Un preside per diciotto plessi distribuiti in sette comuni diversi. Il super dirigente è Glauco Berrettoni che dal primo settembre guida l’istituto superiore “Caboto” che ha sede a Chiavari e a Santa Margherita Ligure oltre alla scuola in carcere e ai corsi serali. Ma non basta: Berrettoni sarà capo anche dell’istituto comprensivo “Valli e Carasco” che conta tredici plessi distanti l’uno dall’altro parecchi chilometri.
È il sistema reggenze: nelle scuole dove manca il dirigente l’ufficio scolastico regionale nomina un preside che deve dividersi letteralmente in quattro per governare tutti i suoi docenti e alunni. Quest’anno le scuole senza un preside sono circa 1.500. Solo a Roma città sono 90. In Liguria i dirigenti in reggenza sono invece 56; più di 150 in Lombardia; in Veneto a correre da una parte all’altra saranno in 135; in Emilia le scuole scoperte arrivano a 173.
A confermare il dato nazionale è Mario Rusconi, vice presidente dell’associazione nazionale presidi, che si scaglia contro questo fenomeno che consente dei tagli celati sulla scuola: “Le reggenze sono una follia. Da anni diciamo che vanno eliminate ma per fare ciò ci sono due condizioni: da una parte vanno fatti i concorsi bloccati ogni anno dal Mef che ritiene in questo modo di risparmiare soldi. Un preside per una reggenza prende circa 700 euro lordi al mese ovvero novemila euro l’anno. Un dirigente ha uno stipendio che si aggira attorno ai 50-60 mila euro l’anno. È chiaro che lo Stato per ogni preside reggente risparmia più di 25 mila euro lordi l’anno, considerato che ogni titolare ha più reggenze”.
Rusconi guarda il problema anche da un’altra prospettiva: “Molte scuole che non hanno l’autonomia perché hanno meno di 600 alunni dovrebbero essere accorpate come prevede la legge con un atto della Regione; ciò non accade a causa delle pressioni degli enti locali. Il primo appello va fatto alle Regioni: vanno accorpate tutte le scuole sottodimensionate. Questi istituti che vengono dati in reggenza sono circa 500: un terzo delle scuole “scoperte” di presidi potrebbe trovare una soluzione se le Regioni facessero il mestiere che gli è stato affidato”.
Intanto in queste ore gli uffici scolastici stanno affrontando l’emergenza: centinaia di scuole fino a ieri non conoscevano il nome del loro preside che doveva tenere il primo collegio docenti. Secondo i ben informati pur di dare un dirigente ad alcuni istituti in Abruzzo e Campania si sono “recuperate” persone che avevano perso l’ultimo concorso. In altre Regioni la nomina dei dirigenti è arrivata all’ultimo perché è sempre meno facile ottenere la loro disponibilità. Un incarico poco retribuito e persino oneroso: chi accetta quel ruolo non ha neppure diritto al rimborso delle spese di viaggio sostenute per spostarsi dalla propria sede a quella avuta in reggenza. Non solo: i compensi vengono liquidati con ritardi incredibili. I dirigenti che non hanno ancora ricevuto l’indennità relativa al 2014/2015 sono, infatti, centinaia.“E’ chiaro – aggiunge Rusconi – che serve un concorso al più presto. L’ultimo è stato fatto nel 2012. Da allora solo annunci”.
Scuola
Scuola, un preside per più istituti: è il sistema delle reggenze. 1.500 strutture senza guida. Caso record: 18 plessi
Negli istituti senza guida l ’ufficio scolastico regionale nomina un "reggente" che deve dividersi letteralmente in quattro per governare tutti i suoi docenti e alunni. Un fenomeno che consente dei tagli celati: "Una reggenza costa novemila euro l’anno, mentre lo stipendio di un dirigente si aggira attorno ai 50-60 mila euro l’anno". E i concorsi sono bloccati al 2012
Un preside per diciotto plessi distribuiti in sette comuni diversi. Il super dirigente è Glauco Berrettoni che dal primo settembre guida l’istituto superiore “Caboto” che ha sede a Chiavari e a Santa Margherita Ligure oltre alla scuola in carcere e ai corsi serali. Ma non basta: Berrettoni sarà capo anche dell’istituto comprensivo “Valli e Carasco” che conta tredici plessi distanti l’uno dall’altro parecchi chilometri.
È il sistema reggenze: nelle scuole dove manca il dirigente l’ufficio scolastico regionale nomina un preside che deve dividersi letteralmente in quattro per governare tutti i suoi docenti e alunni. Quest’anno le scuole senza un preside sono circa 1.500. Solo a Roma città sono 90. In Liguria i dirigenti in reggenza sono invece 56; più di 150 in Lombardia; in Veneto a correre da una parte all’altra saranno in 135; in Emilia le scuole scoperte arrivano a 173.
A confermare il dato nazionale è Mario Rusconi, vice presidente dell’associazione nazionale presidi, che si scaglia contro questo fenomeno che consente dei tagli celati sulla scuola: “Le reggenze sono una follia. Da anni diciamo che vanno eliminate ma per fare ciò ci sono due condizioni: da una parte vanno fatti i concorsi bloccati ogni anno dal Mef che ritiene in questo modo di risparmiare soldi. Un preside per una reggenza prende circa 700 euro lordi al mese ovvero novemila euro l’anno. Un dirigente ha uno stipendio che si aggira attorno ai 50-60 mila euro l’anno. È chiaro che lo Stato per ogni preside reggente risparmia più di 25 mila euro lordi l’anno, considerato che ogni titolare ha più reggenze”.
Rusconi guarda il problema anche da un’altra prospettiva: “Molte scuole che non hanno l’autonomia perché hanno meno di 600 alunni dovrebbero essere accorpate come prevede la legge con un atto della Regione; ciò non accade a causa delle pressioni degli enti locali. Il primo appello va fatto alle Regioni: vanno accorpate tutte le scuole sottodimensionate. Questi istituti che vengono dati in reggenza sono circa 500: un terzo delle scuole “scoperte” di presidi potrebbe trovare una soluzione se le Regioni facessero il mestiere che gli è stato affidato”.
Intanto in queste ore gli uffici scolastici stanno affrontando l’emergenza: centinaia di scuole fino a ieri non conoscevano il nome del loro preside che doveva tenere il primo collegio docenti. Secondo i ben informati pur di dare un dirigente ad alcuni istituti in Abruzzo e Campania si sono “recuperate” persone che avevano perso l’ultimo concorso. In altre Regioni la nomina dei dirigenti è arrivata all’ultimo perché è sempre meno facile ottenere la loro disponibilità. Un incarico poco retribuito e persino oneroso: chi accetta quel ruolo non ha neppure diritto al rimborso delle spese di viaggio sostenute per spostarsi dalla propria sede a quella avuta in reggenza. Non solo: i compensi vengono liquidati con ritardi incredibili. I dirigenti che non hanno ancora ricevuto l’indennità relativa al 2014/2015 sono, infatti, centinaia.“E’ chiaro – aggiunge Rusconi – che serve un concorso al più presto. L’ultimo è stato fatto nel 2012. Da allora solo annunci”.
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Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
Roma, 7 mar. (Adnkronos) - Esperti e stakeholder del settore energetico si sono riuniti ieri mattina a Key, in occasione del convegno 'Accelerating Sustainable Electrification: Key to Economic and Social Development on the African Continent' curato da Res4Africa Foundation, per parlare del ruolo fondamentale dell'elettrificazione nella trasformazione socioeconomica dell'Africa. Con una popolazione prevista di 2,5 miliardi entro il 2050, il continente deve prepararsi per affrontare una crescente domanda di energia, che richiede soluzioni urgenti e sostenibili.
La conferenza, organizzata in due panel, ha evidenziato la necessità di uno sviluppo di energia rinnovabile su larga scala, di modernizzazione delle reti elettriche e di investimenti in soluzioni per l’accumulo di energia, in modo da garantire l'accesso universale a un'elettricità affidabile, sicura e conveniente.
Oltre alle discussioni, le delegazioni africane presenti hanno avuto l'opportunità di esplorare le soluzioni innovative presenti a Key, rafforzando ulteriormente le collaborazioni pubblico-private volte all'elettrificazione sostenibile.
“I porti e le infrastrutture costiere rivestono un ruolo fondamentale per lo sviluppo dei progetti di energia rinnovabile offshore, poiché rappresentano il punto di partenza e di supporto logistico per la costruzione, l'installazione e la manutenzione degli impianti”. È quanto ha dichiarato ieri mattina Fulvio Mamone Capria, presidente di Aero, Associazione delle Energie Rinnovabili Offshore, al termine del convegno 'Portualità, logistica, trasporti e filiera industriale per l’eolico offshore in Italia'.
I porti sono destinati a diventare sempre di più hub dell’energia, capaci di garantire l'efficienza e la sostenibilità delle operazioni, ma anche di favorire l'innovazione tecnologica e il coordinamento delle attività tra i diversi attori del settore. “L'adeguamento e il potenziamento delle infrastrutture portuali sono determinanti per ridurre i costi e migliorare la competitività delle energie rinnovabili marine, rendendo i progetti più scalabili e accessibili”, ha continuato Mamone.
Il decreto ministeriale sui porti permetterà di semplificare gli investimenti e incentivare la creazione di un'infrastruttura solida e ben collegata.
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
(Adnkronos) - Stefano Conti è un uomo libero. L'Adnkronos può rivelare che al processo a Panama City sono cadute tutte le accuse. Raggiunto al telefono, Andrea Di Giuseppe, il parlamentare di Fratelli d'Italia eletto nella Circoscrizione Centro e Nord America, festeggia il risultato raggiunto dopo oltre due anni: "Dieci minuti fa ho parlato con il padre, si è commosso alla notizia che Stefano era finalmente stato prosciolto. Ha passato oltre 400 giorni in una delle peggiori galere del mondo, un luogo che non si riesce neanche a immaginare, e senza nessuna condanna, ma solo per una carcerazione preventiva in attesa di un processo che sembrava non arrivare mai. Ma insieme alla Farnesina e all'ambasciata, ho fatto di tutto per fargli ridurre la misura cautelare e farlo stare in una condizione meno disumana. L'anno scorso siamo riusciti a fargli avere i domiciliari, oggi la notizia più bella. Una grande vittoria per il nostro Paese".
Stefano Conti è un trader brianzolo di 40 anni, che per oltre due anni è stato accusato di tratta di esseri umani a scopo sessuale. Rischiava una condanna fino a 30 anni di reclusione, nonostante le presunte vittime avessero ritrattato le accuse, sostenendo di aver subito pressioni dalla polizia panamense.
Conti ha anche pubblicato un libro intitolato 'Ora parlo io: 423 giorni nell'inferno di Panama', in cui racconta la sua esperienza nel carcere panamense e ribadisce la sua innocenza. Il libro è uscito a dicembre scorso, in attesa dell'inizio del processo.
Andrea Di Giuseppe ha partecipato alle udienze preliminari, "non per influire sul merito della vicenda", spiega all'Adnkronos, ma per fargli avere il giusto processo che qualunque essere umano merita. Ho coinvolto la comunità italiana, ho parlato con i politici panamensi, sono stato accanto a lui davanti al giudice, per far capire al sistema giudiziario che quell'uomo non era solo, ma aveva accanto a sé il suo Paese”.
Conti "rimarrà ancora a Panama fino al 4 aprile, per motivi burocratici, ma appena avrà tutti i documenti in ordine potrà tornare in Italia", aggiunge il deputato italiano. Che non ha finito quella che è diventata una sorta di missione. "Dopo aver aiutato a liberare i due italiani in Venezuela, e dopo il più famoso caso di Chico Forti, il prossimo per cui mi impegnerò è l'ingegner Maurizio Cocco, rinchiuso in Costa d’Avorio da oltre due anni. Ne sentirete parlare presto". Sì perché gli italiani rinchiusi all'estero sono circa duemila, "e molti di questi sono in stato di carcerazione preventiva. Dei conti di Montecristo dimenticati da tutti. Ma ora il nostro governo, grazie anche all'azione dei sottosegretari agli Esteri Silli e Cirielli, e ovviamente all'attivismo della premier Meloni, sta finalmente affrontando questi casi. Non sono più dei fantasmi, ma dei nostri connazionali che devono poter avere tutta l'assistenza legale, politica e umana che possiamo dargli. È solo l'inizio. L'Italia sta contando e pesando di più nel mondo", conclude Di Giuseppe. (Di Giorgio Rutelli)
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Più che le conclusioni del Consiglio europeo sembrano un bollettino di guerra, con i nostri governanti che, in un clima di ubriacatura collettiva, programmano una spesa straordinaria di miliardi su miliardi per armi, missili e munizioni. E la premier Meloni cosa dice? 'Riarmo non è la parola adatta' per questo piano. Si preoccupa della forma e di come ingannare i cittadini. Ma i cittadini non sono stupidi! Giorgia Meloni come lo vuoi chiamare questo folle programma che, anziché offrire soluzioni ai bisogni concreti di famiglie e imprese, affossa l’Europa della giustizia e della civiltà giuridica per progettare l’Europa della guerra?". Lo scrive Giuseppe Conte sui social.
"I fatti sono chiari: dopo 2 anni e mezzo di spese, disastri e fallimenti in Ucraina anziché chiedere scusa agli italiani, Meloni ha chiesto a Von der Leyen di investire cifre folli in armi e spese militari dopo aver firmato sulla nostra testa a Bruxelles vincoli e tagli sugli investimenti che ci servono davvero su sanità, energia, carovita, industria e lavoro. Potremmo trovarci a spendere oltre 30 miliardi aggiuntivi sulle armi mentre ne mettiamo 3 scarsi sul carobollette".
"Stiamo vivendo pagine davvero buie per l’Europa. I nostri governanti, dopo avere fallito con la strategia dell’escalation militare con la Russia, non hanno la dignità di ravvedersi, anzi rilanciano la propaganda bellica. La conclusione è che il blu di una bandiera di pace scolora nel verde militare. Dai 209 miliardi che noi abbiamo riportato in Italia dall'Europa per aziende, lavoro, infrastrutture, scuole e asili nido, passiamo a montagne di soldi destinati alle armi".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - "Much appreciated". Lo scrive Elon Musk su X commentando un post in cui si riporta la posizione della Lega e di Matteo Salvini sul ddl Spazio e Starlink. Anche il referente in Italia del patron di Tesla, Andrea Stroppa, ringrazia via social Salvini: "Grazie al vice PdC Matteo Salvini per aver preso posizione pubblicamente".
Roma, 6 mar. (Adnkronos) - Gianfranco Librandi, presidente del movimento politico “L’Italia c’è”, ha smentito categoricamente le recenti affermazioni giornalistiche riguardanti una presunta “coalizione di volenterosi” per il finanziamento di Forza Italia. Librandi ha dichiarato: “Sono tutte fantasie del giornalista. Smentisco assolutamente di aver parlato di una coalizione di volenterosi che dovrebbero contribuire al finanziamento del partito”.