“Il rimpatrio dei sudanesi è stato fatto nel pieno rispetto di un accordo tra la polizia italiana e quella del Sudan”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno Angelino Alfano a margine di un incontro che lo ha visto tra i relatori del Forum Ambrosetti a Cernobbio. Il 24 agosto scorso 48 africani sono stati prelevati a Ventimiglia e con un volo da Torino sono stati trasferiti a Khartoum, capitale del Sudan. Di fronte a una procedura, quella dei rimpatri collettivi, vietata dalla convenzione europea sui diritti dell’uomo, realtà come Amnesty International e Caritas hanno denunciato la vicenda e le violazioni del diritto internazionale. Sul quale Alfano non risponde, limitandosi a ribadire il rispetto dell’accordo firmato il 3 agosto tra Italia e Sudan. Resta da vedere (l’accordo non è stato ratificato dal nostro Parlamento) se l’accordo siglato con il regime di Omar Hasan Ahmad al-Bashir, già ricercato dalla Corte penale internazionale, rispetti i diritti dell’uomo e offra le garanzie sull’incolumità dei rimpatriati espressamente richiste dal diritto internazionale. L’Italia è già stata condannata per i rimpatri collettivi voluti dall’ex ministro Maroni. La novità? “Intendiamo calcare ancora di più la mano”, promette Alfano, che sui rimpatri chiede maggiore impegno da parte dell’Europa, anche sul fronte degli accordi con i paesi d’origine
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