E’ il giorno più lungo, il più difficile per il sindaco di Roma Virginia Raggi a due mesi dalla vittoria alle elezioni per il Campidoglio. Prima la revoca del mandato al capo di gabinetto, il magistrato Carla Romana Raineri: “Lo stipendio non c’entra, pensavo di dover garantire la legalità, ma la verità è un’altra”. Poi le dimissioni del super-assessore al Bilancio, Marcello Minenna, dirigente della Consob voluto in giunta in particolare da Luigi Di Maio. E ancora le dimissioni del direttore generale e dell’amministratore unico dell’Atac, l’azienda dei trasporti, dopo le accuse incrociate di presunte ingerenze e di proteste strumentali. Infine, l’addio di Alessandro Solidoro da amministratore unico di Ama, l’azienda dei rifiuti. Un domino che porta la Raggi ad affrontare – così presto – una vera e propria crisi politica, prima che amministrativa: sullo sfondo, infatti, restano gli scontri interni al Movimento Cinque Stelle. “Stiamo lavorando per individuare delle personalità di rilievo che possano contribuire al rilancio della città. Non ci fermiamo” assicura ai consiglieri M5s. Ma non si presentata in consiglio comunale, provocando la protesta dei consiglieri del Pd e di Sinistra Italiana, che abbandonano l’Aula. Al suo posto parla il suo vice Daniele Frongia: “Cinque dimissioni in un giorno? Sicuramente non è una crisi, personalmente non ho ancora avuto modo di parlare con il dottor Minenna, quindi non sono a conoscenza delle motivazioni delle dimissioni. Quel che è certo è che noi abbiamo agito dopo la ricezione di un parere dell’Anac nell’ambito di un intervento straordinario di analisi e verifica di tutte le deliberazioni prodotte dall’amministrazione Raggi. Questa è un’operazione straordinaria voluta dalla sindaca per massimizzare la trasparenza e la bontà degli atti”.
Le dimissioni di Minenna e Raineri
Comunque sia, per capire da dov’è partita la frana che ha travolto la giunta M5s prima ancora di cominciare a governare, bisogna cominciare dalla revoca della nomina di Raineri da capo di gabinetto e le dimissioni – subito dopo – dell’assessore al Bilancio Minenna. Il primo nodo da sciogliere è se sia stata la Raggi a revocare l’incarico alla Raineri o viceversa sia stata la magistrata a rassegnare le dimissioni, come dice quest’ultima. “Al momento non voglio rilasciare dichiarazioni – dice il giudice – Quel che dico è che diffiderò chiunque avanzi l’ipotesi che le mie dimissioni siano legate all’accettazione dell’articolo 90 ovvero a riduzioni dei miei compensi, perché non è così. Credevo di essere stata chiamata per garantire la legalità. La verità è tutt’altra e spiegherò presto le mie ragioni”.
La miccia è stata un parere che l’Anac ha fornito al Comune di Roma sul contratto alla Raineri. La nomina è del 22 luglio. Ma la Raggi non è convinta di quanto le era stato risposto dall’avvocatura civica del Campidoglio, una presa di posizione “contradditoria” come la definisce l’Autorità anticorruzione. Così il 30 agosto scrive all’Autorità di Cantone. Tutto si muove intorno a due articoli del Testo unico degli enti locali, il 110 e il 90. Per l’avvocatura capitolina era corretto inquadrare la Raineri come capo di gabinetto ai sensi del 90, ma era giusto determinare il compenso ai sensi del 110. Un modo per garantire lo stipendio da 193mila euro all’anno accordato alla magistrata, è stata la prima ricostruzione, respinta però dall’interessata (“Il problema non è stato lo stipendio”). In ogni caso, spiega Raffaele Cantone nel documento spedito al Comune, l’applicazione del 110 è “impropria”, perché regola i ruoli da dirigente e non – come il 90 – quello degli uffici e del personale, in questo caso con un incarico “politico”, di fiducia del sindaco. Per giunta gli incarichi a contratto regolati dal 110 sono “conferiti previa selezione pubblica”. Un nodo intrecciato che l’Anac ha sciolto dicendo di seguire l’articolo 90.
Il parere dell’Anac è protocollato il 31 agosto. Tra la sera e la mattina seguente, quella di oggi, avviene la rottura che porta la Raineri e poi l’assessore Minenna. Cosa sia avvenuto in quelle ore, per il momento, non si conosce: nessuno dei protagonisti ha voluto ancora raccontarlo. Tutti si affidano a frasi-slogan. La Raggi conferma la “massima trasparenza“. La Raineri annuncia che dirà “presto” i “veri motivi2 del suo addio. Minenna si limita a 8 parole: “Ho servito lo Stato anche stavolta, come sempre”.
Minenna, l’uomo chiave della giunta
Fin qui l’aspetto tecnico. Ma poi c’è quello politico, forse più importante per le conseguenze sulla giunta Raggi. L’uscita dell’assessore Marcello Minenna è un colpo per la giunta Raggi. Minenna, dirigente della Consob, era l’uomo chiave della squadra di governo, aveva molte deleghe e tutte pesanti. Oltre al bilancio infatti si doveva occupare di patrimonio e partecipate. Un super assessore – voluto in particolare da Luigi Di Maio – che doveva mettere mano al riordino delle aziende capitoline, alla spending review con i tagli agli sprechi e doveva riorganizzare il patrimonio capitolino già al centro di scandali come quello di Affittopoli. Aveva in mano la questione del bilancio con l’ipoteca pesante del debito e la sua gestione commissariale.
L’addio di Minenna e di Raineri arriva dopo un braccio di ferro che – raccontano fonti del Campidoglio citate dall’AdnKronos – da settimane andava avanti con altri due pezzi da novanta dello staff del sindaco, Salvatore Romeo (capo della segreteria politica della Raggi) e Raffaele Marra, vicecapo di gabinetto (cioè vice della Raineri). I primi due erano “puntelli” voluti dai vertici nazionali del M5s per dare solidità alla giunta, gli altri due sono ritenuti molto vicini alla prima cittadina e al suo vice, Daniele Frongia. Tra Minenna e Marra (ex collaboratore di Gianni Alemanno) si è verificato più di uno scontro. L’ultimo è stato proprio sulla Raineri. Fonti interne al Movimento, spiega l’AdnKronos, sostengono che “sarebbe stato proprio Marra a istituire la pratica per la richiesta di parere all’Anac” sul contratto del capo di gabinetto. Il sospetto è che sia “stata istituita in modo da far saltare la magistrata”. E sullo sfondo questa ricostruzione, delle stesse fonti: “Di fatto a Raineri non è stata fatta toccare palla. Ai posti di comando c’è sempre stata la coppia Romeo-Marra, i fedelissimi della Raggi”. A luglio la prima avvisaglia furono le dimissioni di Roberta Lombardi, deputata vicinissima a Beppe Grillo, che lasciò il mini-direttorio di Roma per i dissapori con l’entourage del sindaco.
Politica
Roma, Raggi perde pezzi. Via il capo di gabinetto e il “super-assessore” Minenna. Lasciano anche vertici di Ama e Atac
LA GIORNATA AL CAMPIDOGLIO - A due mesi dalla vittoria la prima crisi della sindaca M5s. Lasciano in cinque. Prima il "superassessore", dirigente Consob voluto da Di Maio, e la magistrata nominata capo di gabinetto. La prima cittadina racconta che la decisione è stata sua dopo un parere dell'Anac, ma il giudice dice che se n'è andata lei. "Lo stipendio non c'entra, credevo di garantire la legalità, ma la verità è un'altra". Poi abbandonano anche i manager delle aziende dei rifiuti e dei trasporti. Taverna: "Un duro colpo"
E’ il giorno più lungo, il più difficile per il sindaco di Roma Virginia Raggi a due mesi dalla vittoria alle elezioni per il Campidoglio. Prima la revoca del mandato al capo di gabinetto, il magistrato Carla Romana Raineri: “Lo stipendio non c’entra, pensavo di dover garantire la legalità, ma la verità è un’altra”. Poi le dimissioni del super-assessore al Bilancio, Marcello Minenna, dirigente della Consob voluto in giunta in particolare da Luigi Di Maio. E ancora le dimissioni del direttore generale e dell’amministratore unico dell’Atac, l’azienda dei trasporti, dopo le accuse incrociate di presunte ingerenze e di proteste strumentali. Infine, l’addio di Alessandro Solidoro da amministratore unico di Ama, l’azienda dei rifiuti. Un domino che porta la Raggi ad affrontare – così presto – una vera e propria crisi politica, prima che amministrativa: sullo sfondo, infatti, restano gli scontri interni al Movimento Cinque Stelle. “Stiamo lavorando per individuare delle personalità di rilievo che possano contribuire al rilancio della città. Non ci fermiamo” assicura ai consiglieri M5s. Ma non si presentata in consiglio comunale, provocando la protesta dei consiglieri del Pd e di Sinistra Italiana, che abbandonano l’Aula. Al suo posto parla il suo vice Daniele Frongia: “Cinque dimissioni in un giorno? Sicuramente non è una crisi, personalmente non ho ancora avuto modo di parlare con il dottor Minenna, quindi non sono a conoscenza delle motivazioni delle dimissioni. Quel che è certo è che noi abbiamo agito dopo la ricezione di un parere dell’Anac nell’ambito di un intervento straordinario di analisi e verifica di tutte le deliberazioni prodotte dall’amministrazione Raggi. Questa è un’operazione straordinaria voluta dalla sindaca per massimizzare la trasparenza e la bontà degli atti”.
Le dimissioni di Minenna e Raineri
Comunque sia, per capire da dov’è partita la frana che ha travolto la giunta M5s prima ancora di cominciare a governare, bisogna cominciare dalla revoca della nomina di Raineri da capo di gabinetto e le dimissioni – subito dopo – dell’assessore al Bilancio Minenna. Il primo nodo da sciogliere è se sia stata la Raggi a revocare l’incarico alla Raineri o viceversa sia stata la magistrata a rassegnare le dimissioni, come dice quest’ultima. “Al momento non voglio rilasciare dichiarazioni – dice il giudice – Quel che dico è che diffiderò chiunque avanzi l’ipotesi che le mie dimissioni siano legate all’accettazione dell’articolo 90 ovvero a riduzioni dei miei compensi, perché non è così. Credevo di essere stata chiamata per garantire la legalità. La verità è tutt’altra e spiegherò presto le mie ragioni”.
La miccia è stata un parere che l’Anac ha fornito al Comune di Roma sul contratto alla Raineri. La nomina è del 22 luglio. Ma la Raggi non è convinta di quanto le era stato risposto dall’avvocatura civica del Campidoglio, una presa di posizione “contradditoria” come la definisce l’Autorità anticorruzione. Così il 30 agosto scrive all’Autorità di Cantone. Tutto si muove intorno a due articoli del Testo unico degli enti locali, il 110 e il 90. Per l’avvocatura capitolina era corretto inquadrare la Raineri come capo di gabinetto ai sensi del 90, ma era giusto determinare il compenso ai sensi del 110. Un modo per garantire lo stipendio da 193mila euro all’anno accordato alla magistrata, è stata la prima ricostruzione, respinta però dall’interessata (“Il problema non è stato lo stipendio”). In ogni caso, spiega Raffaele Cantone nel documento spedito al Comune, l’applicazione del 110 è “impropria”, perché regola i ruoli da dirigente e non – come il 90 – quello degli uffici e del personale, in questo caso con un incarico “politico”, di fiducia del sindaco. Per giunta gli incarichi a contratto regolati dal 110 sono “conferiti previa selezione pubblica”. Un nodo intrecciato che l’Anac ha sciolto dicendo di seguire l’articolo 90.
Il parere dell’Anac è protocollato il 31 agosto. Tra la sera e la mattina seguente, quella di oggi, avviene la rottura che porta la Raineri e poi l’assessore Minenna. Cosa sia avvenuto in quelle ore, per il momento, non si conosce: nessuno dei protagonisti ha voluto ancora raccontarlo. Tutti si affidano a frasi-slogan. La Raggi conferma la “massima trasparenza“. La Raineri annuncia che dirà “presto” i “veri motivi2 del suo addio. Minenna si limita a 8 parole: “Ho servito lo Stato anche stavolta, come sempre”.
Minenna, l’uomo chiave della giunta
Fin qui l’aspetto tecnico. Ma poi c’è quello politico, forse più importante per le conseguenze sulla giunta Raggi. L’uscita dell’assessore Marcello Minenna è un colpo per la giunta Raggi. Minenna, dirigente della Consob, era l’uomo chiave della squadra di governo, aveva molte deleghe e tutte pesanti. Oltre al bilancio infatti si doveva occupare di patrimonio e partecipate. Un super assessore – voluto in particolare da Luigi Di Maio – che doveva mettere mano al riordino delle aziende capitoline, alla spending review con i tagli agli sprechi e doveva riorganizzare il patrimonio capitolino già al centro di scandali come quello di Affittopoli. Aveva in mano la questione del bilancio con l’ipoteca pesante del debito e la sua gestione commissariale.
L’addio di Minenna e di Raineri arriva dopo un braccio di ferro che – raccontano fonti del Campidoglio citate dall’AdnKronos – da settimane andava avanti con altri due pezzi da novanta dello staff del sindaco, Salvatore Romeo (capo della segreteria politica della Raggi) e Raffaele Marra, vicecapo di gabinetto (cioè vice della Raineri). I primi due erano “puntelli” voluti dai vertici nazionali del M5s per dare solidità alla giunta, gli altri due sono ritenuti molto vicini alla prima cittadina e al suo vice, Daniele Frongia. Tra Minenna e Marra (ex collaboratore di Gianni Alemanno) si è verificato più di uno scontro. L’ultimo è stato proprio sulla Raineri. Fonti interne al Movimento, spiega l’AdnKronos, sostengono che “sarebbe stato proprio Marra a istituire la pratica per la richiesta di parere all’Anac” sul contratto del capo di gabinetto. Il sospetto è che sia “stata istituita in modo da far saltare la magistrata”. E sullo sfondo questa ricostruzione, delle stesse fonti: “Di fatto a Raineri non è stata fatta toccare palla. Ai posti di comando c’è sempre stata la coppia Romeo-Marra, i fedelissimi della Raggi”. A luglio la prima avvisaglia furono le dimissioni di Roberta Lombardi, deputata vicinissima a Beppe Grillo, che lasciò il mini-direttorio di Roma per i dissapori con l’entourage del sindaco.
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Crisi Raggi, consiglieri M5S cadono dalle nuvole. Stefano: “Perdita grave”
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Ora anche la Germania chiede meno vincoli sui conti: la linea del rigore si sgretola per le armi
Seul, 6 mar. (Adnkronos/Afp) - L'aeronautica militare sudcoreana ha reso noto che un suo aereo da combattimento ha sganciato accidentalmente otto bombe nel posto sbagliato durante un'esercitazione, provocando feriti tra i civili. "Otto bombe multiuso MK-82 sono state sganciate in modo anomalo da un aereo KF-16 dell'Aeronautica Militare, cadendo al di fuori del poligono di tiro designato", ha affermato l'Aeronautica Militare.
L'incidente è avvenuto intorno alle 10 ora locale a Pocheon, circa 25 chilometri a sud del confine pesantemente fortificato con il Nord dotato di armi nucleari. "Siamo profondamente dispiaciuti per il rilascio involontario delle bombe, che ha causato vittime civili, e auguriamo ai feriti una pronta guarigione", ha affermato l'Aeronautica Militare in una nota.
Washington, 6 mar. (Adnkronos/Afp) - "Liberate tutti gli ostaggi ora, non più tardi, e restituite immediatamente tutti i cadaveri delle persone che avete assassinato, altrimenti per voi è finita". Lo ha scritto su Truth Social il presidente degli Stati Uniti Donald Trump dopo aver incontrato gli ostaggi liberati. "Questo è per voi l'ultimo avvertimento! Per la leadership, ora è il momento di lasciare Gaza, finché ne avete ancora la possibilità", ha aggiunto.
Trump ha affermato che "invierà a Israele tutto ciò di cui ha bisogno per portare a termine il lavoro", mentre la sua amministrazione accelera l'investimento di miliardi di dollari in armi. E rivolgendosi "alla gente di Gaza - ha detto - vi aspetta un futuro meraviglioso, ma non se tenete degli ostaggi. Se lo fate, siete morti!".
Napoli , 6 mar. - (Adnkronos) - Maxi blitz antidroga a Napoli. Dalle prime luci dell’alba, i carabinieri del Gruppo di Torre Annunziata stanno eseguendo una misura cautelare emessa dal Tribunale oplontino a carico di decine di persone. Oltre 200 i militari impiegati nell’area vesuviana, in quella stabiese e nel salernitano. Tra gli episodi ripresi dalle telecamere, anche una donna che spaccia droga con un bambino in braccio.
Kiev, 6 mar. (Adnkronos/Afp) - Un attacco missilistico russo contro un hotel a Kryvyi Rig, città natale del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ha causato la morte di tre persone e il ferimento di altre 31, di cui circa la metà versa in gravi condizioni. Lo ha reso noto Sergiy Lysak, governatore della regione di Dnipropetrovsk.
Oltre all'hotel, sono stati danneggiati anche 14 palazzi residenziali, un ufficio postale, circa due decine di auto, un istituto culturale e 12 negozi, hanno affermato le autorità.
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - L’estensione giornaliera del ghiaccio marino globale, che combina le estensioni del ghiaccio marino in entrambe le regioni polari, ha raggiunto un nuovo minimo storico all’inizio di febbraio ed è rimasta al di sotto del precedente record di febbraio 2023 per il resto del mese. E' quanto rileva il servizio Copernicus Climate Change (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con i finanziamenti dell’Ue, nel bollettino climatico mensile. La maggior parte dei risultati riportati si basano sul set di dati di rianalisi Era5, utilizzando miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche in tutto il mondo.
Nel dettaglio, il ghiaccio marino artico ha raggiunto la sua estensione mensile più bassa per il mese di febbraio, pari all’8% sotto la media: questo segna il terzo mese consecutivo in cui l’estensione del ghiaccio marino stabilisce un record per il mese corrispondente. È importante notare - sottolinea C3S - che il nuovo record registrato nell’Artico a febbraio non è un minimo storico: il ghiaccio marino artico si sta attualmente avvicinando alla sua estensione massima annuale, che in genere si verifica a marzo.
Il ghiaccio marino antartico ha raggiunto la quarta estensione mensile più bassa nel mese di febbraio, il 26% sotto la media. L’estensione giornaliera del ghiaccio marino potrebbe aver raggiunto il suo minimo annuale verso la fine del mese. Se confermato, sarebbe il secondo minimo più basso registrato dal satellite. Questa conferma sarà possibile solo all’inizio di marzo.
Febbraio 2025 è stato il terzo febbraio più caldo a livello globale, rileva inoltre il servizio Copernicus Climate Change (C3S), implementato dal Centro europeo per le previsioni meteorologiche a medio termine per conto della Commissione europea con i finanziamenti dell’Ue, nel bollettino climatico mensile. La maggior parte dei risultati riportati si basano sul set di dati di rianalisi Era5, utilizzando miliardi di misurazioni provenienti da satelliti, navi, aerei e stazioni meteorologiche in tutto il mondo.
Nel dettaglio, febbraio 2025 ha registrato una temperatura media di 13,36°C, 0,63°C al di sopra della media di febbraio 1991-2020, e solo di poco più alta, 0,03°C, rispetto al quarto febbraio più caldo del 2020. Il mese scorso è stato, poi, di 1,59°C al di sopra della media stimata del periodo 1850-1900, utilizzata per definire il livello preindustriale, posizionandosi come il 19esimo mese, degli ultimi 20, in cui la temperatura media globale ha superato di 1,5°C il livello preindustriale.
(Adnkronos) - Le violenze e le discriminazioni violano la dignità personale, creano un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante, offensivo e generano malessere nelle persone che le subiscono. “In questi casi, la prima cosa da fare è segnalare e denunciare alla Consigliera di Parità per ricevere supporto e assistenza. È fondamentale non rimanere in silenzio. Ogni voce conta e può portare ad un cambiamento - sottolinea Antonella Pappadà, consigliera di Parità effettiva della Provincia di Lecce - . Questo incontro offre un’occasione per riflettere e ricordare a noi stesse quanto sia importante valorizzare il nostro talento e le nostre competenze e imparare a non farci sopraffare sia nelle relazioni personali sia nei luoghi di lavoro. La figura istituzionale della Consigliera di Parità della Provincia di Lecce è preposta a contrastare ogni forma di discriminazione legata al genere e non solo, a dare sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori che ne siano stati vittime sul luogo di lavoro, supportandoli gratuitamente in via stragiudiziale e giudiziale”.
“La violenza contro le donne e i femminicidi rappresentano ferite profonde nella nostra società, ma oggi dobbiamo esprimere la nostra determinazione nel combattere questi problemi - aggiunge Donatella Bertolone, vicepresidente Vicario Gruppo Donne Imprenditrici Fipe/Confcommercio - È incoraggiante vedere sempre più donne unirsi per reclamare il diritto alla sicurezza e al rispetto. Le donne non sono solo vittime, ma anche attrici fondamentali nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Campagne come #SicurezzaVera ci mostrano che possiamo fare la differenza, sensibilizzando e coinvolgendo la società su questi temi cruciali. È essenziale lavorare insieme per sfatare l’idea che i luoghi di intrattenimento siano associati alla violenza. Dobbiamo trasformare questi spazi in ambienti sicuri e accoglienti, dove ogni persona, in particolare le donne, possa sentirsi protetta e rispettata”.
I dati raccolti dal Centro Antiviolenza Renata Fonte di Lecce parlano chiaro: nel 2024 hanno chiesto aiuto 174 donne. La fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 39 anni (32%), seguita da quella tra i 40 e i 49 anni (23%). La violenza non ha un unico volto: il 44% ha subito violenza fisica, il 45% psicologica, mentre il 2% ha denunciato violenze sessuali e il 4% atti di stalking. Colpisce il fatto che, nonostante il dolore e la sofferenza, solo il 34% delle donne abbia trovato la forza di sporgere denuncia. Il restante 66% ha scelto di non farlo, per paura di ritorsioni o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.
"Uscire da una relazione maltrattante non è mai semplice per una donna, soprattutto quando l’uomo che esercita violenza è il compagno, il marito o il padre dei suoi figli, dichiara Maria Luisa Toto - Presidente Associazione Donne Insieme che gestisce il Centro Antiviolenza Renata Fonte. Ogni donna ha i suoi tempi, perché la paura, la vergogna e il senso di colpa possono trasformarsi in una prigione invisibile, fatta di solitudine e isolamento. Questi numeri ci dicono che la violenza di genere è una piaga radicata nella nostra società. Non è solo un fenomeno privato, ma una delle più gravi violazioni dei diritti umani. Per questo è essenziale che le donne non si sentano sole. Devono sapere che c’è una rete di supporto pronta ad aiutarle".
Una rete di supporto alimentata anche da momenti di spettacolo che portano in scena – come nel caso di “Eva non è ancora nata” di e con Salvatore Cosentino, magistrato e autore teatrale - la realtà delle donne che vengono analizzate sotto l’aspetto umano, per una riflessione profonda sul loro ruolo nella società di oggi. A ricordare le vittime di femminicidio e di violenza di genere, da venerdì 7 marzo ci sarà a Lecce anche una nuova panchina rossa, installata a Palazzo dei Celestini su iniziativa della Commissione Pari Opportunità della Provincia. Una mobilitazione importante quella della città che ha coinvolto anche la U.S. Lecce, che ha voluto essere presente all’evento di Codere inviando un videomessaggio di Federico Baschirotto. Il capitano dei giallorossi salentini ha ribadito l’importanza del contrasto a qualsiasi forma di violenza sulle donne e della promozione della cultura del rispetto e della consapevolezza: temi anche della campagna “Un Rosso alla Violenza” della Lega Serie A che servono a tenere sempre alta l’attenzione.
“Quando 'Innamòrati di Te' ha mosso i suoi primi passi non mi aspettavo che sarebbe diventato un laboratorio così importante, un momento di confronto trasversale e costruttivo. In dieci anni abbiamo attraversato l’Italia più volte e abbiamo avuto l’opportunità di conoscere persone fantastiche che si impegnano per il bene comune, in particolare quello delle donne. Confesso di essere davvero emozionata nel vedere anche Lecce tra le Città delle Donne e ringrazio Adriana Poli Bortone per aver immediatamente colto lo spunto che, in qualità di Ambassador de Gli Stati Generali delle Donne, ho offerto - commenta Imma Romano Direttrice Relazioni Istituzionali di Codere Italia - . Anche questa volta siamo riuscite a trattare il tema della violenza di genere con chi questo tema lo conosce e lo combatte quotidianamente, provando a dare informazioni ed indicazioni molto concrete sugli strumenti esistenti e sulle opportunità che il mondo istituzionale e quello del terziario sociale mettono a disposizione. L’impegno di Codere resta un impegno concreto sia in termini di divulgazione che di supporto. Con gioia sosteniamo l’Associazione Donne Insieme che opera proprio su questo territorio”. Dopo Lecce, il progetto itinerante 'Innamòrati di Te' farà tappa il 24 giugno a Rivoli, alle porte di Torino, per un altro appuntamento gratuito e aperto al pubblico.
(Adnkronos) - Le violenze e le discriminazioni violano la dignità personale, creano un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante, offensivo e generano malessere nelle persone che le subiscono. “In questi casi, la prima cosa da fare è segnalare e denunciare alla Consigliera di Parità per ricevere supporto e assistenza. È fondamentale non rimanere in silenzio. Ogni voce conta e può portare ad un cambiamento - sottolinea Antonella Pappadà, consigliera di Parità effettiva della Provincia di Lecce - . Questo incontro offre un’occasione per riflettere e ricordare a noi stesse quanto sia importante valorizzare il nostro talento e le nostre competenze e imparare a non farci sopraffare sia nelle relazioni personali sia nei luoghi di lavoro. La figura istituzionale della Consigliera di Parità della Provincia di Lecce è preposta a contrastare ogni forma di discriminazione legata al genere e non solo, a dare sostegno alle lavoratrici e ai lavoratori che ne siano stati vittime sul luogo di lavoro, supportandoli gratuitamente in via stragiudiziale e giudiziale”.
“La violenza contro le donne e i femminicidi rappresentano ferite profonde nella nostra società, ma oggi dobbiamo esprimere la nostra determinazione nel combattere questi problemi - aggiunge Donatella Bertolone, vicepresidente Vicario Gruppo Donne Imprenditrici Fipe/Confcommercio - È incoraggiante vedere sempre più donne unirsi per reclamare il diritto alla sicurezza e al rispetto. Le donne non sono solo vittime, ma anche attrici fondamentali nel mondo del lavoro e dell’imprenditoria. Campagne come #SicurezzaVera ci mostrano che possiamo fare la differenza, sensibilizzando e coinvolgendo la società su questi temi cruciali. È essenziale lavorare insieme per sfatare l’idea che i luoghi di intrattenimento siano associati alla violenza. Dobbiamo trasformare questi spazi in ambienti sicuri e accoglienti, dove ogni persona, in particolare le donne, possa sentirsi protetta e rispettata”.
I dati raccolti dal Centro Antiviolenza Renata Fonte di Lecce parlano chiaro: nel 2024 hanno chiesto aiuto 174 donne. La fascia d’età più colpita è quella tra i 30 e i 39 anni (32%), seguita da quella tra i 40 e i 49 anni (23%). La violenza non ha un unico volto: il 44% ha subito violenza fisica, il 45% psicologica, mentre il 2% ha denunciato violenze sessuali e il 4% atti di stalking. Colpisce il fatto che, nonostante il dolore e la sofferenza, solo il 34% delle donne abbia trovato la forza di sporgere denuncia. Il restante 66% ha scelto di non farlo, per paura di ritorsioni o per mancanza di fiducia nelle istituzioni.
"Uscire da una relazione maltrattante non è mai semplice per una donna, soprattutto quando l’uomo che esercita violenza è il compagno, il marito o il padre dei suoi figli, dichiara Maria Luisa Toto - Presidente Associazione Donne Insieme che gestisce il Centro Antiviolenza Renata Fonte. Ogni donna ha i suoi tempi, perché la paura, la vergogna e il senso di colpa possono trasformarsi in una prigione invisibile, fatta di solitudine e isolamento. Questi numeri ci dicono che la violenza di genere è una piaga radicata nella nostra società. Non è solo un fenomeno privato, ma una delle più gravi violazioni dei diritti umani. Per questo è essenziale che le donne non si sentano sole. Devono sapere che c’è una rete di supporto pronta ad aiutarle".
Una rete di supporto alimentata anche da momenti di spettacolo che portano in scena – come nel caso di “Eva non è ancora nata” di e con Salvatore Cosentino, magistrato e autore teatrale - la realtà delle donne che vengono analizzate sotto l’aspetto umano, per una riflessione profonda sul loro ruolo nella società di oggi. A ricordare le vittime di femminicidio e di violenza di genere, da venerdì 7 marzo ci sarà a Lecce anche una nuova panchina rossa, installata a Palazzo dei Celestini su iniziativa della Commissione Pari Opportunità della Provincia. Una mobilitazione importante quella della città che ha coinvolto anche la U.S. Lecce, che ha voluto essere presente all’evento di Codere inviando un videomessaggio di Federico Baschirotto. Il capitano dei giallorossi salentini ha ribadito l’importanza del contrasto a qualsiasi forma di violenza sulle donne e della promozione della cultura del rispetto e della consapevolezza: temi anche della campagna “Un Rosso alla Violenza” della Lega Serie A che servono a tenere sempre alta l’attenzione.
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