella classifica piloti. Merito, o anzi soprattutto demerito, degli avversari. Della Ferrari, che si suicida alla partenza con un altro contatto fratricida fra Vettel e Raikkonen (alla fine sesto e nono, ma le premesse erano altre). E di Max Verstappen, ragazzino che sarà pure un predestinato ma che stavolta (e non è la prima) la combina davvero grossa, rovinando la gara sua e degli altri, passandola tutto sommato liscia: cosa non si perdona al talento. Così la storica pista di Spa-Francorchamps, che dopo le qualifiche sembrava poter regalare un ribaltone nel mondiale e magari anche un risultato a sorpresa, si risolve nell’ennesima doppietta Mercedes, solo intervallata dal secondo posto della Red Bull di Ricciardo, che non cambia troppo le gerarchie in classifica e nella scuderia tedesca.
Non sono mancate comunque le emozioni. Specie nei primi giri, dove è successo praticamente di tutto, a partire dal pasticciaccio rosso. Come se ce ne fosse bisogno – come se non bastassero i mille problemi di aerodinamica e motore che hanno compromesso la prima parte e quindi tutta la stagione – le due Ferrari si autoeliminano al via di un Gran premio in cui davvero avrebbero potuto dire la loro. Veloci in qualifica, affidabili sul passo gara, bene anche alla partenza: con Hamilton retrocesso in ultima posizione, salire con due macchine sul podio (e poi chissà) sembrava un obiettivo ampiamente alla portata per il Cavallino. Invece quello che sarebbe stato il miglior risultato del 2016 sfuma alla prima curva. Dove Raikkonen e Vettel si toccano e danneggiano entrambe le monoposto, come successo in Cina. In realtà il colpevole principale dell’incidente è Verstappen, che per rimediare a una partenza lenta esaspera la staccata e prova ad inserirsi all’interno dove lo spazio proprio non c’è. Vettel, da par suo, non alza il piede come pure avrebbe potuto (e forse dovuto fare) all’esterno, chiudendo una traiettoria azzardata. E la frittata è fatta. Raikkonen resta schiacciato in mezzo e da secondo alle spalle di Rosberg si ritrova ai box, anche gli altri due devono fermarsi. Risultato: gara rovinata per tutti e ennesimo regalo (proprio non necessario) alle Mercedes.
Rosberg si invola davanti. Hamilton, con i rivali più pericolosi appiedati, ha la strada spianata per una rimonta clamorosa che è già completata dopo pochi giri. Anche perché oltre ai disastri di quei tre davanti, c’è la foratura di Sainz e soprattutto il terribile incidente di Magnussen (pilota per fortuna illeso nonostante la macchina distrutta). Per rimuovere la Renault dalla pista i commissari sono costretti a fermare addirittura la gara. Quando si riparte, con i distacchi azzerati, il campione inglese non ha difficoltà a passare gli avversari come birilli, e al 18° giro da ultimo alla partenza è già terzo. Di lì in poi le posizioni non cambieranno praticamente più. Con una corsa sempre all’attacco, Hamilton arriva persino a ricucire il gap dal secondo posto di Ricciardo, ma a quel punto viene abbandonato dalla gomma gialla ed è costretto a rientrare: il terzo pit-stop è di troppo, ma il podio è comunque suo. E vale una vittoria. Perché Rosberg, che pure ha fatto gara a sé davanti e ha centrato la sesta vittoria stagionale, non riesce a dare la spallata che sognava nella classifica del mondiale. Per lui il Gp del Belgio è soprattutto un’occasione persa.
Come anche per la Ferrari. In palla come poche volte quest’anno, eppure ancora fuori dal podio per una partenza sciagurata. Dopo l’incidente, Raikkonen ha continuato a fare a sportellate nelle retrovie col solito Verstappen e con Grosjean, chiudendo nono. Vettel ha confermato la forma della rossa con un’ottima rimonta che però non vale più del sesto posto, buono solo ad aumentare i rimpianti per ciò che sarebbe potuto essere. Anche Spa è andata. Domenica prossima c’è Monza: il Gran premio d’Italia, il Gran premio di casa. Forse l’ultima occasione della Ferrari per dare un senso a una stagione già tutta da buttare.