Doveva essere una carta elettronica assegnata a ciascun docente con 500 euro da spendere per la formazione e l’aggiornamento, ma la card non è mai arrivata. Così il ministero dell’Istruzione ha ripiegato su un più semplice cedolino. I docenti avrebbero dovuto rendicontare le loro spese entro il 31 agosto ma, visto il caos delle segreterie dei giorni scorsi, ora il termine è stato prorogato 15 ottobre. Per mesi non si è vista l’ombra neanche del provvedimento che – entro 60 giorni dal decreto del presidente del Consiglio (datato 23 settembre 2015) – avrebbe dovuto indicare “le modalità di rendicontazione delle spese”. Alla fine il documento è stato pubblicato, ma solo lunedì scorso.
E ora per giunta, dopo che gli istituti durante l’estate hanno provveduto ad improvvisare moduli e schede per essere pronti a fine agosto, il dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane del Miur, ha emanato una circolare ai dirigenti nella quale si specifica che “le modalità di rendicontazione sono disciplinate da un apposito Decreto datato 9 agosto” che “non ha ancora acquisito efficacia” perciò la direzione “si riserva di fornire ulteriori indicazioni in seguito all’entrata in vigore”. Non basta: lo stesso ministero nella circolare svela che “per ragioni di carattere tecnico” ci sono docenti che ad oggi non hanno ancora percepito l’accredito e che pertanto non potranno fare alcuna rendicontazione.
Ecco la cronaca del caos dell’ormai famoso bonus dei 500 euro per la formazione di maestri e professori solo a tempo indeterminato. A mandare in tilt le segreterie delle scuole già intasate tra chiamata diretta, assegnazioni provvisorie, presa in carico di servizio e tutto il resto, ci hanno pensato nei giorni scorsi i dirigenti di viale Trastevere che a 48 ore dalla scadenza dell’utilizzo dei soldi si sono affrettati ad inviare le modalità di rendicontazione attese da mesi senza tuttavia fornire, anche stavolta, alcun chiarimento circa le spese ammissibili.
L’articolo quattro del decreto specifica che la “card può essere utilizzata per le finalità di formazione e aggiornamento professionale” parlando genericamente di “acquisto di libri e di testi, anche in formato digitale, di pubblicazione e di riviste; rappresentazioni teatrali e cinematografiche; ingresso musei, mostre ed eventi culturali dal vivo”. Secondo le faq, pubblicate sul sito del Miur, un professore di matematica avrebbe potuto usare il bonus per l’acquisto di un romanzo ma nella pratica una maestra della scuola dell’infanzia laureata all’Accademia di Belle Arti non poteva abbonarsi ad una rivista d’arte.
“Il Miur, nonostante i nostri ripetuti solleciti, non aveva ancora provveduto – spiega Rino Di Meglio, coordinatore nazionale Gilda degli insegnanti – ad emanare un atto ufficiale e dettagliato per dirimere tutti i dubbi sull’utilizzo del bonus. Viale Trastevere, invece di chiarire la questione, non ha fatto altro che ingarbugliare ancora di più la matassa rinviando al 15 ottobre la scadenza per la rendicontazione e fissando una serie di passaggi burocratici, con conseguenti rallentamenti che comprometteranno sicuramente i tempi dell’erogazione dei 500 euro per il prossimo anno scolastico”.
Un pasticcio, secondo la Flc Cgil, soprattutto per il personale delle segreterie: “A due giorni dalla scadenza la nota pare una presa in giro: le operazioni sono state in gran parte concluse e le scuole hanno adottato in autonomia strumenti propri, in totale assenza di indicazioni nazionali. Appare, questo, come l’ennesimo esempio di mal governo dell’amministrazione, incapace di far fronte anche ai provvedimenti meno complessi, nei tempi e nei termini che una normale gestione dovrebbe prevedere”.