“Roma è una grande sfida per noi e la porteremo avanti: non arretreremo di un centimetro”. “L’assessora Paola Muraro è indagata? Non ha ricevuto nessun avviso di garanzia, ma nel caso vedremo le carte senza fare sconti”. Luigi Di Maio è intervenuto dalla Festa del Fatto Quotidiano nel parco della Versiliana dopo la prima crisi politica in Campidoglio dell’amministrazione di Virginia Raggi. Intervistato dal direttore de ilfattoquotidiano.it Peter Gomez e dalla giornalista del Fatto Quotidiano Paola Zanca ha affrontato per prima cosa il tema di Roma. “La giunta sta continuando a lavorare per il bene della città”, ha detto il vicepresidente della Camera. “Io voglio spiegarvi la dinamica che ha portato alle cinque dimissioni di giovedì scorso. Virginia ha assunto il capo di Gabinetto e ha avuto il via libera degli avvocati del comune e poi ha chiesto un parere anche all’Anac di Raffaele Cantone che invece ha segnalato l’irregolarità. A quel punto la sindaca ha dovuto agire di conseguenza”. “Voi accusate i poteri forti, ci spiega come sono entrati nella vicenda?”, ha chiesto Gomez. “Mentre in questi giorni si riempivano le pagine con i problemi di Roma, l’Italia veniva certificata a crescita zero. Sulla stampa ho visto poco parlare di questo e invece ho visto un’aggressione della maggior parte degli editori che hanno un solo interesse: le Olimpiadi. Su questo diremo sì o no quando vogliamo noi, non quando ce lo chiede Caltagirone”.
Di Maio ha anche affrontato il nuovo problema che rischia di travolgere la giunta, ovvero il caso dell’assessora Paola Muraro, indagata dalla Procura di Roma per abuso d’ufficio e violazioni di norme sull’ambiente. “A oggi la Muraro afferma di non aver ricevuto alcun avviso di garanzia”, ha commentato. “Non esistono le carte per poter valutare. A chi si sta sfregando le mani in questo momento per questa ennesima questione che prende la ribalta nazionale dico che il Movimento non ha mai fatto sconti a nessuno, soprattutto al suo interno. Stiano sereni i nostri detrattori che pensano di azzopparci. Non faccio dichiarazioni sui se”. Secondo il Corriere della Sera e il Messaggero, l’iscrizione nel registro sarebbe avvenuta oltre tre mesi fa, prima che l’ex consulente dell’Ama diventasse assessore. L’assessora interpellata su un eventuale passo indietro ha ribattuto: “Giunta compatta, M5s unito contro i poteri forti”. E ha poi confermato che lunedì 5 settembre sarà in commissione Ecomafie: “Vado con il sindaco senza avvocato perché io non ho ricevuto nulla”.
“Il nostro obiettivo è quello di risolvere i problemi di Roma”, ha detto Di Maio. “Sapevamo che sarebbe stata un’impresa seria. L’importante è mettere mano a tutto quello che hanno fatto in questi anni. Roma ci servirà da esperienza, perché Roma ha molti dei mali endemici che si trovano nel resto d’Italia”. Il membro del direttorio ha poi smentito di essere stato tra gli sponsor dell’ex assessore al Bilancio Marcello Minenna: “L’ho conosciuto quando è diventato assessore”. Per la poltrona sulla quale fino a qualche giorno fa era seduto il dirigente Consob sui giornali di oggi ha lanciato la propria candidatura Nino Galloni: “Le cose stanno così: ci sono militanti 5 stelle vicini alla sindaca che mi considerano una persona adeguata al ruolo e quindi hanno suggerito la mia candidatura”, ha detto al Corriere della Sera, “io la mia disponibilità la do senz’altro. Poi è chiaro che possono intervenire molte questioni, mi sembra che la situazione sia in divenire”. Ha spiegato di conoscere appena la sindaca: “Ovviamente sono sempre stato su posizioni di condivisione con i principi originali del M5s. Che però ora si divide in due correnti: ci sono i keynesiani che sono, diciamo, miei tifosi, e quelli che spingono per la decrescita. Ecco, questi mi vedono meno bene”.
Nel corso del dibattito alla festa del Fatto Paola Zanca ha chiesto a Di Maio una riflessione nazionale in vista delle prossime elezioni e su una sua ipotetica investitura come candidato presidente del Consiglio: “Sono stati i giornali a costruire questa storia”, ha risposto. “Io sono un deputato e non mi risparmio nella mia attività per il Movimento, ma non c’è mai stata nessuna investitura ufficiale”. Alla domanda sulla partecipazione degli elettori nelle dinamiche del M5s, il parlamentare ha voluto spiegare il motivo per cui le riunioni degli eletti non vengano più trasmesse in rete: “Le dirette streaming non le facciamo più in ambito parlamentare perché abbiamo scoperto che poi gli avversari sentono prima le nostre strategie e ci anticipano. In ambito locale però mettiamo in rete tutti gli incontri”. Il tema però, soprattutto nella base, è molto sentito. Da tempo i dissidenti del Movimento chiedono che ci siano più occasioni di incontro a livello nazionale tra gli eletti. “Non pensa che sia necessario in vista anche delle elezioni?”, ha chiesto Gomez. “Io non sono contrario a priori”, ha detto Di Maio, “ma noi non siamo stati eletti per migliorare il Movimento, ma per migliorare la vita dei cittadini. Quando si parla troppo di congressi si finisce per essere autoreferenziali”. “E sulla sospensione di Federico Pizzarotti quando avremo una decisione definitiva?”, ha continuato il direttore de ilfattoquotidiano.it. “Io le devo una risposta su questo. Ci sono delle regole violate e c’è un’istruttoria in corso. Ci auguriamo che finisca molto presto”.
Di Maio ha parlato anche ribadito che ad esprimersi dovranno essere i cittadini. “Gli italiani hanno mai deciso di entrare nell’Euro? No. Allora ascoltarono un presidente del Consiglio che disse: ‘lavoreremo la metà e guadagneremo il doppio’, era Romano Prodi. Noi non ci vogliamo arrogare la pretesa di dire ‘usciamo dall’Euro’. Vogliamo che decidano i cittadini. Noi vogliamo restituire le chiavi delle istituzioni ai cittadini attraverso strumenti di partecipazione”. A questo proposito ha visto altre forze politiche in Europa con cui poter condividere il vostro programma?, ha chiesto Gomez. “La situazione è molto varia. Oggi trovare interlocutori è molto difficile perché la situazione politica cambia sempre. Sono sicuro che in futuro saranno non solo i politici a far cambiare le dinamiche, ma anche i fatti stessi”.
Sul referendum costituzionale, perché, ha chiesto Zanca, il Movimento non ha aiutato i comitati per il No a raccogliere le firme e ottenere così i rimborsi? “I soldi non sono il nostro problema. E sono convinto che Davide batterà Golia. E poi vi do una notizia: io non credo che il comitato referendario per il Sì riuscirà ad incassare i 500mila euro. Il comitato avrà gli stessi problemi dei rimborsi elettorali, per la legge Letta. Ho letto la norma, è farraginosa. L’ultimo decreto che inserì il 2 per mille e creò una commissione di controllo. Ma non si sa chi debba erogare quei finanziamenti. Forse deve essere la Camera dei deputati, ma non si capisce. Questa sarà una nostra battaglia. Se non hanno diritto a quei soldi, e non ne hanno diritto, o dovranno fare un’altra legge vergognosa per incassarli, o resteranno a bocca asciutta”. Al di là della questione dei rimborsi, Di Maio ha ribadito che il Movimento è in campo nella campagna per il No alla riforme: “Noi chiediamo di votare no per salvare la Costituzione, non per mandare a casa Renzi. Questa riforma è creata per fare in modo che si mettano in cassaforte i privilegi della politica per sempre. Se la riforma sarà approvata chiunque eletto sarà costretto ad andare a chiedere a un Senato di non eletti di modificare la Carta o togliere l’immunità. Qualunque sarà il risultato sono sicuro che si coalizzeranno comunque contro di noi. Tutte le loro proposte sono tarate sulla paura del Movimento 5 stelle e la paura è da perdenti. Lo prendiamo come un buon auspicio”.